Ma non riesco a placarle

Salve sono un ragazzo di 25 anni mi chiamo Marco.
Da molti anni soffro di disturbi ansiogeni.
Difficoltà di respiro, sembra quasi che qualcuno mi opprimesse la gabbia toracica impedendomi di inspirare fino in fondo, quando ci provo sento tensione e spasmo al diaframma. Ho fatto delle lastre ai polmoni ma tutto pulito e negativo nonostante fumo da parecchi anni ed ho sofferto di asma. Frequenti sbadigli.
A volte nel sonno mi sveglio d'improvviso con la sensazione di non poter respirare più, il cuore accellera, ma poi ovviamente passa tutto.

Disturbi gastrici. Soffro di Reflusso Gastro-Esofageo, da attribuire ad una alimentazione sregolata che faccio, ma cmq vorrei sapere se lo stato ansiogeno nervoso è implicato in questa malattia.
Ho eseguito anche una colonscopia completamente negativa.

A volte ho paura ad addormentarmi, penso che se resto sveglio posso intervenire in tempo in caso di malori, e cmq dormo poco, non riesco ad addormentarmi finche non sono proprio sfinito dal sonno.

Ho ricorrenti pensieri di morte, paura etc...

Sono ipocondriaco, qualsiasi dolore o altro secondo la mia testa nasconde una malattia grave, spesso smentita da analisi.

Anni fa ho avuto un episodio di Flutter Atriale. Il cardiologo disse che non c'era niente di cui preoccuparsi, anche perchè in quel periodo non dormivo quasi mai, facevo uso di hashish. Il problema è che oggi soffro spesso di tachicardia nervosa, e subito penso a qualche problema al cuore.

Sono consapevole che tutti queste "malattie" sono derivate dall'ansia dal nervoso e dallo stress, ma non riesco a placarle.

Mio padre è morto di recente durante il trapianto di cuore, la sua malattia è cominciata 13 anni fa con il primo infarto, andando sempre peggiorando, è possibile attribuire il mio stato ansiogeno all'evoluzione della malattia di mio padre??

Nel ringraziarvi anticipatamente

Porgo distinti saluti
[#1]
Dr. Davide Ventre Cardiologo 842 15 12
Salve,
sicuramente tutto quello che ci ha raccontato fa pensare ad un disturbo di panico. Purtroppo (più per lei che per noi) c'è anche il precedente di tossicodipendenza (lo era molto? per molto tempo?).
Io rifarei una visita cardiologica per escludere vi siano altre aritmie "regalate" dal fumo...se come penso non ci sarà più nessun problema, le consiglierei di farsi visitare da uno psichiatra che le darà una terapia adeguata che la vedrà star meglio nel giro di qualche settimana, in crescendo, nell'arco di qualche mese.
Ci faccia sapere.

Dott. Davide Ventre
Specialista in Cardiologia
Tel. 037483016 - 03094930891
e-mail: dott.davideventre@gmail.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2007 al 2011
Ex utente
Allora, la visita dal cardiologo l'ho fatta, tutto ok, mi ha detto che devo stare più calmo.

L'uso di Hashish è iniziato all'età di 15 anni ed è finito verso i 21, ma questi disturbi sono comparsi dopo.
Durante l'episodio di flutter atriale ho comunque continuato a fumare.
Cmq aritmie e altri problemi cardiologici credo siano da escludere sopratutto perchè non ho problemi nel praticare sport, forse è più un problema il sovrappeso.

Una cosa mi sono scordato di dire, qualche volta quando esco con gli amici comincio a sentire dolori in tutto il copro, un malessere generale, che svanisce appena rimetto piede a casa.

Cmq grazie, prenderò contatto con uno psicologo o psichiatra e vi farò sapere.


[#3]
Dr. Davide Ventre Cardiologo 842 15 12
psichiatra direi in prima istanza...poi se lo ritiene opportuno può contattare ANCHE uno psicologo. Ritengo che in questo caso sia prioritario un trattamento farmacologico e che in caso di "buchi da tappare" si possa prendere in considerazione anche una terapia psicoterapeutica.
Saluti.
[#4]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
gentile utente,
intanto mi spiace molto per suo padre.
Sembra lei abbia una forma d'ansia, legata a diversi fattori, la dipendenza del passato, la malattia del padre, i Suoi problemi somatici, ecc

il trattamento d'elezione nei disturbi d'ansia rimane l'associazione tra farmacoterapia e psicoterapia cognitivo-comportamentale. Lo dicono le linee guida internazionali per la cura dei Disturbi d'Ansia, per cui mi spiace che il Dottor Ventre consideri il lavoro psicoterapeutico un tappabuchi...Questo, purtroppo, riflette un generale atteggiamento di sfiducia nei confronti del lavoro psicoterapeutico di tutta la popolazione, promosso dalle case farmaceutiche e spesso non ostacolato dalla classe medica.

Io mi trovo in totale disaccordo soprattutto perchè si instilla nelle persone la fantasia che esistano farmaci "miracolosi", e che con qualche euro si possono risolvere problemi che durano una vita intera.
Questa fantasia ha portato moltissime persone che ho conosciuto a sperimentare una sorta di "controllo" sulla situazione, che spesso è sfociato nell'Autoterapia (sto meglio=non prendo farmaci, sto peggio=prendo più farmaci)e nella conseguente fobia per i farmaci. Molte persone, oggi, pur di non prendere i temuti farmaci, si sottopongono a svariati riti sciamanici, vagando per anni (e soffrendo per anni) tra sedicenti guaritori e pseudo-unguenti

Io sono invece per l'integrazione dei due approcci, quello farmacologico e quello psicoterapeutico, in totale accordo con quanto raccomandato dalle linee guida

Senza dubbio, nel suo caso gentile utente, serve un buon inquadramento diagnostico-psichiatrico, ma senza un lavoro approfondito su ciò che, ad esempio, l'ha portata a mettere in atto certe condotte nel passato, credo che l'eventuale farmacoterapia sarebbe insufficiente

Però la prego di considerare il fatto che, da qui, via mail, è davvero difficile dare dei consigli efficaci, per cui è necessaria una visita specialistica

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#5]
Dr. Davide Ventre Cardiologo 842 15 12
Chiedo venia Daniel ma non ero a conoscenza dell'ultima liena guida di cui parli.
Potresti cortesentemente fornirmi un link di tale atto? Non per malfiducia ma per necessità di informazione...
Grazie.
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