Ansia ?

Salve,
sono una ragazza di 26 anni.
Sono sempre stata forte, una persona a cui appoggiarsi, responsabile.
Sono un po' indietro con l'università ma in un anno finirò con ottimi risultati finora.
Ho una famiglia che mi adora e un ragazzo con cui sto benissimo.
Insomma non mi manca nulla .
Veniamo al dunque. Un mese fa, dopo mesi di studio e un periodo stressante, il giorno prima dell'esame sono stata male.
Tremavo, avevo freddo, dolori dovunque, mi toccavo il braccio e sentivo dolore alal gamba
Persino il peso delle coperte era motivo di dolore.
Non riuscivo a tenere gli oggetti con la sinistra (sono mancina) e vevo le gambe deboli.
Dopo due giorni sono stata da un neurologo e un ortopedico, entrambi mi hanno detto che il motivo del problema alla mano era una borsite dovuta al troppo scrivere. Il neurologo ha aggiunto che sto bene e tutti restanti sintomi erano di ansia.
Das un mese continuo a stare male, ho avuto formicolii, intorpidimenti.
Il fastidio che mi accompagna sempre è un dolore non localizzato a braccio e gamba quando poggio il piede a terra .
Da due giorni ho un fischio all'orecchio sinistro.
Quando sto all'università sto meglio forse perchè ci penso meno.
Mi è capitato di spaventarmi per i sintomi e piangere .
Non ne riesco a parlare con nessuno, neanche con i miei familiari.
Non riesco a capire cos'ho e mi sento una stupida.Non saprei nemmeno trovare le parole per spiegare a chi mi sta intorno come sto e cos'ho.
Ho paura di essere giudicata stupida o peggio pazza o ancora debole.
Per questo le chiedo consiglio.
Possono i miei sintomi venire da ansia?
Come posso uscirne?che devo fare?
da sola ce la posso fare?
La ringrazio
[#1]
Dr. Luca Martis Psicologo, Psicoterapeuta 153 4
Gentile Utente,

Lei si definisce una persona forte, una persona alla quale potersi appoggiare.

Oggi tale status viene meno, e Lei sta soffrendo,

anche perchè sentendosi incapsulata nell' immagine che hanno i Suoi cari,

non può chiedere aiuto....

se no cosa penserebbero?!

E' molto difficile accettare attacchi come questi, sul piano psicologico, figuriamoci se poi siamo sempre stati persone forti e di fiducia.

Ma lo siamo sempre stati?

Gentile Utente,

avendo già escluso problematiche di natura organica presso il Suo Neurologo Le consiglierei alcuni incontri di consulenza presso uno studio psicologico dove, di comune accordo con il Collega potrete affrontare co serietà e tranquillità la situazione e progettare eventuali interventi psicoterapici.

Per quanto riguarda la possibilità di riuscire da sola le domanderei:"Fino ad ora cosa è riuscita ad ottenere da sola?"

Cordiali saluti,

Dr. Luca Martis



[#2]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazza sembra che una diagnosi l'abbia già avuta dal neurologo (ansia) ora si tratta solo di affrontare le modalità per risolverla.
Se le è stato detto dal neurologo che i suoi sintomi sono dovuti a questa , i suoi quesiti trovano quindi una scontata risposta.
Cosa fare? una serie di incontri con uno psicoterapeuta potranno sicuramente aiutarla.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Gentili dottori, vi ringrazio entrambi per avermi risposto.
In questo momento non ce la faccio ad accettare la cosa, credo di aver bisogno di un po' di tempo per poterne parlare con qualcuno.
Inizierò dalla persona che più di tutte sento vicina e in grado di comprendermi , ossia il mio fidanzato.
Spero parlando con lui di iniziare ad accettare di avere un problema per poi poterlo affrontare.
Sono stanca di piangere di nascosto perchè presa dall'ansia, di aspettare di calmarmi prima di uscire da una stanza .
Anche se odio piangere, ammetto che dopo mi sento molto meglio, è come se scaricassi parte dell'ansia che ho accumulato. Piangere per me è uno sfogo, non piango per tristezza , amo tanto la vita.
So benissimo di avere un problema ma è l'accettazione della cosa che mi è impossibile al momento, mi sembra uno scoglio insormontabile.
Spero di riuscire a mettere al più presto in pratica i vostei consigli e non perchè costretta dallo stato in cui sono, ma piuttosto spinta dalla consapevolezza che nessuno è infallibile ed avere una debolezza non è un handicap.

Vi ringrazio nuovamente di cuore.
[#4]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
da quanto racconta sembra che in occasione del famoso esame Lei abbia avuto un attacco di panico. Come succede spesso, da allora ha sviluppato una sorta di "ansia anticipatoria": probabilmente teme che il brutto momento possa succedere nuovamente, ma soprattutto si sente "diversa" da prima.

Oggi infatti Lei si sente "vulnerabile", ovvero il contrario di quanto sentiva in precedenza (infatti Lei era quella "forte" sulla quale gli altri si appoggiano nei momenti di difficoltà).

L'episodio di panico forse ha fatto emergere una realtà inaspettata: Lei, come tutti noi, ha un bacino di energie esauribili. Le batterie si sono scaricate: tutto troppo perfetto, troppo intenso, troppo impegnativo.

Cosa vogliamo fare adesso? Le vogliamo ricaricare le batterie oppure vogliamo continuare a soffrire di ansia?

Se propende per la prima, allora le consiglio di mettere da parte l'orgoglio e di darsi da fare. Perchè avanti di questo passo ( "ce la faccio da sola") non mi sembra che le cose possano migliorare, o sbaglio?

Nel trattamento dei disturbi d'ansia i migliori risultati si sono ottenuti attraverso l'associazione tra psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale e farmacoterapia.

Io inizierei contattando uno psicoterapeuta, visto che anche il neurologo sembra aver escluso la necessità di un supporto farmacologico.

Ma se fossi in Lei non aspetterei di aver bisogno dei farmaci, mi curerei molto prima.

Le allego infine questi articoli su ansia e panico.

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/315-il-panico-e-l-agorafobia.html

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#5]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Gentile dottore,
è da ieri che cerco il modo per parlarne a casa ma solo a pensarci scoppio in lacrime.
Ed è una reazione a catena perchè piango e non voglio farmi vedere che piango, così mi nascondo e aspetto che passi.
Non so da dove cominciare , ho paura di essere compatita, che i miei mi dicano che devo smetterla di affaticarmi per l'università, che devo distrarmi, perchè ci sto provando da un mese a distrarmi e non serve a nulla.
E non so neanche come spiegare cos'ho, scrivere è + facile, ma dirlo alle persone che mi circondano è un'impresa impossibile.

A volte vorrei che chi mi stai intorno capisse da solo come sto, ma forse nascondo così bene che nessuno riesce ad accorgesene.
Mentre stavo piangendo è arrivata mamma, e anzichè alzare lo sguardo e dirle che avevo, mi sono girata dall'altra parte dicendo che non avevo tempo, che dovevo studiare.
L'unica persona con cui riesco a parlare è il mio fidanzato forsde perchè lo ritengo la persona più sensibile che io conosca. So che lui non mi giudica.
Da dove incominciare?
[#6]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
mi dispiace, immagino quanto sia doloroso per Lei in questo momento.

Intanto direi che ha già cominciato: se ci pensa il fatto di scrivere su questo sito rappresenta una prima richiesta di aiuto.

Non deve sentirsi obbligata a parlarne con i suoi genitori, ma se lo crede opportuno può far leggere al Suo fidanzato questo nostro scambio di mail, e insieme potete decidere il da farsi. vedrà che il solo fatto di condividere il Suo dolore con una persona cara la farà sentire sollevata, mi creda.

Non si abbatta, vedrà che tutto questo passerà.
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