Tristezza

Voglio innanzitutto esordire ringraziandoVi per il servizio da Voi prestato e vado ad esporre il mio problema:
Sono una ragazza di 24 anni; da circa 3 mi son trasferita per amore a cagliari a casa dei genitori di lui.
Nel mese di ottobre mi son laureata e a partire da quel momento è iniziato un periodo per me di malessere. Avevo delle aspettative sicuramente, come la convivenza che non è avvenuta, speravo di trovare un lavoro che mi permettesse di andare a vivere per conto mio e neanche questo di è avverato. Quello che attualmente mi manca è la libertà. Debbo ringraziare sicuramente i miei suoceri per avermi ospitato ma ora sinceramente non ce la faccio più a giustificare tutto. Poi si aggiunge il fatto che qui c'è poco lavoro(come nel resto d' Italia ma qui è un pochino di più)e ho chiesto al mio ragazzo di trasferirsi nel caso trovassi lavoro altrove e mi son sentita rispondere che non lo farà mai.Mi fa male pensare che lui non abbia dovuto cambiare una virgola della sua comoda vita. Mi fa male pensare che sia in una relazione che dipenda dalla mia volontà e forza di stare qui. Qui ho degli amici ma non c'è nulla da fare mi mancano i miei e la mia famiglia da morire inoltre non posso andare quando voglio perchè l'aereo costa e purtroppo è il mezzo più veloce per raggiungere casa mia. sono innamorata del mio ragazzo ma attualmente mi sta costando tanta tanta tanta fatica e mi dispiace che questo mio stato d'animo possa ricadere sul mio lui il quale è una persona molto insicura.
Non so come uscire da questa situazione di profonda tristezza che spesso esplode in pianto.Mi sento triste quando mi guardo dall'esterno.
Vi ringrazio ancora tantissimo
I miei più sinceri saluti
Noemi.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Carissima Noemi,

la sua tristezza è più che comprensibile visto che le sue aspettative sono andate completamente deluse e che sembrerebbe non avere altra prospettiva che non sia quella di andarsene, se vuole che la sua vita prenda una direzione più soddisfacente.

Il fatto poi che il suo compagno appaia indifferente alle sue richieste e ai suoi desideri completa un quadro decisamente non idilliaco.

Vorrei chiederle come è nata e si è evoluta la vostra relazione prima di iniziare la convivenza presso i suoi suoceri, visto che ci dice di essersi trasferita molto lontano da casa.
Si trattava di una storia a distanza?
Vi conoscevate bene prima che lei si traferisse lì?
I suoi genitori erano favorevoli al suo trasferimento?

Vorrei anche che ci dicesse se siete coetanei, da quanto state assieme e di chi è stata l'idea della convivenza.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Non so come uscire da questa situazione di profonda tristezza che spesso esplode in pianto"

Gentile Noemi,

forse sarebbe opportuno mettere un po' d'ordine nella Sua vita: con quali obiettivi ha deciso di trasferirsi a Cagliari? Oltre ai forti sentimenti che La legato al Suo fidanzato, aveva pensato a come sarebbe stata la vita a Cagliari dopo la laurea? In che cosa è laureata e che tipo di lavoro vorrebbe fare?

"Quello che attualmente mi manca è la libertà": sembra che non sia solo la libertà di muoversi (costo dei voli), ma anche una certa libertà e autonomia psicologica.
Prima del trasferimento a Cagliari non ne aveva discusso col suo fidanzato? Non aveva in qualche modo calcolato il "costo" di questa scelta?

Forse dovrebbe proprio ripartire dall'inizio e capire per prima cosa che cosa desidera, che cosa vuole fare della Sua vita. La tristezza che prova adesso, infatti, è fisiologica e le sta impedendo di prendere decisioni avventate.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara Noemi, mi sembra che lei sia stata brava e generosa, si è trasferita, si è laureata, si preoccupa dell'insicurezza del suo lui, ringrazia i suoi quasi suoceri ,insomma tien duro, come si dice.
Condivido il punto di vista della dott. Pileci, ed aggiungo, perchè non si prende una vacanza, che se la merita, e torna per un pò a casa sua..per pensare, rivedere le sue radici?
Perchè, la sua tristezza mi sembra più che normale..
Coraggio.. e molti auguri

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
Anche se per Amore, mi sembra una condizione da arresti domiciliari.
Il suo trasferimento, il suo forzato allontanamento da casa., i suoi sogni di casa e di convivenza, la sua estreme pazienza , il vivere in casa altrui, il bisogno di radici e di origini.....
Una pausa, una boccata d'ossigeno, credo ci voglia ed a breve
Un abbraccio

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 626 6 1
Cara Noemi,

Da ciò che scrivi mi sembra che tu sia entrata in un circolo vizioso. Ti senti triste ma non sai che fare e più non sai che fare e più sei triste. Concordo sul fatto di prenderti una pausa e pensare a qualità sono le tue priorità, le cose che vuoi tu e non gli altri. Ho l'impressione che tu non ascolti più te stessa. Mi chiedevo inoltre se hai parlato con il tuo ragazzo di ciò che stai passando. Siete una coppia ed è giusto che anche lui prenda parte ad essa.

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

[#6]
dopo
Utente
Utente
Volevo ringraziare tutti per le celerissime risposte.
Vado a chiarire un pò di cose: io e il mio compagno stiamo insieme da 6 anni per tre, abbiamo vissuto la storia a distanza poi lui ha trovato lavoro e quindi avremmo potuto vederci molto molto di meno. Da li la decisione presa da entrambe di trasferirmi (lui diceva così ci frequentiamo) ovviamente specialmente mia madre non era d'accordo ma io ho mi son trasferita lo stesso anche perchè il mio ragionamento è stato questo "se anche va male non posso dirci di non averci provato".Io volevo andare presso la casa dello studente o comunque cercare una sistemazione che mi avesse consentito si di stargli vicino ma di vivere anche la mia vita; purtroppo le insistenze dei genitori di lui e di lui hanno fatto si che "dovessi"fare una scelta diversa. Avevo pensato a cosa fare successivamente alla laurea in giurisprudenza: cercare un qualsiasi tipo di lavoro che avesse potuto consentirci (o consentirmi)di uscire dalla casa dei suoi genitori e poi iniziare a fare concorsi e aspirare ad un posto in banca. Con il mio lui ho parlato più volte e, a fronte del suo rifiuto dei primi mesi dopo la laurea ora mi dice che andremo a convivere....e di aspettare. Non voglio che passi un'altro anno in questa situazione e non voglio neanche che se andassimo a convivere lui la vedesse come una forzatura. Ma io non capisco perchè a 28 anni( quasi 29)lui non abbia questa esigenza.
Vi ringrazio ancora
saluti,
Noemi
[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Non voglio che passi un'altro anno in questa situazione e non voglio neanche che se andassimo a convivere lui la vedesse come una forzatura. "

Se i vostri punti di vista e obiettivi non collimano, è necessario negoziare e prendere poi una decisione. Ma deve essere una decisione ben pensata da entrambe le parti e che, con buona probabilità, potrebbe portare uno dei due a non essere pienamente soddisfatto. Oppure potreste incontrarvi "a metà strada". Per fare questo, però, è indispensabile discuterne tra voi e scegliere la strada migliore per entrambi.

Il Suo ragazzo forse è più comodo così; non è detto che non abbia l'esigenza di vivere con Lei, ma che tutto sommato stia bene anche così a casa con i genitori.

Il Suo ragazzo La vede triste? Lei gliene parla?