Paziente che non vuole guarire

Dopo lunghi anni di psicoterapia psicoanalitica mi trovo in uno stato depressivo,(prendo anche antidepressivi) e il mio terapeuta è arrivato alla conclusione che non voglio guarire. Già Serena Zoli in un suo libro ironizzava su queste parole a lei rivolte da un analista. Ma che significa in realtà non voler guarire?
Grazie della risposta.
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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 13 31
Gentile utente, non possiamo sapere cosa intendesse dirle esattamente il suo terapeuta, potrebbe chiederlo a lui, l'ha fatto?

In generale si può però dire che a volte effettivamente il paziente può essere poco motivato ad intraprendere un percorso e persino a liberarsi dai suoi sintomi in certi casi, che evidentemente, consentono un vantaggio secondario per quanto disfunzionale.

Provi a sentire il parere di un'altro terapeuta magari cambiando anche orientamento così da verificare la possibilità o meno delle affermazioni del collega.

In ogni caso non ha senso, a mio parere, insistere con una strada, soprattutto se - come scrive - dopo molti anni ritiene che non le abbia portato alcun risultato. O ha ottenuto dei risultati? E se si, in che termini? Questo va compreso poiché è giusto sapere, che non sempre si può guarire completamente e che in alcuni casi anche un semplice miglioramento dei sintomi può essere già un grande risultato.

Infine, lei ha fatto un percorso psicoanalitico o una psicoterapia psicodinamica?

Cordiali saluti

Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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dopo
Utente
Utente
Si ,certi risultati sono stati conseguiti nei termini di una diminuzione dell'ossessività, forse mi devo accontentare di questo.
La mia è una psicoterapia psicodinamica.
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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 13 31
Se per ossessività intende una diminuzione di un disturbo ossessivo si tratta di un risultato non indifferente e affatto scontato.

Ad ogni modo una psicoterapia non può durare troppi anni. Cerchi di riformulare con il collega il tipo di relazione professionale, magari lei ha ormai bisogno solo di un sostegno e può allora diradare gli incontri.

Se invece avesse necessità di una nuova psicoterapia, dovrebbe rivolgersi ad un altro terapeuta.

In generale però dobbiamo ricordare che anche in psicologia, così come in medicina, a volte bisogna anche essere messi in grado di capire - toccherebbe al terapeuta farlo in modo obiettivo e in tempi relativamente brevi a decorrere dall'inizio della terapia - quali e quante sono le effettive possibilità, ed in che termini, di miglioramento. Non sempre, infatti, si può guarire completamente da alcune forme patologiche, soprattutto se particolarmente morbose e se presenti da molti anni. Pertanto, come dice lei, bisogna anche accontentarsi certe volte. Ma francamente non saprei dire se è questo il caso o meno.

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 121
gentile utente le consiglio questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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