Sono davanti ad un pozzo senza fine

Buongiorno, fino ad ora non ho mai voluto parlarne con nessuno e con i pochi con cui ho parlato mi sembrava che il mio problema venisse sminuito e vi prego di non rispondermi di rivolgermi ad qualcuno nella realtá perché non ce la farei. Sono sempre stato sensibile ai commenti altrui e ho cercato di rifugiarmi nell'immagine del classico lavoratore diligente.(NON PENSATE CHE SIA DOVUTO SOLO AL LAVORO) Da quando peró il lavoro diventó sempre piu gravoso ho subito gravi stress per non parlare del fatto che i miei lavori certe volte o venivano sminuiti o sovrastati da coloro che magari si sono impegnati meno e magari con meno risultati. Riguardo agli amici sono a corto perche quelli della mia citta non mi voglio tanto bene e appena gli chiedo qualcosa mi rispondono con questa frase MA TU CREDI DI ESSERE MIO AMICO? O robe del genere....L unico mio schermo é di dire che ho altri miei amici al di fuori di loro, quelli con i quali vado in vacanze, ma con i quali inevitabilmente litigo anche pesantemente.Sempre riguardo agli amici penso che tutto possa migliorare ma alla fine non e cosi. Anche se vi sembrera strano io sono legato molto ai miei genitori solo che ultimamente ci litigo da due anni e questo mi deprime ulteriormente.Non mi trovo comoreso da nessuna parte, non mi sento accettato da nessuna parte, anche quando mi farebbe bene stare a casa da lavoro mi viene l angoscia nel pensare che poi magari il mio capo mi toglie il lavoro del quale io mi ero preso tanta premura di occuparmi che poi pero ho trascurato a causa della mia depressione, sento che le poche persone che tentano di aiutarmi non capiscano la gravita della cosa e magari se poi in via eccezzionale litigo anche con loro sfruttano cio che li avevo detto contro di me ( anche se poi si scusano.......).Per quanto vi sembrera assurdo mi è anche venuto in mente di farla finita per sempre ( ora mi è passata ma mi voglio rivolgere a voi per evitare che mi riaccada) ma anche quando pensavo in questo modo di poter sistemare tutto una volta per tutto penso sempre al dolore dei miei genitori, al dolore che proverebbero i miei "amici"( anche se fidatevi che non gli farebbe ne caldo ne freddo). Arrivo a fatica nei fine settimana (quando per un motivo o per laltro non riesco quasi mai a passare acasa il sabato) buttando via il tempo con forme di divertimento momentanee che certe volte ( mentre ci gioco) penso a quello che sto facendo con disprezzo ma vado avanti per non pensarci. Certe volte penso alla mia infanzia come un bel periodo e sono molto triste se penso che quel ragazzo poteva diventare qualcos altro.... Mi sento intrappolato in questa vita fra il desiderio di morire e quello di vivere a pieno una bella vita ma quasi spesso la realta fa sprofondare il secondo ( da qui le cause della mia depressione) Grazie per il tempo dedicatomi, uno fra tanti
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro signore,

ci chiede di non consigliarle di rivolgersi a qualcuno nel mondo reale... ma cosa possiamo fare noi da qui, di concreto, se non accogliere il suo sfogo accorato?

Parla di un ottimo rapporto con i genitori; parla di un lavoro che a tratti le da soddisfazione, anche se mi sembra di cogliere qualche elemento conflittuale in questo ambito; parla di amici che però non sono realmente tali.

In tutto questo non ci dice nulla di una sua eventuale vita amorosa. Come mai?

<<se penso che quel ragazzo poteva diventare qualcos altro....>>
cosa rimpiange della sua vita che non ha potuto fare?

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie per la sua tempestivitá, riguardo all'amore non ho mai avuto delle donne ma le assicuro che questo non centra niente, anzi, fin ora non ci avevo neanche pensato.
Io dalla vita non chiedo amore, solo amicizia e se poi mi capitasse un colpo di fulmine non si sa mai, ma ció vien dopo.
Sinceramente se rimpiango qualcosa é di non aver avuto un infanzia, ahimè, del tutto felice ma la cosa che mi disturba , oltre alle sventure dell adolescenza, é soprattutto il concetto di non aver potuto vivere normalmente perché durante l'infanzia ho avuto molti stimoli e esperienze solo che sono state oscurate dagli altri spiacevoli avvenimenti. lei capisce che in questo modo mi reco un doppio danno 1 soffrendo per tutto cio che mi capita 2 soffrendo perché ho sofferto. Ammetto che quest'ultima frase è di difficile interpretazione ma é l'unico modo in cui la potrei dire. Grazie ancora per la sua cortese risposta
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
<<riguardo all'amore non ho mai avuto delle donne ma le assicuro che questo non centra niente, anzi, fin ora non ci avevo neanche pensato.>>

Caro signore,

faccio un po' fatica a capire, quindi, cosa in questo momento la faccia stare così male.
E' il rapporto con i suoi amici a darle tormento?

E' a causa dei litigi con i genitori che, se non capisco male, ci sono solo da un paio d'anni a questa parte?
Per quale motivo ci sono questi litigi? Lei vive con loro?

Un'altra cosa faccio fatica a capire. Nel suo primo post parla della sua infanzia come un bel periodo ma poi dice di rimpiangere il fatto di aver avuto una infanzia oscurata da spiacevoli avvenimenti...

Vorrei darle qualche risposta più puntuale, seppur con i limiti di un consulto on line, ma avrei bisogno di capire cosa le procura questa sofferenza attuale.
Da quanto tempo sente questo malessere?

Un caro saluto
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Vede? Certe volte dimentico di dire qualcosa e me ne rendo conto solo dopo...Riguardo ai motivi della mia infelicitá non prevale un elemento in particolare ma tutti nell insieme. Io non vivo coni miei genitori ma sono talmente legato a loro che é come se lo fosse. Questi litigi spesso vengono da incomprensioni ed io, che non riesco a farmi capire subito, faccio degenerare la situazione ad un punto in cui mi avvilisco perfino con loro. Riguardo all infanzia come epoca bella credo di averlo scritto nel rispetto di ció che feci ma che comunque come ho gia detto é oscurato dai relativi cattivi pensieri. Un altro mio problema é quello di vivere nei sogni e certe volte ci credo talmente che rimango deluso da cio che é la realtá...tutto ció mi porta ad avere un atteggiamento apatico che mi fa solo soffrire dentro senza lasciar trasparire nulla, (o almeno finche non "esplodo") e in questo modo faccio infuriare anche gli altri e cio di conseguenza mi fa pensare: Ma come?io soffro e gli altri mi deridono?Orami sono due anni e ultimamente si e accentuata
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Io non vivo coni miei genitori ma sono talmente legato a loro che é come se lo fosse.>

Gentile Utente,
vede questo potrebbe essere un problema.
In linea generale, se non ci si svincola emotivamente dai propri genitori, non si è nelle condizioni migliori per pensare a costruire una propria vita, nel senso pieno del termine.

Questo non ha a che assolutamente a che fare con il chiudere i rapporti con la propria famiglia di origine, anzi, ma con l'intrattenere con loro un rapporto via via più maturo in funzione del proprio percorso evolutivo, atto a consentire quel naturale distacco dalla famiglia di origine che ci consente di vivere la nostra vita in piena autonomia.

E' solo uno spunto di riflessione.

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
<<Riguardo ai motivi della mia infelicitá non prevale un elemento in particolare ma tutti nell insieme.>>

Credo di comprendere un po' meglio il suo stato d'animo ora; mi sembra di capire che la sua sia un'insoddistazione generale che coinvolge, anche se in misura differente, tutti gli ambiti relazionali.

Vede, la nostra vita è fatta di relazioni ed è di quelle che "ci nutriamo", quelle che soddisfano i nostri desideri e le nostre aspettative.

A me sembra che lei abbia un po' sacrificato l'ambito amoroso e quello amicale nel corso della sua vita, forse per il grande legame, comunque legittimo, con i suoi genitori.

Forse, ora, superati i 50 si accorge di non aver costruito quello che ha, più o meno consapevolmente, desiderato. Ed è forse per questo che scrive: <<penso che quel ragazzo poteva diventare qualcos altro>>

<<Mi sento intrappolato in questa vita>>
Forse questo dipende anche dal forte legame con i suoi genitori; legame che non le ha permesso di costruire una relazione alternativa che possa sostituire il loro amore con una relazione d'amore più matura e consapevole. E questo spiegherebbe anche i litigi che ultimamente avvengono tra voi; forse lei è meno tollerante e, in modo del tutto inconsapevole, li ritiene responsabili di questa sua insoddisfazione...
Come la vede questa ipotesi?

Lei ha sorelle o fratelli?

Anch'io credo, come la collega che mi ha preceduto, che sia necessario un percorso che le consenta di svincolarsi emotivamente dai suoi genitori, continuando, tuttavia, ad amarli come fino ad oggi ha fatto.

Visto il momento di empasse in cui si trova, sarebbe davvero utile l'aiuto di un collega di persona della sua zona.
So che nella sua premessa lei scrive che non vorrebbe rivolgersi a qualcuno del mondo reale perché teme di non farcela.

Ma se il suo timore è legato a vergogna, o timore del giudizio, deve sapere che lo psicologo non giudica, accetta il cliente/paziente per quello che è.
Si tratta solo di superare il timore iniziale...

Un caro saluto

[#7]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Vi ringrazio, lei e la sua collega, ho capito cosa volete dire. In effetti devo essere meno vincolato e affrontare le cose con piú serenita dandogli magari meno peso... Riguardo allo psicologo vedró cosa posso fare magari in seguito a una, spero futura, leggerezza d animo e disinvoltura. No, io sono figlio unico...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

anche secondo me sarebbe opportuno un aiuto nel reale e non su internet, cosa impossibile peraltro, perchè mi pare di capire che molte circostanze della Sua vita siano state poco sfruttate da Lei per poter cambiare e per potersi aprire a nuove possibilità.

Questo da una parte è imparabile.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Dall'altra però credo che Lei abbia bisogno di indicazioni molto pratiche e operative su cosa fare per modificare questo stato di cose, se davvero ha intenzione di cambiare.

Per questa ragione una consulenza psicologica potrebbe aiutarLa a vedere costi e benefici di un cambiamento ed eventualmente a calcolarne il costo...

Ci pensi.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Riguardo allo psicologo vedró cosa posso fare magari in seguito a una, spero futura, leggerezza d animo ...devo essere meno vincolato e affrontare le cose con piú serenita dandogli magari meno peso...>

Perdoni ma cambierei la consequenzialità, uno psicologo/psicoterapeuta la può aiutare a conseguire una leggerezza d'animo, o meglio una migliore consapevolezza su sé e sul come affrontare quello che lei stesso definisce un "sentirsi intrappolato" . Non lascerei ancora sprofondare il desiderio " di vivere a pieno una bella vita" o perlomeno più appagante di quella che sta conducendo.
Ci rifletta

Cari auguri
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro signore,

non posso che concordare con le Colleghe che già le hanno espresso la necessità di non attendere la leggerezza d'animo per decidere di richidere un aiuto di persona.
Sarebbe utile che uno psicologo psicoterapeuta la conduca a raggiungere quello stato di serenità che lei, giustamente, desidera e merita.

Immaginavo che lei fosse figlio unico e proprio per questo credo che sia più difficoltoso il processo di distacco emotivo di cui ha bisogno per raggiungere obiettivi di maggiore indipendenza emotiva.
Non avendo nessun fratello o sorella cui appoggiarsi è facile che lei si sia caricato di tutte le responsabilità di un figlio che sente il dovere di prendersi cura dei genitori.... ma forse è giunto il momento di prendersi un po' cura di se stesso.

Spero che possa rivalutare la possibilità di un aiuto di persona e le auguro di poter presto ritrovare la serenità che merita.

Un caro saluto