Omosessualita', depressione, ansia

Salve.
Sono un ragazzo di 28 anni, da circa 4 anni sto passando un periodo molto difficile. Inizio a essere molto stanco della mia situazione.

Tutto e' iniziato con un amore. A quel tempo sono stato per un paio di anni con questa ragazza che amavo alla follia, era tutto per me. Poi, dopo un viaggio del sottoscritto che ci ha tenuto lontani per un po', la storia e' iniziata ad andare male. Lei era diventata super-amica di un mio amico, col quale condivideva tutto. Io odiavo tutto cio'. Mi sentivo escluso. Prima che ci lasciassimo definitivamente ci sono voluti mesi, durante i quali io sono praticamente impazzito. Ero diventato iper-geloso, ansiosissimo, depresso, paranoide e con chiare manie di persecuzione. In questo periodo, amici e conoscenti vari, vedendomi cosi' e probabilmente per altre ragioni, hanno inziato a darmi del "frocio". Quando io mai avevo pensato assolutamente a me come omosessuale. Mai stato attratto da uomini. Bene. Dopo qualche mese mi sono iniziato a chiedere se non lo fossi davvero, gay. Pensieri che pian piano sono diventati sempre piu’ ricorrenti, fino ad essere ossessivi e sempre presenti. Ricordo benissimo che la prima volta che pensai di poter essere davvero gay mi trovai a fare pensieri su questo amico in comune che avevo con la mia ex-morosa. Persona che odiavo alla morte in quanto si era intromessa (a mio giudizoi) troppo tra noi due.
Da allora la mia vita e' un casino. Il 'problema' omossesualita' e' sempre piu' presente. A volte sono attratto da uomini, ma i pensieri non arrivano a contemplare il sesso. Tutto cio' mi ha reso depresso, ansioso, a volte ho attacchi di panico e problemi a socializzare, a stare in mezzo agli altri.

Comunque, da un paio di anni sto con un'altra ragazza. La relazione e' molto difficile, anche perche' da un po' vivo all'estero e la lontananza complica tutto. Credo di amarla, ma non rieco a lasciarmi andare del tutto perche' il fattore omosessualita' ovviamente si fa sentire. A letto le cose vanno bene. Quello che a volte non va bene e' il modo in cui siamo/sono all'esterno, in mezzo agli altri. Faccio fatica ad interpretare il ruolo dell'uomo, del moroso. Perche’ non sono piu’ sicuro di esserlo.

In sintesi, non sono certo del mio orientamento sessuale, e’ cio’ mi sta distruggendo. Non riesco ad immaginarmi senza una donna da amare al mio fianco, ma allo stesso tempo c’e’ qualcosa dentro di me che mi dice che non e’ quello che voglio davvero. Mi sento spaccato a meta’, e non ne posso piu’.

Da un mese vedo un analista. Mi sta dando una mano ma lo stesso non credo che basti. La forza di capirmi la devo trovare in me ma non ci riesco. Forse sarebbe meglio uno psichiatra? Altri consigli? Per piacere.
[#1]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
è probabile che un disturbo, forse di tipo ossessivo, le abbia messo tutta questa confusione.

Credo che a questo punto, per evitare che umore ed ossessioni peggiorino, sarebbe indicata una valutazione psichiatrica: un supporto farmacologico potrebbe aiutarla nella gestione dei pensieri disturbanti, come il timore di essere omosessuale.

Di certo la psicoterapia è assolutamente indicata nei casi di disorientamento sessuale: se col suo analista sente che le cose non migliorano non perda tempo e vada da un altro professionista.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
grazie e mille per la cortese e celere risposta.

Guardi,
anche il mio analista mi ha fatto presente la possibile esistenza di un disturbo ossessivo.

Ora, quello che mi chiedo io e' se una ossessione possa davvero arrivare al punto di far mettere in dubbio fattori importanti ed in teoria basilari (almeno credo) queli per esempio l'orientamento sessuale (nel mio caso).

Il fatto che io possa provare attrazione per altri uomini puo' essere 'figlio' di una ossessione??
Perche' non posso negarlo, a volte questo succede.

Riguardo al supporto farmacologico, da circa un mesetto prendo un antidepressivo (Citalopram, se nn ricordo male) e valium nel caso di atacchi di panico. Al momento non registro miglioramenti importanti a livello di umore.

Prendero' comunque in considerazione il consulto psichiatrico, anche se onestamente mi e' stato sconsigliato diverse volte da amici, parenti e dal medico personale (gente che pero' non conosce i miei problemi a fondo, ovviamente).

Grazie ancora
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
in effetti può succedere che da un'ossessione possa partire tutto un sistema confuso che porta a tali disorientamenti. Ovviamente non so se questo sia il Suo caso, ma mettendomi nei Suoi panni comprendo la Sua ansia.

Lei stesso inoltre ha capito che per risolvere problemi come questo non ci si può limitare a chiedere un consiglio ad un amico: serve una persona a cui si possa dire davvero "tutto".

Buon lavoro!
[#4]
dopo
Utente
Utente
Ancora un domanda.

Non mi e' chiara la differenza tra psicologo e psichiatra...?

In presenza di una possibile ossessione quale delle due soluzioni e' piu' indicata?

Grazie ancora
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
in presenza di disturbi d'ansia e di ossessioni il miglior trattamento, in base a quanto dimostrato dalla ricerca scientifica, è rappresentato dall'associazione tra farmacoterapia (prescritta dallo psichiatra) e psicoterapia cognitivo-comportamentale (psicologo).

Le allego anche questo articolo sulle ossessioni nella speranza che le possa meglio chiarire le idee

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/406-il-trattamento-delle-ossessioni.html

nonchè questo sul trattamento dei disturbi d'ansia

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
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Dr. Gianluca Raffa Psicologo, Psicoterapeuta 19 1
Gentile utente,
innanzittuo la ringrazio di averci scritto ed esposto un tema cosi' delicato e personale, dimostrando una certa dose di coraggio ed energia pur nella situazione di estrema ansia e sofferenza psicologica che sta vivendo da 4 anni circa.

Lei dice di essere confuso sul suo orientamento sessuale e che tutto cio’ la sta distruggendo.
Dice che non riesce ad immaginarsi senza una donna da amare al suo fianco, ma allo stesso tempo c’e’ qualcosa dentro di lei che le "fa sentire" che non e’ quello che vuole davvero.
La frase che piu' mi colpisce e quando dice di sentirsi "spaccato a meta'" e che prorpio non riesce piu' a vivere in questo modo, come se una parte di lei andasse in una direzione (eterosessualita') ed un'altra parte la spingesse in una direzione completamente opposta (omosessualita').
Questo conflitto che sta vivendo in modo continuo e duraturo da circa 4 anni l'ha portata a sentirsi depresso, ansioso, ad avere attacchi di panico e problemi di socializzazione.
Immagino che non sia assolutamente semplice vivere in questo stato e potrei paragonarla ad un uomo che cammina con una grossa palla al piede che gli affatica il cammino e gli rende affannoso il percorso.
Ora, come Psicologo e Psicoterapeuta, mi sento di dirle che molte ricerche e studi sull'orientamento sessuale hanno ampiamente dimostrato come la sessualita' si muova lungo un "continuum" eterosessualita' Vs omosessualita'. Ricerca Rapporto Kinsey: https://it.wikipedia.org/wiki/Rapporto_Kinsey
Spesso e volentieri non esiste una rigida divisione nell'attrazione sessuale tra due persone, ma entrano in gioco varie componenti quali l'attrazione fisica, mentale, psicologica, l'ammirazione, la voglia di condivisione, il gusto estetico che ci indirizzano, di volta in volta, verso una specifica persona, indipendentemente dal sesso di quest'ultima.
Inoltre, nonostante lei sia attratto sessualmente dalle persone del suo stesso sesso, questo non significa che lei sia omosessuale: come le ho spiegato prima, l'attrazione tra due persone nasce per bisogni e motivazioni molto specifiche.
Il mio parere, in qualita' di Psicoterapeuta Centrato sul Cliente, e' di approfondire nella sua Psicoanalisi in corso questo "bisogno di avvinarsi al sesso maschile", senza autogiudicarsi, darsi delle etichette e farsi sopraffare dai sensi di colpa.
Accettare di essere attratto anche dagli uomini come dalle donne nel suo caso, non vuol dire necessariamente che lei debba poi passare all'azione, ma corrisponde sicuramente ad una sua necessita' di essere una persona "non scissa" ma integrata e funzionale a livello personale e sociale.
Le faccio un grosso in bocca al lupo per l'inizio di questo percorso di "autoesplorazione" e non esiti a contattarmi se ne avesse bisogno.

Cari saluti,
Dr. Gianluca Raffa

Dott. Gianluca Raffa
Psicologo Clinico e Psicoterapeuta
Grottaminarda - Avellino

[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottori Bulla e Raffa,
non posso che ringraziarvi per i vostri consigli e la vostra competenza.

Approfitterei ancora una volta della vostra disponibilita' ponendo un paio di domande ulteriori.

Dott. Bulla,
leggendo il saggio da lei consigliatomi, molto interessante, mi sorge un dilemma. Il problema di un pensiero ossessivo sembra rappresentare un problema in se, e da affrontare "in quanto tale". Ora, quello che non capisco e' come risalire alla vera origine dell'ossesione. Mi sembra assurdo combattere il problema vedendolo (esso stesso) come un nemico. Che invece non sia piu' un sintomo, un allarme? Mi spiego con un esempio basato sul mio caso. La mia 'presunta' ossessione di essere omosessuale non potrebbe essere dovuta al fatto che io sia omossessuale??

Dott. Raffa,
dal suo eccellente commento deduco (mi dica se sbaglio) che il percorso da lei suggerito si basa su un'accettazione della sessualita' come di qualcosa che per certi individui puo' essere fluida, malleabile, che puo' variare. Mi chiedo pero' come trovare e realizzare una situazione di serenita' e soddisfazione a fronte di cio'. Possibile basare la propria esistenza su fondamenta cosi' traballanti?
Inutile negare la centralita' della sfera sessuale nel costruire l'identita' di un individuo, se questa pero' diviene instabile ne risente l'intero sistema, credo. E questo spaventa, intimorisce, rende deboli e fragili. O davvero e' possibile costruire la propria idenita', o meglio accettare la propria identita', in quanto tale, stabile o instabile che sia?

Grazie e mille ancora




[#8]
Dr. Gianluca Raffa Psicologo, Psicoterapeuta 19 1
Carissimo utente,
Lei mi pone una domanda molto importante:
"Possibile basare la propria esistenza su fondamenta cosi' traballanti"?
Il fatto di vivere la sessualita' in modo fluido lungo un continuum non vuol dire vivere nella confusione o nell'indeterminatezza.
Avere e "darsi" piu' possibilita' di vivere una sessualita' libera, non equivale a "non scegliere" qual e' il percorso piu' adatto per se.

Portando avanti un percorso di Psicoterapia individuale, avrebbe la possibilita' di dar voce a tutte le sue emozioni e desideri in ambito affettivo e sessuale.

Potrebbe cosi chiarire qual e', di volta in volta, il Suo bisogno prevalente fino ad arrivare ad una buona dose di "autoconsapevolezza" che le consentirebbe di "scegliere" qual e' la Sua strada, quella che Le appartiene di piu' e in cui si sente maggiormente riconosciuto, valutando i pro e contro di ogni scelta.
Solo "giocando a carte scoperte" si puo' realmente scegliere che carta giocare!

Cari saluti,
Dr. Gianluca Raffa
[#9]
dopo
Utente
Utente
Oltre a ringrziarVi ancora entrambi, Dott. Bulla e Raffa,
ritorno su questa discussione per chiedere ancora una cortese risposta alla domanda che ho fatto precedentemente:

"Il problema di un pensiero ossessivo sembra rappresentare un problema in se, e da affrontare "in quanto tale". Ora, quello che non capisco e' come risalire alla vera origine dell'ossesione. Mi sembra assurdo combattere il problema vedendolo (esso stesso) come un nemico. Che invece non sia piu' un sintomo, un allarme? Mi spiego con un esempio basato sul mio caso. La mia 'presunta' ossessione di essere omosessuale non potrebbe essere dovuta al fatto che io sia omossessuale??"

Sarei molto grata a chi, psicologo, psicoterapeuta o psichiatra che sia, potesse gentilmente colmare quest'ultimo dubbio.

Cordialmente

[#10]
Dr. Gianluca Raffa Psicologo, Psicoterapeuta 19 1
Gentile utente, lei afferma questo:
"Il problema di un pensiero ossessivo sembra rappresentare un problema in se, e da affrontare "in quanto tale".
Io non sono completamente d'accordo con questa affermazione: parliamo sempre di un disturbo d'ansia e del pensiero, che sta invalidando la sua vita sociale.
E'certo un "sintomo" di un disturbo d'ansia e non credo proprio che sia un nemico da combattere, ma piuttosto un "segnale" che dobbiamo riconoscere ed interpretare!

Ogni sintomo e' una situazione di compromesso tra due istanze opposte e nel suo caso mi sembra evidente il conflitto tra il suo lato eterosessuale con quello omosessuale.

Lei inoltre afferma:"A volte sono attratto da uomini, ma i pensieri non arrivano a contemplare il sesso", anche qui e' evidente la sua situazione di conflitto interiore come anche quando afferma che :"Non riesco ad immaginarmi senza una donna da amare al mio fianco, ma allo stesso tempo c’e’ qualcosa dentro di me che mi dice che non e’ quello che voglio davvero".

"La mia 'presunta' ossessione di essere omosessuale non potrebbe essere dovuta al fatto che io sia omosessuale??"

Per quello che mi ha raccontato, io potrei risponderle che nel suo caso e' certo evidente una "forte attrazione omosessuale" che si manifesta sotto forma di "pensiero ossessivo".
Se Lei sia o non sia omosessuale, e' quello che dovra' scoprire Lei stesso nel suo percorso di Psicoterapia personale e tramite le Sue esperienze di vita.
Non si puo' arrivare alla meta senza aver effettuato un percorso.

Cordiali saluti,
Dr. Gianluca Raffa
[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Il problema di un pensiero ossessivo sembra rappresentare un problema in se, e da affrontare "in quanto tale". Ora, quello che non capisco e' come risalire alla vera origine dell'ossesione. Mi sembra assurdo combattere il problema vedendolo (esso stesso) come un nemico. Che invece non sia piu' un sintomo, un allarme? Mi spiego con un esempio basato sul mio caso. La mia 'presunta' ossessione di essere omosessuale non potrebbe essere dovuta al fatto che io sia omossessuale??
>>>

Gentile utente, per poterle dire se nel suo caso si tratta davvero di ossessioni, come le è stato suggerito la cosa da fare è contattare un professionista.

Ma supponendo che si tratti di ossessioni, il ragionamento sopra ricadrebbe all'interno della stessa ossessione, ovvero il dubbio che esprime: "ma non potrebbe essere sintomo di qualcos'altro?" farebbe parte del problema ossessione. Noti che sto usando il condizionale, per cautela.

Lo stato costante di dubbio è proprio del pensiero ossessivo. E quindi è normale che in questo stato uno si senta costantemente preoccupato del peggio. Se a ciò si unisce la sua ammissione di essere iper-geloso, ansiosissimo e paranoide, come vede gli ingredienti ci sono tutti a deporre per quest'ipotesi. Però l'ultima parola potrà dirla solo una visita di persona.

Aggiungo per ulteriore informazione che a volte la difficoltà con l'altro sesso - ma non so se questo è il suo caso - può far venire il sospetto di essere omosessuale, se si è ansiosi. Il ragionamento, inconsapevole, è sulla linea: "Se non sto ottenendo ciò che voglio con le ragazze, forse sono gay". Ma ripeto, non so se questo è il suo caso.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#12]
Dr. Carlo Conti Psicologo, Psicoterapeuta 122 5 1
Gentile Utente,
lei ha ragione quando dice che è giusto arrivare alla vera origine dell'ossessione. I dubbi che amici e conoscenti hanno insinuato in lei, non sono l'origine che lei ricerca! Questo episodio è stato come la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Quello che deve fare è proprio un lavoro di scavo dentro di sé, fino ad arrivare alla fonte del problema. Io le consiglio un analista ad orientamento psicanalitico(meglio se Junghiano), ANCHE PERCHE' E' LEI CHE VUOLE ARRIVARE ALLE RADICI DEL PROBLEMA!
Deve però avere pazienza, non può pensare di risolvere in poco tempo un disagio che ha impiegato anni a cristallizzarsi in lei, fono a sfociare nel sintomo (ossessioni) che lei conosce. Intanto viva la sua vita, faccia le sue esperienze senza timore, cercando di mettere da parte la mente, seguendo di più quello che le sue emozioni la spingono a fare.

SALUTI
Dott. Carlo Conti
carloconti5@tiscali.it

SALUTI
Dr. Carlo Conti
www.spiritoepsiche.it

[#13]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
per ora l'unica certezza che ha è che Lei ha un gran bisogno di certezze, e questo la porta a fare (ed a farsi) molte domande.

In realtà queste domande sono poste in modo da non ottenere mai una risposta certa ed univoca. Questo sistema di domande ed auto-domande è tipico del disturbo ossessivo.

Per questo motivo ribadisco la necessità di continuare la terapia farmacologica + la psicoterapia. Se una delle due oppure entrambe non sembrano funzionare lo faccia presente agli specialisti che la stanno seguendo.
[#14]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
non posso fare altro che ringraziarvi per i vostri preziosi consigli.

Continuero' dunque a vedere lo psicanalista e con la terapia farmacologica (Citalopram).

Spero solo che sia quella giusta! (a fronte del fatto che mi e' stata prescritta da un medico generico che non e' a conoscenza dei miei problemi, se non per un generale stato di depressione).

Cordiali saluti







[#15]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
"(a fronte del fatto che mi e' stata prescritta da un medico generico che non e' a conoscenza dei miei problemi, se non per un generale stato di depressione)."

Un'ultima cosa: io piuttosto, come le ho già suggerito, sentirei il parere di uno psichiatra, specialista indicato nella gestione di farmaci come quelli che le hanno prescritto.
[#16]
dopo
Utente
Utente
Seguiro' il suo consiglio.

Grazie e mille ancora Dottor Bulla

Cordiali Saluti
[#17]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Grazie a Lei di averci scritto.
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