Possibile depressione del mio (ex) ragazzo?

Buonasera,
Sono stata fidanzata con un ragazzo per 10 anni,avevamo progetti comuni, quali matrimonio e desiderio di aver dei figli, sempre accantonati per via degli impegni universitari e della nostra situazione economica.
Lui ha sempre avuto una sorta di irrequietezza!Di ansia!Se magari mi arrabbiavo con lui, temeva che non lo amassi più!Quasi ogni anno entrava in crisi, o ci vedeva quasi come fratelli,o, dopo aver cambiato lavoro, non sapeva se mi amava!Ma le crisi potevano esser riconducibili alla nostra giovane età, ci siamo conosciuti a 20 anni?Duravano un mese ca e poi tutto tornava alla normalità.
Al 7° anno di relazione, la madre di lui, si ammala gravemente e
a pochi mesi dalla scoperta della malattia, si invaghisce di una collega, che guarda caso aveva combattuto contro la stessa malattia!Da questa sua cotta e non tradimento, inizia a porsi un sacco di domande sul perché sia potuta succedere una cosa del genere, forse non mi amava più come prima, visto che aveva provato qualcosa per un'altra!Sistemiamo le cose.Ma l'infatuazione ritorna!Lui di nuovo si colpevolizza, si distrugge con i sensi di colpa!Non dorme la notte, piange, vomita dall'ansia!Risolviam di nuovo e restiam insieme.
In questi 2 anni, oltre ad affrontar i problemi di coppia, lui deve gestire e affrontar la situazione a casa!Aiutar il padre a prendersi cura della madre che peggiora ogni giorno di più, fino all'inevitabile.
Alla morte della madre lui si carica di responsabilità, della cura del padre, della casa, è il perno attorno a cui gira tutto, senza contare il lavoro, un lavoro senza ritmi, orari fissi.Così a un anno dalla morte, crolla, in coincidenza con il ricovero in ospedale per accertamenti del padre.
Inizia a sentirsi spento, in colpa nei miei confronti perché non riesce a darmi attenzioni e amore come vorrebbe, si sente in difetto perché vede quanta dedizione ho io per lui, mentre a lui sembra di trascurarmi,è sempre scontroso con me, per ogni minima cosa mi aggredisce verbalmente, la notte fatica ad addormentarsi, ha continui mal di testa, dimagrisce. Dopo un'estate di tormenti, pianti notturni e sensi di colpa, dice che non è più il ragazzo di cui mi sono innamorata, mi lascia, dicendomi che vuole tempo per sé, per capire, ma dice che spera di tornare da me.
Da allora, 4 mesi, le cose per lui,nonostante la mia assenza,non sono migliorate.Ora non sa come sta, cosa sente,cosa lo turba. Ha paura di quello che può provar, di star male.Spegne il cervello e tira avanti.E' sempre agitato, non pensa più al suo futuro, vive in un limbo fatto di niente.Non dorme.Piange.E' confuso, incoerente,ha troppe domande e nessuna risposta certa e ciò è frustrante per lui.Si sente in colpa per me.Non riesce a risponder ai miei msg perché scrive una cosa, ma quella cosa dopo 5minuti gli mette ansia.Si sente un disastro.Pur di nn dispiacere si tiene le cose negative per sé e si mostra forte alla sua famiglia.Può esser che soffra di depressione?E io cosa posso far per aiutarlo?Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

sembrerebbe che il Suo ex fidanzato qualche problema di depressione e di ansia lo avesse anche in passato, forse anche prima di conoscere Lei.

Il fatto di sentirsi in colpa, costantemente in difetto, ecc... non solo potrebbe riguardare la depressione, ma anche una certa tendenza ossessiva.

Anche negli sms che vi scambiate ultimamente sembra ci sia un po' la stessa dinamica.

In tutto questo, la morte della mamma e la malattia del papà potrebbero essere soltanto dei catalizzatori che hanno accentuato il disagio.

Lei ci domanda in che modo potrebbe aiutarlo?
Ha provato a suggerirgli di parlare del Suo stato con un medico o con uno psicologo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Io ho provato a dirgli che sta vivendo un disagio, che non può risolvere da solo, come ha sempre cercato di fare, e soprattutto che non c'è di male a chiedere un aiuto.
E infatti lui mi aveva detto che stava pensando di farsi aiutare da qualcuno.
Spero per lui che sia riuscito a trovare qualcuno in grado di aiutarlo seriamente, perché anche alla luce di quanto mi ha detto Lei, i suoi problemi potrebbero risalire all'adolescenza, se non addirittura prima.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Direi che ha fatto bene.

In genere in casi come questo è opportuno:

- dimostrare la propria considerazione e il proprio apprezzamento;
- orientare con domande l'attenzione sugli aspetti positivi della realtà (punti di forza del Suo ex);
- dare spazio ad argomenti interessanti e vivaci;
- incitare l'altro ad aprirsi e a confidarsi.

Da NON fare:
- sollecitare troppo.

Può darsi che il disagio abbia radici lontane e che si sia poi stabilizzato così nel tempo.
La valutazione, però, dovrà farla un Collega di persona.

Un cordiale saluto,