Depressione 40 anni

ho più di 40 anni e dopo una storia finita con una persona che ha massacrato completamente la mia autostima e che mi ha fatto credere che avremmo potuto costruire qualcosa insieme mi ritrovo sola.
sola significa completamente sola .
il mio lavoro è saltuario e guadagno poco quindi devo vivere con l'aiuto economico di mia madre. mi devo occupare di due cani che avevo con il compagno precedente e questo mi crea molti probelmi per la mia libertà personale.
ho solo un amico che mi aiuta nei momenti bui ma non sopporto il fatto che questa relazione sia troppo morbosa.
il pensiero della morte e il continuo autocommiseramento mi accompagnano tutto il giorno, mi sento un criceto in una ruota.
ho perso la voglia di uscire di vedere le persone mi sento vecchia grassa orribile, mi sento di aver perso la mia vita e che nessuno possa volermi più.
non riesco a perdonare chi mi ha fatto tutto questo, chi mi ha massacrato per 7 lunghissimi anni illudendomi.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Signora,

il suo profondo sconforto è comprensibilmente motivato dalla fine di una relazione che lei pensava avrebbe portato ad un futuro sereno, mentre così non è stato. Non è detto che si tratti di depressione, anche se ovviamente il suo umore è depresso. Da quanto vi siete lasciati? In passato ha sofferto di depressione?

Immagino che lei abbia puntato tutto su questa relazione, investendovi ogni sua energia senza dedicarsi anche a coltivare amicizie e interessi personali, se adesso si trova ad essere quasi del tutto sola. E' così?

Nel corso della relazione lei si sentiva già "massacrata" o si sta riferendo solo a quanto successo alla fine?
Nel caso in cui ci siano stati problemi anche in questi 7 anni ci vuol dire di che tipo e come mai li ha eventualmente sottovalutati?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Massaro,
molte grazie per la sua immediata risposta.
le risponderò alle sue domande:

la storia è finita circa due anni fa dopo che lui aveva provato a ritornare e poi ho deciso (non so con quale forza ) di cacciarlo e chiedergli di sparire per sempre

certo che ho investito tutto nella relazione, è vero che non ho coltivato molto le amicizie ma sono sempre stata molto esclusivista in questo. gli interessi personali li ho sempre avuti (molto più di lui, tra l'altro) ma in questi anni sono diminuiti con l'apatia e la depressione, ma no, non li ho persi.

la relazione era massacrante perchè lo è stata sin dall'inizio.
lui non c'è mai stato dentro la relazione e io ho sempre cercato di tirarlo dentro in un certo senso ma non è così semplice. la persona in questione era alla ricerca di una "normalità" che non riusciva poi a realizzare di fatto ma esprimeva continuamente la sua volontà di farlo.
basta pensare che alla fine della storia lui sembrava la parte lesa, era lui che piangeva, e tutti pensavano che io gli avessi fatto qualcosa.
non ha mai voluto impegnarsi veramente ma ogni volta che glielo facevo presente diceva che no, ero io che vivevo le cose in maniera sbagliata. dall'altra parte c'ero ioche amavo questa persona e che gli credevo perc hè la mia autostima non è mai stata buona.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Pensa quindi di aver resistito per 7 anni per l'idea che le cose sarebbero prima o poi cambiate o perchè pensava che lui dovesse avere in qualche modo ragione e lei essere in torto?
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dopo
Utente
Utente
l'idea era che lui mi amasse come diceva.
ripeto, quando l'ho cacciato di casa lui ha continuato a dirmi che mi amava e che eravamo fatti l'uno per l'altra
pensavo fondamentalmente che io avevo torto a volere quello che volevo
(che facevo male a stare male ogni volta che uscivamo perchè lui guardava chiunque respirasse e mi faceva sentire una merda)
(mi dicevo che ero io, ero io )
quindi si, non pensavo che sarebbero troppo cambiate le cose
pensavo che io non lo capivo ed ero egoista
poi quando il dolore è stato insopportabile per far finire la storia gli ho chiesto dei cambiamenti sapendo ciò che sarebbe successo.



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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
Quando un amore giunge al termine, spesso la devastazione ed il deserto interiore accompagno il tempo successivo alla perdita, tempo necessario all' elaborazione del lutto

Da quanto scrive, sono stati sette anni tormentati, nel tentativo di vive quello che la relazione non poteva offrirle, ma nonostante tutto lei ha difficoltà a riprendersi....

La sua autostima, da quanto leggo di lei, forse necessitava già da tempo di supporto e nutrimento......forse è arrivato il momento di effettuare un lavoro di fondo e trasformare la crisi in risorsa; uno psicologo, anche in convenzione, potrà occuparsi di lei.





Amore
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"non pensavo che sarebbero troppo cambiate le cose, pensavo che io non lo capivo ed ero egoista"

Pensava quindi di essere lei quella che doveva cambiare e che lui avesse ragione a comportarsi in un certo modo, in linea con la sua scarsa autostima.
Ha vissuto altre relazioni di questo tipo in precedenza?

Come descriverebbe il rapporto con suo padre?
E il rapporto fra i suoi genitori?

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dopo
Utente
Utente
gentile dottoressa Randone,

sono stata in terapia ad intervalli per circa tre anni con tre diverse persone (una dopo il lutto).
il giovamento c'è stato ma temporaneo.
ma io sono sempre qui e sono io.
forse dico qualcosa da profondo profano in materia ma scardinare certe strutture è molto complicato e ci vuole l'intento giusto da parte del paziente e anche il terapista giusto
(il momento giusto? lo spazio giusto? la terapia giusta?)

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Che terapie ha effettuato e rispettivamente per quanto tempo?
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dopo
Utente
Utente
gentile dottoressa Massaro,

grazie per le domande.

lo so che questo è il nodo focale della mia vita:

mio padre morto nel 2003 era un uomo apparentemente mite che ho cercato di proteggere all'inverosimile da tutto, che ho amato come nessuno mai, in maniera a volte anche troppo morbosa.
ho sempre aviuto paura che morisse anche quando stava bene perhcè era ipocondriaco e ho vissuto tutta la mia infanzia e adolescenza a preoccuparmi per lui
l'ho assistitp per quello che ho potuto nella sua malattia terminale

mia madre è sempre stata una donna apparentemente fredda soprattutto con lui e tra loro non sembrava ci fosse amore di coppia
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Momento storico, terapeuta e motivazione adeguata....certamente si, ma nessuno deve scardinare nulla......solo aiutarla nella comprensione del suo disagio e darle una mano nella risalita
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dopo
Utente
Utente
gentile dottoressa massaro,

riguardo alle terapie:

18 anni per qualche mese psichiatra perchè avevo problemi di anoressia

27 anni psicologa per circa un anno (freudiana)

37 anni psichiatra freudiano (lettino e stanza buia) per circa un anno

41 anni psicologa (non so orientamento) in centro casa internazionale delle donne
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Probabilmente è passato troppo tempo fra una e l'altra perchè lei, pur cambiando, potesse continuare il lavoro riprendendo il filo da dove si era interrotto.
Immagino che le singole terapie siano terminate perchè lei non vedeva grossi benefici: è così?

Cosa secondo lei non ha funzionato in queste terapie?
Con che frequenza si svolgevano le seduto nel 2° e 3° caso?
[#13]
dopo
Utente
Utente

è vero è stato un lavoro interrotto di continuo

nel secondo e nel terzo caso una volta a settimana

la rigidità è stata la molla che ha fatto scattare la mia resa con questi due ma a posteriori sono le terapie che credo che mi abbiano aiutata poi nel successivo (non troppo a giudicare dal casino della mia vita)

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"la rigidità è stata la molla che ha fatto scattare la mia resa"

In che senso?
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dopo
Utente
Utente
salve,
nel senso che la terapia e i terapisti specialmente la seconda e il terzo mi sembravano rigidi


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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> perc hè la mia autostima non è mai stata buona
>>>

Direi che traspare abbastanza bene da ciò che ha scritto.

Infatti, probabilmente si sente così male non solo e non tanto per la storia che è finita, ma perché tale evento l'ha messa di fronte, in modo emblematico, a una dura realtà: che ci sono delle questioni aperte in lei stessa che finora non è riuscita a superare. Aveva forse investito molto in questa relazione, credendo in tal modo di poter supplire a mancanze di altro tipo. Per questo si sente così arrabbiata con quest'uomo e quindi, in ultima analisi, con se stessa.

I terapeuti possono essere rigidi o meno, ma a quanto pare ha provato solo un certo tipo di orientamento, quello freudiano. Potrebbe magari provare a cercare un nuovo terapeuta, questa volta di approccio differente.

Legga ad esempio qui:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Concordo sul fatto che sarebbe utile che cambiasse orientamento, per quanto a volte siano proprio le caratteristiche della terapia che gli generano un qualche disagio a rappresentare un aspetto fondamentale nel trattamento di un dato paziente.
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