Ossessione compulsiva o...

Buongiorno,
Scrivo per chiedere un consiglio su un tema che ormai mi assilla da quasi un anno a fasi alterne ma che probabilmente non è il vero problema o ne è solo il sintomo...
Da qualche giorno, si è riacutizzato in me un fortissimo malessere che richiama tutta la mia concentrazione (impedendomi persino di lavorare) sull'argomento, ovvero il terrore di essere omosessuale ma di non volerlo ammettere.
Partendo dal principio. Fin dall'adolescienza mi sono sempre e solo interessate le ragazze, anche se non avevo mai avuto esperienze dal vivo ma solo a livello di immaginazione.
Con il tempo, più crescevo e più in me il fatto di non avere esperienze mi creava problemi (sono sempre stato parecchio sovrappeso e questo di certo non aiutava).
Ad un certo punto, non ricordo bene l'età, un pò per noia un pò per forte eccitamente non sfogato ho iniziato a frequentare chat per bisessuali/omosessuali e con loro intraprendevo chat/telefonate erotiche organizzando di tanto in tanto incontri dal vivo al quale però non sono mai andato (solo in un occasione l'ho fatto ma non trovai l'altra persona).
Dopodichè da quello ho iniziato con la frequentazione di prostitute con la quale probabilmente per la mia timidezza non avevo nessun feeling così sono passato alla frequentazione di transessuali che ammetto mi soddisfacevano.
Nel frattempo, raccontavo a tutti, per non passare per il single "sfigato" (passatemi il termine) di avere una storia con una donna sposata + grande di me.
Passano gli anni e in tutto questo periodo l'idea di essere omosessuale non mi sfiora minimamente la testa, ad un certo però conosco una donna, che guarda caso è + grande di me e sposata ed inizia con lei una bella storia d'amore.
Dopo pochi mesi, oberato dai sensi di colpa, le racconto del mio passato poco pulito per filo e per segno e dopo un iniziale suo shock mi perdona/comprende e la nostra storia prosegue.
Ad un tratto però inizio ad essere colto dalla fobia di aver contratto qualche malattia in quei fugaci rapporti mercenari e per un anno sono ossessionato da ciò (nonostante test e visite mediche non confermino la mia paura).
Passata questa fobia, precisamente un anno dopo, la mia compagna mi lascia, e da quel preciso momento nasce in me il terrore di essere omosessuale.
Poco dopo la storia con la mia compagna ha ripreso ma ora ha distanza di un anno questa fobia è tornata puntuale.
E' un ossessione che scatena in me molti sentimenti negativi (test masturbatori per confermare o meno la cosa e cose di questo tipo) e addirittura l'impossibilità di concentrarmi minimamente al lavoro.
La cosa che ho notato, è che questa fobia sia quest'anno che l'anno scorso, è comparsa con la ripresa del lavoro dopo le vacanza natalize, stesso periodo di due anni fa dove però la paura era dovuta alle malattie sessualmente trasmissibile.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Legga quest'articolo e veda quanto ci si ritrova, poi potrà porre ulteriori domande:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/790-e-se-fossi-omosessuale.html

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie dott. Santonocito,
l'articolo che mi ha proposto l'avevo già letto prima di porre il quesito e purtroppo i dubbi ancora mi assillano.
Alla prima richiesta non ho potuto aggiungere molti particolari per questioni di spazio ma provo a completare ora.
I miei dubbi rimangono sopratutto per il fatto che si, la mia potrebbe benissimo essere un ossessione non reale ma resta il fatto che in passato, qualche esperienze omosessuale (anche se con transessuali) purtroppo c'è stata.
Nella mia prima adolescenza (12-13 anni) ne ebbi una con un mio coetaneo di qualche anno + giovane che non fu una bera e proprio esperienza ma si limitò ad uno strusciamento diciamo.
Aggiungo inoltre che dopo averne parlato con la mia fidanzata, ho completamente smesso di fare determinate frequentazioni mercenarie e chat dedicate, e ciò risale a più di un anno e mezzo fa, e non ho provato nessuna particolare mancanza nel fare ciò.
In più il sesso con la mia compagnia è completamente soddisfacente, ho erezioni anche solo se mi abbraccia o mi bacia sulla guancia e riusciamo entrambi a raggiungere orgasmi soddisfacenti ma questo tarlo che ho in testa mi fa dubitare anche di ciò... perchè mi dico, come posso dirmi soddisfatto se fondamentalmente è l'unica donna con cui ho avuto rapporti completi?
Insomma è un problema che davvero mi debilità per quanto possa sembrare futile.
Inoltre sono anche stato da un psicoterapeuta l'anno scoro per 2-3 mesi e lo stesso mi disse che la mia era assolutamente un ossessione e che era certo della mia non omosessualità e giudicava le mie esperienze passate come appunto semplici esperienze che ora vivo come senso di colpa ma che non devono essere viste come tali.
Inoltre mi disse che per via del mio aspetto fisico ho dei grossi problemi di autostima che aiutano anche questi stati ansiosi che mi si creano.
La mia compagna è ha conoscienza di tutto ciò e mi sostiene fin dove riesce e io mi sento anche in colpa nei suoi confronti per la debolezza con la quale affronto la vita.
Ad esempio ogni volta che vedo scene violente in televisione o nei film rimango molto colpito, troppo colpito, sopratutto se certe scene riguardano omofobia o cmq discriminazione in generale, e queste sensazioni, non fanno altro che fomentare i miei dubbi sulla mia sessualità.
Sono un uomo, ma non mi piace il calcio, non mi piace parlare di ragazze con gli amici, non mi piacciono le macchina... boh... tutti particolari che mi destabilizzina a pensarci ed inoltre la maggior parte delle mie amicizie sono femminili, conosco molti uomini ma non posso definirli propriamente amici, ad esempio uscire da solo con un amico è una cosa che non mi fa sentire a mio agio, adesso per lo meno, in passato non era così.
Per finire concludo dicendo che queste fobie che mi hanno colpito in determinati momenti da 3 anni a questa parte (dopo le vacanze di natale) causandomi anche veri e propri attacchi di panico, scaturiscono in seguito a situazioni ben definite.
3 anni fa la paura delle malattie, scaturì dopo qualche gg da un rapporto a rischio con un trans, è questa cosa ha un certa logica, l'anno dopo, la fobia dell'omosessualità mi si scatenò quando la mia fidanzata mi lasciò, e quest'anno (qualche gg fa) quando la mia fidanza mi ha avvisato del fatto che suo marito a breve se ne andrà di casa e cominceranno il procedimento di separazione/divorzio.
Questi fatti possono essere rilevanti?
Ed inoltre, per questa cosa mi impedisce totalmente di poter concentrarmi al lavoro e quindi di lavorare?
Sta diventando un problema serio e + passano i gg più mi crea ansia...
Sicuramente le mie esperienze del passato pregiudicano molto questa fobia di oggi, ma quello che anche mi chiedo... è possibile che un uomo/ragazzo sia talmente voglioso di avere esperienze sessuali se non trova nessuna donna disposta (perchè ha paura di trovarla o perchè magari non è proprio attraente), ad averne, rivolga le sue attenzioni a uomini o transessuali? cioè come se un reale desiderio siano più un ripiego...
Grazie comunque per il tempo dedicatomi.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente, la Sua sembra una storia dolorosa dal punto di vita della affettività, nel senso che per tanto tempo ha cercato e desiderato una relazione con una donna, ma il modo in cui Lei si percepiva (bassa autostima) e forse di conseguenza in cui si proponeva o NON si proponeva non Le ha permesso di raggiungere i Suoi obiettivi.

In questa circostanza Lei ha deciso in un primissimo momento di mentire, raccontando e raccontandosi una storia diversa, poi di andare con prostitute e trans ma senza alcun coinvolgimento, e infine conosce una donna con cui comincia una storia d'amore.

La Sua preoccupazione di essere omosessuale sostanzialmente viene alimentata dai test che compie per verificare di non esserlo, non sapendo però che così non funziona.
Potrebbe celare semplicemente molta ansia, come d'altra parte ha confermato lo psicoterapeuta dal quale era già stato in cura.

Alla luce di quanto ha scritto qui, credo che il focus di un buon intervento dovrebbe essere proprio l'autostima e l'ansia che non Le dà tregua, oltre a maggiori informazioni sulla sessualità (ad esempio è normale provare eccitazione sessuale se si guarda il corpo nudo di una persona dello stesso sesso; questo, se non si sa, inquieta alcune persone).

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Esperienze omosessuali in adolescenza sono abbastanza comuni e di per sé NON implicano omosessualità. Bisogna distinguere il fare qualcosa dall'essere quella cosa.

La sua è un'età in cui gli stimoli sessuali possono essere intensi e potenti, tanto da far provare eccitazione in situazioni poco convenzionali. Certamente, continuando ad andare con i trans non contribuirà certo a fare chiarezza. Il "rischio" non sta nelle sporadiche esperienze omosessuali avute a 12-13 anni, ma nell'abitudine che potrebbe instaurarsi continuando a mettersi alla prova. Qualunque comportamento, ripetuto un numero sufficiente di volte, può alla fine diventare piacevole.

Il suo quadro sembra comunque complicato da un'ansia che andrebbe chiarita/risolta prima di ogni altra cosa. Anche perché la sua ossessione attuale si basa proprio sulla paura, cioè sull'ansia.

Dovrebbe contattare uno psicologo psicoterapeuta in grado di fornirle protocolli di trattamento specifici per l'ansia, ad esempio a indirizzo breve strategico.

Cordiali saluti
[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti per le risposte...
Sostanzialmente il consiglio è di tornare dal mio psicologo/psicoterapeuta quindi...
Il problema è che nel frattempo proprio non riesco a concentrarmi al lavoro, passo le giornate senza fare nulla.
Per questo problema pensate che parlarne con il mio medico sarebbe giusto e sensato?
Magari potrebbe prescrivermi una terapia che temporaneamente elimini il problema del lavoro.
Grazie di nuovo
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Le suggerisco di rivolgersi allo psicoterapeuta con fiducia. In genere i disturbi d'ansia vengono trattati bene e in tempi ragionevoli da approcci come quello già indicato dal collega o da quello cognitivo-comportamentale.
Eventualmente può sentire il medico psichiatra per l'impostazione di una terapia farmacologica per l'ansia.

Saluti,
[#7]
dopo
Utente
Utente
Ma... un ultimo questito.
Potrebbe invece essere che il mio lavoro (molto stressante e abbastanza complicato) a volte mi sfianchi talmente tanto da non volerlo più fare e per questo motivo mi invento delle problematiche che attirano la mia attenzione giustificando la mia voglia di non lavorare???
Non so se mi sono spiegato...
Perchè la mia testa mi pone anche di questi dubbi.
Grazie mille dott. Pileci
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Lo stress genera ansia, tra le altre cose. Non riuscire a concentrarsi potrebbe essere un'altra conseguenza, oppure la distrazione potrebbe essere conseguenza dell'ansia e del "tarlo" di essere omosessuale. Tenga presente che chi soffre di ansia e ha delle ossessioni perde un sacco di tempo dietro ai propri dubbi.
Le diagnosi on line non sono comunque permesse, ma provi a spiegare bene la situazione allo specialista che La vedrà.
E poi, se vuole, ci faccia sapere.

Un cordiale saluto,
[#9]
dopo
Utente
Utente
Tutto chiaro ciò che mi dice....
Ma a questo punto mi rimane un dubbio...
Come fa un persona a capire se è omosessuale o meno?
Perchè magari dopo aver letto dell'ossessione di poterlo essere (come ho fatto io) si nasconde dietro questa comoda maschera per non dichiararsi a se stesso per svariato tempo.
Ho sentito dire da altri che l'unica certezza dell'omosessualità sia provare ad andare con uomo, ma io non ho la minima intenzione di farlo.
Ma non lo faccio perchè non mi piace la cosa? o perchè ho paura di scoprire di esserlo?
Lo so che le mie domande non hanno risposta.
Ma visto la vostra gentilezza vorrei continuare nel discorso.
Resta il fatto che domani chiamerò il mio psicoterapeuta comunque...
Grazie di nuovo
[#10]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente, La fermo un attimo per farLe notare che ciò che sta chiedendo qui altro non sono che rassicurazioni.
Lei si sente molto ansioso rispetto alla questione dell'omosessualità, del lavoro, ecc... ma continuare a fornire rassicurazioni non fa altro che aumentare l'ansia.
L'ansioso ha costantemente bisogno di rassicurazioni perchè convinto di stare meglio dopo averle ricevute. Ma non funziona così.
E, se prova a rileggere questo scambio, non Le sarà difficile intercettare il meccanismo.

Ci aggiorni dopo aver parlato con il Suo terapeuta di persona.

Auguri per tutto!
[#11]
dopo
Utente
Utente
Buonasera dr.ssa Pileci,
come da suo richiesta l'aggiorno su ciò che riguarda il mio problema.
Lunedì ho un appuntamento con una psicoterapeuta con la quale se tutto va bene comincerò un terapia.
Nel frattempo, visto il profondo malessere che mi pervade in questo momento oggi sono andato da uno psichiatra al pronto soccorso.
Dopo aver chiaccherato con lui di tutti i miei problemi questo è quanto mi ha scritto sul referto:
"Lucido, orientato, coerente ed eutimico. Riferisce stato d'ansia paralizzante (con impedimento a svolgere l'attività lavorativa) correlato a un senso di indefinitezza del sè e a un'ideazione ossessiva, attualmente molto intensa, angosciosa, tale da costringerlo a un dubbio irrisolvibile e a una ruminazione mentale continua riguardante orientamenti e scelte di fondo.
Il paziente presenta anche un disturbo da alimentazione incontrollata per il quale ha già fissato visita di controllo.
Consiglio di rivolgersi al CPS di competenza per valutare l'opportunità di una terapia farmacologica.
Non elementi di acuzie che richiedano interventi farmacologici urgenti.
Il colloquio ha ottenuto un certo contenimento dell'ansia, consigliate alcune strategia comportamentali per gestire il pensiero ossessivo."
I consigli datomi sono quelli di non combottare il pensiero ossessivo ma di assecondarlo aspettando che passi da solo.
Inoltre mi ha anche detto che a suo parere il giudizio del mio psicoterapeuta (quello frequentato l'anno scorso), ovvero quello per la quale io non sono omosessuale è fondamentalmente un errore, non per il tipo di "diagnosi" (se così si può chiamare) ma perchè ha suo parere è caduto nella mia trappola di avere una risposta a questo dubbio ma che così facendo non mi è stato di aiuto.
Questo è quanto mi è stato detto, se lo vorrà continuerò ad aggiornarla.

Cordiali Saluti e grazie di nuovo
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Sì, vediamo come va con lo psicoterapeuta lunedì.

Un cordiale saluto,
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Come fa un persona a capire se è omosessuale o meno?
>>>

Guarirà dalla sua ossessione quando capirà che il problema sta nella domanda, NON nel trovare una risposta. Il problema delle ossessioni sta nell'ILLUSIONE di dover trovare risposte, quando invece si dovrebbe focalizzarsi sul farsi meno domande. Nei trattamenti specifici per questo tipo di disturbi s'impara a fare proprio questo.

Nel frattempo il suggerimento ricevuto dallo psichiatra in PS può andar bene, ma seguendo una psicoterapia specifica per l'ansia potrà fare molto di più. Se del caso, valuti anche il suggerimento di ricorrere al farmaco.

Cordiali saluti
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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