Esclusione

Buongiorno,
sono un ragazza di 29 anni, sto seguendo un corso universitario frequentato da pochi ragazzi più giovani di me che hanno instaurato dei rapporti più o meno amichevoli. Io sono rimasta sola e non credevo fosse un problema rilevante, finché non ho pensato al fatto che non sono mai riuscita ad integrarmi, né al lavoro ( tranne un’esperienza di 6 mesi), né con i miei colleghi di università , né con gli amici del mio ragazzo e neanche con i miei amici , pochi e sfuggenti.
Vorrei sapere perché. Cerco di non essere troppo invadente, con il risultato di sembrare sfuggente, allora torno e ho la netta sensazione di essere di troppo (di solito non sbaglio, nonostante mi si rimproveri di essere paranoica). Sono lo zimbello di turno. A questo ero abituata, anche se non sembra ( credo) che ci siano dei motivi reali tranne la timidezza e la sensazione - trasformatasi in certezza dopo una discussione accesa con una mia collega - di essere pesante e immatura.
Pesante. Ingoio e sto zitta per non risultare PESANTE. Pesante , perché dopo aver sopportato mesi rispondo malamente a battutine e risatine continue sul mio conto ( ridono perché soffro di una timidezza fantozziana). Pesante, perché per non aver grane rispetto gli orari e le regole di un università privata piuttosto rigida. E pure noiosa. E zimbello, ridicola, sola. Non è un discorso edificante e non mi sto descrivendo come una gran persona, ma è esattamente quello che mi succede e che provo, anche se con gli altri faccio finta di niente per non peggiorare la situazione. Non capisco, mettermi da parte per evitare di essere lo zimbello di turno fa solo peggiorare la situazione. Non so più che fare per evitarlo, e non so più come andare avanti senza aver voglia di piangere ogni volta.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sembra che una bassa autostima le stia giocando il brutto scherzo di farle mettere in atto una profezia che si autorealizza: non ha stima di sé e pertanto, senza rendersene conto, adotta comportamenti e atteggiamenti che vanno a confermare attraverso gli altri questa convinzione. E infatti gli altri le danno ragione.

Se così fosse, si tratterebbe di un copione ben noto, e avrebbe bisogno di chiarire tutto quanto attraverso colloqui di persona. Si è già rivolta allo sportello di ascolto studenti della sua facoltà?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

forse tutto questo suo"mandar giù" quello che non le va la sta oggettivamente appesantendo agli occhi degli altri.
A volte è preferibile un confronto chiaro e aperto, che consenta di risolvere le questioni, piuttosto che un silenzio carico di frustrazione o rancore, che genera solo incomprensione e che, come lei vede, non passa inosservato.

Fra le cose che manda giù pur non apprezzandole di certo ci sono le prese in giro dei suoi colleghi d'università, che le dimostrano che chi si presta ad essere preso in giro ottiene precisamente questo: non intendo che occorra offendersi e ribellarsi a qualunque battutina, ma che la sua insicurezza e introversione la rendono una vittima ideale per chi vuole divertirsi a sue spese.

In passato è riuscita ad integrarsi in altri ambienti o in altri gruppi?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
X il Dr. Santonocito: frequento in un polo distaccato della facoltà. Nella nostra succursale non ci sono sportelli di ascolto e comunque, visto che siamo in pochi, se ne accorgerebbero subito

x la Dott.ssa Massaro: cosa intende per "prestarsi ad essere presi in giro"? Fosse per me eviterei di stare in mezzo alla gente pur di non essere presa in giro, e quando lo faccio mi rendo il più possibile trasparente. con trasparente non intendo dire che sto da una parte ammusonita e silenziosa, semplicemente evito di andare oltre, non mi impiccio (ho iniziato quando sono diventata ufficialmente lo zimbello e da allora questa strategia ha funzionato un po' per la mia vita sociale, ma non per il mio umore). Eppure c'è sempre qualcuno che deve trovare, non tanto bonariamente, il lato comico della situazione.

raramente sono riuscita ad integrarmi, non mi piace rivelare che ho questi problemi dalla scuola elementare, e che se qualcuno mi cerca è perché posso essere utile.
solo in alcuni casi ci sono riuscita.

c'è da dire che sono stata in cura per fobia sociale e che la mia timidezza veniva scambiata per altro ( per alcuni ritardo mentale, per altri ero matta, per altri altezzosa o boriosa).
non proprio una situazione da mattatori sociali
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

quando Lei scrive: "Cerco di non essere troppo invadente, con il risultato di sembrare sfuggente"

e "con gli altri faccio finta di niente per non peggiorare la situazione"

in realtà, comunica altro di sè, come Lei stessa ha osservato. Il risultato è sentirsi sola, isolata, a disagio, non capita, ecc..., ma questo lo comunica anche agli altri, che potrebbero vederLa non come una persona che fa fatica ma come una persona un po' distante, che non ama la compagnia e la vicinanza.

Possibili soluzioni:

- un training di abilità sociali, che però Le darebbero solo strumenti per districarsi meglio con gli altri;

- percorso psicoterapico, meglio se di tipo cognitivo-comportamentale, che può aiutarLa a mettere in atto strategie e competenze sociali altre, migliorando le Sue relazioni sociali e l'assertività, ma facendoLe anche comprendere come mai, in tutti questi anni e pur avendo avuto molte occasioni (scuola, lavoro, relazioni, ecc...) Lei non ha imparato o fa fatica ad avvicinarsi agli altri.

Le allego un link che spiega bene cosa sono le abilità sociali: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Non proprio una situazione da mattatori sociali, indubbiamente, ma la fobia sociale non si sconfigge restando a distanza di sicurezza. Le paure affrontate si trasformano in coraggio, quelle evitate si trasformano in panico. Più continuerà ad assecondare la sua paura e a evitare, più la paura confermerà se stessa e si strutturerà, diventando sempre più forte.

Ecco perché la soluzione la deve trovare nel mondo reale, attraverso l'aiuto di un professionista. Le terapie che includono interventi specifici e risolutivi per le fobie sono ad esempio la breve strategica e la comportamentale. Non necessariamente si tratta di percorsi tortuosi, lunghi e impegnativi, può bastare anche un intervento di durata limitata per sbloccare il problema.

Nel frattempo legga qui, per documentarsi:

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=383

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"ridono perché soffro di una timidezza fantozziana"

Lei stessa si definisce "fantozziana", e riconosce quindi che se gli altri la prendono in giro è perchè c'è qualcosa nel suo attaggiamento/comportamento che attira la loro attenzione e viene incontro al loro desiderio di farsi quattro risate alle spalle di qualcuno.

La soluzione non è certo chiudersi in casa per evitare gli altri, o rendersi più invisibili possibile, ma l'obiettivo dovrebbe essere riuscire a stare in compagnia in maniera equilibrata e quindi nè passiva nè aggressiva.

Penso che la psicoterapia, come la hanno suggerito i Colleghi, possa essere per lei una buona soluzione.

Ci pensi!