Il mio ragazzo chiede i suoi spazi e io sono ossessiva

Salve gentili dottori,
sono una ragazza di 22 anni fidanzata da 6 mesi con un ragazzo che amo tantissimo. Per una serie di dinamiche negli ultimi mesi l'ho deluso molto e ho tradito la sua fiducia più volte, nonostante lui fosse disponibilissimo nei miei confronti e molto innamorato. Abbiamo trascorso giorni orribili in cui lui era convinto a lasciarmi perché non sentiva di potersi più fidare di me, e aveva ragione. Alla fine siamo tornati insieme perché l'amore è stato più forte, e ha deciso di darmi un'altra possibilità. Tutto è tornato più o meno come prima, ci vediamo ogni giorno, dormiamo spesso insieme, il sesso è fantastico, e mi ripete continuamente che mi ama che sono la cosa più preziosa del mondo. E' stato davvero generoso a darmi un'ultima possibilità dopo ciò che ho fatto. Però mentre prima stavamo praticamente sempre insieme, adesso lui rivendica i suoi spazi, dice che vuole un rapporto più libero, che non dobbiamo per forza vederci ogni giorno e sentirci "obbligati" a questo, e che non cambia l'amore reciproco che proviamo. Il suo discorso non fa una piega, però io sono diventata ossessiva. Se non mi cerca per un'ora mi vengono le crisi di panico, se dice che un giorno non possiamo vederci vado in crisi totale, mi assale una paura terribile che voglia lasciarmi, anche se tutto il resto dimostra il contrario e lui cerca di rassicurarmi. E' incontrollabile, comincio a chiamarlo in continuazione, e a pregarlo di vederci, so che così ucciderò il suo amore e mi dispiace, ma non so farne a meno. Cosa devo fare? Non mi era mai capitato prima, è che lo amo davvero tanto e senza di lui mi sento persa e inutile.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

immagino che questa sua frase:

"Se non mi cerca per un'ora mi vengono le crisi di panico"

sia un'espressione iperbolica che non descrive la realtà e che lei non sia davvero colpita attacchi di panico quando il suo ragazzo non si fa vivo per un'ora.

La sua espressione descrive però bene come lei ora si sente, probabilmente a causa del senso di colpa che prova per come si è comportata in passato e per il timore che ora sia il turno del suo ragazzo di comportarsi così.
Anche se il detto "chi la fa, l'aspetti" non descrive necessariamente la realtà, è pur sempre vero che chi ha tradito la fiducia del partner di solito pensa che anche il partner possa fare lo stesso.

E' lo stesso meccanismo per il quale di solito chi è geloso senza motivo è il primo a provare il desiderio di tradire (o anche ad aver tradito) e proprio per questa sua cattiva coscienza teme che l'altro si comporti male.

Detto questo, vorrei chederle se crede alla sincerità delle parole del suo fidanzato o meno, e se ritiene che lui sia una persona vendicativa, che possa mentirle e/o farle quello che lei per prima ha fatto a lui.

Se lo ritiene sincero e incapace di simili ripicche penso che non abbia motivo di preoccuparsi così tanto, e che la sua richiesta di conservare un proprio spazio sia un desiderio legittimo e non uno stratagemma per fare qualcosa alle sue spalle.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Se non mi cerca per un'ora mi vengono le crisi di panico, se dice che un giorno non possiamo vederci vado in crisi totale, mi assale una paura terribile che voglia lasciarmi, anche se tutto il resto dimostra il contrario e lui cerca di rassicurarmi. E' incontrollabile, comincio a chiamarlo in continuazione, e a pregarlo di vederci, so che così ucciderò il suo amore e mi dispiace, ma non so farne a meno. Cosa devo fare?
>>>

Deve curarsi.

Se dovessimo prendere alla lettera la sua affermazione, sarebbe l'indicazione che qualcosa non sta funzionando nel suo sistema di regolazione delle emozioni, e necessiterebbe di cura. Non servirebbero "consigli" a distanza.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
E' legittimo in chi ha scoperto la capacita' di tradire del parter cercare di difendersene. Mettendo una distanza di sicurezza che "raffreddi" le emozioni e possa cosentire di soffrire di meno se dovessero verificarsi di nuovo.
Il suo ragazzo sta dimostando moltaa maturita' ed autocontrollo e un sincero sentimento versop di lei.
La sua parte sara' farsi carico della frustrazione che le deriva dalla consapevolezza della situazione che si e'creata e che non si puo' annullare con un colpo di spugna.
Certamente il suo ragazzo non vive serenamente questa esigenza di doversi difendere ma sta cercando di adeguarvisi.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Le relazioni simbiotiche , parassitarie, fusionali, con gli spazi vitali azzerati, tendono ad estinguersi o muoiono di morte naturale, la " giusta distanza" e' indispensabile per fare funzionare un rapporto d' amore.
La capacita' di riuscirci, dipende da tanti elementi, dal bagaglio esperenziale, dall' infanzia , da come e' stata vissuta, dalle eventuali angoscie abbandoniche pregresse, dalle dinamiche del rapporto attuale, e dalla capacita' di " reggere la distanza" .
Se non riesce da sola, sia per tutelare se stessa, che la relazione, chieda un aiuto psicologico.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Attivo dal 2012 al 2017
Ex utente
Gentili dottori,
purtroppo le mie parole sono da prendere alla lettera. Quando scrivo "crisi di panico" intendo VERE crisi di panico, con battito accelerato, difficoltà respiratorie, pianti ininterrotti, tremori, e quasi totale mancanza di lucidità. Ne soffro da anni, ma da quando c'era lui al mio fianco gli episodi si erano fortemente ridotti e avevo smesso di prendere gli ansiolitici (xanax) che mi aveva prescritto lo psichiatra.
Io mi fido del mio ragazzo e non penso assolutamente che si voglia vendicare, altrimenti lo avrebbe già fatto e soprattutto non sarebbe tornato con me. E' una persona pragmatica, sincera, che non perde tempo in vendette frivole; per questo vedo in lui un gran punto di riferimento, è il ritratto della lucidità, quella che a me manca.
E' anche grazie a lui che ho capito che il problema è mio: non è normale non avere interessi, basare la propria vita su un'altra persona, ma non solo per i rischi che comporta, bensì anche per il rispetto della vita stessa. Mi sento un'ameba.
Il mio passato a quanto pare c'entra, all'età di 6 anni ho vissuto la separazione dai miei genitori e non ho vissuto bene il distacco da mio padre, che era la mia figura portante. Le mie zie mi hanno raccontato che ero molto attaccata a lui, e ogni volta che mi riportava a casa da mia madre avevo delle bruttissime crisi, durante le quali piangevo e mi facevo anche male volontariamente.
Secondo il mio psichiatra è da questo che deriva il mio attaccamento ossessivo alla figura maschile del mio fidanzato e la mia insicurezza, nonché la continua paura di essere abbandonata.
Non so più cosa fare, sento che sto rovinando la mia vita e la sua.. e la nostra.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Non credo si tratti di vendetta da parte del suo ragazzo, ma di semplice istinto di conservazione. Non vuole farsi trascinare dentro un problema che sembra essere primariamente non relazionale, ma individuale, cioè suo (di lei che ci scrive).

Ha ricevuto solo cure farmacologiche o ha seguito anche psicoterapia?

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dopo
Attivo dal 2012 al 2017
Ex utente
Ho seguito due anni di psicoterapia funzionale con una psicoterapeuta (1 ora ogni due settimane, poiché la psicoterapia funzionale è poco conosciuta e dovevo spostarmi da Bari a Lecce per recarmi alle sedute), dopodiché mi sono recata da uno psichiatra che mi ha prescritto degli antidepressivi e un ansiolitico, ma ho preso solo quest'ultimo per un po'. Non trovando giovamento, ho sospeso.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Come definirebbe il tipo di terapia fatta? Riceveva compiti e indicazioni specifiche dal terapeuta, oppure si trattava di sedute tese a capire i motivi del suo problema, ma senza ricevere indicazioni sul da farsi?

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dopo
Attivo dal 2012 al 2017
Ex utente
La terapia era basata su brevi colloqui seguiti da lavori col corpo (esercizi di respirazione, massaggi..) non ricevevo compiti, solo ovvi consigli.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ok, in tal caso, tenuto conto che l'ansia sembra avere un ruolo importante nel suo problema, potrebbe essere necessaria una terapia più focalizzata, come la strategica o la comportamentale. Può leggere qui di seguito per informarsi, a Bari dovrebbe trovare diversi professionisti formati in tal senso:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

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dopo
Attivo dal 2012 al 2017
Ex utente
Mi informerò, la ringrazio molto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Quanto lei ha aggiunto è sicuramente fondamentale:

"Le mie zie mi hanno raccontato che ero molto attaccata a lui, e ogni volta che mi riportava a casa da mia madre avevo delle bruttissime crisi, durante le quali piangevo e mi facevo anche male volontariamente"

e getta una luce diversa sul suo racconto.

E' probabile che lei abbia subito un vero e proprio trauma a seguito della separazione dei suoi genitori, e che di conseguenza il disagio che viveva all'epoca quando era il momento di separarsi da suo padre sia riemerso adesso, suscitato dall'assenza anche temporanea di contatti con il suo ragazzo.

Ci può dire come si sono evoluti in seguito i rapporti con suo padre?
Lo frequenta abitualmente?
[#13]
dopo
Attivo dal 2012 al 2017
Ex utente
Mio padre è tornato in famiglia circa un anno dopo.
Lo vedo ogni giorno, parliamo ancora oggi di ciò che successe e ci siamo totalmente chiariti a riguardo. Abbiamo un rapporto tutto sommato tranquillo.
All'epoca, nel periodo della separazione, lo vedevo regolarmente ogni fine settimana, ma non la vissi bene perché, ripeto, ero molto affezionata a lui e passavo in sua compagnia gran parte del mio tempo.
In quel periodo lui aveva una compagna; da qui potrebbe derivare anche la mia ossessione di essere lasciata dal mio ragazzo per qualcun'altra e la mia totale insicurezza (tutte mi sembrano più belle di me, anche se lui si sforza per farmi sentire la più bella, continua a ripetermi che sono perfetta e che non mi scambierebbe con nessuna). Questa non è una condizione vivibile.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' possibile che l'accaduto la stia ancora influenzando e portando a vivere sentimenti che, razionalmente, riconosce come eccessivi e immotivati.

In questo senso penso che riprendere un percorso di psicoterapia sia la scelta migliore per risolvere il problema alla radice senza preoccuparsi semplicemente di contrastare i sintomi.
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dopo
Attivo dal 2012 al 2017
Ex utente
Lo prenderò in considerazione. Vi ringrazio moltissimo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Spero che ci penserà seriamente.

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