Stress e malesseri a livello fisico

È difficile trovare le parole giuste per descrivere la situazione che sto vivendo. La pressione sul lavoro è pesante, vado avanti con contratti precari, questa estate mi sono giocato le ferie perché ora ho la possibilità di avere un incarico, ho sempre studiato e lavorato duramente e con ottimi risultati. Ma tutto questo non basta ancora a garantirmi una vita serena e tranquilla. Mi trovo così a dover sempre dimostrare di più, a dover sempre dare di più per non disperdere quello che ho fatto e per tenermi lontano dal rischio di fallimento, che incombe sempre. Sto vivendo periodi di intenso stress senza sbocchi e le difficoltà cominciano a manifestarsi a livello fisico: sonno continuamente disturbato, ripetuti sogni che materializzano paure di rimanere senza lavoro, senso di continua stanchezza, forte bruciore allo stomaco, occhiaie e debolezza diffusa. Certo potrei prendermi una pausa, in fin dei conti non devo dare conto a nessuno se non alla mia coscienza che però mi vieta di fermarmi perché se mi fermo rischio di fallire. Sono stanco di andare avanti così, non merito tutto questo dopo l’impegno e l’energia che metto nel mio lavoro, non merito di vivere alla giornata quando ho dimostrato di raggiungere ottimi livelli. Forse ho scelto un settore di lavoro molto inflazionato e poco richiesto sul mercato, ma era la mia passione e non potevo negarmela. Ora però ho tante domande, tante incertezze e nel frattempo sono stanco di elemosinare contratti di lavoro e di vivere in maniera così pesante negandomi tante cose belle che la mia giovane vita potrebbe darmi. Però al mio attuale lavoro non ci riesco a rinunciare, non so se sarei in grado di sopportare l’idea di ricominciare tutto da capo. Non voglio mollare anche se le energie si stanno via via riducendo perché questo tipo di vita è insostenibile. Ne ho parlato con il mio medico generico che, oltre a darmi una serie di farmaci per i vari disturbi fisici, mi ha proposto di rivolgermi a uno specialista per ricominciare una psicoterapia. È quello che farò già domani, contatterò il primo psicologo che mi ispira fiducia e poi chissà quanto tempo aspetterò per essere ricevuto… poi magari nel giro di pochi mesi dovrò cambiare di nuovo città per lavoro e sarà tutto da capo. Non mi resta altro che aspettare, ormai la mia vita è una continua attesa… la mia sopportazione però non so fino a quanto ancora riuscirà ad aspettare.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazzo, dai consulti precedenti si evince che ha intrapreso una psicoterapia e le è stata consigniata una visita psichiatrica. come sono stati questi percorsi?

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Grazie per la risposta. Il solo fatto di essere preso in considerazione e di sentirmi chiamare "ragazzo" mi fa sentire già più sollevato. Questo la dice lunga sullo stato di solitudine e di "abbandono" che sono costretto a vivere per seguire le mie ambizioni.

L'ultimo percorso di psicoterapia ha avuto risultati inattesi e direi quasi miracolosi. Mi ero rivolto allo psicoterapeuta per un grosso problema di ansia e seduta dopo seduta la situazione iniziava a migliorare indagando sui miei desideri, le mie paure, le mie aspettative, il rapporto con i miei cari e i miei sogni. Devo anche ammettere che tra me e il dottore si era instaurata un'ottima relazione.

Poi per lavoro ho cambiato città e addio amici e dottore. Nella nuova città ho beneficiato per un periodo dei buoni effetti della terapia, ma adesso alcuni problemi irrisolti vengono nuovamente a galla e si manifestano sotto forma di distrurbi molesti a livello fisico e mentale.

Come detto, domani stesso cercherò un nuovo terapeuta anche se non ho nessuna garanzia nè su quando comincerà la terapia nè se troverà una persona valida che mi sappia seguire.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Si ho già letto in passato.

La terapia che ha avuto maggiori risultati su di me è stata la psicoanalisi.

Il dottore mi ha detto che io ho una grande capacità di ascolto del mio io e questa mi predispone come soggetto ideale per questo tipo di terapia.

Non so se si tratti solo di un pensiero passeggero, ma da qualche giorno sto pensando che, una volta finito il contratto di lavoro qui, potrei ritrasferirmi nella vecchia città principalmente per riprendere la terapia. Però dovrei mettere da parte le mie attuali passioni professionali e arrangiarmi con quello che capita... fino ad ora è stato il lavoro a decidere dove dovevo andare, per una volta vorrei essere io a deciderlo. Ma sarei felice rinunciando a cose a cui tengo? Mi sento pronto ad affrontare nuove e impreviste difficoltà (tra cui un afftitto e un costo della vita molto alti) per riprendere i contatti? o forse devo lasciare che la vita decida per me pur di continuare il mio attuale percorso professionale?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
un modo operativo per iniziare a rispondere ai suoi quesiti sarebbe quello di valutare il rapporto costi benefici delle sue scelte. Sarebbe un modo per cominciare ad essere più padrone delle sue decisioni.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Il dottore che mi seguiva era una persona straordinaria, seria, professionale, competente, molto appassionata al suo lavoro, capace di cogliere gli aspetti essenziali dei miei problemi senza perdersi in fiumi di parola. Mentre parlavo, i suoi brevi interventi era in grado di farmi riflettere su cose che mettevo in secondo piano ed invece erano importanti. Poi la sua grande cultura gli permetteva di seguirmi anche su campi diversi dalla sua professione e di darmi consigli molto appropriati. Si era creato un vero e proprio rapporto di fiducia, perchè sapevo di avere a che fare con una persona di estrema intelligenza e di grande esperienza, capace di seguirmi anche mentre parlavo di cose del mio quotidiano.

Cosa devo fare? Si può rimettere tutto in discussione per riprendere una psicoterapia? E quanto dovrebbe durare? Cioè per me significherebbe mettere le radici in quella città, ma quella città può ora o in futuro rispondere alle mie aspettative? O cambiare città per uno psicoterapeuta è un motivo troppo banale? Sono confuso... però posso dire che grazie a un lavoro serio e a volte doloroso stavo rimettendo in ordine cose importanti della mia vita... ora invece per andare avanti devo ricorrere a qualche farmaco per calmare i sintomi fisici, come per esempio ora il mio stomaco su cui mi sembra esserci un mattone.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2012
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In realtà non si tratta solo della psicoterapia. Lì avevo conosciuto persone con cui stavo bene, mi sentivo quasi a casa. Mi piaceva la città, anche se ambientarmi all'inizio è stato difficilissimo. Però quando penso così non vorrei essere sotto l'influenza di un passato idealizzato e di un presente che giorno dopo giorno può diventare sempre più appagante. In fondo quando ero nella vecchia città mi trovavo bene, non al 100%, ma mi trovavo bene, certamente meglio rispetto ad altre città in cui avevo vissuto (anche se sul lavoro non c'erano condizioni proprio ottime... diciamo che si lavorava bene). C'erano ovviamente difficoltà che magari qui non trovo... ma la bilancia pendeva dalla parte degli aspetti positivi... qui invece ho trovato un'ottimo ambiente di lavoro, ma solo quello... per il resto non c'è altro. E la mia vita, che è stata SOLO lavoro, sembra subire qui una condanna a continuare ad essere solo lavoro.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2012
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Posso sollecitare gentilmente risposte al mio consulto? avrei davvero bisogno di sentire i vostri parere, che molto spesso sono di grande aiuto e spero che lo possano essere anche nel mio caso.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Le è già stato esplicitato più volte che deve necessariamente fare una visita psichiatrica dal vivo, per quanto a lei questo consiglio può non piacere, sta temporeggiando su internet per cercare di capire cosa ha mentre avrebbe fatto prima a recarsi da uno specialista per avere un quadro più chiaro della situazione.

Oltretutto, in presenza di un disturbo ossessivo, se confermato, questo tipo di atteggiamento amplifica il sintomo rendendolo funzionale al disturbo, illudendo lei sulla possibilità che questo modo di fare la possa aiutare ma, a lungo andare, aumentando l'ansia e quindi nuovamente i sintomi di cui soffre.

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dopo
Attivo dal 2009 al 2012
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