Il mio psichiatra, ovvero depressione, secondo me c'è qualcos'altro che ancora non riesco

Salve, mi chiamo Roberta e ho 25 anni. Scrivo per sottoporre alla vostra attenzione un problema che non ho mai risolto, nonostante abbia già effettuato visite su visite. Sono sempre stata una persona ansiosa, soprattutto in adolescenza, ma questo non mi ha mai creato notevoli problemi. Sono sempre stata una persona allegra, dinamica, ho frequentato la scuola regolarmente, facevo sport, avevo degli hobby ecc..Cinque anni fa ho avuto un forte stress psico-fisico in seguito ad un lavoro stagionale (ho lavorato tre mesi in un'edicola) e un esame universitario; da li la mia vita non è stata più la stessa, sono stata da uno psichiatra che mi ha seguito per 4 anni con psicofarmaci e psicoterapia ma niente, purtroppo io non sono più la stessa di prima. Non riesco più a fare le cose che facevo prima, non riesco a lavorare, non riesco più a studiare, uscire, nulla di nulla. Scrivo in questa sezione e non in quella di psicologia perchè ho delle domande alle quali non ho avuto ancora risposta, neanche dal mio psichiatra, e questo spazio mi sembra più pertinente. Quali possono essere le conseguenze di un forte stress? Ho letto molte cose in internet...si possono avere danni irreversibili? E' possibile che a tutto cio abbia influito anche un forte stress che ho avuto in età infantile?(all'età di 3 anni sono stata operata per un tumore al cervello). Ma soprattutto io non credo alla diagnosi che mi ha dato il mio psichiatra, ovvero depressione, secondo me c'è qualcos'altro che ancora non riesco a definire...è possibile "vedere" tramite esami (risonanze ecc) cosa puo essere successo al mio cervello? Perchè sono sicura che il problema è li. Grazie per l'attenzione, mi scuso se sono stata poco chiara!
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Gentile Roberta,
che tipo di intervento ha subito all'età di 3 anni?
A distanza, molti aspetti di ciò che racconta non si possono trattare adeguatamente, ma quel che posso dirLe è che è abbastanza improbabile che una "lesione" cerebrale (in assenza di altri sintomi) possa produrre una sindrome depressiva.
Lei fa risalire l'insorgenza della depressione a cinque anni fa, identificando alcuni fattori o circostanze scatenanti.
Queste vanno valutate e studiate da uno psichiatra o psicologo e non abusando di farmaci.
Comunque non ci sono esami radiologici che evidenzino lesioni da sindrome depressiva.

Trasferisco questo consulto in area psicologica. Ci sono qui molti eccellenti psicologici che potranno darLe importanti consigli.

Con cordialità
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

gli eventi che lei descrive difficilmente possono aver determinato deficit strutturali nell'architettura del suo sistema nervoso.

La sua ricerca di una causa organica al suo stato di malessere, non fa altro che spostare il focus nel tentativo di gestire meglio questa situazione e la solleva dallo sforzo di mettere in atto una strategia più attiva e partecipante.

In questo momento per lei risulterebbe più semplice gestire una causa organica, piuttosto che un disturbo psicologico.

Che tipo di visite ha effettuato e con quali risultati?
Che tipo di psicoterapia ha fatto?
Potrebbe descrivere cosa intende per stress psico-fisico?
Ci sono stati altri avvenimenti importanti in quel periodo della sua vita?

Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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dopo
Attivo dal 2013 al 2016
Ex utente
Ringrazio innanzitutto per le risposte. Cerco di rispondere alle vostre domande :

- Ho effettuato visite da psicologi ma, rispeto, dopo 4 anni di paroxetina e psicoterapia cognitivo-comportamentale il mio problema persiste. I farmaci ormai non li prendo più (li ho tolti gradualmente di comune accordo con il mio psichiatra), la terapia non la faccio più (la decisione di sospenderla è stata mia).
- Da piccola sono stata operata a 3 anni per un astrocitoma cerebellare nella zona del cervelletto. E' possibile che questo mi abbia causato delle sofferenze a livello psicologico magari scaturite fuori dopo anni e cioè da adulta?
- Per stress psico-fisico intendo che ho cominciato a sentirmi male dopo un periodo di lavoro e studio, quindi un periodo davvero stressante per me. Non ci sono stati altri avvenimenti importanti.
- Ho letto molte cose in internet, in particolare vorrei riportare qui alcuni passi di un documento che parla di traumi infantili per capire se c'ho che presumo possa essere successo possa spiegarsi attraverso queste parole!"L’esperienza traumatica
Un’attenzione globale a tutte le forme di Esperienze Sfavorevoli Infantili è anche, e soprattutto,in linea con il più moderno sviluppo delle conoscenze sul complesso delle situazioni di cattiva cura nei confronti dei bambini e sulla patogenesi delle conseguenze dannose ad esse correlate.Ciò che le accomuna, e rende anche così poco differenziabili le loro conseguenze in termini di sintomi e comportamenti, è il fatto che producendo un danno importante nei processi di attaccamento deformano traumaticamente l’assetto della personalità, con riflessi tangibili anche a livello organico.Gli studi neurobiologici sullo sviluppo mentale infantile dicono con sicurezza che l’esperienza dà direttamente forma alle strutture cerebrali e che (al contrario di quanto si è per lungo tempo creduto) il cibo esperienziale per la mente non è la intensa stimolazione sensoria, ma l’esistenza di legami in cui, nella comunicazione collaborativa, si sviluppi la sintonizzazione tra la mente del bambino e quella del genitore (Siegel, 19998; Siegel, in press9) e la mente impari le basi e i metodi dell’auto promozione e dell’auto organizzazione. Se proprio i legami sono invece fonte di esperienze negative e traumatiche, ne risulta una inadeguatezza del processo di sviluppo del bambino che può trovare espressione in tutte le aree di funzionamento cognitivo ed emotivo.Perry (Perry et al10, 1995) sottolinea la possibilità, soprattutto nei bambini piccoli, che i circuiti neuroendocrini attivati dal trauma divengano permanenti, alterando la plasticità cerebrale e condizionando la personalità del futuro adulto. Bremner11 in un articolo recente (2003) riprende e
dettaglia lo stesso concetto: lo stress in età precoce è associato con alterazione duratura nei circuiti cerebrali e nel sistema che media la risposta allo stress (asse ipotalamo-ipofisi-corticosurrenale sistema nor-adrenergico). Anche altri sistemi cerebrali di fondamentale importanza per gli esiti comportamentali vengono alterati, come i sistemi delle benzodiazepine, degli oppioidi endogeni, della dopamina e dei neuropeptidi, con ricadute sul funzionamento dell’ippocampo, dell’amigdala,
della corteccia prefrontale. Proprio queste permanenti alterazioni starebbero alla base del mantenimento delle reazioni post traumatiche, che si manifestano come PTSD, depressione e altre psicopatologie." Il testo continua, vorrei sapere il vostro parere su questa parte. Grazie
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Gentile signorina,
quanto Lei ha letto, e qui trascritto, si riferisce a traumi psichici più o meno coscienti, ma non a traumi fisici accidentali o chirurgici.
Certo anche un intervento chirurgico, soprattutto al cervello, può innescare una serie di alterazioni psichiche che interessano l'individuo nella sfera comportamentale, nell'umore ecc.

Uno stress psichico, al di là delle basi neurochimiche (non tutte conosciute) che possano sostenerlo, non è diagnosticabile con apparecchi radiologici e, salvo alcuni casi particolari, nemmeno con un elettroencefalogramma.
Inoltre l'intervento da Lei subito in tenera età, ha avuto un più che soddisfacente risultato e comunque non ha interessato aree cerebrali cui si attribuiscono funzioni superiori.

Il mio consiglio, primo, è di rasserenarsi considerando che periodi particolarmente stressanti possono alterare, in modo più o meno consistente e comunque transitorio, il nostro equilibrio e, secondo, <fare una chiacchierata> con uno psicologo, che,vedrà, sarà proficuo.

Cordialmente
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

i risultati scientifici che lei ha riportato fanno riferimento a traumi infantili precoci dovuti a gravi inadeguatezze genitoriali, che portano inevitabilmente ad instaurare un tipo di attaccamento "disorganizzato". Tale stato di cose va ad influenzare probabilmente la microbiologia del sistema nervoso centrale.

La sua situazione è ben diversa perché si tratta di traumi organici che hanno interessato un'area non deputata, almeno in senso primario, alla "regolazione" degli stati affettivi.

Inoltre le sue problematiche sarebbero dovute emergere già in età evolutiva e non nella maniera da lei descritta.

In definitiva, a mio parere lei non dovrebbe giustificare uno stress psico-fisico cercando una causa organica. Il suo bisogno di "tangibilità" deriva probabilmente dalla difficoltà di comprendere in maniera profonda i propri stati d'animo e le proprie reazioni.

Per la sua situazione, il trattamento più indicato a mio avviso potrebbe essere la psicoterapia ad indirizzo psicodinamico, eventualmente supportata da un intervento psicofarmacologico.

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Mi ha colpito l'ampiezza della sua ricerca. E mi ha dato la misura della sua preoccupazione.
Ma vorrei introdurle un diverso punto di vista:
I traumi possono lasciare delle tracce nella psiche infantile se e quando non siano mediati dalla presenza e dalla vicinanza di una persona significativa per il bambino, genitori o parenti, che sappiano dare loro un senso e trasmetterlo al bambino.
I traumi a cui lei fa riiferimento sono quelli nei quali il bambino speriementa da solo la paura della morte o della distruzione senza che tale paura venga "mediata" e trasformata in qualcosa di accettabile.
Anche un mal di pancia puo' risultare terrorizzante per un bimbo che non abbia accanto una mamma che lo renda accettabile attribuendolo ad una indigestione che puo' essere curata con una camomilla e con le sue manifestazioni di affettuosa vicinanza.
Inoltre tenga presente che a 3 anni le capacita' di elaborazione cognitiva della realta' sono gia' piuttosto elevate e le possibilita' di difendersi autonomamente gia' abbastanza strutturate.
Le cosiglierei se le fosse possibile di contattare uno psicologo psicoterapeuta con una specializzazione psicosomatica per una valutazione delle sue ansie. Con il suo aiuto potrebbe affrontarle e forse superarle meglio che con le terapie psichiatriche che ha effettuato in passato.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

mi aiuta a comprendere meglio che cosa è accaduto in quel periodo "critico" in cui ha sviluppato una "depressione"?
Come mai Lei crede che non sia uno stato depressivo?

Concordo con il dott. Del Signore sul fatto che gli autori da Lei citati parlano di psicopatologia grave dell'attaccamento e non credo -pur con i limiti di un consulto on line- sia il Suo caso, dal momento che i Suoi ricordi sono " Sono sempre stata una persona ansiosa, soprattutto in adolescenza, ma questo non mi ha mai creato notevoli problemi.".

Sarebbe interessante capire se questa base ansiosa non abbia determinato, in seguito al periodo che Lei menziona, la perdita di un equilibrio che fino a poco prima funzionava perfettamente.

Si parla anche di organizzazione della personalità e può capitare che un equilibrio che fino a quel momento era funzionale, ora non lo sia più per diverse ragioni.

Però, più che cercare nel passato le ragioni, per prima cosa è indispensabile creare un nuovo e più funzionale equilibrio.

Bisogna anche aggiungere che, fatta eccezione per gravissimi casi di maltrattamento legati all'inadeguatezza dei genitori (magari per grave psicopatologia), noi tutti abbiamo grandi risorse sia per affrontare i momenti di stress, sia per correggere il tiro nel caso di relazioni precoci di attaccamento inadeguate (ad es. con genitori troppo ansiosi che possono trasmettere il senso di pericolo nel mondo o con genitori depressi, che potrebbero incidere sull'amabilità personale).
Questi esiti non sono affatto scontati, anche perchè nella Sua vita ha avuto certamente modo di fare altre esperienze sociali.

Infine, il trauma psicologico è un'altra cosa rispetto allo stress: il trauma è un evento che minaccia la sopravvivenza e l'incolumità. Qui trova tutte le informazioni a riguardo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1210-trauma-psicologico-che-cosa-accade-nella-mente-di-chi-ha-subito-un-trauma.html

Quindi non credo che quell'intervento, all'età di tre anni (e di cui Lei ha memoria solo dai racconti della Sua mamma), abbia potuto incidere oggi.

Piuttosto, posso chiederLe che tipo di lavoro ha fatto in una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale?

In genere la terapia cognitivo-comportamentale che dura ben 4 anni è un evento piuttosto raro...

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
Gentile ragazza se si radica l'idea del trauma pur senza alcune basi reali che possa averlo generato, si rischia di costruire una realtà improntata su questa idea con la conseguenza di vivere davvero un trauma costruito , forse, dal nulla.
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saluti