Affrontare perdita di udito

Ho avuto due cali di udito (uno abbastanza grande per ascolto di musica ed un altro minore dovuto al rumore della risonanza magnatica) su un orecchio che era già indebolito da precedente chemio. In pratica me lo sono provocato, e poi non ho ottenuto risultati dalle cure anche per colpe mie.
Tutto ciò ha rovinato la qualità della mia vita (la musica era la cosa che mi piaceva di più). Adesso non ho più stimoli, non so come fare. Ripenso sempre al giorno in cui tutto è cominciato, agli sbagli e a quello che mi perdo.
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Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
gentile utente,

il calo di udito va affrontato in modo serio proprio per non deteriorare la qualità della vita.
Posso immaginare che per un ragazzo il non poter più ascoltare la musica come prima sia fonte di notevole disagio.
è importante superare questa alterazione a livello psicologico con un professionista e le consiglio nel contempo anche di rivolgersi ad un audiologo per ottenere consigli su eventuali apparecchi acustici che potrebbero adattarsi a lei.
Cerchi di non incolparsi e di proseguire la sua vita con tutte le altre risorse che ha.

Dr. Sara  Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it









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Utente
Utente
Quello che penso è che non l'ho affrontato con il massimo dell'efficacia, e forse all'inizio l'ho un pò sottovalutato (ero più preso dall'ascoltare un nuovo CD che avevo comprato e che poi è quello che mi ha procurato il danno).
Alla prima visita (fatta in ritardo) mi viene fatta diagnosi sbagliata (e qui è anche colpa mia, oltre che del medico). Mi sembrava sbagliata, ma non sapendo a quel punto niente di udito e forse essendo meno peggiore di quella che credevo io, non ho detto nulla.
A quel punto il danno penso fosse già irreversibile o quasi.
Poi alla risonanza avrei dovuto dire di darmi delle protezioni migliori.
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Dr.ssa Ambra Mazzola Psicologo 39
Gentile ragazzo,

credo che la prima cosa da fare sia accertarsi del danno subito, della patologia di cui soffre e da lì rendersi davvero conto della reale gravità della sua situazione. Potrebbe aiutare farsi accompagnare da qualcuno, è normale che quando si deve affrontare una problematica medica e fisica relativa a sè ci si possa sentire un pò ansiosi, nervosi e quindi di conseguenza si fatica a comprendere la reale portata di quello che il medico ci sta dicendo.
Per questo non deve colpevolizzarsi, un altro aspetto molto normale è evitare che il problema esista e fare finta di niente; purtroppo nel suo caso tale atteggiamento può forse aver compromesso, in parte, la sintomatologia già esistente (ma forse sarebbe comunque avvenuto, anche per questo bisogna approfondire quanto le è accaduto).

Una volta che avrà compreso la sua situazione, può pensare ad un sostegno psicologico che la aiuti ad accettare la nuova condizione fisica, ma che allo stesso tempo la accompagni alla ricerca di nuovi stimoli che possano compensare almeno parzialmente quanto non riesce più a fare a livello di udito.
In bocca al lupo!

Dr.ssa Ambra Mazzola
www.psicologocrema-mazzola.it

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Utente
Utente
La realtà della situazione medica è chiara.
Anche io penso che se mi avesse accompagnato qualcuno nella proma visita le cose sarebbero andate diversamente, ma non può essere una giustificazione.
E' anche vero che probabilemente non ho trovato i migliori medici.
L'inizio del problema (ascolto di musica) è stato del tutto fortuito e sfortunato:la mia stanza era occupata da mio fratello, quindi sono andato in un'altra stanza che è sulla strada, d'estate, con finestre aperte, quindi devo aver alzato il volume per coprire il rumore (senza pensare al problema del mio orecchio già debole; a dire la verità non ho mai pensato a questo problema perchè ho sempre tenuto volumi bassi per scelta mia in precedenza).
Poi facendo la risonanza pensavo che i tappi fossero sufficienti come protezione, ma non ho pensato che potessero non bastare avendo avuto subito un danno recentemente.
Il fatto è che avevo faticato tre mesi per abituarmi un minimo alla nuova situazione (che comunque mi faceva soffrire) e poi c'è stato questo ulteriore peggioramento che seppur leggero ha fatto crollare di nuovo tutto quanto.
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Dr.ssa Ambra Mazzola Psicologo 39
Mi rendo conto del suo sconforto e della preoccupazione che prova, ma questa sua capacità di analizzare lucidamente la situazione deve diventare l'arma che le permette di continuare e proseguire con la sua vita.
Non serve a nulla "auto-flagellarsi" e colpevolizzarsi, errare è umano!
Provi a parlarne con qualcuno che le è vicino, di cui si fida, non sottovaluti l'importanza del sostegno emotivo che i propri familiari possono darci!
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Utente
Utente
I familiari sono ormai esasperati dalle mie lamentele purtroppo.
Questi errori compromettono oltre al presente (la qualità della vita ora la sento al minimo) anche il futuro.
Errare è umano, ma più volte e sulla propria salute è grave.
Prima il problema poteva essere trovare un modo di ascoltare la musica (e l'avevo trovato), adesso non basta più e diventa faticoso anche sentire la tv.
Pensare che con una situazione iniziale leggermente diversa da quella che si è verificata, adesso starei perfettamente bene, senza nessun problema, mi tormenta di continuo.
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Utente
Utente
Il fatto di aver perso qualcosa che avevo e quindi non poter sentire bene come prima mi fa disperare (e anche il fatto che non si sà nemmeno se in futuro sarà possibile curare problemi del genere). Era mia abitudine quotidiana da anni ascoltare la musica al pc o con il lettore, seguire tutto ciò che riguarda i gruppi preferiti, e farlo nella condizione in cui sono adesso mi provoca più sofferenza che altro. Non so se è meglio rinunciare del tutto (anche per non sforzare ulteriormente l'orecchio).
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Utente
Utente
Il fatto è che tutto dipende da come ho affrontato le prime visite, in entrambe le volte. Soprattutto la seconda volta dovevo già essere "preparato" ma non è stato così e ora ne soffro tantissimo.
Ho rinunuciato anche a fare una terapia (che tra l'altro avevo chiesto io, ma tardivamente), pensando che ormai non sarebbe servita più di tanto, o forse per punirmi di quello che avevo fatto in precedenza.
Probabilmente non mi ero reso conto che il secondo calo era praticamente della stessa entità del primo.
Se l'avessi chiesta subito l'avrei fatta di sicuro.
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Utente
Utente
Il fatto è che adesso sto veramente male, con l'udito che ho (e che potrò avere in futuro).
Attendo un eventuale commento. Grazie
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Utente
Utente
Mi terrorizza il fatto che non possa fare più le cose come voglio e quando arriverò più avanti ad una certa età penserò che avrò fatto una vita completamente diversa da quella che potevo fare semplicemente facendo più attenzione ad alcune cose.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

mi spiace per quello che le sta accadendo e per il cambiamento che si trova a subire e a dover accettare suo malgrado.

Il deterioramento delle condizioni di salute fisica delle persone comporta sempre ripercussioni sul piano psicologico: lo stato depressivo/ansioso che si può innescare non solo peggiora le condizioni generali del paziente, ma a volte limita perfino l'efficacia delle cure, che in una persona che si sente senza speranze possono non sortire gli effetti attesi.

Visto il suo stato d'animo non credo che le sia facile pensare di riuscire ad adattarsi e a convivere con il suo problema, almeno non in questo momento.

Vorrei però che prendesse in considerazione l'idea di farsi aiutare da uno psicologo a superare questo momento così difficile e a trovare un modo per gestire e affrontare quanto le sta accadendo senza più rimuginare, come sta facendo ora, su quello che avrebbe potuto essere e su suoi eventuali errori.

Le energie le servono per far fronte al problema senza abbattersi ulteriormente: spero che non abbia davvero rinunciato a sottoporsi alla terapia che le è stata indicata e che ascolterà il mio suggerimento.

Un caro saluto,
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dopo
Utente
Utente
Non ho fatto più la terapia, mi era stato detto che aveva massima efficacia se fatta immediatamente dopo il calo (ed il mio medico non me l'ha proposta, forse non la conosceva: anzi mi aveva portato "fuori strada"; poi nemmeno io l'ho proposta subito).
Attualmente sto prendendo dei farmaci per dormire meglio e contro la depressione.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Ci vuole dire qualcosa di più della terapia farmacologica che ha iniziato ad assumere?

In particolare vorrei chiederle da quanto la sta assumendo, chi gliel'ha prescritta (psichiatra, neurologo, medico di base) e che diagnosi ha ricevuto.
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Utente
Utente
Venlaphaxina
Alzaprolam
Abilify
Nozinan
Prescritta dallo psichiatra, insieme a medico di base.
La seguo da 15 gg circa.
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Utente
Utente
Attualmente le cose vanno leggermente meglio e prendo solo la Venlaphaxina e l'Abilify.