Questa è la mia storia..sapreste darmi una definizione?!

Cerco di essere conciso ma esauriente....perché la mia storia è lunga.
Mi piacerebbe che qualcuno di voi riuscisse a capire il nome del mio disturbo.

4 anni fa ho avuto una spiacevole avventura sul posto di lavoro:sono stato vittima di mobbing il cui obiettivo era quello di costringermi al licenziamento.
Subii tanto e non ho mai dimenticato.Ho vissuto serenamente con quel dolore,intendo che non ho avuto sintomi ne altro,solo una grande rabbia.

Premesso che soffro di Doc dall'età di 12 ann(solo ossessioni) e ho sempre avuto una componente ansiosa,all'età di 18 anni a causa di un incidente sportivo(in realtà lieve) inizio ad avere ossessioni ipocondriache.
Decido di non rivolgermi a nessuno -inutile dirvi il perché- continuando con la mia "ossessione" Ho tantissima paura di essere incorso in una possibile lesione,scopro cosa vuol dire l'ansia perenne giorni interi,e improvvisamente ho il mio primo attacco di panico.

Questa paura durerà sei mesi....dopodiché scomparirà.
Quando terminerà questo problema,ne ricomincerà un altro.
L'ansia che prima avevo per questo motivo,adesso ne ha di uno nuovo:gli episodi di mobbing accaduti anni prima.
Da allora l'ansia che prima avevo per un motivo ora ce l'ho per un altro.

Ciò durerà per sei mesi e ancora oggi....per questo motivo ho consultato - da poco- uno pschiatra e uno psicoterapeuta,perché l'ansia anziché diminuire sta aumentando.

Quello che è accaduto è questo:oggi ho flashback continui dei miei episodi di mobbing,episodi che durante gli anni avevo addirittura dimenticato! Prima se ci pensavo,saliva un po' di amarezza,adesso mi inizia a girare la testa e mi sale l'ansia!
Quando percorro posti che mi ricordano gli eventi,mi sale l'ansia e mi gira la testa!
Quando c'è il rischio di trovarmi di fronte fattori che ricordano o si collegano all'evento (colleghi,responsabili etc) mi sale l'ansia e mi gira la testa anche questa volta.

Con la psicoterapia sono arrivato ad una consapevolezza iniziale:che la mia ansia non è la risposta degli eventi,ma della visione che ho fatto degli stessi,che ho associato l'ansia nata per un problema agli eventi e credendola una risposta reale e concreta agli stessi e gli ho dato importanza.
Quindi non soffro per gli eventi in se,ma perchè ho considerato l'ansia derivante non una causa a sé stante ma una conseguenza di ciò che mi accadde anni fa.

Dopo tanta sofferenza e dolore,questa settimana è stata molto positiva e i flashback per la prima volta stanno iniziando a diminuire.

Peraltro negli anni precedenti,mi capitava sempre che ogni qualvolta mi arrabbiavo e soffrivo per un motivo,ogni qualvolta avvertivo talune emozioni,mi si ripresentevano queste immagini,ma allora l'ansia non era presente ancora.

So di avere scritto tanto,chi non ha voglia non legga,chi lo farà spero che mi dia un aiuto concreto. La domanda è questa:Quali potrebbero essere le radici di questo disturbo? Con lo psicologo non ci siamo arrivati ancora.

Quale terapia migliore?
[#1]
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Gentile Utente,
capisco che sia molto difficile nella sua gestione dell'ansia e dei pensieri ossessivi avere fiducia e pazienza nella terapia che ha intrapreso, ma quella è la strada.

<Con lo psicologo non ci siamo arrivati ancora>

Ci racconta che ci sono stati dei progressi e che le cose vanno un po' meglio: i passi successivi arriveranno al tempo giusto.

Cordiali saluti.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Gentile dottoressa...i progressi non ci sono stati,ci sono stati miglioramenti,ed è diverso.Forse il fatto di aver iniziato una terapia mi sta facendo stare un po' piu tranquillo,ma consapevolezza non ne ho ancora acquisite,se non una cui sono arrivato da solo.

Vorrei solo capire se è un disturbo a se stante o solo la conseguenza di ciò che mi è accaduto,anche per evitare di sbagliare il percorso da seguire con il terapeuta.
[#3]
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Lei fa differenza tra miglioramenti (stare meglio) e progressi (acquisire maggiore consapevolezza); allora le chiedo: qual è il suo obiettivo terapeutico?

Se la risposta è migliorare la sua qualità di vita (stare meglio) allora è sulla strada giusta.
Se, invece, l'obiettivo è aumentare la sua conoscenza e le sue possibilità di controllo (cioè rinforzare i suoi meccanismi disfunzionali) allora mi sembra che no, non ci siano stati progressi. E questo è un bene per lei.

<anche per evitare di sbagliare il percorso da seguire con il terapeuta.>
Questo è un pensiero che deriva dal bisogno di controllo che i suoi meccanismi ossessivi le impongono: ma non è lei che imposta il percorso. La psicoterapia si costruisce seduta dopo seduta insieme al terapeuta, si viaggia insieme. E, per non perdersi, è il terapeuta che ha in mano la carta stradale e fa tutti gli aggiustamenti del caso per arrivare all'obiettivo del suo (del paziente) benessere.

Cordiali saluti.
[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Io guarirò solo quando riusciro a tenere sotto controllo la situazione;mettersi l'anima in pace a causa di ciò che mi è accaduto è il primo passo per capire quanto c'è sotto che deve essere ancora compreso e curato.

Il mio terapeuta mi ha detto che in casi come i miei è difficile mettersi l'anima in pace:ma allora che devo fare? Rassegnarmi?
[#5]
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Io non credo che lei debba rassegnarsi, ma neanche porsi l'obiettivo di tenere tutto sotto controllo. E' una vita che cerca di farlo, ben prima dell'episodio di mobbing (parla di DOC dai 12 anni).

Ora dovrebbe curare il suo disturbo (i meccanismi ossessivi che determinano i suoi comportamenti di controllo) e non uno specifico episodio della sua vita. L'episodio può servire da base su cui lavorare, ma il suo obiettivo deve essere a più ampio raggio.

Saluti.
[#6]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Gentile Dottoressa,perché lei parla di tenere sotto controllo? Il doc nel mio caso era fatto (ed è fatto) di fastidiose ossessioni che "esorcizzavo" con compulsioni mentali,quindi con semplici pensieri.

Non vedo cosa significhi tenere sotto controllo....
Io non voglio tenere nulla sotto controllo,voglio solo che l'onda inarrestabile del mio male si esaurisca,ma non riesco a capire come fare.

Quello che volevo capire è il meccanismo mentale che mi ha portato ciò,a far si che i pensieri che un tempo non facevano conseguire nulla,ora fanno conseguire una forte ansia.
Tutto qui...ma una risposta non l'ho avuta.
La ringrazio comunque per l'attenzione che mi ha prestato.
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Può dirci che tipo di psicoterapia sta facendo? Ha ricevuto indicazioni comportamentali precise o con il terapeuta state solo cercando di "capire"?

>>> Io guarirò solo quando riusciro a tenere sotto controllo la situazione;mettersi l'anima in pace a causa di ciò che mi è accaduto è il primo passo per capire quanto c'è sotto che deve essere ancora compreso e curato.
>>>

Con tutti i limiti interpretativi di un consulto a distanza, le direi che in quest'affermazione c'è tutta l'essenza del suo problema. Ha ragione a dire che guarire equivarrà a tranquillizzarsi (mettersi l'anima in pace) perché il suo è un problema d'ansia. Ma il credere di dover tener sotto controllo la situazione e il tentativo di capire "quanto c'è sotto", sono proprio ciò che le mantiene in vita il problema. Sono -il- problema.

Nelle tendenze ossessive è presente in un modo o nell'altro la mania del controllo, ovvero il tentativo continuo e incessante di ricondurre le cose a un ideale rigido che si ha in mente. Si può manifestare come rituale mentale o comportamentale, come dubbio incessante, come bisogno assoluto di trovare spiegazioni e in altri modi ancora. Nelle forme estreme, persino con la convinzione di essere stati mobbizzati.

Il disturbo ossessivo è effettivamente un po' la "bestia nera" dei terapeuti perché è difficile da risolvere. Questo però non significa che non sia possibile, anzi è possibilissimo. In questo però aiuta essere seguiti con una terapia specifica per le ossessioni.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#8]
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Gentile Utente,
io non posso darle la risposta che cerca: primo perchè non è un mio paziente e io non la conosco, secondo perchè non esiste una risposta che possa spiegare in termini di causa-effetto ciò che è mutato da "prima" (quando aveva solo le ossessioni, ma senza ansia).

Posso dirle che l'ansia è, in generale, un segnale d'allarme che ci dà la nostra psiche. Alcune volte si lega a situazioni, eventi, pensieri o organi particolari. Altre volte è molto più "libera" e si manifesta apparentemente senza motivo.

Solamente un percorso psicoterapeutico seguito con costanza e fiducia nel proprio terapeuta può essere d'aiuto.

Cordiali saluti.
[#9]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Gentile Dottor Santonocito:
Io non voglio tenere sotto controllo la situazione:se c'è una causa apparente al mio disagio,è fondamentale risolverla. Risolvendola,la terrò anche sotto controllo. Ma se un disagio non viene superato non posso che aspettarmi ciò che mi accade.

Io non curerei il DOC,io curerei solo il significato che le mie ossessioni hanno (ammesso che siano ossessioni o semplici flashback)
Mi è già capitato di avere continue ossessioni (allora senza ansia) riguardo un determinato motivo.Quando mi sono liberato dal problema specifico che quel motivo mi dava (anche a distanza di anni) sono finite anche le ossessioni,e quando ci sono,non sortiscono alcun effetto.

Detto ciò,voglio dire che curare alla radice il problema è il passo principale verso la mia guarigione,indipendentemente dal DOC.

Distinti saluti
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Rilegga la sua ultima replica: riesce a capire ora cosa intendiamo con "tentativo di controllo"?

>>> Io non curerei il DOC,io curerei solo il significato che le mie ossessioni hanno
>>>

Se sono ossessioni, si tratta per definizione di preoccupazioni immotivate. Il problema fondamentale dell'ossessivo consiste nell'attribuire a tali pensieri un'importanza parecchio superiore a quella reale. Perciò la cura consiste nel far smettere di preoccuparsi, non nella ricerca di significati, perché fare questo significherebbe di fatto alimentare il problema.

>>> Detto ciò,voglio dire che curare alla radice il problema è il passo principale verso la mia guarigione,indipendentemente dal DOC.
>>>

Si sbaglia. Se si trattasse davvero di ossessioni sarebbe proprio il contrario: si curano le ossessioni per far sì che non occorra più cercare significati. Questo sarebbe curare alla radice il problema.

Cordiali saluti
[#11]
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Forse deve ancora fare un po' di chiarezza sugli obiettivi della sua terapia, con se stesso e con il suo terapeuta.

Mi potrebbe spiegare in cosa consiste, nella sua personale esperienza, il DOC?

Perchè non curerebbe il DOC, che, in quanto Disturbo, dovrebbe essere oggetto di "cure"?

E, infine, come pensa di <curare alla radice il problema, indipendentemente dal DOC> se il suo problema è stato diagnosticato come DOC?

[#12]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Gentili Dottori,
spero sarete cosi cortesi da rispondermi ancora,purtroppo questa confusione alimenta le mie incertezze sulla terapia intrapresa(TCC) e credo proprio che la sospenderò,preferendo quella farmacologica con la speranza che tamponi almeno il problema.Mi rendo conto che cosi perdo solo tempo e sopratutto soldi.

<Ma il credere di dover tener sotto controllo la situazione e il tentativo di capire "quanto c'è sotto", sono proprio ciò che le mantiene in vita il problema. Sono -il- problema.> Dott.Santonocito

Caro Dottore non sono il problema:io sono stato vittima di mobbing e non è una bella esperienza;ho sofferto e convissuto serenamente con quel dolore per 3 anni,poi è accaduto ciò che ho scritto nell'anteprima,ho iniziato a soffrire d'ansia ed è accaduto quello che è accaduto.

Il concetto è questo,me lo confermi a mi contraddica:l'ansia è nata per un motivo ma è rimasta per un altro. All'inizio il trauma di mobbing non mi ha dato sintomi ansiosi ma il solo presentarsi tramite ricordi nei momenti di rabbia o di sconforto (derivante da altri cause)

Poi a causa dell'incidente avuto dopo essere terminato questo motivo,l'ansia è rimasta perché c'era ancora un disagio presente.

Mi permetto di fare anche un esempio;tengo anche a precisare che sarò il primo ad essere felice se riuscirà a contraddirmi.

Se una persona rimane vittima di una forma di violenza,soffre per l'accaduto ma non manifesta sintomi ansiosi,poi per tutt'altro motivo inizia a soffrire d'ansia(ad esempio a causa di un lutto),una volta guarito dal trauma del lutto l'ansia rimane spostandosi di nuovo sull'episodio della violenza.

Questo per dire che l'ansia può essere una forma di sofferenza come il pianto,e che io a causa degli episodi di mobbing abbia pianto solo,poi quando ho scoperto l'ansia per un altro motivo la stessa è rimasta perchè è comunque una manifestazione della sofferenza,che prima semplicemente non si era manifestata.

Non curare il problema alla radice è sbagliato,perchè il doc non è detto che sia la causa,ma che abbia solo peggiorato la situazione.

Quando ero ragazzo iniziai a soffrire di ossessioni religiose,ho risolto il problema dopo due anni quando -dopo aver frequentato per un anno un circolo politico- mi resi conto di essere diventato ateo,dopo l'indottrinazione subita. Ho sconfitto un problema che definivo impossibile sconfiggere,non sconfiggendo il doc,ma il suo campo d'azione.
Il doc c'era,il motivo per soffrire no.
Se prima una bestemmia mentale mi mandava in tilt,ora mi è completamente indifferente.

Cosa le fa pensare ciò?

[#13]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Distinguiamo bene una possibilità: se si trattasse di disturbo post-traumatico, ad esempio per l'episodio di mobbing, allora non sarebbe un'ansia qualsiasi ma un'ansia post-traumatica che dovrebbe essere trattata, da un punto di vista psicoterapeutico, in modo diverso.

Ciò non esclude che possano essere compresenti sintomi di altro tipo. Ad esempio potrebbe esserci stato l'evento traumatico che la scombussola oggi, ma potrebbe esserci anche una tendenza ansioso-ossessiva più nello sfondo.

Quindi ancora una volta è necessario farle presente l'importanza di una valutazione diagnostica in persona, che possa stabilire di che cosa realmente si tratta. Altrimenti si rischia di curare una cosa per un'altra.

Cordiali saluti
[#14]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
8 sedute di terapia per fare una diagnosi mi sembrano abbastanza...il dottore nella prima seduta ipotizzò il DPTS,per poi smentirlo categoricamente nelle successive sedute.

Ancora una volta grazie Dottore,purtroppo la strada non è facile da percorrere,questo mi porta ad optare per una scelta farmacologica che mi può aiutare sicuramente di piu di quella psicoterapeutica,almeno in tempi brevi,perché ripeto,con la psicoterapia siamo ancora in alto mare.

La "tendenza ansioso-ossessiva" di cui parla...si può curare?Se si,come?

Personalmente lei come imposterebbe una cura nel mio caso? Da quale punto partirebbe?
[#15]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se è orientato a curarsi per via psichiatrica, deve inserire le sue domande in area psichiatria.

Cordiali saluti
[#16]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Dottore,le domande le ho fatte a lei,che senso ha questa riposta?
Se cerco la strada farmacologica,è perché quella psicologica è lunga,costosa,turbolenta e con esito finale incerto. Per permettermi le spese ho lavorato in condizioni disperate mattina,pomeriggio e notte.

Non credo che devo rispettare i miei sacrifici intraprendendo la strada migliore per me?
[#17]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Lo psicologo, per scelta, non si occupa di farmacologia. Quindi se intende curarsi farmacologicamente deve rivolgersi a un medico psichiatra. Altrimenti sarebbe come chiedere all'elettricista cosa ne pensa delle piastrelle che abbiamo in mente di mettere in casa.

Lei è libero d'intraprendere la strada che crede, ma occhio a trarre conclusioni troppo generali su cos'è e come funziona la psicoterapia. Che le cure psicoterapeutiche debbano essere lunghe, costose e turbolente lo sta dicendo lei, ma non corrisponde in generale al vero.

Cordiali saluti
[#18]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Gentile Dottore.
la terapia di oggi è stata molto positiva e si è trovata finalmente la svolta nella mia cura.
Andrò fino alla fine e sono sicuro che non me ne pentirò.
Grazie del grandissimo aiuto.
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