Situazione familiare problematica

Egregi Dottori, mio padre, 61 anni, ha un pessimo rapporto con sua madre, 91.
Mia madre è morta un mese fa, dopo una lunga malattia, ma, se da un lato mio padre sta reagendo abbastanza bene al lutto, dall'altro i problemi con la nonna hanno avuto una terribile escalation da quando vive solo con lei (io sono sposata e non ho fratelli, per cui vivono da soli sotto lo stesso tetto).
La nonna è venuta a vivere con noi circa vent'anni fa e i rapporti non sono esattamente idilliaci già da parecchi anni, ma ultimamente sono peggiorati e mio padre sostiene di avere esaurito la pazienza. In sostanza, tre cose di mia nonna lo fanno uscire di testa:
- Il fatto che lei lo tratti come un bambino piccolo e, sebbene lui le abbia ripetuto miliardi di volte che questo atteggiamento gli da fastidio, lei persevera. Per esempio, gli dice di coprirsi se fa freddo, di ricordarsi di mangiare frutta e verdura, di pettinarsi, di cambiarsi la biancheria, di salutare quando incontra qualcuno ecc.
- Il fatto che voglia controllare i suoi spostamenti minuto per minuto, vuole sapere se va a fare la spesa, se esce con gli amici ecc.
- Il fatto che, nonostante i 91 anni e le condizioni di salute non ottimali, voglia continuare a fare lavori in casa che potrebbero anche essere pericolosi per lei.
Il fatto è che la situazione ormai è insostenibile: lui urla, grida, la insulta anche pesantemente, piange e si dispera perché vive malissimo questo problema, dice che lei le ha rovinato la vita, ma non vuole fare niente di concreto per uscirne.
Metterla in una casa di riposo no, perché si sentirebbe in colpa (mentre non si sente in colpa quando le urla dietro e le dice parolacce e bestemmie), andare da uno psicologo no, perché "non ci credo e non ne ho bisogno, non sono io quello malato!", cercare di farsi scivolare addosso le cose pensando che, a 91 anni, una persona non cambierà mai no, perché sarebbe per lui "una sconfitta". L'unica soluzione per lui sarebbe la bacchetta magica che, magicamente, facesse cambiare la nonna.
La situazione per me è diventata invivibile, vorrei poterlo aiutare perché vedo che sta male, ma lui non si lascia aiutare e ascoltare i suoi sfoghi sterili mi sta piano piano allontanando da lui, ho sempre meno voglia di vederlo e di sentirlo, anche perché dopo averlo ascoltato, mi sento prosciugata di ogni energia (io sto andando in psicoterapia già da tre anni per altri problemi, ora risolti, ma ultimamente sto parlando solo di questa situazione).
Come posso convincere mio papà che ha bisogno di farsi curare?
A vostro avviso che specialista sarebbe più indicato tra psicologo, psichiatra o neurologo?
Cosa pensate di questa situazione?
Grazie e cordiali saluti.
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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Gentile utente,
probabilmene suo padre in questo momento sta vivendo una situazione non facile, sia per il rapporto da "figlio piccolo" con sua madre, che sembra essere un elemento costante già da tempo, sia per l'aggravante della perdita di sua madre, che forse ha ridotto le riserve di pazienza.

Probabilmente la presenza di sua madre in qualche modo stemperava le tensioni in casa e poteva essere un elemento di conforto e di sostegno per suo padre. Lei dice che è sposata e non vive con loro; riesce a vederli con una certa frequenza? Potrebbe essere che la sua presenza possa alleviare in parte le tensioni tra loro.

Rispetto alla sua richiesta su come poter aiutare suo padre è difficile risponderle, nel senso che se lui per primo non sente la necessità di un sostegno concreto, è difficile intraprendere un percorso.
In linea generale dei colloqui con uno psicoterapeuta potrebbero essere un valido sostegno in questa situazione di crisi, ma sarebbe importante che la richiesta provenisse direttamente da suo padre.



Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per la risposta.
Ammetto che, a livello di tempo, potrei vederli con una certa frequenza, ma devo anche ammettere che non ce la faccio psicologicamente. Entrare in quella casa con quel clima infernale, sentire mio padre che urla con me e poi che si sfoga con me piangendo ma senza la minima iniziativa concreta per risolvere i suoi problemi mi tolgono ogni energia, mi rendono nervosa e infelice, per quello dico che "mi sto ammalando anche io" per questa situazione. Li aiuto per ogni incombenza esterna (spesa, pratiche burocratiche, banca, posta, accompagnamento alle visite mediche) ma la mia presenza in casa e ascoltare i suoi deliri è veramente impossibile per me.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

mi spiace per la sua perdita e immagino che la situazione sia decisamente molto pesante da sopportare.

Leggendo le sue parole mi sono chiesta se l'atteggiamento della nonna è sempre stato quello che ci ha descritto, o se alcuni comportamenti sono emersi di recente: ha sempre trattato suo padre come un bambino, pretendendo di controllarlo in tutto quello che fa, o si tratta di una novità?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
La nonna è "leggermente" peggiorata, nel senso che questi atteggiamenti si sono via via acuiti nel corso degli anni, ma è stato un declino lento e graduale, non certo improvviso.
Contemporaneamente, è diminuita la pazienza di mio padre: se, prima, si limitava a un bonario "Dai, mamma, smettila per favore!" ora si è passati a insulti pesanti, urla e vedo che anche lui la vive sempre meno bene, sostiene che lei gli stia rovinando la vita, che il lutto per la mamma è stato pesante, ma che la cosa che veramente lo fa star male è il rapporto con la nonna ecc.
Alle mani non è mai (ancora?) arrivato, lui non è mai stato un uomo violento, non mi ha mai torto un capello, nemmeno quando ero piccola, non mi risulta che sia mai arrivato alle mani con nessuno in tutta la sua vita, non fa uso né di alcool né di droghe, ma ultimamente non lo riconosco più da tanta rabbia ha dentro.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sicuramente trovarsi ad eleborare il lutto per la perdita della moglie in presenza di questa situazione, causata dal comportamento della madre, è molto difficile per lui.

Sarebbe importante che fosse seguito dal punto di vista psicologico, ma, dato il suo netto rifiuto, potrebbe almeno incrementare le attività da svolgere fuori casa, non appena si sentirà di farlo, per sottrarsi alla presenza della madre e reinvestire in altro le sue energie fisiche e mentali.

Ho letto il consulto che aveva chiesto per sua mamma e penso che abbiate davvero passato un gran brutto periodo.
Le auguro sentitamente che possiate tutti ritrovare la serenità e un nuovo equilibrio.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie, grazie davvero.
Ora sono riuscita a convincerlo a parlare con una psicologa (non una terapia, per ora "faranno due chiacchiere", poi si vedrà) e forse sta cominciando ad accettare l'idea di mettere mia nonna in una casa di riposo.
Grazie ancora.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Benissimo, la situazione si è quindi sbloccata e le auguro che questo sia il primo passo verso un cambiamento significativo che possa contribuire anche alla sua serenità.