Il mio problema...costituzione o psiche?

Salve. Il mio quesito nasce da l'ennesima esperienza di 'piccola depressione' che sto provando in questo momento. Dovrò dare qualche informazione su di me.

Da quando ho iniziato l'università (ormai 8 anni fa), ho iniziato a sperimentare fasi depressive 'forti', nel senso che per la prima volta avevo quell'incapacità di provare piacere, di vivere, di dare un senso alla mia vita di cui spesso si sente parlare. Attraverso vari consulti in seguito sono uscito da una fase difficile, comprendendo pian piano anche chi sono (tutto questo in diversi anni, tra uno psicologo e l'altro). Per un periodo ho creduto di avere un dipendenza dalla masturbazione, anche se diversi psicologi non si sono concentrati su quell'aspetto, che consideravano secondario. Dopo la laurea triennale, tentennando un pò, ho preso la difficile decisione di cambiare percorso e dalle Scienze Ambientali sono passato al disegno! Ora so che sto sfruttando un mio talento reale ( perché sono indubbiamente portato), e ciò è un bene. E so che la mia scelta iniziale è stata confusa e poco vicina ai miei reali interessi. Tuttavia, per il fatto che ho 27 anni e sto praticamente facendo quello che avrei dovuto fare a 20, la cosa mi pesa non poco ( e me la fanno pesare anche alcune persone vicine, come mia sorella, che però è mossa da atteggiamenti palesemente rancorosi/egoistici nei miei riguardi). Il fatto è che adesso so cosa devo fare, so anche che devo trovarmi almeno un lavoro part-time mentre i miei mi aiutano. Ma sto sperimentando di nuovo quella sensazione di mancanza di godere della vita, d'interesse in ciò che faccio, da quando la mia ragazza è partita per l'America per un master di quattro mesi. Mi sento molto male, solo ed abbandonato, malgrado al livello razionale so che non è così tragica la situazione (lei è molto seria e mi vuole molto bene). So che devo fare e so che è giusto che lei faccia questo master, ma spesso vedendo che è lontana e si diverte lì senza di me mi sento male (facebook aiuta molto in questo, con aggiornamenti continui sul suo stato).

Dopo questo preambolo passo al nocciolo della questione:

Oggi, nel totale malessere ho avuto l'idea di bermi un bel pò di caffé: come per magia la disperazione si è attenuata, mi sento anche più possibilista sul fatto che riuscirò a fare quello che mi piace e sopravvivere alla distanza di lei. La mia domanda è: ma se basta un pò di banale caffeina per farmi sentire un pò meglio, forse non dovevo rivolgermi a degli psicologi? Forse il mio problema è soprattutto costituzionale, di natura neuro-biologica. E se sì, cosa mi consigliereste di fare? Io continuo a conoscermi meglio ,miglioro dal punto di vista sociale-umano, ma questi malesseri prima o poi ritornano e sinceramente ne ho abbastanza.
Vi ringrazio della pazienza di aver letto il mio lungo sfogo, ed attendo le vostre opinioni.
[#1]
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile utente,
Non credo che un po' di caffeina cancelli la depressione, Altrimenti avremmo trovato un rimedio miracoloso e potremmo rinunciare a tutti gli psicofarmaci! Ne' credo che un caffè possa sostituire uno specialista della salute mentale! Potremmo andare tutti a spasso e cambiare lavoro, magari aprendo dei bar..chissà! Ovviamente, sto scherzando e spero che lei non se ne Abbia a male, ma. VOglio evidenziare che non trovo collegamenti tra un sorso di caffè e la depressione che si dilegua. Sul fatto costituzionale, invece, trovo che vi potrebbe essere una tendenza o familiarità all'aspetto depressivo, probabilmente rinforzato dall'ambiente o da modalità cognitive e comportamentali che sottolineano un approccio negativista e pessimista. Ho l'impressione che il riacutizzarsi della depressione, seppur lieve e sempre che si tratti di depressione, e' coinciso con la partenza della sua ragazza e il suo senso di solitudine e di timore di essere abbandonato. Infatti, uno degli aspetti della depressione e' collegato alla perdita, vera o percepeita come tale.
Come una tazzina di caffè ha prodotto una reazione positiva? Oltre alla caffeina, che e' un eccitante, potrebbe esservi anche il suo fermarsi un attimo, prendersi cura di se', darsi una tregua alle preoccupazioni Che la assillano ultimamente. Non ultimo, la cultura che ruota intorno al rito del caffè che lei, se e' di Napoli, sicuramente conosce.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa E.Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale.

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la veloce risposta. No, certo, la caffeina non può sostituire uno specialista. In effetti la storia del rito non l'avevo considerata (sì, sono di Napoli). Penso anche che l'ambiente in cui vivo possa favorire certi stati d'animo come dice lei.

Grazie ancora.
[#3]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

la caffeina è una sostanza psicoattiva, nel senso che i cambiamenti che produce nel corpo hanno una ripercussione anche nella percezione mentale.

Poi deve partire dalla considerazione del fatto che siamo comunque frutto della chimica biologica che ogni momento avviene nel nostro organismo.

Quindi la caffeina può averle dato quel senso di "sentirsi diverso": accelerazione battito cardiaco, aumento pressione etc etc tutti segnali corporei dell'attivazione fisiologica.

Se pensa quindi che la questione sia organica, deve rivolgersi ad un medico ed escludere che quella cosa che Lei chiama *depressione* non abbia una natura organica legata ad un qualche squilibrio biochimico.

Sa, è un pò come dire che se ho fame sono debole e quindi non ho forza (depressione), ma se mangio e riacquisto le forze ecco che sono attivo (normalità).

Tante squilibri biochimici corporei hanno come effetto la *depressione* da intendersi come reazione organica per fare meno e stare, come dire, in pausa, a ritmo lento. Daltronde se ho poca benzina e modero la velocità faccio più chilometri in più tempo, se accellero finisce prima.

In sintesi. Se ritiene che la questione sia biochimica allopra deve approfondire dal medico o dallo psichiatra per escludere carenze o caratteristiche organiche. Se tutto è a posto, allora può procedere con la ricerca dell'origine esistenziale del problema.

Comunque si legga questo blog, coerente con quanto da Lei scoperto:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2929-un-buon-caffe-aumenta-il-benessere.html

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#4]
dopo
Utente
Utente
In effetti un indagine a livello biochimico non l'ho mai condotta, forse è proprio il caso di farla.

Grazie per la risposta.
[#5]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

è importante farla anche per stabilire il tipo di intervento psicologico, sempre possibile, ma con obiettivi, modalità e finalità diversi, a seconda se si tratti di una questione costituzionale o psicologica.

A priori non è possibile stabilirlo... sarebbero opinioni, e non fatti, come quelli che vengono fuori dalle analisi biochimiche.

Ed anche escludere\includere cause biomediche aiuta nella diagnosi!

Una volta fatte le analisi, ci comunichi i risultati e sapremmo come intervenire anche psicologicamente!