Inadeguatezza e insicurezza.

Buonasera. Scrivo nonostante la mia età matura (a breve 50), le mie esperienze di vita e un percorso di analisi conclusosi ormai da qualche anno per una raggiunta, appagante serenità.
Da più di 3 anni vivo una bellissima relazione con un mio coetaneo, entrambi abbiamo dei figli. Unico neo è la distanza: viviamo in due città diverse. La lontananza non è eccessiva (un centinaio di km) ma ovviamente non è semplice vedersi durante la settimana tenendo conto dei problemi lavorativi e della presenza dei figli (il mio vive con me e ha 12 anni). La distanza viene vissuta in maniera diversa: ad entrambi pesa ma io, appena posso, lo raggiungo. Lui ultimamente fatica a ricambiare per via del suo lavoro di libero professionista: finendo all'ora di cena capisco che sia pesante mettersi in viaggio per venire da me e ripartire il giorno seguente, presto. In questi anni è stato sempre lui a proporre un nostro avvicinamento. Sarebbe molto più semplice per me, lavorativamente, decidere per questo passo. E io ho intenzione di procedere in questo senso.
Ultimamente però avverto un senso di insicurezza, unito a quello di inadeguatezza che sta dando vita ad un circolo vizioso in cui rischio di precipitare e perdere la serenità. Io lo vorrei più presente con altri mezzi, vista la distanza: qualche telefonata in più, delle risposte ai miei messaggi. Quando siamo lontani io, per lui, sembro quasi sparire: lui lavora, esce, incontra amici, amiche (ne ha tante) e tutto questo non mi infastidisce. Mi pesa l'essere "a parte". Quando siamo vicini è premuroso, affettuoso, scherza persino su un nostro possibile matrimonio. Quando ci salutiamo è come se io passassi in secondo piano: forse è talmente sicuro di me che non sente la necessità di "conquistarmi" ancora. In più mi parla di quel che fa con le sue amiche: il cinema con una, l'aperitivo con un'altra, sento le affinità tra lui e queste persone e mi domando quali siano realmente le nostre. Le sue amiche sono tutte "arrivate", possono viaggiare, vestire in un certo modo. Io sono una provinciale, faccio i salti mortali visto che cresco da sola un figlio ed economicamente e praticamente nulla è semplice: sento di potergli offrire molto poco. Lui invece sostiene che sta con me perchè sono speciale. Io non riesco ad afferrare in cosa. Nei confronti con le altre mi giudico sempre perdente. E questa cosa sta indebolendo la mia serenità e spesso mi fa essere triste con lui, silenziosa. Col risultato che temo che si stancherà presto di me.
Insomma che mi sta succedendo? Fino a questa estate mi sentivo serena, appagata. Vacanze insieme con i figli (per il terzo anno), binari su cui tutto sembrava scorrere liscio... Sento di poter rovinare tutto con questo atteggiamento insicuro che mi spinge a stare sempre più in disparte. E intanto le altre propongono e vivono serate di teatro, uscite, chiacchierate, con lui. E io sono qui. Legata da questa vita altrove.
Riconducetemi alla ragione, per favore.
Vi ringrazio per l'ascolto.
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
al di là della distanza sembrano esserci vari fattori che non la convincono in questa relazione.... Forse vale la pena approfondire questi timori, parlarne con il suo compagno, prima di prendere una decisione importante come quella di trasferirsi da lui.
Lei adesso sembra pretendere di più e forse deve concedersi di approfondirlo.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/