Crisi di coppia e psicoterapia

Dopo un periodo molto problematico e doloroso, il mio fidanzato mi ha lasciata. Dopo mesi di distacco è tornato dicendo che voleva riprovare. Il rapporto non è ripreso come ci aspettavamo e abbiamo deciso per una psicoterapia di coppia.
Da una prima fase sembra essere emerso che le problematiche avrebbero a che fare più con lui che con me, nel senso che la mia personalità sembra essere più lineare e risolta, mentre la sua sembra più conflittuale, complessa, in evoluzione. Sembra che non abbia minimamente superato i rancori del passato, che non voglia concedermi e concedersi niente per paura di sembrare assumersi impegni che non si vuole assumere in questa fase di indecisione, mi evita e si chiude. La persona che ci segue, che peraltro mi piace molto, imposta l'analisi sulla ricerca di cause nella sua personalità e nel suo passato e nel passato delle nostra coppia. Io ho l'impressione che lo scavo senza fine nel passato (della coppia) possa effettivamente essere senza fine, rinvanghi episodi, reazioni, rancori che avevano le loro ragioni ma che in gran parte non le hanno più. Ho idea che per riprovare occorra basarsi più che altro sul sentimento e cercare di far leva su quello. Per parte mia questo sentimento è vivo e vegeto, per parte di lui mi risulta difficile capirlo, ma mi pare che questa difficoltà a staccarsi dal passato e dai rancori non sia un buon segno.
La mia domanda è: è troppo semplicistica la mia visione? Può davvero essere così difficile per qualcuno capire cosa prova per l'altro? È così difficile provare ad andare avanti? Io ho fatto nella prima fase delle nostra storia l'errore di citare sempre il passato e continuare ad arrotolarmici e l'ho logorato, fino a farlo scappare. Ha un senso ora ricadere nello stesso errore? È così difficile capirlo e provarci?
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

credo che la questione di tutto possa essere semplificata (anche io semplifico) in questa frase:
> la mia visione

Una coppia è fatta di individui che s'incontrano, ognuno con le proprie esigenze e le proprie esperienze di vita, ma soprattutto con i propri obiettivi e le proprie aspettative.

Alle sue domande la risposta è SI a tutto.

Però mi permetta di sottolineare qualcosa.

> Ha un senso ora ricadere nello stesso errore?
No, se non si vuole cambiare, ma il fatto che stiate compiendo un percorso di coppia, vuol dire che state facendo qualcosa di diverso rispetto a prima e che state sondando quando siete *plastici* e quanto potete cambiare. Non state facendo lo stesso nel momento in cui nella vostra storia entra un terzo, nella figura del terapeuta.

> È così difficile capirlo e provarci?
Si, perchè cambiare è difficile e spesso doloroso, se non altro perchè bisogna rivedere gli schemi comportamentali dello stare insieme.

L'importante è darsi un tempo compatibile con i propri obiettivi e vedere se l'altro collabora od ostacola, tenendo conto però delle proprie esigenze.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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dopo
Utente
Utente
Credo che proprio questo sia il punto: obiettivi ed esigenze.
In questa fase io sembro fin troppo collaborativa, mi si dice, diciamo che credo di fare tutto quanto in mio potere per uscire dal momento. Ma il mio atteggiamento non è artificiale, è dovuto al mio sentimento nei suoi confronti.
Dall'altra parte invece c'è un atteggiamento forse più "egoista", fa quello che sente meglio per sé, che un minuto prima è programmare il weekend o le vacanze insieme un minuto dopo decidere di voler stare da solo.
Forse è egoista anche l'atteggiamento mio, semplicemente so quanto è stata terribile l'esperienza della separazione e vorrei non provarla più?
O forse io so cosa provo e lui no?
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

le differenze individuali sono tali anche in base a caratteristiche di personalità, tratti e stili cognitivi. Però vanno viste non come egoistiche, cioè prevaricanti dell'altro, ma come individuali.
Ognuno ha le sue scarpe e ci sta comodo, e non è detto siano intercambiabili con quelle dell'altro.
Però non è questione di egoismo, ma di individualità. Non è che non esista l'egoismo, attenzione, ma che egoismo ed individualità non sono sinonimi.
O forse ci sono diversi punti di vista e poca empatia reciproca, o forse c'è empatia in Lei, ma non in lui. Il fatto che uno sia empatico non implica che anche l'altro lo sia.
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dopo
Utente
Utente
Certo. Rimane il mio dubbio che, qualunque sia il nome giusto delle cose, non esista la coppia se si tiene troppo alla propria individualità, o non esista amore senza una certa dose di empatia. Che essere in due non sia facile oggettivamente, ma che i problemi si superano se si vuole essere in due, mentre se non si vuole i problemi si inventano. Ecco, la mia sensazione ora è questa.
Ho dimenticato di ringraziarla per la sua risposta, prima, la ringrazio adesso!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
Mi associo alle indicazioni del Collega .
Le dinamiche di coppia sono vaste e complesse, allenaza, empatia, autonomia, passato irrisolto....si intersecano a volte con modalità esponenziali, compromettendo il legame d' amore.

La terapia di coppia dovrebbe aiutarvi a leggerci dentro, non a capire di chi è la colpa/ responsabilità, ma a comprendere le dinamiche sottostanti che abitano la vostra relazione.

Le allego qualche lettura

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1719-i-preliminari-della-separazione-e-la-separazione.html

Amore
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Io ho l'impressione che lo scavo senza fine nel passato (della coppia) possa effettivamente essere senza fine, rinvanghi episodi, reazioni, rancori che avevano le loro ragioni ma che in gran parte non le hanno più. Ho idea che per riprovare occorra basarsi più che altro sul sentimento e cercare di far leva su quello."

Gentile Utente,

la penso esattamente come Lei. Andare nel passato alla ricerca di cause e responsabilità, non solo non aiuta, ma addirittura peggiora il problema.
Al contrario, una valutazione attenta di quello che è oggi il problema (o i problemi) che mandano in crisi la coppia e la ricerca della soluzioni più economiche e funzionali è un buon modo per uscire dal problema.

Chiaramente tutto ciò farà emergere il modo in cui voi funzionate sia singolarmente, sia come coppia. Invece non credo abbia molto senso andare a riaprire questioni che sono risolte.
Tenga presente tuttavia che ci sono diversi approcci psicoterapici e che non tutti gli psicoterapeuti lavorano nella stessa maniera e seguono lo stesso modello teorico.

Ci sono due libri che vorrei suggerirLe, la cui lettura Le risulterà sicuramente piacevole:

- Commedie e drammi nel matrimonio di G. Gulotta
- L'amore non basta di A. Beck

Buona giornata,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Grazie lo farò, leggere mi piace, e qualcosa di costruttivo nelle letture si trova sempre, se non altro si capisce di non essere così strani o così unici...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Va bene, ma è opportuno anche comunicare al terapeuta le Sue perplessità. Il Suo compagno che cosa ne pensa? E' del Suo stesso parere?
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dopo
Utente
Utente
Io le mie perplessità le ho comunicate ma questo ingombrante passato mi viene sempre proposto come la causa di tutti i mali e qualcosa da cui non si possa prescindere. Il mio voler andare oltre sembra quasi un atteggiamento di superficialità, diciamo un po' come voler nascondere la polvere sotto il tappeto.
Lui sembra avere una visione diversa, ovvero è molto concentrato su se stesso e le sue perplessità sono di altra natura, non mi pare riguardino lo "stile", ma la natura stessa della psicoterapia, mi sembra di capire che vorrebbe avere delle risposte, delle indicazioni precise, delle ricette, cose che non credo né possibile né giusto da parte di un terapeuta. Per quanto riguarda invece i riferimenti al passato, direi che è il primo a farli.
La mia idea è che prima di tutto bisognerebbe capire se c'è volontà da entrambe le parti e non solo da parte mia. Bisognerebbe capire se tutti questi problemi del passato che avrebbero lasciato degli strascichi tanto seri sono problemi per davvero o sono pretesti per dire che le cose non andranno mai bene senza indicare la vera motivazione, che potrebbe essere semplicemente "non ti amo più". Una cosa che non vorrei mai sentirmi dire, sia ben chiaro, che probabilmente non accetterei, ma d'altra parte è anche difficile non sentirsi dire il contrario da almeno un anno...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
" le sue perplessità sono di altra natura, non mi pare riguardino lo "stile", ma la natura stessa della psicoterapia, mi sembra di capire che vorrebbe avere delle risposte, delle indicazioni precise, delle ricette, cose che non credo né possibile né giusto da parte di un terapeuta."

Quando Le ho detto che le psicoterapie non sono tutte uguali, intendevo proprio questo. Ci sono psicoterapie che sono più prescrittive e attive e nelle quali si lavora meno sul passato o in cui il passato non è così imprescindibile, perchè è decisamente più importante comprendere (e soprattutto MODIFICARE) gli schemi automatici (e quindi inconsapevoli) che però sono disfunzionali e che si attivano anche nella coppia e che generano un PROBLEMA, magari in termini di comunicazione o di relazione.

Quindi a me pare, pur con i limiti del consulto on line, che le vostre obiezioni siano sensate e condivisibili.

E' chiaro che i riferimenti al passato non servono ad intercettare le CAUSE del disagio, ma la modalità di funzionare oggi della coppia.
Le faccio un esempio per spiegarmi meglio. Se il partner asserisce che quella volta, nel passato, in cui è rientrato a casa con una bella promozione non ha raccolto gli entusiasmi della compagna, che al contrario si è dimostrata molto fredda e distaccata, e quindi è rimasto molto male e da lì ha generalizzato, dicendo di non essere MAI compreso dalla compagna, allora è chiaro che potrebbe esserci un problema in termini di:

- comunicazione e fraintendimento sulle intenzioni di entrambi, che non comunicano in maniera corretta e non leggono lo stato mentale altrui.

- le proprie aspettative: ciascuno ha avuto una giornata con notizie differenti e ora ha un umore differente. Uno si aspetta un festeggiamento e l'altra si aspetta comprensione perchè magari la sua giornata è stata molto pesante.

- generalizzazione: l'altro fa SEMPRE così...

Però è chiaro che, in un esempio del genere, ci stacchiamo dal passato che diventa un pretesto, e ci serve solo per comprendere come funzioniamo adesso e poter finalmente cambiare.

Sulla motivazione ha ragione: deve esserci da parte di entrambi.

Quali sono gli obiettivi di questa psicoterapia e che tipo di psicoterapia è? Come mai avete iniziato una terapia di coppia e non individuale?
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

ci sono tratti di personalità e stili di pensiero diversi per gruppi di persone, così come ci sono diversi tipi di psicoterapie e di orientamenti, dato che ogni teoria psicologica è figlia della personalità e dello stile cognitivo del creatore della teoria, e di conseguenza la teoria scelta dal terapeuta riflette la sua personalità ed il suo stile cognitivo.

Esistono terapie orientate al passato che aiutano le persone che hanno esigenze di capire il passato per capire il presente; esistono terapie che il passato non lo considerano e considerano il presente per organizzare il futuro.

C'è chi porta il passato con sé, e c'è chi butta lo zaino e prende quello nuovo perchè serve qualcosa di nuovo.

Sono tutti approcci validi che funzionano se funziona quell'alchimia chiamata alleanza terapeutica.

E questa è filosofia della psicologia, ma anche una possibile spiegazione del perchè il suo compagno e la terapeuta vanno d'accordo e lei trova difficoltà.
Siete in tre e due hanno trovato un argomento interessante ed il terzo non la pensa così.

Sicura che il passato non conti in assoluto?
> so quanto è stata terribile l'esperienza della separazione e vorrei non provarla più?

Sembrerebbe che questa frase sia legata al passato...
ma, forse questo non è tanto il suo stile di pensiero, ma lo è diventato a forza di sentirselo dire dal terapeuta e dal suo compagno.
E può essere che questo stile di pensiero non le appartenga o non sia compatibile con i Suoi tratti di personalità.

> "non ti amo più". Una cosa che non vorrei mai sentirmi dire
perchè se l'è già sentita dire?

Il passato è il luogo dell'esperienza, e per alcuni è importante. Per altri meno, se non irrelevante.
Ma come si fa dimenticare il passato se non si vuole
>...ricadere nello stesso errore?

Metaforicamente parlando Lei sarebbe pronta a dire "non ti amo più" al Suo compagno ed al percorso psicologico intrapreso?

Una domanda: all'interno del percorso di coppia come gestiterete la pausa estiva?


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dopo
Utente
Utente
In realtà io vado d'accordo col terapeuta, nel senso che mi pare una persona molto intuitiva e disponibile. Non sono un'esperta in materia quindi in effetti non conosco diverse scuole e tecniche, questa è la mia prima esperienza.
Non penso che il passato si possa cancellare o dimenticare, ma che ad un certo punto debba essere accantonato, almeno nelle intenzioni, l'inconscio è un'altra cosa, se si vuole costruire qualcosa. Diciamo che l'esempio che ho appena letto del SEMPRE e del MAI mi pare pienamente significativo. Diciamo che una volta che, dal racconto di episodi, emergono cose del genere, il mio atteggiamento è quello di dire: ok, riconosco questo tratto del mio carattere, ci sto lavorando sopra infatti cose del genere accadono sempre più raramente. Dall'altra parte invece basta il minimo input per tornare al SEMPRE e al MAI, per tirare fuori altri mille esempi remoti e per concludere che sarà SEMPRE così.
La scelta della terapia per me è stata dettata dalla volontà di farmi aiutare a non ripiombare nel dolore in cui ho vissuto l'abbandono. La mia decisione ha coinciso col riavvicinamento e siccome questo riavvicinamento è stato quasi immediatamente problematico, abbiamo optato per un percorso a due. Io credevo che l'obiettivo fosse comprendere i problemi, che mi parevano più di comunicazione che altro, e trovare un aiuto per superarli. Ora però questo dubbio sul sentimento di fondo mi fa perdere un po' di vista dove si stia andando.
La pausa estiva dovrebbe trascorrere con una vacanze insieme, dico dovrebbe perché non so cosa aspettarmi da un giorno all'altro.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Dall'altra parte invece basta il minimo input per tornare al SEMPRE e al MAI, per tirare fuori altri mille esempi remoti e per concludere che sarà SEMPRE così."

E' quello che dicevo: questa situazione è assolutamente da evitare perchè non serve a nessuno.

Suggerisco di chiarire in seduta obiettivi della terapia ed eventualmente ridefinirli insieme.

Cordiali saluti,
[#14]
dopo
Utente
Utente
Seguirò il consiglio e farò sapere, molte grazie
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentiole Signora,
quale approccio segue il vostro terapeuta?
Quali obiettivi avete concordato?
Quanto riferisce mi lascia un po' perplessa, almeno dal punto di vista sistemico-relazionale, approccio elettivo e pragmatico per le problematiche di coppia.
<La persona che ci segue, che peraltro mi piace molto, imposta l'analisi sulla ricerca di cause nella sua personalità e nel suo passato e nel passato delle nostra coppia>

<Dall'altra parte invece basta il minimo input per tornare al SEMPRE e al MAI, per tirare fuori altri mille esempi remoti e per concludere che sarà SEMPRE così.>
Ad esempio, molto brevemente e in linea generale, in terapia di coppia si lavora anche per modificare le dinamiche interattive disfunzionali di coppia che si ripetono immodificate, sulla ricerca di un nuovo possibile equilibrio, sul come ecc.

Legga qui su questo orientamento terapeutico e altri
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#16]
dopo
Utente
Utente
Mi è un po' difficile rispondere a certe domande. Mi rendo conto che forse mi sono imbarcata in un argomento più grande di me. Diciamo che ho cercato qualcuno che facesse terapia di coppia, ho brevemente esposto la situazione e chiesto se era plausibile affrontare un percorso di terapia. Il mio approccio è stato un po' quello che si può avere col dentista: ho male lì, o forse un po' più in là, può fare qualcosa? Ho forse ingenuamente pensato che il come non fosse esattamente un mio problema.
Può darsi che in queste brevi note abbia spiegato male le cose, che certi argomenti siano venuti fuori da noi, non dal terapista, che certe letture siano mie, con le relative distorsioni del coinvolgimento personale e dell'ignoranza in materia.
La mia domanda sostanzialmente era: quanto è possibile prescindere dal passato? Quanto il continuo riferimento al passato (da parte di uno di noi, non del terapista) può mascherare una scarsa volontà di recuperare? O una volontà di portare l'altro a perdere la propria motivazione, per quanto forte, e a mettere lui un punto che forse non si trova la forza di mettere?