Dissociazione realtà

Caro Dottore,sono una ragazza che da sempre soffre di un disturbo particolare,che non saprei nemmeno io definire,una malattia che in un adolescente puo' anche non esser vista come tale,ma in un adulto ahimè!Da sempre nutro una certa paura degli innamoramenti,almeno quelli seri,ma al contempo mi sento sola e sono sempre alla ricerca di un compagno.Ma visto che,vuoi per sfortuna vuoi perchè ho un carattere difficile,non riesco a trovare quello giusto.Siccome evidentemente,amare è una necessità,da un pò di tempo mi sono costruita un" innamorato immaginario",l'ho proprio fabbricato bene:gli ho dato un carattere,una personalità,ho inventato i suoi gusti,i suoi ideali, i suoi pregi e i suoi difetti e da ultimo gli ho affibbiato il volto di un personaggio del mondo dello spettacolo che a me piace molto.In due parole mi sono innamorata di un fantasma,un fantasma che mi perseguita,che ogni tanto sparisce,ricompare,risparisce e mi impedisce di concentrarmi sugli uomini reali,non virtuali,che mi circondano.La mia vita è un continuo vagare tra le nuvole,sognare ad occhi aperti,vivere in un mondo che non è il mio,insomma un inferno.Perchè alla mia età si vuol fuggire la realtà?Possibile che alla paura di amare non prevalga la paura della solitudine?Eppure non ho avuto traumi particolari.Possibile che non riesca ad uscirne?Ma poi:si puo' uscirne?E soprattutto:come?Aiutatemi
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazza, la fuga in una realtà immaginaria è abbastanza frequente, tuttavia, si corre il rischio di esserne catturati e di cominciare non fare più le dovute distinzioni. Onde evitare di perdere il controllo sarebbe meglio confrontarsi con un terapeuta.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Così come ne è entrata, ne può uscire. Ma non c'è entrata per caso, c'è entrata a causa delle difficoltà relazionali.

Perciò è probabile che la via per uscirne passi per il riappropriarsi della capacità d'incontro con persone reali.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
il mondo immaginario, può consolare, custodire, rendere meno soli, amare, ma rinforzare la solitudine ed al tempo stesso cautturare e diventare sostitutivo di quello reale.
Se lei è consapevole del suo disagio e della scarsa aderenza alla realtà, è un bene, così sarà in grado di roivolgesi ad uno specialista per diagnosi e terapia , al fine di farla ritornare alla vita reale, magari con un amore concreto, di carne ed ossa.
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile Utente,

L'irrealtà è il mondo della fantasia e dell'impossibile.
I bambini sono molto portati a questo tipo di fissazione che con il tempo e con la presa di coscienza di sé e degli altri e del mondo circostante tende a sparire. La rimando ad un semplice e breve scritto : https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/470-la-fantasia-per-far-vivere-il-bambino-in-un-mondo-migliore.html.

Se permane, sino alla fase adulta, significa che la fissazione in uno stadio preadolescenziale non è stato superato. Non si è riusciti ad accettare la realtà e tutte le sue irritanti manifestazioni. Ci si rintana nel mondo ideale e irreale.
Quando poi queste forme, se superate, dovessero manifestarsi ancora, allora si avrebbe un fenomeno che va sotto il nome di regressione.
O apre gli occhi sul mondo reale e smette di ricoverarsi nella pura e rassicurante fantasia, o ne deve parlare con uno psicoterapeuta.
O forse il modo di fissare la propria attenzione in un soggetto-Uomo, frutto della sua fantasia e modellato a suo piacimento, può significare anche rifuggire da un reale e a volte duro rapporto con l'altro sesso.
Allora la cosa prende un altro aspetto: non è solo un fenomeno di fissazione della fantasia, ma può assumere aspetti diversi, come il rifuggire dall'amore, dal Maschile, dalla propria controparte sessuale perché sente che incombe su di lei il pericolo di affidarsi ad un uomo vero, di carne e di spirito. Rimane prigioniera non di un sogno, ma di una paura del maschile.

Per evitare ulteriori manifestazioni del genere, io le consiglierei di contattare subito uno psicoterapeuta e intraprendere un breve percorso insieme a lui/lei.
Vedrà che riuscirà ad allontanarsi da questa forma di irrealtà e a cimentarsi sia con la dura realtà di ogni giorno, sia con gli uomini.
Si legga anche il libro, eccellente, di Pinkola Estés: Donne che corrono con i lupi. Riuscirà a temprarla nello spirito e a darle coraggio di crescere (e di stare attenta).

Auguri e cordiali saluti.