Cosa implica l'uscire dalla dipendenza affettiva?

Buonasera, vi scrivo perchè ho un problema.
Sono fidanzata da undici mesi con un ragazzo dal quale, fin dai primi tempi, sono stata dipendente. Era una vera e propria droga, ero gelosa di chiunque avesse a che fare con lui e, nel momento in cui si trattava di separarci per uscire con i nostri amici, io mi sentivo terribilmente sola e temevo che lui mi tradisse.
Nonostante abbia sempre avuto amiche con cui uscire, mi sono isolata, pur avendo il tempo di farlo, perchè uscire con qualcuno che non fosse lui mi faceva stare male.
Il problema è che circa un mese fa, di colpo, ho percepito un distacco da parte mia che mi ha terrorizzata, tanto da essere diventata un'ossessione parecchio invalidante per me; non mi lasciava tregua.
Ho convissuto con l'ansia per settimane e sono entrata anche in depressione, poi questa è scomparsa per lasciare posto ad una profonda apatia nei confronti del mio ragazzo. Io adesso sento l'esigenza di stare da sola, con me stessa. Voglio amarmi, perchè in questi undici mesi mi sono dimenticata chi sono, a furia di stargli così tanto addosso e ora ne risento. Ne risento sentendo di non amarlo più, mi infastidisce tutto quello che fa, mi viene sempre voglia di trattarlo male e mi sento terribilmente in colpa quando lo faccio, perchè lui non ne può niente.

Ho letto l'articolo di un dottore che diceva: "La dipendenza affettiva è come una droga, solo che invece di dipendere da una sostanza si dipende da una persona.
Come tutte le dipendenze, la ’sostanza’ che nel suo caso è una persona serve a riempire i propri vuoti interiori, le proprie insicurezze, la bassa autostima.
Il percorso di uscita parte dal rafforzamento del proprio Io, dall’elevare l’autostima dall’iniziare ad amare prima se stessi e poi l’altro.
In questo percorso è necessario che si faccia supportare da un terapeuta."

Io incontro regolarmente una psicoterapeuta, con la quale sto facendo un percorso di ricostruzione del passato, ma la mia domanda è: Guarire dalla dipendenza affettiva implica un disinnamoramento? Perché è quello che mi sembra di provare in questo momento.

Scusate per il papiro, vi ringrazio in anticipo.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile ragazza,
La dipendenza in senso patologico e' quella che lei ha sperimentato e dalla quale si sta distanziando. Creare uno spazio per se' per individuarsi e differenziarsi può, all'inizio, implicare un disinnamoramento, ma solo se questo era frutto di una proiezione di parti proprie sull'altro. E' vero che ogni innamoramento presuppone una qualche proiezione, tuttavia il sentimento non viene cancellato dalla terapia, sempre che sia autentico e non simbiotico e nevrotico. Per cui, rispondendo alla sua domanda, in teoria la propria individuazione va d'accordo con una vita di relazione, semmai, più ricca, più soddisfacente e più realisticamente fondata. Nel momento in cui lei trova se stessa e si percepisce e si conosce, il passo successivo e' di condividerlo con un altro che ama senza tutto il correlato di vissuti di dipendenza patologica e di scarsa autostima.
Un cordiale saluto
Dott.ssa E.Scolamacchia

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Utente
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Grazie dottoressa, grazie per la risposta; cosa intende esattamente per "proiezione di parti proprie sull'altro"?
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Per "proiezione" si intende un meccanismo di difesa secondo il quale alcuni nostri aspetti non vengono riconosciuti dentro di noi ma attribuiti agli altri. Faccio un esempio: io tendo a non vedere in me la caratteristica di forza, autonomia, oppure di dipendenza e di fragilità e penso, invece, che sia l'altro ad essere forte, autonomo, oppure dipendente, fragile ecc. La terapia porta alla scoperta di molti nostri aspetti non riconosciuti, sia belli che meno gradevoli, e questo aiuta a fare di se stessi una persona più completa e più in grado di fare delle scelte sentimentali in modo maturo e meno compensatorio.
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Utente
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Ora è tutto chiaro, grazie infinite.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
guarire dalla dipendenza affettiva, presuppone avere risolto anche le sue pregresse problematiche correlate all'ansia, alle ossessioni, ecc...
Non equivale al non amare più o di meno, ma amare in modo adulto ed equilibrato, mettendo quella sana e funzionale distanza tra lei ed il mondo.

Le allego qualche lettura.

http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipendenza-damore

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Grazie dottoressa, avevo già letto l'articolo. Il fatto è che le ossessioni e l'ansia si sono intensificate proprio nel momento in cui il mio rapporto stava diventando meno morboso. Non riesco a capirne il motivo.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Forse il suo rapporto era vissuto come un'ossessione che, paradossalmente, conteneva l'ansia? Una volta eliminato quel "problema", e' comparsa l'ansia sottostante con il suo correlato ossessivo. Adesso,può cominciare a lavorare su se stessa e sulla definizione di confini ,oltre che sul potenziamento delle sue risorse di autonomia.
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Certamente, ma l'ansia può arrivare a illuderci di amare una persona? Io ricordo di aver sentito sensazioni fortissime nei confronti del mio ragazzo e non voglio che, scomparendo l'ansia, scompaia anche l'amore per lui. A questo punto, credo fosse meglio prima.