Danno morale causato da psicoterapeuta

Gentili Medici,
vorrei conoscere alcuni Vostri pareri riguardo la fine di una psicoterapia della durata di due anni, iniziata in un consultorio pubblico e, interrotta successivamente, nei suoi ultimi tre mesi di svolgimento, nello studio privato della professionista partita per lavoro all'estero.
Premettendo che i casi della vita possono portare ovunque e dovunque, e che,la pscioterapia, come la vita, può essere sottoposta a qualsiasi imprevisto, non ultimo anche una possibile morte di una delle due parti,la mia domanda seguente è: può una terapeuta interrompere la terapia e lasciare il rapporto con il suo paziente a metà, e poi chiuderlo drasticamente senza un accompagnamento degno?
Ciò che mi è accaduto mi sconcerta tuttora.
la terapia si è chiusa a giugno, con solo 5 sedute rade e spalmate in due mesi, dal momento della comunicazione della partenza(aprile).La terapeuta in questione, nei mesi successivi(giugno-settembre) non ha mai risposto a nessuna delle e mail (canale che usavamo anche quando saltava delle sedute per motivi di altro lavoro) che le ho spedito con riflessioni su questa separazione e con la richiesta
di lasciarsi in maniera meno dura.Mi sono sentita attaccare il telefono in faccia in occasione di una mia chiamata, e senza aver ricevuto la possibilità di concordare nessun ulteriore appuntamento telefonico. mi sono poi sentita rispondere, in un'altra telefonata, che "per motivi logistici" sarebbe stato impossibile poterci
incontrare per salutarci senza sospesi, come da mia richiesta. Nei mesi successivi, ha risposto ad una sola e mail,in cui io,pur di mantenere alta una mia e una sua immagine, le ho spedito per regalo una foto che ci accomunasse.Questa terapeuta ha messo in atto, a mio parere, un vero e proprio abbandono ingiustificato. Sono stata malissimo per questo e continuo a subirne le conseguenze.sono in cura da un'altra persona che mi sta aiutando a lasciar andare questo rapporto.ma la domanda che mi perseguita è "cosa dovrei imparare da un rapporto come questo?" "e' possibile che la terapeuta abbia voluto indicarmi comunque una via?" "oppure è una persona debole, sebbene abbia cercato sempre di nasconderlo dietro il suo ruolo e perciò va compresa?" oppure,"questo comportamento è accettabile da parte di colei che si dichiara un Dottore, o è perseguibile?""e se è perseguibile, come fare?" Ordine degli psicologi? Carta dei diritti del paziente?Avvocati, per aver causato un danno morale? Purtroppo devo dire che questo accaduto mi ha fatto perdere una buona parte della fiducia che riponevo nel costruire un'alleanza terapeutica con il mio curante, e che, purtroppo essendo i miei problemi non ancora risolti,dovrò comunque rivolgermi a qualcun altro con tutta la rabbia bloccante che ne consegue e, perdendo,come già sta accadendo ora e da giugno a questa parte,ulteriore tempo e soldi per raggiungere quelli che erano i miei obiettivi di salute,dopo aver affrontato i sintomi acuti di ansia e depressione,corredati da psicofarmaci
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> può una terapeuta interrompere la terapia e lasciare il rapporto con il suo paziente a metà, e poi chiuderlo drasticamente senza un accompagnamento degno?
>>>

Le rispondo dal punto di vista di una forma di terapia come la breve strategica.

La sua domanda andrebbe spostata ancora più a monte, ovvero: ai fini del buon esito di una terapia, è proprio necessario lasciare che la relazione terapeuta-paziente assuma un carattere di dipendenza così forte com'è stato nel suo caso? In un'ottica prettamente TBS la risposta è "no", non almeno nella forma in cui lei la sta descrivendo.

Altri approcci sono di avviso diverso e ritengono che un legame molto forte faciliti la risoluzione delle problematiche psichiche portate dal paziente.

Se i dettagli che riferisce sono circostanziati, la terapeuta potrebbe aver peccato di maleducazione, non rispondendole, e se già sapeva che avrebbe dovuto spostarsi altrove, avrebbe dovuto porre i presupposti per concludere la terapia senza scossoni magari, come in genere si fa in questi casi, indicandole nominativi di altri colleghi cui affidarla.

D'altra parte il suo inviarle una foto con voi due insieme potrebbe essere visto facilmente come un tentativo di "seduzione", facendo leva su ciò che per lei (ma forse non per la terapeuta, non almeno nello stesso senso) si era venuto a creare fra voi due,

Se vuole un parere personale, lasci perdere e si trovi un/una terapeuta capace in grado di aiutarla ANCHE con il suo problema di dipendenza emotiva, che probabilmente c'è.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
" può una terapeuta interrompere la terapia e lasciare il rapporto con il suo paziente a metà, e poi chiuderlo drasticamente senza un accompagnamento degno?"

Gentile Utente,

avevate un contratto terapeutico?

In genere la psicoterapia deve essere chiusa per motivazioni chiarite al paziente ( ad es. impossibilità di seguire il pz per una gravidanza).

La Collega avrebbe dovuto informarLa, meglio se attraverso una raccomandata A/R, della conclusione della terapia.
Può segnalarlo all'ordine. Ma a Lei sarebbe utile questa azione?

Adesso come sta? Per quale ragione ha iniziato una psicoterapia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
La ringrazio per la risposta, Dottor Santocito.

Alcune precisazioni.
Sicuramente la scossa è stata ancora maggiore proprio perché il problema di dipendenza affettiva esiste e la terapeuta lo sapeva benissimo, seguendomi da due anni con interventi anche di terapia famigliare adottati dalla sua didatta.
A maggior ragione mi sorprendo perché trattasi di terapia cognitivo interpersonale basata sull'attaccamento.

Non ho mai detto che la foto in questione ritraesse me e la terapeuta, ma che fosse l'immagine di un elemento che, per affinità personale e caratteriale, ci accomuna e lo sappiamo entrambe. non era un tentativo di seduzione, ma la ricerca di un riappacificamento con me stessa e con la gratitudine verso di lei. cosa che purtroppo ora, mi ritrovo a dover negare per la rabbia conseguente all'abbandono reiterato che continua a rodermi dentro.
Ho degli obiettivi di salute ben specifici e sono già in cura presso un'altra persona anche per il problema della dipendenza, ma, realizzo, con molto meno investimento della precedente terapia.

S.R.


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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Ho degli obiettivi di salute ben specifici e sono già in cura presso un'altra persona anche per il problema della dipendenza, ma, realizzo, con molto meno investimento della precedente terapia."

Gentile Utente,

fa bene ad andare oltre e a completare il Suo percorso per poter stare bene una volta per tutte, ma discuta con il terapeuta che La vede ora sulle Sue perplessità. E' umano investire meno o andarci cauti dopo una delusione, ma potrebbe scoprire che questo fa parte del problema che L'aveva portata in terapia e quindi imparare a gestirlo meglio.

Forse non tutti i mali vengono per nuocere, ma Le auguro di cuore di poter cogliere i frutti di questa esperienza.

Un cordiale saluto,
[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dottoressa Pileci,

il contratto terapeutico era verbale, al consultorio non si sottoscrive, quando siamo passate al privato, la cosa è continuata naturalmente così.

l'interruzione mi è stata comunicata un mese prima, in maniera verbale durante una seduta.

Avevo iniziato la cura per problemi di ansia e depressione che duravano da un anno e mezzo in forma acuta, ma che erano sotterranei da anni prima.
Dall'interruzione della terapia ho avuto un blocco emotivo e ho rischiato di perdermi di nuovo, ora sto meglio perché sono stata seguita per questo blocco da una persona competente e a marzo comincerò una terapia con un'altra terapeuta c.i. con cui ho preso contatto proprio grazie alle pagine di questo sito.
La rabbia però, per ora resta, e la necessità di tutelarmi per il passato e per il futuro anche.
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Al consultorio dovrebbe comunque aver firmato il modulo per il consenso informato...

Privatamente invece le cose cambiano: consenso informato e contratto terapeutico che regola ogni aspetto: quando e dove si svolge la terapia, quanto preavviso per annullare una seduta, costi, ecc....

Non avevo capito che ci fosse stata una comunicazione durante una seduta: nel mese successivo avete avuto occasione di vedervi? di parlarne? oppure si è trattato di uno scambio via email?
[#7]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dr.ssa Pileci,

ho cercato di spiegare con chiarezza tutti i passaggi della questione, all'inizio della mia domanda di consulto.
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Non ho mai detto che la foto in questione ritraesse me e la terapeuta, ma che fosse l'immagine di un elemento che, per affinità personale e caratteriale, ci accomuna e lo sappiamo entrambe
>>>

In tal caso ho male interpretato la sua frase, che si prestava a più significati.

>>> non era un tentativo di seduzione, ma la ricerca di un riappacificamento con me stessa e con la gratitudine verso di lei. cosa che purtroppo ora, mi ritrovo a dover negare per la rabbia conseguente all'abbandono reiterato che continua a rodermi dentro.
>>>

E' la stessa cosa. Il messaggio che le voleva inviare era: "non mi abbandonare". La rabbia altro non è che la frustrazione per non esserci riuscita. Questo non per giustificare l'operato della collega, solo per spiegarle.

>>> sono già in cura presso un'altra persona anche per il problema della dipendenza, ma, realizzo, con molto meno investimento della precedente terapia.
>>>

Uscire dal suo problema di dipendenza, però, significherà proprio riuscire a stare in una relazione significativa, come può esserlo anche quella con il proprio terapeuta, potendo scegliere se investirci o meno. Perciò è possibile che il suo minor investimento nellla terapia attuale sia in realtà un miglioramento, solo che ancora lei non riesce a percepirlo come tale.

[#9]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
<<< Uscire dal suo problema di dipendenza, però, significherà proprio riuscire a stare in una relazione significativa, come può esserlo anche quella con il proprio terapeuta, potendo scegliere se investirci o meno. Perciò è possibile che il suo minor investimento nellla terapia attuale sia in realtà un miglioramento, solo che ancora lei non riesce a percepirlo come tale. >>>


Grazie.