Sfiducia

Salve
Sono una ragazza di 20 anni, vivo con mia madre e mia sorella in seguito al divorzio dei miei genitori, avvenuto all'incirca 14 anni fa. Premettendo che da ormai 3 anni soffro di episodi di ansia e depressione, per i quali mi sono stati prescritti psicofarmaci e terapia(che tutt'ora porto avanti), e che questo genere di problemi di solito si acuisce in concomitanza con gli impegni scolastici e con delle relazioni affettive (amorose in senso stretto e non), tutt'ora spesso non riesco a gestire i miei pensieri e quindi i miei comportamenti. In particolare, ho da poco conseguito il diploma (con molta fatica e un anno di ritardo) e sto programmando il futuro universitario. Sembrerebbe tutto tranquillo se non fosse che in questo periodo mi capita sempre più spesso di avere crisi di pianto e di iniziare a pensare di essere totalmente sola e abbandonata, fino ad arrivare alla disperazione, senza motivazione apparente. In più questi sgradevoli pensieri sono accompagnati da comportamenti poco consoni nei confronti degli altri, quali la continua ricerca di contatto e rassicurazioni (purtroppo mio marchio di fabbrica) che puntualmente porta all'esito contrario. Succede così, complice anche una delusione amorosa di qualche mese fa, che io arrivi a sentirmi totalmente sfiduciata nei rapporti umani, non riesco più a credere che esistano sentimenti che legano le
persone né che le persone siano capaci di sacrificarsi per chi amano, se davvero ne sono in grado. Razionalmente so che sono pensieri irreali, ma la mia parte bambina scalpita e si rifiuta testardamente di convincersi che la realtà non è questa. Riesco solo a pensare che vorrei non essere data per scontata, che vorrei che qualcuno mi dimostrasse chiaramente che valgo qualcosa e che tiene a me, che qualcuno faccia qualcosa per me senza che io glielo chieda ripetutamente. Non riesco più a credere in me come persona che vale la pena di amare e tutto questo mi ostacola nel programmare la mia vita universitaria e mi fa venire in mente di rinunciare. Ho di nuovo grosse difficoltà nel dormire , il solito Delorazepam sembra non avere effetto e nemmeno il Minias. Attualmente sono in cura con Zoloft e Lyrica, ma quella da sola non riesce più a farmi dormire, mentre per gli esami di maturità dormivo come un angioletto! La mia psicoterapeuta è in ferie, giustamente, e io non so come gestire questi malesseri. È normale che io mi senta così visto il mio bagaglio emozionale? È solo la paura del cambiamento o è vero bisogno di attenzioni? È giusto chiedere attenzioni anche se ormai sono cresciuta? Sono molto confusa sul da farsi e riguardo a chi delle persone che ho intorno chiedere aiuto, sono tutti molto ambigui (per esempio, dicono che ci saranno il giorno tot e disdicono all'ultimo,mi ignorano quando li cerco eppure sono felici quando mi vedono) e questo mi fa stare solo peggio. Mi destabilizza e io non so cosa fare per evitarlo.
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
la psicoterapia funziona nel tempo e, solitamente le prime separazioni per le vacanze, sono dolorose e destabilizzanti.
Quando ritornerà sarà lei la sua interlocutrice e, vedrà che le darà l'aiuto dovuto e necessario.
Le attenzioni, o meglio il bisogno di attenzioni, non correla all'età, ma al bisogno-piacere di riceverle.
Un caro saluto

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
È normale che io mi senta così visto il mio bagaglio emozionale? È solo la paura del cambiamento o è vero bisogno di attenzioni? È giusto chiedere attenzioni anche se ormai sono cresciuta?

Gentile ragazza,
le sue sono tutte domande lecite e comprensibili; di sicuro le potrà porre alla sua psicoterapeuta al rientro dalle ferie e le potrà inserire all'interno del suo percorso terapeutico.

Come le ha detto la collega le prime interruzioni della psicoterapia sono dolorose e, nel suo caso, forse le fanno rivivere qualcosa di simile alla separazione dei suoi genitori. A questo possiamo aggiungere che anche il processo di cambiamento talvolta può essere faticoso, ma è un piccolo sforzo da mettere in conto per poter risolvere le proprie difficoltà e raggiungere nuovamente una situazione di equilibrio e serenità.

Cari auguri

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

da quanto tempo esattamente sei in psicoterapia?
E' la prima interruzione?

Hai già parlato di questi sentimenti di abbandono che provi con la tua terapeuta?

Avete già intercettato l'origine di questo disagio (cioè che spiegazione ti dai per il fatto che davanti ad una delusione amorosa tu possa sentirti così sfiduciata)?

Quanto alla ricerca dell'incoraggiamento e del sostegno degli altri, è chiaro ormai da parecchi anni che l'essere umano nasce con il bisogno di cure, protezione e affetto (c'è una ricca letteratura sui danni riportati dai bimbi negli orfanotrofi che non ricevono tali attenzioni) e che questo bisogno va "dalla culla alla tomba".

Anche tutti noi abbiamo lo stesso bisogno, a qualunque età. Cambiano le modalità, ma tendenzialmente il bisogno di protezione è costante (siamo vulnerabili).
Pensa agli anziani e al loro bisogno di cure e protezione.

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Non riesco più a credere in me come persona che vale la pena di amare"

Gent.le ragazza,
il bisogno di amare e di essere amati è proprio di ciascun essere umano, ma sembra che tu lo interpreti come un segno della tua immaturità aggiungendo alla sofferenza il senso di colpa.
La possibilità di depotenziare il condizionamento negativo derivante dalle esperienze precedenti (divorzio dei tuoi genitori, interruzione della relazione affettiva), passa necessariamente attraverso "un'esperienza emozionale correttiva" all'interno del contesto psicoterapeutico.
Infine se la terapia farmacologica ti suscita delle perplessità vanno riferite allo specialista, è lo stesso che ti segue per la psicoterapia?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio di cuore tutte le specialiste che hanno dedicato del tempo alla lettura del mio post. Inoltre mi scuso per l'immensa lentezza della risposta.

Per quanto riguarda le domande della dr.essa Pileci e della dr.essa Camplone:
sono in psicoterapia da quando è comparso il primo episodio di depressione maggiore protrattosi per qualche mese, cioè da ormai 3 anni. Ho avuto la stessa terapeuta per 2 anni abbondanti, dopo di che ho cambiato (per volontà di mia madre, che voleva "risultati" più evidenti e concreti di quelli che già stavo ottenendo) e ora mi trovo bene con la "nuova" terapeuta, che mi segue da gennaio/febbraio. Indi per cui si, è la prima interruzione con questa terapeuta (che ho comunque rivisto la scorsa settimana, avendo anticipato la mia richiesta di poterci vedere prima di settembre).

Con lei ho parlato di questi sentimenti di abbandono e siamo giunte alla conclusione che derivano dal mio sempre assente padre (da piccola non lo vedevo quasi mai, come del resto ora) e dal suo attuale atteggiamento ambiguo nei miei confronti (nel senso che mi dice che mi vuole bene e cose del genere, ma mi chiama poco, si fa vedere ancora meno e non si ricorda d eventi per me importanti). Stiamo cercando di attenuare il "colpo", di fatto la terapeuta mi sta esortando ad esternare la mia rabbia nei suoi confronti (di mio padre) senza deviarla e trasformarla automaticamente in frustrazione e disappunto. Cosa che sto cercando di fare, ma mio padre è un tipo poco comunicativo e poco reattivo a certe critiche..

Inoltre con la psicoterapeuta abbiamo riconosciuto i miei comportamenti morbosi dopo una rottura o una crisi in una relazione, specialmente di tipo sentimentale, e il prossimo obiettivo che ci siamo prefissate è lavorare su questo comportamento controproducente.
E' un problema enorme per me, mi ostacola nelle relazioni e mi fa sempre sentire in colpa e inferiore perchè ho sempre paura di esagerare ed essere vista come una bambina capricciosa.
Dall'altra parte non riesco a capire se possa essere un meccanismo di difesa nei confronti delle delusioni affettive, uno stratagemma per allontanare gli altri ed evitare di soffrire, anche se in realtà quando mi lego a qualcuno ci tengo in maniera molto seria.

In particolare tendo a inviare miliardi di sms, chiamare mille volte e pretendere attenzioni con la convinzione di star venendo trascurata. E ora non riesco più a capire se effettivamente vengo trascurata o se è una mia ossessione. Credo di non aver vissuto "l'esperienza emozionale correttiva" della quale parlava la dr.essa Camplone.

Comunque, la terapia vera e propria la riprenderò a metà settembre e per quanto riguarda i farmaci, credo che nel prossimo mese riprenderò appuntamento con lo specialista (che non è lo stesso che mi segue per la terapia, bensì il padre psichiatra della mia terapeuta).

Grazie di nuovo per l'attenzione, ve ne sono davvero grata.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio di cuore tutte le specialiste che hanno dedicato del tempo alla lettura del mio post. Inoltre mi scuso per l'immensa lentezza della risposta.

Per quanto riguarda le domande della dr.essa Pileci e della dr.essa Camplone:
sono in psicoterapia da quando è comparso il primo episodio di depressione maggiore protrattosi per qualche mese, cioè da ormai 3 anni. Ho avuto la stessa terapeuta per 2 anni abbondanti, dopo di che ho cambiato (per volontà di mia madre, che voleva "risultati" più evidenti e concreti di quelli che già stavo ottenendo) e ora mi trovo bene con la "nuova" terapeuta, che mi segue da gennaio/febbraio. Indi per cui si, è la prima interruzione con questa terapeuta (che ho comunque rivisto la scorsa settimana, avendo anticipato la mia richiesta di poterci vedere prima di settembre).

Con lei ho parlato di questi sentimenti di abbandono e siamo giunte alla conclusione che derivano dal mio sempre assente padre (da piccola non lo vedevo quasi mai, come del resto ora) e dal suo attuale atteggiamento ambiguo nei miei confronti (nel senso che mi dice che mi vuole bene e cose del genere, ma mi chiama poco, si fa vedere ancora meno e non si ricorda d eventi per me importanti). Stiamo cercando di attenuare il "colpo", di fatto la terapeuta mi sta esortando ad esternare la mia rabbia nei suoi confronti (di mio padre) senza deviarla e trasformarla automaticamente in frustrazione e disappunto. Cosa che sto cercando di fare, ma mio padre è un tipo poco comunicativo e poco reattivo a certe critiche..

Inoltre con la psicoterapeuta abbiamo riconosciuto i miei comportamenti morbosi dopo una rottura o una crisi in una relazione, specialmente di tipo sentimentale, e il prossimo obiettivo che ci siamo prefissate è lavorare su questo comportamento controproducente.
E' un problema enorme per me, mi ostacola nelle relazioni e mi fa sempre sentire in colpa e inferiore perchè ho sempre paura di esagerare ed essere vista come una bambina capricciosa.
Dall'altra parte non riesco a capire se possa essere un meccanismo di difesa nei confronti delle delusioni affettive, uno stratagemma per allontanare gli altri ed evitare di soffrire, anche se in realtà quando mi lego a qualcuno ci tengo in maniera molto seria.

In particolare tendo a inviare miliardi di sms, chiamare mille volte e pretendere attenzioni con la convinzione di star venendo trascurata. E ora non riesco più a capire se effettivamente vengo trascurata o se è una mia ossessione. Credo di non aver vissuto "l'esperienza emozionale correttiva" della quale parlava la dr.essa Camplone.

Comunque, la terapia vera e propria la riprenderò a metà settembre e per quanto riguarda i farmaci, credo che nel prossimo mese riprenderò appuntamento con lo specialista (che non è lo stesso che mi segue per la terapia, bensì il padre psichiatra della mia terapeuta).

Grazie di nuovo per l'attenzione, ve ne sono davvero grata.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Bene , metà settembre è ormai vicino.
Ci dia notizie, se crede.
Saluti
[#8]
Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Sembra che il suo lavoro psicoterapeutico stia procedendo in un modo a lei soddisfacente.

Se ha piacere ci può tenere aggiornati.

Cari auguri