Anoressia/bulimia sentimentale

Salve, ho piu' di 30 anni. Sto leggendo molto in relazione alla tematica, perche' mi sembra che mi riguardi da vicino.Ormai e' diverso tempo che non riesco ad avere una relazione sentimentale duratura. Premetto che sono una persona di base timida e che ha vissuto profondi sensi di insicurezza,dovuti ad alcuni difetti fisici,che mi sono molto pesati in eta' adolescenziale. Nel tempo pero' ed a fatica ho acquistato sicurezza di me e mi sono realizzato in ambito lavorativo ed ho molti amici che mi apprezzano. Ritornando alle relazioni sentimentali, però, l'ultima effettiva risale a quasi 10 anni fa e devo dire che mi ha creato una gran sofferenza, anche se sin dall'inizio ero consapevole che non poteva andare per vari motivi che non sto qui a spiegare. Era tra l'altro la mia prima vera relazione. Da li' in poi solo pseudo-relazioni trascinate nel tempo che hanno avuto tutti lo stesso decorso. Benche' sia una persona che ha imparato a gestire bene la solitudine, sento comunque l'esigenza di completarmi con una relazione. Conosco, quindi, una persona che penso possa piacermi. Mi ci avvicino con grande cautela,ma faccio in modo da conoscerla e farmi conoscere. Spesso i miei contatti sono di tipo telematico(sms,chat e mail), meno di tipo diretto. Col tempo, mantenendo la cosa non troppo impegnativa(ci si vede in gruppo) inizio a pensare a come potrei effettivamente stare con lei..anche se a volte vedo cose che non vanno, penso sia il caso di conoscere sempre la persona anche senza andare oltre e quindi la frequento. Di solito, anche se non sono un gran chiacchierone quando stiamo insieme parliamo gradevolmente e la persona spesso si affeziona a me. Sembra che le cose possano andare bene, ma …ad un certo punto scatta qualcosa in me che mi allontana. Inizio ad evidenziare implicitamente tutte le cose negative(soprattutto fisiche) della persona. Non vorrei che la cosa andasse così e vorrei portarla avanti, perché mi sento superficiale e penso effettivamente che vorrei andare avanti, ma spesso finisco col sentirmi male(anche fisicamente) se mi costringo ad andare avanti e così …piano piano mi stacco e torno indietro alla mia condizione, gettandomi nel lavoro ed in altro che mi riempia la vita. Ora visto che questo mi e’ accaduto tante volte, mi viene da pensare che effettivamente, vuoi per poca voglia di crescere, di responsabilizzarsi o per paura di amare, effettivamente ci sia qualcosa in più della semplice superficialità. Forse effettivamente soffro di anoressia o bulimia sentimentale? E cosa devo fare: provarci ancora a sboccare la situazione o lasciarsi andare alla solitudine ?

Grazie per la vostra cortese attenzione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

forse semplicemente Lei NON soffre nè di anoressia nè di bulimia sentimentale, ma ha solo una grande paura di avvicinarsi troppo alle persone e dell'intimità (non intendo fisica, dal momento che Lei non fa cenno a questo e quindi non ho elementi...), ma quando le distanze si accorciano, pare che scatti in Lei qualcosa di problematico.

Ebbene, sarebbe il caso di capire di che si tratta, ma con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta di persona e di spezzare questo meccanismo, che La fa scappare e buttare nel lavoro.

Dal momento che è capitato tante volte e Lei ne è consapevole, è il caso di metter mano e risolvere il problema, se per Lei è davvero un problema.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Amare qualcun altro, prevede la capacità di amare noi stessi....
È complesso amare e lasciarsi amare veramente, se non si ha un buon rapporto con se stessi.
Cosa le è capitato in passato?
A quali difetti fisici si riferisce, sempre se ha voglia di parlarne?


Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottoresse,
volevo ringraziare entrambe per la vostra cortese risposta e mi scuso per non aver replicato prima.
Indubbiamente sono d'accordo con la valutazione della Dr. Pileci, in relazione alla necessita' di un aiuto specialistico. D'altro canto, non ho ancora le motivazioni per trovare il "coraggio" di iniziare un percorso del genere.
Per quanto concerne la risposta della Dr. Randone, non ho gran voglia di mettermi a parlare dei miei difetti(non invalidanti fisicamente), ed anche se la mia autostima non e' sempre ad alti livelli, come gia' accennavo, ho imparato a conviverci.
Quello che stavo cercando di trovare erano dei perché alle mie "fughe": perché una persona che vive il disagio della sua situazione ed ha la possibilità di cambiarla più volte tende sempre a scappare via?
So che tramite un discorso telematico non e' semplice farlo per cui penso che la cosa si concluderà quì.

In ogni caso grazie.
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

lavorare sulla motivazone fa parte del lavoro psicologico e se il Suo disagio si sente e La fa soffrire, può sempre chiedere un appuntamento allo psicologo e riferire di avere IN QUESTO MOMENTO una scarsa motivazione.
Sarà compito del Collega aiutarLa sulla motivazione al cambiamento.
Non tutti i pazienti giungono da me motivatissimi; alcuni invece ci arrivano dopo anni di ripensamenti (e sono però molto convinti) ma nel frattempo hanno anche continuato a soffrire molto a causa dei problemi per cui poi si rivolgono al terapeuta.

Inoltre da un punto di vista della terapia cognitivo-comportamentale NON è affatto necessario andare a ricercare tutte le cause di tali fughe: spesso facciamo meno fatica e ci semplifichiamo la vita se cessiamo un comportamento disfunzionale. Non crede?

Buona giornata,
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