Attacchi di panico e infarto

Gentili dottori,
sono una persona ansiosa e circa due anni fa avevo sofferto di attacchi di panico, ma il problema si era risolto dopo una terapia farmacologica, e da quasi di due anni non avevo avuto più attacchi.
Un paio di settimane fa, mio padre ha avuto un lieve infarto, di cui praticamente non si era accorto (tanto è vero che è passata quasi una settimana tra i primi sintomi e la visita dal cardiologo che gliel'ha diagnosticato), che per fortuna si è brillantemente risolto. Io però mi sono spaventato quasi più di lui, e un po' per lo spavento, un po' per lo stress di questi giorni, ieri sono ricaduto nel 'tunnel' dell'attacco di panico.
Ora, io sono sicuro quasi al 100% che quello di ieri fosse 'solo' un attacco di panico, avevo imparato a riconoscerli e un po' anche a gestirli, e so anche che la paura di avere un infarto è uno dei sintomi più tipici (due anni fa avevo fatto tutti gli esami, che avevano escluso problemi cardiologici). Però, con quello che è sucesso a mio padre, adesso c'è una paura in più: non posso fare a meno di pensare che se è successo a lui, può succedere anche a me, e ieri mi sembrava di avere tutti i sintomi che aveva avuto anche lui (che erano stati sintomi molto leggeri, solo un po' di dolore al petto e alle spalle e un malessere generale, che poi però era passato, tanto che quando poi dopo qualche giorno ha fatto per sicurezza la visita cardiologica, non aveva più nessun dolore ed era del tutto tranquillo), associati però ai 'soliti' sintomi dei miei attacchi di panico (senso generale di angoscia e paura, tremori in tutto il corpo, giramento di testa, ecc.), che dopo un po' sono passati.
Ora io, da una parte non vorrei allarmarmi e allarmare chi mi sta intorno più del necessario, dall'altro lato non posso fare a meno di essere un po' preoccupato e ricominciare a domandarmi 'ma questa volta sarà stato solo un attacco di panico o ci sarà qualcos'altro?'. Volevo per questo chiedere un consiglio sul da farsi.
Mi scuso per la lunghezza della domanda, che forse è un po' confusa, ma spero di avere esposto bene il problema.
Grazie in anticipo e un cordiale saluto
Emanuele
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
spesso la sola terapia farmacologica non è sufficiente per affrontare un disturbo ansioso. Infatti i farmaci agiscono sui sintomi e non sui processi psicologici che li innescano.
A quanto pare lo stress causato dal lieve infarto di suo padre, unito all'aggancio che questo evento ha con una sua "vecchia paura", hanno riattivato le rimuginazioni tipiche dei disturbi ansiosi ("avrò anche io un infarto?", "le sensazioni che provo sono l'anticamera di un problema più grave?").
Il consiglio sul da farsi che possiamo suggerire è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta di persona, in modo tale da poter agire non solo sull'urgenza ma anche sui fattori psicologici che possono innescare una ricaduta.
Le allego un link sul rapporto tra panico e paura:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1835-il-disturbo-di-panico-ed-il-rapporto-con-la-paura-l-importanza-delle-emozioni.html
Spero possa esserle utile.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#2]
dopo
Utente
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Caro dott. Mori,
grazie per la sua risposta. Sì, in effetti penso che sia come dice lei, che quello che è successo a mio padre e lo stress che ne è seguito (come le dicevo sono sempre stato una persona ansiosa, anche se fino a due anni fa la cosa non si era mai manifestata in questa forma 'drammatica'), ha fatto riaffiorare vecchie paure, scatenandomi di nuovo il panico. Spero naturalmente che si sia trattato solo di una cosa sporadica: oggi finora sto bene (anche se gli attacchi, e in generale l'ansia, tendevano sempre a presentarsi alla sera, spesso anche quando ero già a letto).
Preciso che avevo gradualmente interrotto la terapia farmacologica, d'accordo con il medico, da circa 6 mesi, proprio perchè mi sentivo bene e non avevo più avuto attacchi; avevo soltanto le pastiglie di ansiolitico che da allora porto sempre con me e che ieri sera mi sono servite per superare l'attacco.
Comunque è vero che, visto anche questa ricaduta, sarebbe forse il caso di rivolgermi a uno specialista per curare più in profondità le cause del mio disturbo, anche se c'è sempre una certa resistenza a rivolgersi a uno psicologo.
Grazie ancora e un cordiale saluto.
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