Resitenza alla terapia e dubbi sul terapeuta

Gentili Dottori,vi scrivo,per l'ennesima volta,perchè non vengo a capo della mia situazione.Sto vivendo una situazione di stallo e di impasse nella psicoterapia,so che è dovuto a delle forti resistenze che ho al cambiamento,ma ho anche dei dubbi sul mio rapporto terapeutico e ho paura che si sia irrimediabilmente incrinato.
Lo psioclogo sostiene che dal punto di vista dei sintomi sono guarita(anoresia,personalità narcisistica,disturbo ossessivo -compulsivo di tipo fobico ipocondriaco)ma mi resta l'aspetto "emotivo,affettivo,insomma la parte più dura ,quella che dovrebbe portarmi alla crescita,alla consapevolezza emotiva,e la raggiungimento del mio vero sè.Vi riasumo la mia situazione:al momoneto attuale vivo in uno stato dissociativo,inizato tre anni fà e causato da penieri ossessivi e appresi da tecniche meditative.,sono in una fase di post grandiosità e identificazine con mia madre.Ho capito molto bene le cause e cosa dovrei fare,ma il punto è che non riesco ad inabissarmi nel profondo del mio problema ma continuo solo ad a evitarlo.Sono invasa da rimuginazine ossessive,sensi di colpa, e rabbia!Provo rabbia per me stessa,vergogna,perchè mi sono scoperta molto fragile,vulnerabile poco "eroica",perchè invece di reagiere e aggrapparmi tenacemente alla terapia per cambiare in meglio la mia vita,fuggo,metto la testa sotto la sabbia.Mi sento sola,abbadonata a me stessa,anche dal mio teraputa e sono entrata in un circolo vizioso,e di incomunicabilità!Continuo ad andare in terapia ma mi sforzo,e provo sentimenti di rabbia repressa nei confronti del mio terapeuta,anche perchè ho inziato a dubitare di lui non sentendomi sostenuta a capita in alcuni episodi,e sono arrivata apensare che forse dovrei affiancare a questa terapia anche un altro sostegno psicologico,o forse cambiare,terapeuta,ammesso che poi riesco a sbloccarmi...La mia vita sociale é molto limitata,riesco solo ad allaciare rapporti con persone molto molto intime e per di più mantendendo insime alla dipendenza un concomitante distacco emotivo.Il punto è che per sblocccare questa situazine a dirigermi verso il cambiamento e l'autonomia dovrei rinunciare a questa mia identità e personalità,ma non riesco a farlo,la sento mia(forse perchè egositnica?)è automatica e non mi reca fastidio,al contrario diventare qualcos'altro mi angoscia,mi spaventa e mi da sempre un senso di perdità di me stessa.,essere autonoma e matura per me significa anche rinuncira e a dele illusioni e dei bisogni,un bisogno che invece mi fa stere bene anche perchè solo adesso posso "finalmente" pemettermi di "avere qualcuno"da cui dipendere e non intravedo ,purtroppo,una relazione autonom a come benefica.Sono spaventata anche dalla complessità,dall'intesità e soprattutto dalla lungheza del percorso terapeutico e questo mi ha fatto perdere la motivazione,cosa che invce dovrebbe essere necessaria per il buon esito della terapia.Ma come faccio a trovare questa motivazione?da cosa dipende? Aspetto la spinta giusta,ma nulla...
[#1]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
<<ho inziato a dubitare di lui non sentendomi sostenuta a capita in alcuni episodi>>

Gentile Utente,

la cosa migliore è parlare di questi Suoi dubbi col terapeuta e valutare insieme eventuali variazioni da apportare alla terapia, compreso un eventuale invio ad altro professionista.


<<come faccio a trovare questa motivazione?da cosa dipende?>>

Probabilmente dalla forza di volontà che deve trovare dentro di sé per cambiare.
[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

la "resistenza" al cambiamento o alla psicoterapia stessa è un concetto che andrebbe valutato bene. Probabilmente lei sembra aver lavorato bene sul sintomo, ma apportare una modifica sostanziale alla struttura di personalità è un percorso ben più lungo. Questo non è detto però che sia sempre auspicabile e corretto in termini di "cura".

Lei dovrebbe comprendere quali aspetti della sua vita (quindi di sé) vorrebbe modificare per stare meglio, senza esprimersi in termini troppo clinico, tecnici insomma. Serve solo perdere di vista ciò che si sta facendo.

E' il suo psicoterapeuta che si rivolge a lei in questi termini? E' egli stesso a sostenere che lei ha delle resistenze? Che tipo di psicoterapia sta facendo?



Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Sì..è vero,noto che mi esprimo usando ei termini tecnici,essendo da anni in terapia e leggendo molto mi viene anche naturale usarli.Qualche volta il mio teraputa ha utilizzato tali termini,ma non non credo che abbia un vobolario "tecnico".

Di solito sono anche io che faccio mille ricerche su internt,,,delle resistenze lui ha confermato che tendo a difendermi e che dovrei tuteklare le mie difese ,,seguire i tempi.,fare un passettino per volta.Ecco di solito sono questie le parole che mi ripete spesso.Non so dirle di preciso che tipo di terapia sia,ma so di sicura che non è una terapia breve e non è una terapia psicoanalitica.Credo psicodinamica.
Quindi è possibile che questa motivazione,nonostante lo stallo duraturo,possa arrivare ancora?Temo di non superare questa fase e di nonpoter mai più tornare indietro.Inzialemnte sapevo di avere anche un problema di dipendenza.ma non sapevo che quando ci sare arrivata per me sarebbe stato così arduo e faticoso confrontarmi con questi aspetti della mia personalità esoprattto non credevo di essere sempre vssuta come anestetizzata!
[#4]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

il suggerimento che le posso dare è di evitare di informarsi al di fuori di ciò che potrebbe chiedere al suo psicoterapeuta. Pensare in questi termini troppo clinici, leggere di psicologia, psicoterapia o altri argomenti correlati è la RESISTENZA stessa.

Cerchi semplicemente di seguire il percorso psicoterapico così come le viene proposto dal Collega, se poi ha dei dubbi al riguardo, sarebbe opportuno che lei li rivolgesse direttamente nel contesto delle sedute. Nei parli apertamente.


[#5]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)Lo psioclogo sostiene che dal punto di vista dei sintomi sono guarita(anoresia,personalità narcisistica,disturbo ossessivo -compulsivo di tipo fobico ipocondria (..)

gentile utente al di là di quello che sostiene lo psicologo leì sente di non avere più questi problemi? Pensieri ossessivi, ipocondria, anoressia, sente che siano stati risolti? E' molto più importante il suo (di lei che scrive) vissuto e solo lei potrà effettivamente confermarlo o meno.
Se questi sono risolti non vedo perché bisogna parlare di resistenze dal momento che lei scrive
(..)dovrei rinunciare a questa mia identità e personalità,ma non riesco a farlo,la sento mia...è automatica e NON MI RECA FASTIDIO (..)

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#6]
dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
In effetti leggere troppi articoli a volte mi tranquillizza ma alte mi confonde.Diciamo che prima non ero così tecnica ,mi sono fatta una "cultura" da quando sono entrata in questa fase.Comunque sì.forse devo approfondire l'argomento col mio terapeuta,in tutta sincerità,trascinarmi in questa situazione mi crea malessere.

Per quanto riguarda la questione dei sintomi,allora posso dire che col cibo non ho più problemi da un pezzo,mi godo i piaceri della tavola in tutta tranqillità.Per quanto rigurda l'ipocondria e i pensieri ossessvi,la situazione è cambiata ,nel senso che non ho più ansia o forti attacchi di panico,ma sicuramente non vivo serena,la risolvo "non pensandoci", e gestendo la situazione,ma la paura rimane sullo sfondo.E' come se avessi gli stessi pensieri ma potendo decidere di non pensarci e fare finmta di nulla,a volte ci riesco meno,altre di più.Chi mi gurda dall'esterno,qualche amica per esempio, però mi percepisce come ansiosa e ipocondriaca., e con manie di controllo.Per esempio se fumo tanto ,mi dico che tutto è ok,ma poi cerco tranbquillazzioni,in passato avevo anche attacchi di panico.Mi piacerebbe ,da una parte ,trovare la forza di risolvere dal profondo queste mie paure,perchè so di essere fragile e se pe esempio mi immagino di diventare madre,penso che non riusicrei a gestire la situazione,anche se cercasi di gestire l'ansia o la paura.

Ho paura di confrontarmi con aspetti del mio passato che sento molto dolorosi,ma immaginco he se ci fosse una forte volotntà ,diventerbbe fattibile.,almeno credo.Non so ,da una parte vorrei essere aiutata e trovare l a spinta ,dal'altra mi dico che va bene così,ho anche paura di trascorre tanti altri anni e poi non ragiungere cmq nulla.Mi chiede se ne vale la pena....ma mi sento in copla per questi mei pensieri.Mi sento di sprecare una possibilità,,forse dovrei imparare ad osare di più,a diventare protagonista della vita,e anche più forte.Mi sento debole.



[#7]
dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Cmq mi chiedo se cambiando terapauta la mia situazione possa cambiare e forse trovare anche una maggiore motivanzione,.Vivo la sensazione di essermi come indipsettita nei suoi confronti,a tratti provo ancora tenrennza per lui,ma nell'ultimo periodo sono aumentati i momenti di rabbia,di astio...è come se mi sentissi giudicata per queste mie debolezze,io lo percepisco "forte",e siccome ormai lo conosco da anni ho capito che è una persona pratica,mi sento fastidiosa,lamentosa e incompresa, nel mio lato "poco attivo,teorico,e penso che aprrezza le persone più simili alui,più ,diciamo,portate alla reattività...Il punto è che non so se cambiando terapeuta,possa cambiare qualcosa in me,cmq lo sentirei come un fallimento perchè avevo inziato con lui,e con lui c'è stato un forte legame...
Fatto sta che mis ento in balia di me stessa e penso spesso ad un sostegno ,qualcuno che mi accopagni,anche se non dovessi lasciare il mio attuale terapeuta...ma ho paura di una maggiore confusione.
[#8]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>è come se mi sentissi giudicata per queste mie debolezze,io lo percepisco "forte",e siccome ormai lo conosco da anni ho capito che è una persona pratica,mi sento fastidiosa,lamentosa e incompresa, nel mio lato "poco attivo,teorico,e penso che apprezza le persone più simili a lui,più ,diciamo,portate alla reattività<<

questo fa parte del trattamento, ossia della relazione che si è creata tra di voi. Sarebbe opportuno che lei ne parlasse apertamente con il suo psicoterapeuta. Cambiare specialista non credo possa essere utile, senza prima aver risolto questi dubbi.



[#9]
Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile utente
come le hanno detto i colleghi cambiare Terapeuta senza parlarne con lui o lei, non servirebbe a molto, anzi, lascerebbe dei vissuti incompiuti non buoni per il suo percorso di vita. Può valutare invece insieme a lui o lei la possibilità di intraprendere un'altro tipo di percorso, o qualche colloquio da un'altro collega solo per un periodo o di aggiungere alla Terapia altre cose. Questo può far parte di un contratto Terapeutico ma tutto deve essere rigorosamente gestito e discusso con chi la segue adesso e la conosce bene.
Noi abbiamo pochissimi elementi per poterle dire qualcosa di più profondo e rischieremo soltanto di fare ipotesi. L'idea di scavare più nel profondo non è affatto sballata, ma se il suo Terapeuta ancora non lo ha fatto, forse si è accorto che non era ancora il momento, glielo chieda tranquillamente, rispettosamente e con fiducia e vedrà che troverà la strada giusta.
Cordialità

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

[#10]
dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Vi ringrazio per le vostre risposte.Cercherò di apririmi il più possibile con il mio terapeuta,penso che sia davero l'unica strada possibile per capire e sbloccare qualcosa.
Ancora grazie...
[#11]
dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Dottoressa Dei,mi scusi,ma torno perchè mi piacerebbe sarebbe quali possono essere le possobili ipotesi...
[#12]
Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile
le incollo una frase che le avevo trascritto sopra scusandomi per il ritardo, ma sono molto occupata.
"Noi abbiamo pochissimi elementi per poterle dire qualcosa di più profondo e rischieremo soltanto di fare ipotesi, sulla base di quanto lei ci riferisce da lontano. L'idea di scavare più nel profondo non è affatto sballata, ma se il suo Terapeuta ancora non lo ha fatto, forse si è accorto che non era ancora il momento, glielo chieda tranquillamente, rispettosamente e con fiducia e vedrà che troverà la strada giusta".

Aggiungo, poichè lei riferisce la domanda a me, che non mi è dato da qui sapere quali sono le motivazioni del collega e la linea clinica che segue, che di certo ha una sua coerenza epistemologica, nella quale, per il suo bene (cioè del paziente), non è giusto interferire.
Provi a parlare con lui/lei, vedrà che le servirà.
Mille auguri
[#13]
dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Dottoressa Dei la ringrazio ancora per le sue delucidazioni,mi scuso anch'io per essermi collegata con ritardo.Proverò ada pprofondire col mio terapeuta.
Mi auguro bene...
Saluti anche a lei.