Attacchi di panico e depressione

Sono una ragazza di 18 anni e da un paio di anni ho manifestato degli strani sintomi, legati secondo me a una depressione adolescenziale. Ai tempi tempi non riuscivo a capire di che si trattasse, ma accanto le crisi di pianto manifestavo anche delle forti emicranie. Sotto consiglio di parenti i miei genitori hanno deciso di portarmi da un neurologo; mi sono sottoposta a un EEG, senza riscontrare niente. Mi vennero somministrati dei farmaci, il topiramato; ma le cose peggiorarono ulteriormente. Non mangiavo, passavo il tempo a piangere e dormire; non uscivo più di casa e non parlavo con nessuno. Ho tentato anche il suicidio. Vedendo la mia condizione si è deciso di interrompere il farmaco. Tutto ciò avveniva verso maggio. Ho avuto qualche mese di tranquillità, fino ad agosto. Ho ricominciato a piangere senza un motivo apparente, solitamente la notte. Non ho dato peso alla cosa fino a ieri; ero sola a casa e una profonda tristezza mi ha colpita, ho cominciato a piangere mi sentivo la testa pesante, non riuscivo a pensare lucidamente. La tristezza si è poi trasformata in dolore e il dolore in rabbia. Successivamente mi sono accasciata e il mio sguardo si è perso nel vuoto. Ho avuto una sensazione di vomito,ipersalivazione e tremori in tutto il corpo. Tutti gli oggetti che mi circondavano li vedevo come possibili mezzi per togliermi la vita. Questa crisi è durata circa 20 minuti. Adesso non so che fare se ignorare il problema oppure parlarne con qualcuno. La cosa che mi preoccupa è che potrebbe esserci una remota possibilità che si sia trattato di una crisi epilettica, anche se dubito.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
penso che la cosa migliore sia davvero parlarne con i tuoi genitori e sentire il vostro medico di base, se ritiene opportuno che tu ritorni a fare accertamenti di tipo neurologico.
Se così non fosse, suggerirei comunque di effettuare una consulenza presso un medico psichiatra che possa valutare di persona la situazione e decidere se sia il caso di intervenire farmacologicamente o effettuare ulteriori approfondimenti diagnostici.


Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
non saprei se sia corretto parlare di epilessia....
non la conosco ma di solito i sintomi sono altri.
Da un punto di vista psicologico, che ci compete di più condivido quanto detto dalla collega e cioè che un consulto psicologico o psichiatrico sia quanto di più opportuno, anche se propenderei per uno psicologo.
Oltre alla descrizione del suo stato "sintomatico" lei non ci fornisce dettagli circa la sua vita relazionale. Spesso i sintomi di cui parla sono il risultato di eventi relazionali.
Come va l'aspetto scolastico?
Come si muove nella "vita sociale"?
Che rapporto ha con i genitori?
Ha relazioni amorose?
Questi sono aspetti importanti nella vita di ognuno, specialmente alla sua età.
Il suo peso è decisamente sotto la "norma";
quale è il suo rapporto con il cibo?

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
dopo
Utente
Utente
Per quanto riguarda la scuola, mi sono diplomata quest'anno; anche se con difficoltà a causa di problemi di concentrazione. Adesso dovrei prepararmi per i test di ammissione all'università. Con la mia famiglia ho un rapporto abbastanza buono anche se non c'è molto dialogo, cosa che in questo caso sarebbe necessaria. Gli amici sono pochi ma ci sono e non mi faccio problemi a fare amicizia nonostante sia un po' timida. In campo sentimentale non ho mai avuto una relazione, soprattutto a causa mia poiché non voglio legarmi a nessuno. L' alimentazione non è proprio delle più salutari: alterno periodi nei quali mangio in continuazione, in altri invece sto giorni interi facendo solo un pasto e a volte nemmeno quello. Spero che ciò che ho detto sia di aiuto.
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
le rinnovo l'invito ad una consulenza di persona.
E' difficile on line poter "azzardare ipotesi" sulle informazioni che ci ha dato....
Lei è giovane ed il rischio in questi casi è che il problema si cronicizzi, divenendo poi più arduo risolverlo.
Trovo comunque "indicativo" che la crisi di maggio si sia accavallata con la preparazione dell'esame di stato, evento di per se stressante. Spesso i sintomi si intensificano in corrispondenza di stress. Non dico che la scuola sia la causa.
Rispetto alla vita sentimentale perché teme il legame? Vergogna, paura, scarso interesse?
Si interroghi anche sulle sue emozioni, sul significato che gli attribuisce oltre che sui sintomi.

Restiamo in ascolto
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dopo
Utente
Utente
Relazionarmi con l' altro sesso non mi è mai interessato. Questo mi portava ad allontanare i possibili pretendenti, ma sinceramente non mi importa molto. Preferisco avere affetto dagli amici, infatti molto spesso abbraccio le persone anche se le conosco poco. È possibile che tutto ciò sia collegato allo stress,però ogni volta che è un attacco è sempre più violento di quello precedente e questo mi spaventa.
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