Blocco vita dopo conclusione studi

Grazie per il prezioso servizio.

Sono un uomo di 45 anni, impiergato, di normali abitudini di vita.
Da molto anni sto letteralmente tribolando per una serie di sintomi continui e debilitanti, il maggiore dei quali è la stanchezza continua. Altri sintomi sono sonno non ristoratore, deconcentrazione, difficoltà di lettura, enorme fastidio al freddo, perdita di capelli e ciglia.

Per quanto riguarda i sintomi tipici della depressione alcuni decisamente non li ho. Conservo volontà ed interessi, solo che poi non riesco a concretizzare perchè sono sempre stanco.

Ho fatto un nugolo di accertamenti molto approfonditi e ripetuti. Qualcosa è stato trovato sul versamente fisico: autoimmunità tiroidea (tirode ancora nromale), sospette apnee notturne gravate da allergia a polveri, ipertensione.

Dal punto di vista storico posso però dire che quando ho finito gli studi e il mio stile di vita è cambiato è iniziato il disastro, anche come sensazioni fisiche. Ho cominciato ad avere difficoltà di concentrazione e ad alzarmi stanco dal letto.
In effetti mi piaceva molto studiare e il mondo del lavoro non mi ha più restituito nemmeno lontanamente le soddisfazioni scolastiche.
Ora la prostrazione è molte forte e non sarei assolutamente in grado di studiare e di concentrarmi per ricreare il mio habitat.

Ciò che vorrei cortesemente sapere è se il mio stato di prostrazione continua
può essere seriamente collegato al cambio di stile di vita.

Mi si perdoni la franchezza ma ciò che temo dei medici "fisici" sono le diagnosi psicologiche che lasciano sospettare scelte di comodo, per non indagare in modo approfondito e per loro costoso.

Per questo gradire un Vostro parere.

grazie per la cortese attenzione.

nicola


[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile signore teme diagnosi psicologiche facili da parte di medici e chiede agli psicologi una conferma o meno? se vi sono problematiche di tipo medico queste vanno necessariamente accertate dai medici ed una volta escluse allora si interviene sotto l'aspetto psicologico.
Il cambiamento dello stile di vita può certamente portare delle conseguenze fisiche, ma queste possono essere sia mediche (e vanno trattate come tali) sia psicologiche.

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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[#2]
Dr.ssa Rosa Riccio Psicologo, Psicoterapeuta 247 5 14
Gentile utente,
come sa, in questa sede non è possibile effettuare diagnosi psicologica.
Mi pare che nel corso di questi anni Lei abbia cercato di approfondire le ragioni "fisiche" della sua prostrazione e il risultato, se comprendo correttamente, è che non ci sia stretta correlazione tra la stanchezza e la sua salute "fisica".
Ci racconta che l'esordio della sua sensazione di stanchezza estrema coincide con il momento in cui ha smesso di studiare e ha iniziato a lavorare.
Se tra i due eventi ci sia una relazione di causa-effetto o solo una correlazione temporale è difficile da stabilire in questa sede.
Proprio per questo, insieme agli approfondimenti che sta facendo e ha fatto, Le consiglierei di rivolgersi ad un professionista psichiatra o psicologo.

Non so se aveva già preso in considerazione questa possibilità ma mi pare di capire che sia oramai tanto tempo che Lei convive con questa sensazione di stanchezza e immagino che questa convivenza non debba essere facile.

Forse è arrivato il momento di percorrere una strada alternativa.

Le faccio moltissimi auguri

Dr.ssa Rosa Riccio
Psicologa-Psicoterapeuta
www.cantupsicologia.com

[#3]
Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli Psicologo, Psicoterapeuta 143 4
Caro Nicola,
le posso solo dire che da un punto di vista psicosomatico tutti i sintomi tornano e possono essere collegati fra loro. I sintomi fisici dovrebbero essere conseguenza dell'ipotiroidismo, compresi la perdita di capelli e la sensibilità al freddo.
Lei chiede se il cambio di stile di vita può essere messo in relazione al suo stato di prostrazione, io le rispondo che questo è possibile, ma il come ciò sia accaduto è da costruire insieme a lei.
Nell'ipotiroidismo si assiste ad un rallentamento del dispendio di energie, il metabolismo rallenta come succede agli animali quando vanno in letargo. Nella tiroidite autoimmune di Hashimoto, c'è un vero e proprio attacco contro la tiroide (ovvero la centralina energetica dell'organismo). Il sistema immunitario non la riconosce come parte dell'organismo ed è come se dicesse "questa parte che produce energia non è mia, non fa parte di me, anzi la devo eliminare, mi devo difendere dalla produzione di energia". Ipotizzo: il suo corpo non sostiene più le attività che lei svolge quotidianamente e le sottrae energie che lei in realtà non vuole spendere in questo. Direi che il suo corpo le sta mandando un messaggio importante riguardo la sua vita, che va correttamente compreso affinchè lei viva meglio e torni a stare bene. La malattia ci da sempre l'opportunità di imparare qualcosa correggendoci quando stiamo sbagliando rotta. Colga questa opportunità. Le consiglio caldamente di intraprendere un percorso psicosomatico analitico serio con un ottimo psicosomatista.
Le faccio i miei più sentiti Auguri

Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli

Psicologa Psicoterapeuta Aneb

psicologia.udine@gmail.com