Come aiutare e sostenere il partner

4 anni fa,separata con un figlio,ho iniziato un rapporto con un ragazzo piu' giovane di 6 anni (io 39 oggi).La sua famiglia non mi ha accettata e l'hanno mandato via da casa.Va a vivere da solo (abitiamo in 2 città diverse ma vicine).Io gli sto vicino e tutto va da dio fino a un anno fa quando io ho cominciato ad avere atteggiamenti sbagliati nei suoi confronti:possessiva,sempre a chiedere la sua presenza non rispettando cosi' i suoi spazi e i suoi tempi,sempre arrabbiata e insoddisfatta usavo toni e parole senza filtro convinta che tanto lui sapeva chi ero e sono e sarebbe andato oltre.Mi sono resa conto che volevo creare una famiglia con lui ma che era complicato xè lui lavora lontano e ho iniziato ad avere paura di perderlo.Lui d'altro canto aveva rinunciato ai suoi spazi e stava iniziando a rivendicarne giustamente il diritto.qs anno è morto il padre di mio figlio e lui ci è stato molto vicino,ma le mie attenzioni erano tutte x mio figlio chiaramente.In qs modo ho fatto venire a mancare il suo ruolo xé l'ho tagliato fuori x non fargli pesare troppo la situazione ed anche il rapporto di coppia che mancava ad entrambi ma io mi sentivo impossibilitata a viverlo come prima.Dopo 3 mesi è andato in crisi,stava male e con noi si sentiva soffocato.Si è allontanato ma il suo malessere è proseguit e noi stavamo malissimo io xè mi sentivo persa e mio figlio xè lo adorava.All'inizio ci siamo sentiti poi stavo troppo male ed ho chiuso le comunicazioni.in qs periodo io mi sono rivolta ad uno psicoterapeuta e sono soddisfatta ed orgogliosa dei miei cambiamenti che anche lui oggi riscontra e lui ha avuto un'altra relazione durata molto poco (solo qualche uscita) xè pensava sempre a me.Entrambi abbiamo riflettuto molto ed abbiamo individuato e riconosciuto insieme i ns sbagli.Lui è tornato xè si è reso conto del ns valore,che ci manchiamo, che siamo uno il punto di riferimento dell'altro,che mi ama.Insomma non manca nulla a parte la sua famiglia che è tornata a trattarlo malissimo,con parole pesanti,adirittura ci spiano.In passato,nonostante tutte le cattiverie che mi hanno rivolto parlando con lui(loro non mi hanno mai voluta incontrare)non mi sono mai intromessa,l'ho sempre sostenuto,amato e dato serenità.Lui non ha mai smesso di andare a trovarli xè li ama nonostante tutto,ma oggi pensa che l'unica soluzione è stare lontano da loro e purtroppo penso che abbia ragione.Io continuo a sostenerlo grazie anche ai momenti sereni e splendidi che passiamo insieme che xò non sono molti xè a mio figlio non ho ancora detto di qs riavvicinamento e non lo farò finchè non saremo sereni e sicuri entrambi di iniziare la ns vita insieme.Lui non si è mai fatto influenzare da loro nelle scelte se no avrebbe chiuso prima il ns rapporto e soprattutto non sarebbe tornato.Con la sua famiglia non riesce a parlare xè hanno sempre ragione loro e non accettano spiegazioni.Non si rendono che gli fanno male?non gli interessa la sua felicità?cosa posso fare x lui e anche x noi?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Non si rendono che gli fanno male?"

NO; purtroppo nelle relazioni gli esseri umani fanno davvero tanta fatica e, a differenza di altri esseri viventi, il nostro comportamento non è lineare, schematico o scontato. Ma è anche giusto che sia così, perchè se così non fosse, la nostra libertà verrebbe limitata. E' un "diritto" di questi genitori comportarsi così. La loro fatica è non comprendere il punto di vista del figlio, ovvero comprendere che il figlio è felice con Lei e non con un'altra persona per loro idealmente più adatta. E' un loro pregiudizio, una loro rigidità mentale e credo ci sia poco da fare. Non cambieranno...



"cosa posso fare x lui e anche x noi?"
Grazie al lavoro terapeutico già intrapreso pensa di avere gli strumenti per prendere le distanze da questa relazione tossica?


Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
La relazione tossica è quella col mio partner?
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Utente
Utente
Noi ci amiamo, noi stiamo benissimo insieme, noi siamo quello che, uno x l'altro, abbiamo sempre cercato e desiderato nella ns vita. Noi ci siamo scelti. Queste consapevolezze ed anche quelle dei ns sbagli passati, qs ritorno è frutto di riflessioni profonde che entrambi abbiamo fatto su noi stessi e sul ns rapporto.
Nessuno dei due vuole perdere l'altro.....siamo troppo importanti....
Io spero che lui trovi il coraggio di vivere la sua vita fino in fondo, di andare avanti per la sua strada. Non si puo' vivere sempre con la paura di far soffrire, non si vive piu'.
I suoi genitori dovranno prima o poi imparare ad accettare le sue scelte e soprattutto dovranno imparare che esiste il rispetto che loro non hanno verso nessuno.
Se non l'hanno verso di me che nemmeno mi conoscono, devono averlo verso di lui. Tra l'altro lui continua ad amarli come è naturale che sia ma tra di loro non c'è piu' nessun rapporto. loro non hanno offeso me, hanno dimostrato coi loro comportamenti di non avere stima e fiducia in lui. Stiamo parlando di una madre dispotica che ha cresciuto i suoi figli sulla base del ricatto morale e del senso di colpa instillato giorno dopo giorno. Stiamo parlando di un padre plasmato e imbeccato dalla moglie che parla con le parole della moglie. Stiamo parlando di un fratello che gli ha sempre remato contro e che oggi si rifiuta di andare a casa sua perchè è tornato insieme a me. Lui mi dice sempre che gli unici momenti in cui è felice e sereno e soprattutto se stesso sono quelli in cui stiamo insieme. In qs 4 anni insieme, ci siamo messi a nudo uno di fronte all'altro, ci conosciamo, ci comprendiamo, ci basta uno sguardo. Viviamo l'affettività, le tenerezze e le emozioni nello stesso modo ed abbiamo le stesse esigenze. Sinceramente perchè dovremmo perdere tutto questo ben di dio'
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
La relazione tossica è quella con i genitori, o meglio l'amore di questi genitori sembra essere asfissiante, semplicemente perchè non lasciano alcuna libertà al figli oe utilizzano modalità coercitive (ti tratto bene e gentilmente a patto che tu faccia quello che dico io = non frequentare più questa persona).

Sarebbe interessante capire che tipo di dinamiche ci sono tra i genitori e il figlio e soprattutto come vengono rinforzati alcuni comportamenti: il Suo compagno è in grado di uscire dal porto sicuro, cioè la sua famiglia, e di prendere il largo, oppure dopo un giretto sente il bisogno di tornare alla base per evitare tempeste?
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Utente
Posso raccontarle cio' che mi è stato raccontato da lui in qs 4 anni e cio' che ho vissuto sulla mia pelle. Nei suoi confronti hanno usato parole pesanti parlando di me, dicendogli che ero una poco di buono,che l'avrei incastrato con un figlio, che loro non avrebbero mai accettato nè me nè ns figlio,che lo stavo usando,che gli facevo il lavaggio del cervello.Lui ha cercato piu' volte di dire che con me era felice ma la madre dice che non è vero xè lo vedeva triste.Lui spiegava che era triste non x me ma x i loro comportamenti ma lei diceva che non era vero.Lui chiedeva rispetto e lei offesa sosteneva che era lui a non averne stando con me.Quando era piccolo gli è sempre stato chiesto di lasciar perdere nelle normali diatribe col fratello maggiore e despota,fratello che non è cambiato nemmeno oggi.Da ragazzo non volevano che gli amici andassero a casa e se andavano doveva essere x poco tempo.Ogni cosa che diceva o raccontava veniva criticata e se la madre non la condivideva erigeva un muro di freddezza.Il padre è una persona affettuosa ed amorevole come lui,ma non si impone con la moglie e questa spadroneggia.Il mio compagno vive da solo da ormai 4 anni ed è completamente autonomo anche grazie alla sua volontà, alla sua forza e a me.Sin da ragazzo ha imparato l'arte della sopravvivenza in casa non condividendo le sue confidenze con la famiglia pur di avere pace e serenità.Oggi è arrivato alla conclusione che per avere un po' di serenità deve stargli lontano,ma gli spiace non andare piu' a trovarli.Cosi' ha ridotto al limite le visite.Prima la madre lo chiamava continuamente insistendo che andasse.Oggi,che sa che siamo tornati insieme non lo chiama piu', ma so che tornerà prima o poi.Lui dice che cosi' sta meglio perchè lo lascia tranquillo. Lui va a trovarli quando gli fa piacere farlo.Loro sono arrivati ad appostarsi fuori da casa quando lui non c'è x vedere se ci sono io! Non si è mai fatto influenzare dalla madre nella scelta con me nè prima nè oggi visto che è tornato.Oggi si rende conto che la situazione non cambierà e dice che dovrebbe allontanarsi.Io, prima no,ma oggi riesco ad essere lucida e serena verso i suoi genitori e quindi sa che con me puo' parlarne serenamente senza ricevere giudizi o critiche.Certo è che se vuole una vita non si deve fermare, il tempo passa e i treni anche e cio' che passa non torna.Io sono il suo amore vero e lui è il mio, spero trovi la consapevolezza, la forza ed il coraggio di andare fino in fondo a qs scelta di vita insieme.Mi sento impotente da un lato e dall'altro so che anche solo un mio abbraccio è in grado di riportare la pace dentro di lui.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora, quello che descrive è un copione che si presenta nelle dinamiche interpersonali di tante famiglie, in cui la madre fa tanta fatica a lasciare andare i figli e a crescere con loro. Probabilmente cercare di tenere il figlio legato con modalità malsane molto vicine alla coercizione e alla confusione ("...la madre dice che non è vero xè lo vedeva triste..."), cioè confondendo, o meglio cercando di confondere, i desideri e la comunicazione del figlio, potrebbe risolvere anche altri problemi di questa donna.

Spesso si assiste infatti a relazioni matrimoniali che non funzionano e all'interno della quale i figli vengono così strumentalizzati. Oppure, molto semplicemente, la mamma è gelosa di Lei, avendo notato il cambiamento del figlio.

Al di là di queste ipotesi che sarebbero tutte da verificare e che comunque spostano l'attenzione, io direi che il Suo compagno sembra molto capace di far fronte alle modalità ricattatorie della mamma, pur soffrendo un po' perchè comunque continua a volerle bene e non si aspetta un tale atteggiamento. Credo sia già molto abile a usare le distanze con la mamma, senza farsi travolgere dalle sue richieste.

Immagino che la situazione possa essere pesante anche per Lei. Se il peso dovesse diventare insostenibile, una consulenza di persona con uno psicologo potrebbe essere utile, con la finalità di lavorare su queste dinamiche relazionali e cercare la giusta distanza con la mamma del Suo compgano.

Un cordiale saluto,
[#7]
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Utente
Utente
Grazie mille è stata gentilissima e molto chiara.....le confesso che mi ha anche tranquillizata.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Grazie a Lei per aver usufruito di questo servizio.
Cordialità,
[#9]
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Utente
Utente
Il natale per il mio compagno è una festa da cancellare dal calendario e, quando si avvicina, lui si
rattrista. Prima della pausa in cui siamo stati separati, lo faceva soffrire il fatto che, visto che i suoi
genitori non accettavano il nostro rapporto, doveva festeggiarlo separatamente con loro e con me.
Da quando siamo tornati a frequentarci, la situazione non è cambiata e, ieri sera, mi ha detto che,
quel giorno, vorrebe stare da solo a casa sua. Giustamente dice che non ha senso andare dai suoi
genitori a festeggiare perchè manca tutto cio' che veramente conta e avanzano solo i regali.
Ho risposto che, se è davvero cio' che vuole, deve farlo, ma deve anche spiegare i motivi che l'hanno
portato a questa decisione. Gli altri dovranno capire e rispettare. Non so se lo farà perchè la madre
gli ha instillato il senso di colpa goccia a goccia ogni giorno per tutta la vita e spesso capita che
lui agisca piu' per non far soffrire loro o per senso del dovere. Questo in tutto tranne che nel nostro
rapporto.....cioè le sue decisioni in merito al ns rapporto non sono influenzate dal loro comportamento.
Avete suggerimenti da dare a me e che io, a mia volta, potrei dare a lui? Come potrebbe gestire al meglio
la situazione? come puo' affrontare al meglio i suoi per spiegare o almeno cercare di far capire la sua
posizione? Grazie mille in anticipo
[#10]
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Utente
Utente
Il natale per il mio compagno è una festa da cancellare dal calendario e, quando si avvicina, lui si
rattrista. Prima della pausa in cui siamo stati separati, lo faceva soffrire il fatto che, visto che i suoi
genitori non accettavano il nostro rapporto, doveva festeggiarlo separatamente con loro e con me.
Da quando siamo tornati a frequentarci, la situazione non è cambiata e, ieri sera, mi ha detto che,
quel giorno, vorrebe stare da solo a casa sua. Giustamente dice che non ha senso andare dai suoi
genitori a festeggiare perchè manca tutto cio' che veramente conta e avanzano solo i regali.
Ho risposto che, se è davvero cio' che vuole, deve farlo, ma deve anche spiegare i motivi che l'hanno
portato a questa decisione. Gli altri dovranno capire e rispettare. Non so se lo farà perchè la madre
gli ha instillato il senso di colpa goccia a goccia ogni giorno per tutta la vita e spesso capita che
lui agisca piu' per non far soffrire loro o per senso del dovere. Questo in tutto tranne che nel nostro
rapporto.....cioè le sue decisioni in merito al ns rapporto non sono influenzate dal loro comportamento.
Avete suggerimenti da dare a me e che io, a mia volta, potrei dare a lui? Come potrebbe gestire al meglio
la situazione? come puo' affrontare al meglio i suoi per spiegare o almeno cercare di far capire la sua
posizione? Grazie mille in anticipo
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Il natale per il mio compagno è una festa da cancellare dal calendario e, quando si avvicina, lui si
rattrista. Prima della pausa in cui siamo stati separati, lo faceva soffrire il fatto che, visto che i suoi
genitori non accettavano il nostro rapporto, doveva festeggiarlo separatamente con loro e con me.
Da quando siamo tornati a frequentarci, la situazione non è cambiata e, ieri sera, mi ha detto che,
quel giorno, vorrebe stare da solo a casa sua. Giustamente dice che non ha senso andare dai suoi
genitori a festeggiare perchè manca tutto cio' che veramente conta e avanzano solo i regali.
Ho risposto che, se è davvero cio' che vuole, deve farlo, ma deve anche spiegare i motivi che l'hanno
portato a questa decisione. Gli altri dovranno capire e rispettare. Non so se lo farà perchè la madre
gli ha instillato il senso di colpa goccia a goccia ogni giorno per tutta la vita e spesso capita che
lui agisca piu' per non far soffrire loro o per senso del dovere. Questo in tutto tranne che nel nostro
rapporto.....cioè le sue decisioni in merito al ns rapporto non sono influenzate dal loro comportamento.
Avete suggerimenti da dare a me e che io, a mia volta, potrei dare a lui? Come potrebbe gestire al meglio
la situazione? come puo' affrontare al meglio i suoi per spiegare o almeno cercare di far capire la sua
posizione? Grazie mille in anticipo
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile signora,
da ciò che ci ha riferito finora sembra che nella famiglia di origine del suo compagno siano in atto dinamiche di relazione disfunzionali con pesanti intromissioni nella sua vita di adulto autonomo e in grado di compiere le proprie scelte affettive.
Nonostante il suo partner riesca a districarsi piuttosto bene mettendo distanze, la pesantezza di questi legami e la difficoltà a viverli in maniera equilibrata e soddisfacente, lo pone davanti ad alcune difficoltà.
In effetti, nonostante i disagi creati dalla sua famiglia, l'affetto e i legami con essa permangono e con essi la sofferenza di non riuscire a regolarli in modo proprio.

A quanto dice il vostro legame sembra saldo e profondo, tuttavia l'interferenza della madre, e con lei del resto della famiglia, sembra non permettere una condizione scevra da problematiche.

Dal mio punto di vista il suo compagno potrebbe beneficiare di un consulto presso uno psicologo, meglio se ad orientamento sistemico- relazionale, al fine di fare chiarezza nella situazione famigliare in atto e ricevere risposte in merito.

Molti auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Gliel'ho già proposto piu' volte, avevo anche trovato un nominativo nella sua città, ma è un passo che non fa o ha difficoltà a fare. Se proponessi di farlo insieme?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Comprendo, poiché in effetti la motivazione deve venire dalla persona interessata.
In che modo gliel'ha suggerito? Che difficoltà ha esposto?
[#15]
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Utente
Utente
Abbiamo avuto un periodo molto difficile a seguito del quale ci siamo allontanati e fortunatamente poi riavvicinati. In questo periodo di lontananza, io ho sofferto come mai nella mia vita, ma lui si è chiuso in se stesso e si è allontanato da tutti, amici cari compresi. Avevo la sensazione che si trattasse di una sorta di depressione o cmq di esaurimento perchè nei 3 anni precedenti la sua famiglia gliene ha fatte passare di cotte e di crude. Nell'ultimo anno circa mi sono aggiunta anche io che ogni tanto esplodevo e con lui. In questo modo, gli ho tolto l'oasi di pace e serenità in cui poteva essere se stesso xè amato a priori e a prescindere. Cosi' si è allontanato, ma gli avevo suggerito di farsi dare un aiuto. Quando ci siamo riavvicinati, si è pian piano ripreso e piu' migliorava il nostro rapporto piu' migliorava lui. Quando siamo stati lontani, ha frequentato di piu' la famiglia che naturalmente ha capito che ci eravamo allontanati. Oggi, che sanno che siamo tornati a frequentarci, sono tornati prima all'attacco e poi hanno nuovamente smesso di chiamarlo. 4 anni fa hanno avuto lo stesso comportamento, ma poi tornano a riavvicinarsi e ci mancherebbe.