Disfunzione erettile: indagini negative e fallimento PRP, quali piste?

Gentili medici/Gentili utenti,
sono un uomo di 56 anni alle prese da quasi 6 con un problema di disfunzione erettile.


A partire dai primi giorni dell'anno 2020 ho cominciato a sentire un leggero decadimento della turgidità del pene che inizialmente non ha destato preoccupazioni grazie all’assunzione del Cialis da 20 mg ma poi i risultati sono stati via - via sempre meno soddisfacenti fino a quando, nei primi mesi del 2023, la situazione si è così aggravata (60% del potenziale massimo) al punto tale da richiedere l’intervento di un andrologo che:
1.
mi ha ordinato una batteria di esami
2.
ha analizzato i farmaci anti ipertensivi che assumo

All’esito degli esami nulla è emerso:
- tutti i valori del sangue che hanno impatto sulla sfera sessuale (testosterone, prolattina, SHBG, ecc.
) sono risultati ampiamente nella norma
- l’ecocolordoppler basale e dinamico ha escluso sia l’insufficienza di afflusso sanguigno sia la fuga venosa
- l’ecografia della tiroide non ha evidenziato alcun problema
- la prostata è risultata nella normalità

Non essendo emerso sulla di organico, l’andrologo mi ha consigliato di rivolgermi ad un sessuologo da cui non è emerso nulla in quanto:
- non ho un carattere ansioso e anche quando ho avuto momenti di ansia nella mia vita non c’è mai stato alcun risvolto negativo sulla sfera sessuale
- le erezioni spontanee notturne si fermano ad una turgidità di medio livello

Stando così le cose ho voluto ricominciare da capo e mi sono rivolto ad un urologo ma all’esito di un nuovo ecocolordoppler completo e della solita batteria di esami specifici del sangue la conclusione è stata ancora una volta la stessa ovvero che non essendoci nulla di organico il problema potrebbe essere di natura psicogena (o addirittura del Covid-19).


A questo punto di mia iniziativa, ho deciso di sperimentare la cura del PRP che ha portato alle seguenti conclusioni:
- a seguito della seconda seduta, nei giorni successivi ho notato una straordinaria reazione che ha portato il pene a raggiungere il 95% della sua rigidità massima ma questa piacevole condizione è durata solo una settimana
- a seguito della quarta seduta di PRP c’è stata una nuova reazione positiva che ha portato il pene a raggiungere il 85%-90% della sua rigidità massima ma questa condizione è durata solo qualche giorno
- al termine dell’intero ciclo di cinque sedute di PRP posso dire che il problema non è affatto migliorato.


Mi viene da pensare che forse il problema possa stare nella "dopamina", unica pista non battuta fino ad ora dal momento che sento un calo del desiderio sessuale e non mi eccito più di tanto davanti alla visione del corpo femminile.


Se qualche medico è in possesso di una pista investigativa mai battuta dai colleghi precedenti può farsi sentire per organizzare un consulto.


Se qualche utente ha sofferto dello stesso mio problema può aiutarmi a capire come ne è uscito e lo ringrazio.
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
troppi elementi ci sono ignoti, sul piano della psicologia, per capire quale potrebbe essere il suo problema.
Ha appurato di non essere ansioso, ma ha fatto qualche test e qualche colloquio mirati a comprendere se per caso non sia depresso, o affetto da quella insidiosa forma di depressione che si chiama distimia?
Ci sarebbe inoltre da considerare tutta la sfera della relazione con l'altro sesso. Lei scrive: "sento un calo del desiderio sessuale e non mi eccito più di tanto davanti alla visione del corpo femminile".
Ma forse alla sua età sono in molti a condividere una certa indifferenza, se parliamo di corpi generici. Oltretutto l'eccessiva offerta, direi quasi l'imposizione consumistica del sesso ha proprio l'effetto di creare sazietà, e non solo alla sua età, ma molto prima, come vedrà leggendo i numerosi disturbi sia dell'erezione sia della libido sia del comportamento sessuale qui su Medicitalia.
Diverso è il caso di incontri occasionali, di una relazione stabile o dell'attrazione che segue all'innamoramento, di cui lei non parla.
Per altro è noto che certe relazioni hanno l'effetto di intorpidire e reprimere la libido, e anche su questo troverà articoli specialistici su questa pagina.
Al momento, di lei non sappiamo nulla: nemmeno se ha avuto nella sfera erotico/relazionale qualche esperienza particolarmente negativa, oppure se il suo disagio si è prodotto in prossimità di un lutto, di una perdita, di qualche bilancio pessimistico sulla sua vita.
Il sessuologo da lei consultato era prima di tutto uno psicologo?
Restiamo in attesa.

Prof.ssa Anna Potenza
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Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com

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Disfunzione erettile

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