Depressione e perdita di autostima hanno bloccato la mia vita sessuale

Buongiorno,
cercherò di sintetizzare il mio problema che più mi impedisce di mettere in atto una delle strategie fondamentali per riemergere da una depressione che ormai dura da 2-3 anni: ovvero avere una normale vita sessuale e/o affettiva. Premetto che sono un uomo di 50 anni e soffro di distimia dall'età di 23.Il disturbo in sè pur creando molti disagi nella mia vita e costringendomi a scelte nate sotto l'influenza del malessere,mi ha comunque consentito di avere una buona percezione di me come uomo,della mia immagine esteriore e ciò,pur vivendo interiormente sensazioni legate alla distimia,mi ha permesso di avere una buona vita sociale e soprattutto di gestire i rapporti con le donne,per me fondamentali,con disinvoltura.Questa "sicurezza" mi veniva dalle conferme che ricevevo sia nella sfera sessuale a sè stante sia legata ad un rapporto affettivo.Per questo mi sono sempre dedicato alla cura della mia immagine con lo sport,che abbinato alla mia propensione per la cultura ha sempre creato un cocktail di successo tanto da essere considerato dal mio ambiente sociale "uno che ha successo con le donne".Questo aspetto ha avuto un fortissimo potere "balsamico" sulle dolenti ferite interne della distimia tanto che nessuna partner, anche di lunga durata si è mai accorta di questa mia sofferenza, al contrario sono sempre apparso come un uomo originale, con molte qualità.Poi il crollo.Nel 2011 in seguito allo spezzarsi di un forte legame affettivo la cui presa su di me era potente sia sul piano sessuale che su quello emotivo, la mia distimia si trasforma in un forte stato depressivo peggiorato dalla concomitanza di gravi problemi finanziari legati al fallimento della mia attività. Il distacco fisico da questa donna è stato vissuto da me come una lacerazione oltretutto tutto il mio immaginario erotico continuava ad essere polarizzato dalla mia ex.Adesso lo scorrere del tempo mi ha fatto prendere le distanze se non completamente da questa "presenza".Ora però il problema è un altro: la depressione, nonostante le forti cure farmacologiche e in minima parte psicoterapiche, resta ai livelli in cui è arrivata 2 anni fa.Questo non solo è causa di isolamento, ma soprattutto mi ha fatto perdere la capacità di "vivere" le donne, per mancanza di slancio,di iniziativa,di dinamismo, e del malessere psicofisico.Non solo ma gli ultimi anni hanno minato la mia immagine,a causa dei farmaci assunti che mi hanno fatto ingrassare,della mancanza di forze per continuare a dedicarmi alla cura di me con lo sport ecc. In pratica non ho più rapporti sessuali da quando ero con la mia ex.Il confronto con quello che ero è perdente e non è solo una mia impressione,non solo mi fa sprofondare ancora di più:sono diventato,a causa di 2 anni terrificanti,non più attraente come prima e non posso neanche sopperire con la vivacità caratteriale e intellettuale che era parte integrante del mio "fascino".Tra l'altro anche la libido è scemata a causa dei farmaci.Tutto ciò"nutre"la depressione.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
ad un disagio a quanto pare pregresso si sono sommate due perdite importanti, in primo luogo la fine della sua storia sentimentale, poi il tracollo della sua attività lavorativa con la conseguente perdita di un certo status, immagino.

Inoltre peserebbe il confronto che attua tra l'immagine di sé prima dei due fatti e quella che percepisce ora, come quella di un uomo che avrebbe smarrito caratteristiche importanti facenti parte del suo "fascino".

Dovrebbe approfondire il suo stato con i suoi curanti oppure lo ha già fatto? Ci sono stati aggiustamenti delle cure?

Come procede la psicoterapia? Cosa intende con "in minima parte psicoterapiche"?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa La ringrazio infinitamente innanzitutto per la celere risposta,può facilmente immaginare come si amplifichino questi stati in un momento come questo in cui tutto ciò che ti circonda vive l'euforia estiva,soprattutto per un soggetto nel mio stato che sopporta adesso quasi con disperazione una situazione che si potrae ormai da troppo tempo.Non Le faccio la mia storia clinica di 27 anni di convivenza con (è in una altra richiesta di un consulto postata qui in cui, dato l'aggravarsi della malattia in depressione severa,chiedevo un consiglio se non fosse il caso di ricoverarmi invece di proseguire le cure esterne).Infatti a marzo di quest'anno sono stato ricoverato per un mese al S.Raffaele di Milano scelto da me proprio perchè alla valutazione diagnostica psichiatrica ne avrei ricevuta una anche psicologica.La diagnosi è: Depressione NAS con Disturbo Narcisistico della Personalità.La permanenza ospedaliera mi ha fatto bene perchè mi ha tolto dall'isolamento a cui la malattia mi costringe non solo per la cappa di tristezza-disperazione e perdita dell'identità professionale e virile, ma anche a causa di diverse componenti somatiche (stanchezza, apatia,malessere,perdita della "brillantezza" di eloquio).Un mese di ricovero che a dire il vero mi ha fatto meglio sul piano psicologico che su quello farmacologico (visto che i farmaci che prendevo sono rimasti gli stessi, solo aumentati).In pratica dopo i 2 anni terrificanti in cui non riuscivo neanche a prendere le distanze dal ricordo della mia ex,in reparto ho stretto amicizie,ho simpatizzato con persone dell'altro sesso,si è creato un forte legame socializzante fra molti di noi ricoverati ecc. Insomma sono tornato sentendomi molto meglio,con la speranza di riprendermi sebbene consapevole delle ferite profonde,pieno di progettualità sebbene i malesseri erano sempre lì.La psichiatra che mi ha avuto in cura mi aveva avvisato vista la mia positività che comunque sarei uscito lo stesso "molto fragile" e il consiglio è stato quello di entrare in psicoterapia.In realtà (ecco la "minima parte"),io in psicoterapia c'ero già entrato per conto mio sebbene in modo incostante durante i due anni terrificanti,e la psicoterapeuta umanamente oltre che professionalmente mi ha teso la mano stabilendo con me un'empatia che non avevo con nessuno.Restava (e resta)l'ostacolo della sintomatologia fortemente somatizzata della depressione di lunga durata e soprattutto aggravata in questi ultimi due anni.Ho ricontattato la psichiatra dell'ospedale (a 700km) ma ormai ho avuto l'impressione di non essere più un suo problema:resto in balia di una imbottitura di farmaci che non solo non mi hanno migliorato nulla,ma aggravato ancora di più come effetti collaterali fra cui,la perdita quasi totale d'interesse per il sesso e per il fascino femminile.Questo"abbandono"post-ricovero mi ha fatto stare peggio.Confesso che quando ero uscito dall'ospedale avevo sottovalutato l'idea di rientrare in psicoterapia, visto che ero un pò rinato dopo un buio mortale e senza più l'ossessione del legame sentimentale spezzato,forse perchè avevo avuto l'impressione che potevo ancora piacere ad altre persone visto che questa sensazione l'avevo dimenticata da anni.Ora ho ricontattato la mia psicoterapeuta che mi ha ri-accolto (ho l'appuntamento subito dopo ferragosto),ma sono di nuovo ad un punto morto con la terapia farmacologica,deluso dal comportamento della psichiatra che praticamente mi ha abbandonato a me stesso, e con un peggioramento sintomatologico. Vista la mia lunga esperienza in fatto di psichiatri che non ha fatto altro che aumentarne la mia diffidenza da assertore convinto quale ero tanti anni fa,sarà arduo affidarmi a qualcuno che possa aiutarmi anche se dovrò farlo perchè sono imbottito di farmaci e ho necessità di rivedere questa terapia.La cosa più brutta che questa "invalidità"mi ha riportato a ripensare alla mia ex,ai mie fallimenti professionali e per la prima volta seriamente a pensare di non aver più nessuna speranza per il futuro ora che mi è negata anche l'intimità affettiva e sessuale che mi ha "tenuto a galla" in tanti momenti di questa mia difficile vita.Mi perdoni per tutto questo racconto,ma sono completamente solo.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signore,
ben ritrovato.

Nonostante le cure ed il tempo, leggo che il suo immaginario è ancora pervaso dalla sue ex e la sua realtà deserta di sensazioni, emozioni e sessualità.

( Il distacco fisico da questa donna è stato vissuto da me come una lacerazione oltretutto tutto il mio immaginario erotico continuava ad essere polarizzato dalla mia ex)

da questa sua richiesta, non è cambiato nulla?


https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/329952-l-immaginario-erotico-e-polarizzato-dal-pensiero-della-ex-fidanzata.html

Consideri che la farmacoterapia, compromette, se non estingue il desiderio sessuale, di questo aspetto dovrebbe discuterne con lo psichiatra che lo sta seguendo, del resto con un nostro Collega.

Diventa indispensabile approfondire il contenuto del suo immaginario e perché, nonostante il tempo, la sofferenza e l'assenza, questo continua a mantenersi vivido e presente, ma certamente non è possibile farlo online.

L’ “ anamnesi dell’immaginario erotico”, è una tappa molto delicata dell'indagine che uno psicologo\psicoterapeuta perfezionato in sessuologia effettua e, deve essere svolta con tatto e cautela, raccogliendo soprattutto informazioni sulle prime esperienze erotiche e sui fantasmi che queste hanno potuto generare.

Una seconda tappa anamnestica, investiga la natura del fantasma preferito, i fantasmi eccitatori pre-orgasmici ed orgasmici, le sensazioni che li accompagnano ( rabbia, ostilità, tenerezza, dominio, sottomissione) ed il grado di implicazione della persona nei propri scenari fantasmatici.

Psichiatra e psicoterapeuta sono i clinici a cui dovrebbe far riferimento, aspettando magari che passi agosto

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
la ascoltiamo volentieri e comprendiamo il sentimento di solitudine che la pervade.
Ha fatto benissimo a ricontattare la sua terapeuta, in effetti è sconsigliabile abbandonare la terapia ai primi miglioramenti, va invece continuata secondo gli obiettivi condivisi con lo specialista.

Per quanto riguarda la terapia farmacologia secondo quanto riferisce è opportuno che si rivolga nuovamente a uno psichiatra per una eventuale rivalutazione del trattamento.

Molti auguri e buon ferragosto
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Gent.me Dott.sse,
Vi esprimo la mia gratitudine per la comprensione verso la sofferenza profonda che traspare dalle vostre parole, avrei voluto, agli esordi della mia depressione circa 25 anni fa,essere indirizzato più verso la cura con la parola che quella col farmaco.Ma la colpa è solo mia se ho scelto quella strada da studente in medicina quasi alla conclusione degli studi,stroncati poi dall'impossibilità di concentrarmi e soprattutto disorientato dalla mancanza di qualsiasi spiegazione che desse un senso a ciò che mi era piombato addosso.So che non ha senso ripeterselo,ma pensando com'ero agli inizi della patologia e come sono oggi e pensando che in 25 anni ho seguito i dettami del fior fiore della psichiatria italiana, con conseguenti frustrazioni, speranze disilluse, sensi di colpa nonchè dispendio di energie,tempo,denaro, credo di aver sbagliato strada e se potessi tornare indietro ridimensionerei ai minimi termini l'intervento farmacologico almeno in una forma come la mia che, per quanto avesse avuto un impatto sulla mia vita, mi consentiva cose oggi,dopo 25 anni di farmaci,assolutamente impensabili.Per la gent.ma Dr.ssa Randone: è un piacere anche per me ritrovarla e ascoltare le Sue considerazioni che già in precedenza mi hanno indotto a riflettere, sulle conseguenze del legame sentimentale spezzato, tanto da pensare, ma non ancora l'ho fatto, di introdurre nel lavoro con la mia terapista, anche gli aspetti di carattere sessuale che in tutti questi anni di depressione, e anche in fase pre-morbosa hanno avuto notevoli implicazioni di cui io stesso non ero cosciente. Lei in primo luogo ha centrato quello che ora è uno dei motivi maggiori della mia sofferenza cioè che il mio immaginario è ancora pervaso dalla mia ex e che non riesco a distaccarmene perchè la mia realtà a causa della recrudescenza sintomatologica, la perdita di status e il conseguente isolamento è assolutamente deserta di sensazioni, emozioni e sessualità. Si, qualcosa è cambiato nel frattempo: durante il ricovero di un mese da me voluto in un Centro di Riabilitazione per i Disturbi dell'Umore,come dicevo in precedenza,l'uscita dall'isolamento,la socializzazione la simpatia dimostratami da persone dell'altro sesso hanno avuto l'effetto,fra le altre cose,di distogliere la mia attenzione e riaccendere il mio interesse altrove, riaccendendo in me la speranza di ritrovarmi come uomo e di poter liberare la mia mente dalla "presenza" mia ex. Ho considerato ciò un grande passo avanti. Purtroppo vivendo in una comunità protetta,in cui tutti hanno problemi simili e pertanto liberi dalla preoccupazione di dissimulare è più semplice essere se stessi, ma i problemi e i fantasmi riemergono nel momento in cui si torna all'esterno. Ed è quello che è successo a me, con l'aggravante che mi ero illuso di poter "agganciare" subito un nuovo inizio, avendo trovato una buona opportunità professionale a me consona, ma mi sono scontrato con la realtà cruda della mia debolezza e stanchezza psichica conseguenza di tutti questi anni di stress. Questo nuovo inizio avrebbe rappresentato un forte appiglio per riemergere per quanto possibile dallo stato depressivo profondo e riportarlo almeno ai livelli di compatibilità e gestibilità a cui ero abituato.Ma così non è stato ed io non so se ciò accade perchè è troppo presto dopo gli ultimi 3 anni infernali o è ormai "troppo tardi" data l'evoluzione della malattia stessa. La psichiatria non mi ha fornito una risposta. Credo, paradossalmente,di essere l'unico a sperarci e a crederci...Volevo aggiungere, Dr.ssa Randone, che Lei ha sollevato un aspetto molto importante e che mai in tanti anni alcun terapeuta ha messo a fuoco con me, quello dell'anamnesi dell’immaginario erotico nelle tappe in cui Lei lo ha indicato:ho sempre intuito che a livello inconscio esso fosse fra i responsabili del mantenimento delle fluttuazioni depressive, ma la deflagrazione avvenuta con il distacco psico-fisico lacerante con la mia ex ragazza, e la conseguente ossessiva polarizzazione erotico-affettiva, me ne ha fatto drammaticamente comprendere il ruolo. E non poteva essere altrimenti per chi, come me, per sfuggire alle sofferenze depressive non ha cercato rifugio in altri ambiti (dipendenze da sostanze,da alcool o altro), ma ha sempre sfruttato il proprio forte impulso sessuale accompagnato da un notevole immaginario erotico. Ma se ciò è stato spesso un determinante ausilio seduttivo e nel mantenere vivo un rapporto, adesso si è trasformato in un terribile boomerang psicologico ora che tutto ciò nella mia condizione mi è impossibile mettere in atto e vivere realmente. Un sentito ringraziamento per l'attenzione prestatami. Cordialità.
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Gent.le Dr.ssa Randone,
vorrei farle presente un aspetto che ho trascurato nei post precedenti riguardo alla persistente "presenza" erotica della mia ex compagna ancora a distanza di due anni dal completo distacco. La mia sofferenza sul piano affettivo si è lenita nel momento che l'illusione di un ritorno si è scontrata con la consapevolezza che lei ha nel frattempo avuto almeno un altro legame finito con lo stesso clichè con cui è stato archiviato il mio ovvero quello di non assumersi responsabilità definite e di defilarsi attribuendo al partner di turno una qualche colpa. Io cominciavo ad avere sentore di questo egoismo affettivo dalle sue affermazioni tipo "Io non ho mai cercato un ruolo nel rapporto di coppia tipo fidanzata, futura moglie ecc..." quando le facevo notare che certe sue storie passate con il ruolo di amante di uomini impegnati, o la disponibilità ad incontri occasionali non era per me molto rassicurante dal momento che con me era partita in quarta con una convivenza e propositi di matrimonio entro l'anno, propositi da lei comunicati apertamente all'esterno. Mi diceva che di aver trovato in me l'uomo che inconsciamente cercava, protettivo ma anche complice, capace di tirare fuori aspetti della sua femminilità nascosta e che "da sola le faceva paura ammettere", soprattutto capace di tener testa all'immagine di "femme fatale" con la quale lei ha sempre detto di aver giocato e con cui ha soggiogato uomini in apparenza sicuri di sè ("Tu sei l'unico che ha capito che io ho bisogno di essere domata..."). Al di là delle mie perplessità interiori per questo suo entusiasmo troppo precoce (dopo neanche 2 mesi) per una donna di 37 anni che si converte di colpo al ruolo più impegnativo quello di moglie con il desiderio di avere anche figli, e le mie inquietudini sui suoi comportamenti passati, resta però una realtà per me molto importante, ed è questo che ho omesso di far presente a Lei precedentemente: la tensione erotica con questa donna era in effetti molto forte e cosa importantissima io con lei, dopo circa 7 anni di vita sessuale inappagante perchè segnata dall'anorgasmia parziale o quasi sempre completa, io con lei raggiungevo l'orgasmo ed era come se avessi riscoperto il sesso in maniera totale, nonostante il massiccio impiego di farmaci antidepressivi, molto più che nel passato quando avevo altre partner con cui pur avendo desiderio, nessun deficit erettile, ma in compenso la mancanza di orgasmo per l'impossibilità di raggiungerlo. Con lei invece l'appagamento era totale. E non era solo per attrazione fisica, ma per un mix di implicazioni psicologiche in cui gran parte era dovuta a questi suoi inquietanti e controversi aspetti della sua personalità. Ed è proprio questo che mi tormenta e mi convince che la mia vita sessuale, nel momento in cui dovesse riprendere, è segnata da questa straordinaria seppur dolorosissima esperienza, e tornerà ad essere frustrante come lo era precedentemente. Perchè con le partner precedenti pur attraenti ma che certo non mi inquietavano soffrivo di anorgasmia da antidepressivi e per la depressione in sè, e con una donna che su di me esercitava attrazione ma che aveva anditi sconosciuti, la mia sessualità è riesplosa come non ricordavo da una decina d'anni? Le sarei grato se volesse darmi un Suo parere. Cordialmente.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signore,
la sua situazione clinica è abbastanza complessa, come già discusso in precedenza, andrebbe investigata con modalità più approfondite.

Online toglierebbe valore e significato al suo sentire, che va ben oltre il legame e l'attrazione erotica, vissuti nei confronti della sua ex compagna

La sessualità esplode, se amplificata dall'Amore, si ricordi che è l'unico sentimento che funge da amplificatore emozionale e da afrodisiaco......
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Utente
Utente
Certo, naturalmente, sono consapevole che una situazione clinica come la mia non può che essere valutata in modo approfondito e diretto. La mia constatazione di un dato di fatto fondamentale come la riscoperta dell'appagamento sessuale completo dopo anni di frustrazione, avvenuto a parità di quadro depressivo e terapie con i noti effetti e sebbene la successiva mancanza abbia dato origine alle sofferenze della sua privazione di cui abbiamo già discusso in precedenza, comprenderà che mi ha posto molti interrogativi. Siamo talmente bombardati da messaggi e pareri contrastanti circa la disgiunzione o meno di sesso e Amore, che siamo a volte costretti a mettere in discussione il nostro più profondo sentire, anche quando siamo riusciti a superare i condizionamenti personali e del mondo esterno. Per questo,per me, la Sua affermazione,proveniente appunto da un fronte specialistico e da un osservatorio clinico mi è di grande conforto ("La sessualità esplode, se amplificata dall'Amore, si ricordi che è l'unico sentimento che funge da amplificatore emozionale e da afrodisiaco......"), perchè mi conferma l'unica spiegazione che sono riuscito a darmi. E per chi soffre e lotta contro la depressione da anni, accorgersi che l'Amore riesce a travolgere l'anedonia insita in essa, è davvero un miracolo: qualcuno ha detto che la depressione è la condizione umana che più avvicina alla sensazione della morte, ma se l'Amore è in grado di riportarti, anche per un pò, in vita, non è solo la celebrazione di un sentimento ma anche quella di una speranza.
La ringrazio.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Le faccio tanti cari auguri per tutto.....
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