Litigi e scontri con i miei genitori...e come dirgli del desiderio di voler convivere?

Buonasera,
dall'anno scorso (da Luglio ad essere precisi esattamente dopo la mia laurea) ho iniziato ad avere problemi con i miei genitori, in particolar modo con mia mamma.
Prima di tutto ciò avevo la possibilità, chiedendo sempre ai miei genitori per la disponibilità della macchina, di passare il sabato sera a casa del mio moroso che vive da solo e poi tornare a casa il giorno dopo. Dopo quel fatidico luglio tutto si è capovolto: ogni volta litigi e lotte per uscire e stare con lui, e aver accennato del voler andare a convivere non ha certo agevolato le cose. La risposta che mi era stata data era che fintanto non avessi un minimo di stabilità economica fosse impensabile che io andassi a convivere, discorso che mi vedeva d'accordo.
Adesso con l'anno nuovo inizierò ad andare al lavoro (fortunatamente) ma i litigi si sono sempre più inaspriti, ogni cosa che faccio che sia andare dal mio moroso e passare del tempo con lui o avere altre attività, li incattivisce; mio papà scherzando continua a dire che "ormai sono persa" e mia mamma si arrabbia ogni giorno di più e sono sempre più preoccupata di quando (lavoro permettendo) arriverò a dirgli che voglio andare a convivere.

Ps: il mio moroso lavora e dove lavorerei è vicino a dove abita lui perciò sarebbe anche "funzionale" in termini di spese e consumi...

Ho paura e ci resto male perchè mia mamma a 18 si è sposata e non penso che i suoi genitori abbiano colto subito con gioia la cosa...lei ha fatto quello che voleva pur senza avere un lavoro, perchè io pur dimostrandogli che voglio pianificare bene i miei passi non ho la stessa libertà?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
le decisioni che riguardano la sua vita dovrebbero essere prese in modo autonomo, con consapevolezza si intende, data la sua età.

Può essere che i suoi genitori temano per la possibilità che non riesca a mantenersi, così come che fatichino a lasciarla andare, come sembrerebbe.
E' figlia unica?
Com'è il rapporto con i suoi genitori?
Che parere hanno sul suo fidanzato? E che tipo di rapporto intercorre tra lui e loro?





Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
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Gentilissima Dr.ssa,
La ringrazio per la gentile risposta.
Ha ragione le decisioni che riguardano la nostra vita devono essere prese in autonomia, ciò che da anni cerco di capire è per quale motivo i miei non mi sostengano...non è solo da quando sono assieme con il mio attuale moroso, ma in tutto, all'università così come alle superiori e in qualunque frangente mi hanno sempre osteggiato verbalmente parlando, perchè economicamente comunque mi sostenevano ma psicologicamente non c'è mai stato un loro interesse verso le mie attività o ciò che mi potesse interessare.
Non sono figlia unica, ho un fratello più piccolo di 3 anni nei riguardi del quale fin da piccoli ho sempre visto un atteggiamento diverso dei miei genitori: di totale apertura e accettazione verso di lui e di continua negazione o ostacolo verso di me.
Nei riguardi del mio moroso sono sempre stati positivi, solo quest'estate mia mamma aveva iniziato ad accanirsi quando ha saputo dell'ipotesi della convivenza.
Di fatto in realtà tra di loro c'è un buon rapporto, parlano molto e si confrontano anche su questioni come il lavoro piuttosto che alcune scelte fatte dal mio moroso per abitare da solo (ovvero il fatto di aver accettato un onere come il mutuo e di portarlo avanti da solo senza chiedere aiuto ai suoi parenti dimostrando così di essere una persona con la testa sulle spalle).

E' solo nei miei riguardi che non capisco questo loro atteggiamento...