Qual è l'atteggiamento migliore per affrontare mia madre?

Gentili Dottori,
sin da quando ero bambina, ho sempre dovuto adattarmi agli atteggiamenti di mia madre. Ha spesso cambi repentini d'umore, da atteggiamenti bruschi e irruenti (rispondere in maniera sgarbata) passa ad atteggiamenti positivi (sta ad ascoltare). Non ho mai davvero saputo bene come comportarmi, ma neppure altre persone che la conoscono. Perde la pazienza facilmente, è come una corda di violino bisogna star attenti a quello che le si dice, quando le si vuole raccontare qualcosa e lei dà un consiglio su cui magari ribatto dicendo che non sono sicura, immediatamente perde le staffe perché per lei le cose sono così e basta. Non è mai contenta, torna spesso arrabbiata dal lavoro se ha discusso con qualcuno o se la giornata non è andata bene e continua a lamentarsi e a ripetere fino allo sfinimento quello che è successo e non prende mai iniziativa per risolvere la cosa e se glielo si dice ci aggredisce verbalmente, oppure felice e allegra se invece è successo qualcosa di piacevole, e ovviamente riversa questi atteggiamenti a casa che sfoga con me o con mio padre. Spesso mi giudica, che sia il versante fisico o il versante delle scelte o azioni che faccio, anche quando non le chiedo nessun consiglio e sicuramente la cosa non mi rende sicura, se devo cambiarmi d'abito a volte vado in un'altra stanza per paura che mi osservi e mi dica qualcosa, penso sia anche per questo che sono una ragazza molto insicura e con poco autostima. Giudica oltresì mio padre che per evitare i suoi commenti a volte esce. Ho sempre vissuto con lei, perché mio papà, sin da quando ero bambina, è sempre stato poco a casa per via del lavoro. Io non so che fare, sinceramente sono stanca, mi destabilizza e ho notato che a volte ho dei suoi atteggiamenti che però prontamente correggo (il perdere subito la pazienza o il rispondere bruscamente). Stamattina era arrabbiata per via di mio padre (ha perso il lavoro e non è neppure intenzionato a cercarlo, gioca d'azzardo ed è inutile spiegargli che non ci si guardagna da vivere così e prontamente risponde che a 50 anni suonati non lo prenderà più nessuno a lavorare, se però si presenta l'occasione non vuole andare, dice per dignità perché lui vuole il suo vecchio lavoro) ed è uscita da casa per andare al lavoro facendo ovviamente commenti su di lui dicendo che è un rammollito, che deve far tutto lei, e su di me, sul mio aspetto fisico e dato che non le rispondevo ha cominciato a far commenti anche sulla mia situazione (sul fatto che non sia fidanzata e abbia pochi amici e poche cose da fare oltre a studiare). Risponderle è inutile, esce il suo lato bambino durante le discussioni, non ascolta e vuole aver ragione a tutti i costi, ci aggredisce verbalmente, a volte alza le mani. Io non so cosa fare, vorrei davvero non sentire più le sue parole, che mi scorressero addosso o che potessi avere dei tappi alle orecchie. Come posso comportarmi?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
il rapporto tra figlia femmina e madre, quindi con il genitore omologo, è sempre molto delicato e spesso conflittuale…..

Sarebbe utile mantenere una certa distanza di sicurezza …per non farsi troppo male e dedicarsi al suo benessere psico/fisico.

Ha amici, un amore, degli hobby?

Ci dica qualcosa di lei…oltre che di sua mamma…

Che rapporto ha con suo padre?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Ho degli amici, in particolare una amica del cuore a cui racconto quasi tutto, ho anche altri amici conosciuti nell'ambito universitario, però tendo a legarmi sempre ad una persona in particolare, con chi mi fa sentire a mio agio e me stessa, quindi ho legato maggiormente con una ragazza anche se ultimamente ho difficoltà con lei perché sta un po' addosso e non sopporto la pressione. Poi solo persone con cui parlo ogni tanto, ma comunque in maniera intensa o al contrario molto poco. Un amore non lo ho, o meglio, essendo molto timida sin ora ho avuto un solo ragazzo con cui ho avuto un tira e molla (è una persona che vuole i suoi spazi, la sua libertà e indipendenza, non vuole legarsi molto, è più grande di me, ad oggi però ci siamo nuovamente lasciati e penso che sia la volta definitiva). Ammetto che ho un pochino paura di conoscere altri ragazzi perché in un certo senso mi fa paura allontanarmi da questa situazione, restare sola e buttarmi in una nuova storia e quindi tendo a dirmi che solo lui mi vuole/voleva, che nessun altro mi vorrà e che resterò sola o che prima che capiti di incontrare qualcuno passerà del tempo (e aspettare mi dà fastidio).
Ho degli hobby, mi piace a volte leggere, scrivere (anche se non riesco più come un tempo per dei motivi) ascoltare la musica (mi piace proprio tanto, mi aiuta poi a volte a fantasticare), a volte guardare film o telefilm a cui mi affeziono.
Con mio papà sono sempre stata legata, probabilmente perché l'ho sempre visto poco sin da bambina. Con lui si può parlare, e lui parla di se con me, si apre e mi racconta. A volte per via della situazione che le ho spiegato, mi chiede di prestargli dei soldi, a volte la cosa mi irrita o mi irrita quando si comporta in maniera immatura e non impara mai dagli errori che fa e penso che sarebbe più semplice un papà comune, ma lui mi ha sempre riconsegnato tutto, quindi poi mi passa, inoltre mi fido. Però ammetto che non l'ho mai visto come un papà, ma come un amico.