Crisi interiore e morte del padre

Mi trovo in uno stato mentale che definirei strano, non penso quasi mai a mio padre nonostante la catastrofe, o meglio, ci penso ma poi mi distraggo subito. Questo mi fa sentire in colpa, mi fa sentire menefreghista e cattiva. Di notte pero lo sogno sempre, sogno spesso che sta bene ma che dopo un giorno o due dovrà morire e non so mai come dirglielo.Il rapporto con mio padre era abbastanza buono anche se avevamo più di 40 anni di differenza.
Fatto sta che i problemi più grossi che ho riscontrato finora sono: crisi di identità, non riesco a capire cosa voglio nella mia vita e cosa mi piaccia fare; paura di perdere il controllo e fare del male a mia madre(non ho mai alzato un dito contro nessuno, piuttosto farei del male a me stessa e infatti lo psichiatra da cui sono andata ha detto che non sono violenta ma è solo una fase di pensieri di passaggio); problemi col mio ragazzo, non capisco mai se lo amo o no, non riesco a staccar i da lui nonostante i dubbi continui perché ne ho come un bisogno fisiologico che però mi infastidisce perché non mi fa sentire autonoma. Ho il terrore che mi piacesse di più un ex rispetto a lui è ho crisi di panico per questo.

A questo punto mi domando se è normale, dopo un lutto così grave, pensare a queste "cavolate" piuttosto che alla gravità della situazione familiare. Mi sento in colpa e molto sciocca e superficiale. Tutti mi guardano con aria compassionevole dicendo "chissà come soffro e che brutta situazione stai passando.." Quando in realtà i miei più grossi problemi sono relazionali e caratteriali, al momento.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
non penso quasi mai a mio padre nonostante la catastrofe,
Gentile Utente,
da quanto tempo è accaduto?

< i problemi più grossi che ho riscontrato finora sono: crisi di identità, non riesco a capire cosa voglio nella mia vita e cosa mi piaccia fare; paura di perdere il controllo e fare del male a mia madre>

Ci può dire quando sono comparsi? In seguito al lutto subito?
Lo psichiatra ha formulato una diagnosi?
Ha proposto un trattamento?
Sta svolgendo un percorso terapeutico?

<A questo punto mi domando se è normale, dopo un lutto così grave, pensare a queste "cavolate" piuttosto che alla gravità della situazione familiare. >

Le reazioni al lutto sono soggettive, non si senta né menefreghista né cattiva, il suo può essere un modo inconsapevole per proteggersi dal dolore di una perdita così grave e importante, sembrerebbe che i suoi sintomi esprimano in altro modo la sua sofferenza.

Le esprimeo le mie sentite condoglianze.

Se vuole aggiungere altro restiamo in ascolto.

Cari saluti

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la celere risposta.
Il lutto è accaduto nel febbraio di quest'anno dopo 4 anni di tumore maligno ai polmoni,
Ci avevano detto fin da subito che era uno dei tumori più gravi perché non guaribili anche se la speranza non moriva mai.
I segni di confusione, specie quelli relazionali, sono comparsi l'anno scorso, in maggio..li stavo proprio male, per non dire peggio di ora..un giorno avevo un'idea, il giorno dopo un'altra..lasciavo e riprendevò il mio ragazzo e ancora non sono giunta a una conclusione..perché continuò ad avere paura che mi piaccia un altro con cui ero uscita 3 volte due anni fa..però mi viene proprio l'ansia, capisco che non siano paure normali ma eccessive..in tutto questo, come vede, non compare nessuna ansia dovuta a mio padre..
Forse un anno fa iniziavo a percepire la morte imminente di nio padre dato che mi avevano parlato di 5 anni al massimo di sopravvivenza dopo la diagnosi di un simile tumore..

Lo psichiatra mi ha detto che sto solo passando un periodo di stress e che i pensieri che ho mi passeranno appena elaborerò il lutto, anche perché sto attraversando un periodo di maturazione e cambiamento dovuti alla mia età..25 anni..
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dopo
Utente
Utente
La paura di fare del male a mia madre e' comparsa anche questa l'anno scorso, dopo che ho scoperto che si vedeva con un altro uomo(almeno credo sia questa la motivazione)..però mi vergogno di questo e non glielo confesserei mai..
È solo che mi sono vista un equilibrio familiare crollare..ho percepito una falsità e un'ipocrisia di fondo all'interno del mio nucleo familiare che pareva perfetto..
Ho messo in discussione tutte le idee che mi sono state trasmesse sulla fiducia e sull'unione..

Con mia madre non ho mai parlato di questo perché me ne vergogno molto, non so perché..
Anzi, vorrei giustificarla perché a volte penso "probabilmente con un marito malato anche io avrei buttato gli occhi su un altro"..da un altro punto di vista però provo rabbia e schifo verso di lei..
Mi aveva vietato di vedermi con un ragazzo 3 anni fa perché si fumava le canne(io mai toccato neanche una sigaretta), però ha fatto questo..
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<È solo che mi sono vista un equilibrio familiare crollare.>

Gentile Ragazza,
la grave malattia di suo padre e lo stress che ha comportato, la scoperta relativa alla mamma e la rabbia che ne è conseguita, il successivo lutto, il crollo delle sue certezze familiari, giustificano il suo malessere.

Oltre al lutto per la morte di suo padre, lei si trova ad affrontare un'altra perdita, quella delle sue certezze sulla sua famiglia da quando ha scoperto la relazione di sua madre e questo complica un po' le cose.

<Anzi, vorrei giustificarla perché a volte penso "probabilmente con un marito malato anche io avrei buttato gli occhi su un altro"..da un altro punto di vista però provo rabbia e schifo verso di lei..> dunque anche questo la lascia nel conflitto e inoltre non la aiuta ad elaborare il lutto, privandola di quella condivisione emotiva con le persone care così importante in questi casi.

Per tutti questi motivi e ogni problematica riferita le suggerirei di rivolgersi direttamente a un nostro collega, credo che in questo difficile momento potrebbe davvero trarne giovamento.

Cari saluti