Separazione-farsa dei genitori

Sono una ragazza di 25 anni, e sopporto una crisi familiare tra i miei genitori da qualcosa come 10 anni.
Mio padre è uno di quegli uomini più interessati ai proprio desideri e bisogni che a quelli di mia madre, un ex-insicuro che adesso pare essere in grado di criticare chiunque come se lui fosse meglio di tutti . Mia madre invece è una donna debole e passivo-aggressiva, sempre pronta a dare la colpa agli altri, schiava e servile nei confronti dell'altrui persona, aspettandosi la stessa cosa dagli altri. Una coppia male assortita, non c'è che dire.
A loro dire, si amavano, ma mi sa che la cosa si sia esaurita ben presto.
Tuttavia ancora si riusciva a tenere le fila. Il problema è giunto quando la madre di mia madre ha iniziato a mostrare segni di demenza senile. Mia madre si è trasformata in una badante, correndo all'ospizio ogni sera per farla mangiare, lavarla e metterla a letto, arrivando a casa ben dopo le 10 di sera. Tutto questo fino alla morte di mia nonna, dopo 7 anni. Mio padre si è trovato un'amante.
Mia madre ovviamente non è in grado di sopportare la cosa, si è data all'alcolismo assumendo un comportamento "altalenante": quando se ne dimentica tutto bene, appena mio padre tardava 5 minuti, o spariva senza dire dove andava, o qualsiasi altra cosa, era la crisi. Litigi, botte, urla, piatti rotti. Io e mia sorella nascoste nelle nostre camere, sperando che non vi irrompesse per sputarci contro odio e accuse, per poi il giorno dopo dirci che ci vuole tanto bene, dirci che siamo bellissime. Come crederle?

La vita prosegue, io vado all'università, fuorisede, ma torno tutti i week end, presa dal senso di colpa. Ho bisogno di controllare cosa succede a casa.
Qualche mese fa la svolta. Dopo un litigio a cui non assisto, mio padre va a vivere nell'appartamento a fianco.
Sarebbe una separazione, peccato che mio padre continui ad apparire ogni tanto a casa come se nulla fosse, e allo stesso tempo può avere momenti per sè per fare quello che gli pare. Tipico del suo egoismo.
Mia madre rimane sola, essendosi chiusa in casa per anni ed avendo tagliato vita sociale e rapporti per colpa di mia nonna.

Io non so proprio come accettare la cosa.
Da un lato mio padre, l'unico che durante l'adolescenza è riuscito ad essermi di supporto e sostegno, e che ha ascoltato le mie paranoie, a volte con più pazienza (quando era in buona) a volte con meno (quando litiga con l'amante). Allo stesso tempo però si è comportato malissimo con mia madre, l'ha trattata da schifo in tutti questi anni, senza rispetto alcuno per lei in quanto persona e in quanto donna. Si è trovato un'amante e so che vorrebbe solo andarsene da casa.
Dall'altro mia madre, una donna debole e sola che ci ha solo servite come una schiava, che non è mai stata di supporto, dicendo sempre che la colpa era nostra per qualunque comportamento altrui. E che ora ha solo me e mia sorella come ragioni di vita. Ma è comunque mia madre e le voglio bene.
Soffro troppo per questo, non riesco a tornare a casa.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Ho bisogno di controllare cosa succede a casa.
[...]
Io non so proprio come accettare la cosa.
>>>

Il punto è proprio questo: devi iniziare a pensare di essere non più una figlia-bambina, le cui sorti sono in tutto e per tutto legate a quella dei tuoi genitori, ma una persona adulta (hai già 25 anni) che da ora in poi si suppone voglia crearsi una vita propria. O mi sbaglio?

I genitori perfetti non esistono, così come non esistono figli perfetti. L'idea del genitore perfetto è purtroppo un ideale infantile, destinato prima o poi a infrangersi per chiunque. A te sta succedendo in modo più traumatico, ma la direzione è la stessa.

Rivolgiti a uno psicologo, se non sei in grado di farcela da sola.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Il problema è che non riesco a conciliare la visione che ho io di mio padre, per come si è comportato nei miei confronti, con quella che mia madre mi trasmette di lui, tramite insulti e cattiverie. Questo perchè so che, sebbene con me e mia sorella sia stato molto buono, con mia madre abbia avuto comportamenti orribili.
Gli voglio bene e lo disprezzo nello stesso momento, è con questo che non riesco a scendere a patti. Non riesco a dire "gli voglio bene nonostante tutto". Mi sento come se mi raffrontassi ad una persona falsa, non sopporto la sua finta simpatia e il fatto che possa anche solo toccarmi.

Inoltre non riesco ad essere di supporto a mia madre, perchè il suo intero essere mi infastidisce.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ma infatti il non riuscire a conciliare nella stessa persona i lati che amiamo di lei con quelli più sgradevoli, se vogliamo è una forma di rigidità. Un perfezionismo - in questo caso da figlia - che ti fa dire: "Lui NO, per favore... non può, non DOVREBBE essere così!"

In altre parole ciò che ti manca di fare è un bel bagno di realtà.

Detto in modo semplice e un po' rude, devi imparare che non tutto ciò che vogliamo si avvera.

Poi c'è l'altro lato, complementare al primo, quello della colpa: mentre vorresti che tuo padre si adattasse in tutto e per tutto all'immagine idilliaca che ne porti dentro, e provi rabbia perché ciò non avviene, verso tua madre provi forse un po' di colpa, perché "il suo intero essere ti infastidisce", ma senti che dovresti esserle di supporto nonostante tutto.

Infatti apparentemente è lei la vittima, e tuo padre il carnefice. Certo sarebbe tutto più "semplice" - sempre apparentemente - se le parti fossero invertite, se fosse cioè stata tua madre a tradire tuo padre.

Ma non sono comunque problemi che si risolvono per email... dovresti trovare la forza di rivolgerti a uno specialista, se ritieni di non riuscire a venire a patti con le tue emozioni.
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dopo
Utente
Utente
In fondo cerchiamo tutti dei modelli da seguire.
La ringrazio per il suo parere, cercherò di rifletterci sopra.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È vero, ma il modello che può fornirci un genitore non sempre vale per la vita.

Di solito succede anzi l'opposto: che molto presto ci si rende conto che anche loro sono esseri umani, ossia intrecci terreni di virtù e miserie.

Ciò succede, dal punto di vista della natura, perché l'essere umano nasce fondamentalmente inetto. Ha bisogno di qualcuno che si prenda cura in tutto e per tutto di lui per molto tempo, rispetto alle altre specie, anche per imboccarlo. E così è facile convincersi che i genitori siano una specie di dei scesi in terra.

Quando invece ci rendiamo conto che le cose non stanno proprio così, significa che stiamo iniziando a crescere. Purtroppo però succede di incepparsi in questa fase; non si vuole lasciare andare l'immagine idealizzata che ci siamo costruiti di loro, che per il bambino coinvolge tutti ogni aspetto della vita: emozioni, sentimenti, condotta morale ecc.

Invece probabilmente è giunta l'ora di cercarsi altri modelli. E magari altri obiettivi.