Essere egoista nei confronti di una persona cara...

salve dottori, scrivo perchè ho un sentimento strano dentro di me.
è da quando sto con il mio ragazzo che per vari motivi non ho più delle amiche, sto sempre a casa, esco solo con il mio ragazzo.
Bene, lui ha qualche amico, tipo è andato in posto nuovo, da solo, nel giro di 2 e dico 2 giorni è riuscito a farsi altri amici, scambi di numeri ecc.. è una cosa che per quanto mi dovesse far piacere, mi ha dato fastidio... forse perchè io non riesco a farmi piacere , specialmente in poco tempo... in fondo, che colpa ne ha lui?
non riesco a spiegarmelo, più ci penso e più non riesco a darmi una risposta... e mi riesco solo a dire, che forse lui dovrebbe stare con me... non provo nemmeno piacere quando appunto riesce a trovare compagnia...
secondo voi?
ringrazio in anticipo
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<in fondo, che colpa ne ha lui? >

Gentile Ragazza,
appunto, nessuna colpa, è il suo modo di guardare a questo in relazione a sé il punto su cui occorrerebbe riflettere.

Il punto della situazione non mi sembra il suo rapporto, ma la percezione di inadeguatezza nei confronti di se stessa che traspare dalle sue parole nel confronto con l'altro.

Dando un'occhiata ai suoi consulti precedenti nella nostra area vedo che le è stato suggerito di rivolgersi a un nostro collega di persona.
L'ha fatto? Se non ancora, cosa la frena?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Anche io, come la collega, le suggerisco una consulenza psicologica.
Sentimento a parte, sicuramente sgradevole, una coppia non deve essere di tipo simbiotico, ma mantenere aree sane, private, riservate, autonome....la fusione e simbiosi porta asfissia....e dai legami asfittici, prima o poi si scappa....

La conoscenza di sè potrebbe aiutarla anche a stare bene in coppia

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
lo so che precedentemente mi era stato consigliato uno psicologo... e avevo pensato di farlo, ma qualcosa mi blocca... e anche qualcuno... il mio ragazzo... dato che nel caso solo lui potrebbe accompagnarmi... lui dice che secondo lui, una volta uscita da casa mia qualcosa cambia....ma lui si riferisce al fatto del mangiare ecc, ovvero che in un ambiente fuori da casa mia, inizierò a mangiare come si deve... per il resto spero che riuscirete ad aiutarmi voi, fin dove è possibile ovviamente.....
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Utente
Utente
un errore, nella richiesta...volevo scrivere "he forse lui NON dovrebbe stare con me...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

lei si è detta "egoista" nel titolo della sua richiesta di consulto, ma più che altro sembra che provi invidia (il suo ragazzo riesca a fare amicizia, lei no) e possessività (lo vorrebbe tutto per sé) che a sua volta può nascere dall'invidia e dal fatto che vorrebbe che foste sullo stesso piano, più che dal desiderio di chiudervi in un rapporto esclusivo.
Lei infatti teneva alle sue amicizie e in un precedente consulto ci dice di essere sola perchè ha litigato con tutti, e non di aver chiuso i rapporti perché, ad esempio, ritiene che quando ci si fidanza gli amici non servano più.

Penso che lei sia scontenta in generale dei suoi rapporti (e forse della sua vita) e che non abbia ben chiaro quello che prova, né che per cambiare le sue modalità di relazione deve lavorare su di sé e non può semplicemente seguire dei "consigli" generici.

Legga questo articolo per riflettere sull'opportunità di rivolgersi di persona ad un nostro collega:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/849-perche-non-andare-dallo-psicologo.html

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Ringrazio per le vostre risposte, Dr Massaro, vorrei sottolineare che o non ho mai detto che le amicizie non servono più quando uno si fidanza, anzi, altrimenti sarei stata felice cosi... forse l'ho scritto in senso ironico, ma non penso di averlo detto!
comunque si, sono scontenta, perchè non ho quasi nessuno... quando il mio ragazzo esce io rimarrò a casa...e con lui ci vediamo pochissimo, questo per dire, che quando lui uscirà con gli amici, io non avrò svaghi, starò a casa da sola... questo per me è umiliante. Sono sempre stata in compagnia di amiche, arriva il mio ragazzo e loro spariscono...insomma non è facile fare finta di nulla e allo stesso tempo essere felici perchè il mio ragazzo nonostante dica che non vuole avere tanta gente attorno si ritrova sempre ad averne....ed io che ne vorrei sono sola.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Certo, infatti ci ha detto che le spiace essere rimasta sola e che questo è avvenuto a causa di litigi e incomprensioni e non per sua scelta.

Come mai è successo questo?

"Sono sempre stata in compagnia di amiche, arriva il mio ragazzo e loro spariscono..."

Pensa che sia "colpa" del suo ragazzo se le sue amiche si sono allontanate?
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Utente
Utente
Non so, ad esempio, io mi sono fidanzata, ed ho fatto conoscere un ragazzo ad un'amica, lei si fidanza e piano piano si allontana da me, finchè poi non l'ho ripresa per il suo comportamento ed abbiamo litigato.
Con un'altra lei si è allontanata quando ha visto che io ero ancora fidanzata mentre con il suo ragazzo lei si era lasciata, si iniziò ad allontanare quando gli fece vedere la foto del mio lui e il giorno di capodanno ha visto che lo stavo festeggiando con lui... e glielo presentai tramite telefono... lei abitava un po' lontano da me, quindi non poteva stare con noi.. i genitori non la fanno andare quasi da nessuna parte...
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Utente
Utente
lei si allontanava sempre più, finchè non si fidanzò di nuovo, parlava di uscite a 4, poi si lamentò che io non gli parlavo della mia storia con il mio ragazzo... al mio compleanno non mi fece gli auguri(io al suo ,andai al suo paese, a casa sua, gli ho dato un regalo ed una lettera con la nostra foto) non pretendevo tutto ciò ma anche un uno squillo, e cosi io mi arrabbiai, sapevo che lo aveva fatto apposta a non farmeli...infatti quando l'ho cercata per dirglielo lei non si è scusata, anzi, ha detto che io non devo pretendere nulla perchè io non gli raccontavo nulla ed IO mi ero allontanata...insomma ha trovato scuse.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Forse si tratta di amicizie che, anche se fossero continuate, non le avrebbero dato particolari soddisfazioni.

Al momento studia, lavora o è inoccupata?
Ha occasione di incontrare persone nuove?
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Utente
Utente
Forse è come dice lei, ma erano amiche che sentivo sempre, ne avevamo passate tante insieme...le penso ancora e le sogno sempre, io ero affezionata a loro.
per ora nulla, ho lavorato per un' anno, ma i rapporti lavorativi sono stati pessimi, inizialmente andava tutto bene, poi per cose lavorative ci sono stati liti.
Per cui sto sempre a casa, esco solo quando c'è il mio ragazzo...anche se conoscessi qualcuno non saprei nemmeno più comportarmi, anzi non so nemmeno in passato come ero piena di "amici".... mi sono iscritta su un forum, ma riesco a legare solo con i maschi... :( ed io preferivo fare amicizie con ragazze.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Vedo dai suoi dati e da precedenti consulti che lei potrebbe soffrire di un disturbo del comportamento alimentare, che sicuramente influenza le relazioni con gli altri e ne è a sua volta influenzato.

I miei collghi le avevano suggerito già diverso tempo fa di chiedere aiuto a un centro specializzato in queste problematiche: l'ha poi fatto?
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Utente
Utente
no, la motivazione l'ho scritta stesso su questa consulenza, dopo la risposta della drssa Randone.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sì, ma la mia domanda riguardava l'essersi rivolta o meno ad un centro medico per la cura dei disturbi alimentari nel lungo periodo intercorso fra la sua richiesta di consulto (giugno 2012) in materia di anoressia e l'oggi.
Non si è quindi mai rivolta ad uno di questi centri, immagino per una sottovalutazione del problema, ma non posso che ribadire che i disturbi di quel tipo riguardano solo in parte l'alimentazione: sono disturbi pervasivi che incidono sulle modalità di relazione, sull'umore, sullo stato d'ansia e così via.

Di conseguenza anche la domanda che lei ci pone oggi può trovare una risposta in quella direzione: è combattuta fra l'essere contenta per il suo ragazzo e l'essere scontenta per sé stessa, fra l'essere altruista e l'esse egoista, fra l'andare e il rimanere e così via.

Spero che comprenda quanto sia importante occuparsi del problema nel suo complesso e non spezzettarlo, perché tutto è molto probabilmente collegato.
Se non deciderà di chiedere aiuto potrà concludere che la persona cara verso la quale è poco disponibile ed egoista è proprio lei stessa.
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Utente
Utente
Sì, infatti ho notato che in compagnia la mia alimentazione è normale, invece a casa mia(avendo alcuni disagi) o quando sono triste tendo a non avere molta fame e digiunare anche per molto tempo.
Il mio ragazzo voleva portarmi da un nutrizionista, ma lui sarà capace poi di capire il mio reale problema o si limiterà a darmi una dieta? perchè se magari lui poi mi indirizzasse anche da uno psicologo, forse il mio ragazzo se ne convince anche lui...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Intende dire che secondo il suo ragazzo non dovrebbe cercare aiuto psicologico perché tutto si sistemerà quando uscirà di casa?
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Utente
Utente
esatto, lui sostiene che è inutile andare dallo psicologo...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Come mai sta lasciando che sia lui a decidere per lei?
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Utente
Utente
lui è l'unico che mi può supportare se mai farò questa scelta, ed è l'unico che potrebbe accompagnarmi in eventuali incontri con la psicologa... insomma non mi sento sicura senza il suo appoggio.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Pensa che non le darebbe alcun appoggio se lei decidesse per sé stessa, come è giusto che sia, discostandosi dalle opinioni di lui?

E' successo altre volte?
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Utente
Utente
A volte si, tendo a seguire i suoi consigli anche quando sono dubbiosa... Se io gli dicessi che vorrei andare da uno psicologo mi risponderebbe che io non ne ho bisogno.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Questo configura un problema di relazione, dal momento che lei non si sente alla pari con lui e che tende a rapportarsi come una figlia piccola con il padre che decide per lei.
A proposito di questo, come vanno le cose con suo padre?
E' preoccupato per lei?
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Utente
Utente
Mio padre?
Da piccola con lui avevo un rapporto molto affettuoso, specialmente dopo che mia madre è andata via, ricordo che quando lui usciva io volevo stare sempre con lui (mi alzavo anche alle 5 per andare con lui a lavoro) a costo di stare con lui, quando usciva la sera e non poteva portarmi, ricordo che spesso avevo mal di pancia molto forte.
Ora, è un rapporto molto freddo, non mi difende quando i suoi parenti mi trattano male, tende sempre a trattare meglio mio fratello, a me tratta quasi come se fossi la colf della casa, ma so che cmq mi vuole bene lo stesso, anche se a modo suo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Perché non prova a parlargli?
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Utente
Utente
parlargli di cosa?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Di come si sente, del fatto che vorrebbe farsi aiutare, ma anche del fatto che le spiace che le cose fra di voi siano cambiate.
E' importante che suo padre ritorni ad essere un punto di riferimento per lei, che non può contare solo sul suo ragazzo e che passa la maggior parte del tempo in casa e quindi in famiglia.

Sua madre dov'è?
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Utente
Utente
no, ogni volta che gli ho chiesto di difendermi o di prendere posizione, non è mai stato dalla mia parte, l'importante è che venga trattato bene il figlio.
Mia madre a suo modo c'è, si è fatta una famiglia, e mi chiede di andare a mangiare a casa sua ed "occuparsi" di me, solo quando riceve critiche sul mio fisico. Tipo ora come tante altre volte, mi ha detto che il giorno devo andare a mangiare da lei... è durato 4 giorni, oggi già mi ha fatto capire che da domani dovrò mangiare a casa da mio padre...è sempre stato cosi, fin da piccola, sballottata a destra e sinistra credendo che io sono un pacco.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Penso che un eventuale discorso con suo padre dovrebbe essere più ampio della semplice richiesta d'aiuto che non può non contenere anche un'accusa per il fatto che da tempo non si occupa più di lei.
Le suggerisco di parlargli in generale della situazione e anche di chiedergli come mai ha l'impressione che si sia gradualmente allontanato, enfatizzando che si tratta prima di tutto di una sua impressione per evitare che la domanda si trasformi in un'accusa che non porterebbe a un discorso costruttivo.
Magari scoprirà che si è trovato in difficoltà e che ha pensato di non essere più in grado di capirla quando lei è cresciuta ed è diventata una donna, cosa che accade a molti padri, e che anche a lui spiace che la situazione abbia preso questa piega.

Sua madre cerca presumibilmente di fare qualcosa per lei, ma non ne è in grado: non è detto che sia insensibile alla sua sofferenza, è forse più probabile che non sappia che altro fare se non invitarla a mangiare presso la sua nuova famiglia.

In ogni caso se nessuno dei due ha la cultura e la preparazione necessaria, oltre alla sensibilità, per capire che il suo non è solo un problema relativo alla quantità di cibo che ingerisce, spetta a lei iniziare a prendersi cura di sé stessa.

L'anoressia (se il suo problema è questo) è una malattia che conduce a tassi di mortalità non indifferenti (oltre il 10%) e deve essere trattata come una patologia molto rischiosa qual è.
Probabilmente né il suo ragazzo né la sua famiglia hanno idea che lei non è solo molto magra, ma che rischia anche di morire, per esempio a causa dello squilibrio elettrolitico che si crea quando l'alimentazione è scarsa e può portare il cuore a cedere.

Non penso che a loro non importi di lei, penso che ritengano che lei è semplicemente una ragazza molto magra che fa i capricci e non vuole mangiare, ma che subito si convince a farlo se trova il cibo nel piatto (come succede da sua madre).
La consapevolezza del fatto che non si tratta solo di questo deve nascere quindi prima di tutto dentro di lei, e non ha importanza se loro ci metteranno molto a capire come stanno realmente le cose.
[#29]
dopo
Utente
Utente
ormai, si è formato un grosso disagio , imbarazzo nel parlare, sia con mio padre che con mio fratello... e a mia madre che dovrei dire? che eventualmente è colpa sua se ho dei disordini alimentari? in ogni caso penso di non essere anoressica, fisicamente forse si, peso 35 kg, ma mentalmente ancora no, forse la situazione peggiorerà quando nella mia vita non rimarrà più nulla.
I miei genitori non mi hanno mai fatto da supporto psicologico quando avevo problemi.
Lo aveva fatto solo una ex compagna di mio padre, che poi mio padre non ha saputo tenersi.. però questa compagna, capiva esattamente il disagio che c'era in casa, e come potevo sentirmi...
Io vorrei potermi non aggrappare a nessuno e fare da me, ma non riesco, è come se io avessi bisogno sempre di sapere che non sono sola.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"vorrei potermi non aggrappare a nessuno e fare da me, ma non riesco, è come se io avessi bisogno sempre di sapere che non sono sola"

Quella di appoggiarsi anche agli altri e trovare sostegno in loro è un'esigenza normale, che riguarda tutti, ma l'anoressia la fa diventare un bisogno superfluo come diventa superfluo il cibo.
La lotta per affrancarsi dal bisogno di mangiare va di pari passo con la lotta per affrancarsi dal bisogno degli altri, ma entrambe conducono solo alla morte, fisica o psichica.
[#31]
dopo
Utente
Utente
Quindi la soluzione è quella di andare dallo psicologo o quella di cercare di non aver bisogno di nessuno?
nel caso fosse lo psicologo, in cosa mi aiuterebbe realmente?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cercare di non aver bisogno di nessuno né del cibo sono due obiettivi patologici che fanno parte dell'anoressia, uniti al pensiero di essere superiori agli altri proprio per questa capacità di rinunciare a tutto, vissuta come dimostrazione di forza (mentre la sola cosa che si dimostra è la capacità di autodistruggersi, anche questa insita in ogni individuo).

Cercare aiuto e ammettere che se ne ha bisogno esattamente come chiunque altro è invece la strada giusta per uscire dalla sofferenza.

E' ancora in contatto con l'ex compagna di suo padre che le trasmetteva fiducia e dimostrava la capacità di comprendere la situazione?
[#33]
dopo
Utente
Utente
cercare aiuto in che modo? non le nascondo che quando qualcuno provava a interessarsi della mia situazione io in silenzio speravo sempre che andasse fino in fondo, invece poi mollavano sempre...quindi pensando che la mia situazione fosse futile di poco significato.
In ogni caso volevo ringraziarla di cuore, per avermi ascoltata e chiesto..
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Le persone che le stanno attorno non sono degli specialisti e non hanno la preparazione necessaria per aiutarla: cercare aiuto significa rivolgersi a un centro per la cura dei disturbi alimentari, ma se ha problemi logistici può rivolgersi in prima battuta al consultorio familiare del suo paese o della sua zona.
A questa pagina trova i link a tutti gli indirizzi: www.serviziodipsicologia.it/faq

Le raccomando di fare quel discorso con suo padre, perché rimanendo zitta e nascosta nel suo angolino non otterrà nulla se non di farsi ulteriormente del male.

Non mi ha risposto sulla compagna di suo padre: siete in contatto?
[#35]
dopo
Utente
Utente
Ho avuto una batosta anche da lei, dopo che si è lasciata con mio padre noi eravamo rimaste in contatto, andavo a casa sua, nonostante non fosse nella mia regione...
poi arrivano i miei 18 anni io l'ho invitata, mi ha detto giustamente che non sapeva se poteva venire, ma che mi avrebbe fatto sapere, ma non si è fatta sentire nemmeno per gli auguri... ora so che ogni tanto si sente di nuovo con mio padre... non porto rancore, ma quel periodo mi ha segnata, perchè mi sono sentita prendere in giro un po' da tutti e quindi anche da lei.
Avevo pensato anch'io ad un consultorio, ma per raggiungerlo ho sempre bisogno di qualcuno, io ho preso la patente, ma non ho nessuna intenzione di guidare, non mi sento sicura alla guida, nemmeno con qualcuno vicino.
[#36]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Anche per quanto riguarda la ex compagna del papà le suggerisco di parlare e chiarire, anche a costo di sentirsi dire qualcosa che non le piacerà, piuttosto che pensare che tutte le persone che ha attorno sono uguali e prima o poi la abbandonano come ha fatto sua madre.

Circa la possibilità di spostarsi autonomamente, se ha preso la patente significa che è capace di guidare, altrimenti non avrebbe passato l'esame, quindi non ha motivi *oggettivi* per non sentirsi sicura.
Può provare a superare la paura ricominciando a fare qualche piccolo tragitto, magari chiedendo aiuto a suo padre o al suo ragazzo.

L'iniziativa di cambiare le cose deve partire da lei, in qualunque senso, e implicherà sempre uno sforzo per superare ostacoli piccoli o grandi che le si parano di fronte.
Considerato però che sta vivendo male e nell'infelicità penso che attivarsi per stare meglio valga qualunque sforzo.
[#37]
dopo
Utente
Utente
Non so se parlare con lei cambi le cose, anche perchè mio padre non sa se farla tornare o meno...
Per quanto riguarda la patente, non so perchè non mi sento sicura..a parte che non volevo nemmeno prenderla la patente, poi mi sono detta "magari imparando a guidare poi mi piacerà", ricordo che dopo aver preso la patente, ero in salita e mi si è fermata la macchina, sono scesa e ho fatto guidare il mio ragazzo, mi prende l'ansia...
era già successo che la macchina mi si fermasse al semaforo (anche perchè la macchina del mio ragazzo ha alcuni problemi tende ogni tanto a spegnersi quando riparti dopo uno stop)
Io non so se riuscirò mai a cambiare, una parte di me sta bene così, l'altra è incerta...
[#38]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Quello che conta è che lei abbia qualcuno a cui rivolgersi e dal quale sentirsi compresa, per questo le suggerisco di recuperare il contatto.

Quanto mi dice è sicuramente parte del suo problema:

"Io non so se riuscirò mai a cambiare, una parte di me sta bene così, l'altra è incerta...".

Non è strano che lei si senta in parte affezionata a questa situazione, per due motivi:
- anche nella sofferenza ci sono lati positivi (come quello di potersi autocommiserare, di non ricevere ulteriori richieste dagli altri, di non farsi carico di altre responsabilità)
- il cambiamento è sempre impegnativo, anche quando avviene in senso positivo.

Sta a lei decidere se in fondo la sua vita le va bene così o se non è più disposta ad andare avanti in questo modo.
[#39]
dopo
Utente
Utente
Forse allora ho paura delle responsabilità... ma l'ho sempre avuta sin da quando mia madre ha lasciato casa e mio padre sperava sempre che crescendo me ne sarei occupata io, alché lo faccio, ma non mi ci impegno molto, mi arrabbio quando pretendono che devo fare le cose appunto come se la responsabilità è mia. ecco forse non sono matura e nè responsabile, ma non è colpa mia se la prendo così...
forse ho paura di cambiare, non mi sentirei io... forse... non lo so.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sua madre se n'è andata parecchio tempo fa e lei si è ritrovata nella posizione di prendersi molte più responsabilità del dovuto e che non le sarebbero spettate, tanto che oggi gestisce la casa e la vita familiare come se avesse sostituito sua madre invece di pensare al suo futuro: quella però è casa dei suoi genitori, non sua, e anche se cooperare è necessario non è invece giusto che tutto sia sulle sue spalle.

Non penso quindi che lei possa avere un rifiuto delle responsabilità in generale, ma che a volte i problemi consentono di evitarsi ulteriori richieste.
Se ad esempio lei guidasse le potrebbero chiedere di fare commissioni che ad oggi non è in grado di svolgere perché non guida.

Guidare però significherebbe anche rendersi autonoma, poter andare dove vuole, trovare un lavoro non raggiungibile con altri mezzi, frequentare luoghi dove oggi da sola non arriva.
E' insomma una grande opportunità della quale spero lei possa entrare in possesso il prima possibile.
[#41]
dopo
Utente
Utente
Questa sua risposta, soprattutto la prima parte, mi consola molto, io infatti avevo paura che in un futuro, se mai mi fossi sposata avrei fatto la stessa fine di ora, e quindi considerata come una che non vuole fare... almeno posso sperare che in altre circostanze forse non sarò cosi.

Per la patente non so, ho paura,magari ora non ne sento l'esigenza, rimandiamo anche questo in un futuro, sperando che rimanda rimanda e poi rimango al punto di partenza.
[#42]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Poter usare l'auto per andare in terapia non può essere un motivo sufficiente per riprovarci?
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