Chiarire dubbi nel rapporto di coppia
il ruolo di "figlio sostitutivo" è di per sè molto complesso e impegnativo da reggere e sopportare: può provocare diverse difficoltà anche ben più gravi di quelle che lei ci sta riferendo, dal momento che il suo ragazzo parrebbe essere stato più che altro viziato da due genitori che continuano a metterlo al centro del loro mondo.
O presenta anche qualche altro problema o qualche disturbo psicologico?
Una persona cresciuta senza ricevere dei "no" si scontra anche duramente con la realtà e le limitazioni che deve affrontare quando passa dallo status di figlio a quello di uomo adulto, con una propria casa e una propria famiglia.
Se il suo ragazzo è abituato ad ottenere tutto quello che vuole, e a non fare rinunce, non sarà facile per lui accettare che almeno per un periodo non potrà avere tutto quello che prima era a sua disposizione.
Mi pare di capire che lei invece è cresciuta con un'educazione differente e che giudica negativamente chi le appare attaccato alle cose materiali.
E' così?
Ha pensato al fatto che le discussioni attorno al denaro potrebbero anche celare delle perplessità relative al progetto di convivenza?
Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359
Sì, io sono cresciuta con un'educazione differente; ho passato la mia infanzia con una parente suora, che non ha mai insistito sulla religione (non ricordo una sola volta che lei mi abbia chiesto di fare una preghiera), ma ha insistito soprattutto sui valori del Cuore e della Mente, mi ha insegnato a leggere e scrivere a 4 anni,e questo è ciò che rappresenta la mia vita ora: un impegno costante (e a volte estenuante) nel tentativo di migliorarmi interiormente. Ora che ci penso, il mio obiettivo è quello di "accumulare interiormente", quello del mio ragazzo è di "accumulare esteriormente". Potremo trovare un punto d'accordo in questa questione, in modo da non rovinare la nostra eventuale convivenza? Grazie per l'attenzione.
Lei però ha detto da subito questo:
"queste discussioni mi mettono alcuni dubbi: io sono davvero enormemente innamorata di lui,e mi fido davvero del fatto che lui ricambi allo stesso modo".
Il pensiero che lui ricambi sarebbe quindi esito di un atto di fiducia nei suoi confronti?
ha difficoltà a entrare col suo ragazzo in argomento?
Da ciò che riferisce sembrerebbe che la comunicazione su alcuni aspetti del vostro rapporto non riesca ad essere affrontata in modo proprio. E' così?.
Ad esempio dice:<finendo quindi per soffocare tutti i miei pensieri,finchè scoppio a piangere quando lui non è presente.
..che prendo sul ridere,non abbiamo mai discusso per questo), e la svalutazione di chi non la pensa come lui su alcune questioni>, dinamiche sulle quali occorrerebbe riflettere.
Se state progettando una convivenza sarebbe utile riuscire ad esplicitare ogni perplessità ed attivare un confronto costruttivo in merito a tutto ciò che le crea dubbi.
Pensa sia possibile riuscirci?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Non penso che le questioni materiali nascondino dell'altro; in ultima analisi credo che i nostri screzi siano dati dal fatto che io considero più importante la "ricchezza interiore", mentre lui la "ricchezza esteriore" (nonostante non si occupi della propria interiorità, io lo considero una persona meravigliosa e il mio punto di riferimento; non perchè abbiamo in questo senso interessi diversi allora penso che sia una persona non valida).
Credo di non aver capito bene la domanda " Il pensiero che lui ricambi sarebbe quindi esito di un atto di fiducia nei suoi confronti?", intende chiedermi se "nel dubbio" se fidarmi o meno, io ho scelto di fidarmi?
Come posso spiegargli che un lato del suo carattere mi crea dei problemi, senza ferirlo o senza chiedergli di cambiare? dovrei cambiare io?
quando iniziamo queste discussioni, vengo travolta da un impulso di dirgli apertamente che quel lato del suo carattere è per me fastidioso, ma poi mi blocco e gli dico "dai non fa niente,non litighiamo".
Inoltre è solo questo fattore che mi crea dei problemi, per il resto nulla mi da fastidio di lui, anzi, il contrario. Non voglio assolutamente chiudere la relazione solo per quel fattore.
Ringrazio ancora per l'attenzione
ho effettuato questa richiesta di consulto proprio in seguito ad una discussione con lui; questo per me era uno di quei momenti in cui " finisco quindi per soffocare tutti i miei pensieri,finchè scoppio a piangere quando lui non è presente ".
Mi sono decisa quindi a chiedere un parere di un esterno, e nello scrivere i miei pensieri, sono riuscita a mettere ordine alle idee; tutti i dubbi di cui parlavo si riducono alla questione "beni materiali/beni interiori",e al fatto che nel momento in cui sto per affrontare una discussione, mi tiro indietro per paura di ferirlo; non ho altri dubbi sul rapporto con lui.
una coppia è il frutto di molto di più della semplice somma dei due protagonisti, ma del loro passato, presente, aspettative di vita futura ed immaginario.
La storia di vita del suo fidanzato non è sicuramente semplice, nascere dopo e per un lutto, prendere il posto e compensare il dolore per la perdita, non deve essere stato facile nemmeno per lui, ma questo non lo correla obbligatoriamente a disagi psicologici.
Non credo esistano regole comportamentali, ma sincerità, garbo nella comunicazione e rispetto per le diversità, solo così si può instaurare un dialogo chiaro e costruttivo.
Ci dia notizie, se crede.
Cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Gentile Ragazza,
sicuramente stare accanto ad una persona con un narcisismo spiccato non è facile e ci può essere il rischio che ciò che ora prende sul ridere (perché siete giovani, perché vi frequentate da poco, perché non convivete.....) in futuro diventi invece per lei insopportabile e fonte di sofferenza.
Anche Lei rientra tra chi viene svalutato perché la pensa diversamente dal suo ragazzo?
Tenga presente che nella vita di coppia l'uso del denaro è una questione molto importante e non marginale.
Attualmente lavorate? Il vostro progetto di convivenza è ancora a livello teorico o lo state già programmando concretamente? Su quali basi?
A mio parere farebbe bene a non sminuire i suoi dubbi, ma soprattutto in vista di una vita a due la inviterei ad approfondirli e a riflettere su quanto è disposta a tollerare certe differenze tra voi, non tanto nell'immediato, ma "a lunga scadenza", tenendo conto dei rispettivi impegni lavorativi, della gestione della casa, di eventuali figli....
Se lo ritiene opportuno, potrebbe farsi aiutare in questo richiedendo alcuni colloqui ad un Collega della sua zona.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
io non rientro tra le persone che vengono svalutate; forse perchè i nostri screzi sono dovuti solo per quel motivo, forse perchè mi ripete spesso che "gli ricordo sua mamma" sul modo di gestire il denaro (e il "ricordargli sua mamma", per lui, è una cosa estremamente positiva,dato il legame che c'è fra loro). Vi faccio un esempio: poco tempo fa passeggiando per negozi lui ha visto un cappotto, scontato, al prezzo di 580 euro. Lo prova, si guarda allo specchio, e mi chiede cosa ne penso. Gli rispondo "è bello, ti sta bene,ma non penso che valga tutti quei soldi". Alla sera torniamo a casa sua e racconta ai suoi genitori di questo cappotto che altrove costerebbe quasi 700 euro, e che quello che ha trovato "sarebbe un affare". La madre lo fa riflettere e riesce a fargli ammettere che dopo tutta la fatica che fa al lavoro, sarebbe un peccato spendere tutti quei soldi in quel modo. Poi, in disparte, lui mi dice "eh in effetti avete ragione...ma siete proprio uguali!".
Per rispondere alle altre Sue domande: lui ha un lavoro fisso e guadagna un buon stipendio, io sono al primo anno di psicologia quindi credo che inizierò fra parecchi anni a lavorare seriamente, ora faccio ripetizioni e altri piccoli lavoretti saltuari; ho però ricevuto il ricavato della vendita della casa dei miei nonni, e mi è stato espressamente richiesto da loro di utilizzarlo per gli studi (e ringraziando il cielo di questo regalo, ho i miei studi già "finanziati").
La famiglia del mio fidanzato possiede un piccolo appartamento che apparteneva ai genitori della madre (non ci sarebbe quindi un affitto o un mutuo), e lui vorrebbe che ci trasferissimo lì, ma è ancora tutto a livello teorico.
Grazie ancora per l'aiuto
purtroppo devo comunicarvi degli ultimi sviluppi, in negativo; questa volta, però, parlo di mia madre. Lei da sempre mi ha confidato la poca simpatia che ha nei confronti del mio ragazzo, soprattutto a causa del fatto che lui non ama passare del tempo coi miei parenti, ed in generale con troppa gente, mentre mia madre vorrebbe un "genero" più spigliato ed espansivo. Mi fa sempre l'esempio di un'amica di famigia, la quale ha una figlia della mia stessa età (con la quale ho passato tutta la mia vita,dalla nascita), che è fidanzata con un ragazzo meridionale, molto espansivo e "casinista"; l'opposto del mio ragazzo, io non lo apprezzo particolarmente, ma per mia madre rappresenterebbe "il top".
Tuttavia lei ha sempre rispettato le mie scelte, ha sempre trattato bene il mio ragazzo e accogliendolo con gioia in casa, non mi ha mai messo i bastoni fra le ruote,come invece è successo stasera.
In vista del Natale mi ha proposto di invitare il mio ragazzo a passare il pranzo coi miei parenti, e le ho fatto presente che la sua famiglia invece ha da sempre passato con tristezza il Natale in quanto il fratello ha perso la vita proprio in quel periodo. Tuttavia lho invitato comunque, per fare un iacere a mia madre. Come mi aspettavo, la sua risposta è stata un no, e mi ha esplicitamente detto "i miei genitori mi hanno insegnato che il Natale è un momento triste, perchè tutte le famiglie sono allegre e unite,ma la nostra no".
Dopo questa telefonata col mio ragazzo, ho cercato conforto in mia madre, perchè sentirgli dire quelle cose m'ha fatta commuovere. La risposta di mia madre è stata "senti non ci può fare venire l'esaurimento per il suo carattere sofisticato, se devi metterti a piangere a sto punto è meglio che lo lasci, io non lo voglio più vedere".
Dire che m'ha buttata a terra è poco, considerando anche il fatto che mio fratello è sposato con una ragazza, anch'essa poco apprezzata da mia madre (anzi, la considera un dittatore), ma ripete sempre che lui è davvero un ragazzo dal cuore d'oro, che ha una bontà infinita per poter sopportare una donna del genere. Io invece sono una cretina, che le crea problemi fastidiosi per colpa del "carattere sofisticato" del mio ragazzo. Sono completamente a terra.
non è che il "carattere sofisticato" ce l'ha invece sua mamma? Dei due compagni dei suoi figli non gliene va bene uno!
Una madre può far notare aspetti critici di una persona o di un rapporto, ma poi deve sapersi mettere da parte e lasciare che i propri figli conducano la loro vita, col rischio anche, eventualmente, di "sbagliare".
L'atteggiamento di sua madre di metterla nella posizione di dover scegliere tra il suo ragazzo e la sua famiglia, non rispettando il dolore altrui, non è positivo. Comprendo il suo disappunto e la sua tristezza.
Chiarisca dentro di sé cosa vuole davvero e agisca di conseguenza.
Cordiali saluti.
Secondo me dovresti prima fortificarti un po', diventare soprattutto meno dipendente dal giudizio di tua madre o di chiunque altro. Solo così riuscirai a vedere le cose in modo sufficientemente obiettivo, e autonomo, per capire da sola se tu e il tuo ragazzo siete davvero fatti l'uno per l'altra.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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