Una bella famiglia che mi ama

sono un ragazzo di 21 anni e non sento la necessità di vivere,non ne riconosco il valore.Non sono solo,ho una bella famiglia che mi ama e fino ad un mese fa avevo una fidanzata e un rapporto stupendo. non stiamo più insieme dopo quasi 3 anni perchè sento che non le darò mai ciò che merita,ma piango tutti i giorni perchè mi manca.passo le giornate da solo chiuso nella mia stanza,mi isolo costantemente e non mi siedo neanche più a tavola per mangiare con la mia famiglia perchè mi vergogno.non ho mai avuto un padre vero e quando ero piccolo vedevo mia madre piangere per lui e tentavo di consolarla,ma poi finivo per piangere anch'io. nonostante ciò non lo odio ma sono cresciuto col terrore di assomigliargli.non sono mai riuscito a portare a termine nulla di ciò che mi proponevo mollando per questo senso di inferiorità che mi incatena. odio quando gli altri mi fanno un regalo oppure un complimento perchè non penso di meritarlo. in molti pensano che io abbia delle doti ma si sbagliano,perchè non mi conoscono abbastanza.non so fare un lavoro preciso e dovunque vada,nonostante il mio impegno,finisco costantemente per fallire e abbandonare schiacciato da questo mio 'non sentirmi all'altezza'. non parlo mai di me stesso e se lo faccio mi sento debole,preferisco ascoltare gli altri e magari aiutarli.dormo male e faccio di continuo incubi,sopratutto inerenti la scuola,altro progetto che non sono riuscito a portare a termine. mi sento inadatto a questo mondo,fuori posto e non benaccetto in qualsiasi luogo. ho sempre percepito la morte come un riposo,sin da quando avevo 12-13 anni,ma non riuscirei a farmi del male da solo anche se a volte desidero soffrire.poi altre volte mi fermo ad immaginare la reazione dei miei cari alla mia scomparsa e sto male solo a pensarci ma credo che senza me starebbero meglio,avrebbero un problema in meno. non so se ho scritto per essere aiutato,avere un parere o solo per liberarmi di un po di peso. certe cose scritte qui non le sa nessuno. penso che non potro mai stare bene.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Caro ragazzo,
Se lei ci ha scritto, desidera essere aiutato e, dentro di se', e' ancora convinto di poterne venire fuori. La storia finita con la sua ragazza, dopo tre anni, e' stata la causa scatenante di una tendenza depressiva che ha radici lontane. E' come se lei stesse vivendo un lutto per la perdita della persona amata. Questa e' una reazione che capita frequentemente. Quello che, però', deve essere fatto, per lei, e' un intervento sia psicofarmacologico che psicoterapeutico, perché la sua storia mostra una tendenza al pessimismo, alla autosvalutazione e all'isolamento che vanno assolutamente contrastati. Per cui, se lei è' troppo depresso per farlo, si affidi a un familiare o a un amico fidato e gli chieda di accompagnarla da uno psichiatra in prima battuta. Parallelamente, un percorso di sostegno psicologico o una psicoterapia sono davvero consigliati. Se ha problemi economici, può rivolgersi al CSM di zona o al Consultorio. Nel frattempo, mantenga un contatto con noi.
Oltre la storia sentimentale che è' finita, ne ha avute altre? Ha amici?
E' figlio unico, o ha fratelli? Il rapporto con sua madre, ovviamente, ha avuto un peso sulla sua tendenza alla depressione. Lei ha cercato di aiutarla, ma, come bambino, difficilmente c'è riuscito. Nessun bambino al mondo riesce in un'impresa così titanica! Per lei era troppo! Credo che sia qui il nodo principale del suo scoraggiarsi, come se lei ripetesse a se stesso: non sono riuscito ad aiutare mia madre, quindi, tutti i miei sforzi saranno vani. Vede, questo e' un modello copionale appreso in tenera età e solo una psicoterapia e' in grado di correggerlo. Nel suo caso, comunque, e' bene anche una visita psichiatrica. Oggi, i farmaci per la depressione sono curativi! Ci faccia sapere!
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind.clinico

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale