Panico, ansia

buongiorno sono una ragazza di 32 anni sposata con un bimbo di 6 anni.... avendo sofferto di attacchi di panico e avendo provato tutte le cure possibili immaginabili ultimamente dal non prendere più lo xanax mi ritrovo a dover ricominciare ad assumere una pastiglia da 25 per l'ansia che a forza di prendere prima di ogni evento prima di ogni uscita fuori porta o qualsiasi situazione in cui io debba viaggiare o fare cose non mi basti più la dose 25 e ne debba prendere 2 pastiglie invece di una e sopratutto vorrei proprio non prenderlo. riesco anche a non averne bisogno ma solo nelle situazioni che io ritengo abituali. sono stata già da uno psichiatra e da uno psicoterapeuta ma per problemi economici ho dovuto smettere le sedute dopo un'anno. ora non stò come all'inizio che nemmeo uscivo di casa ora mi prende a momenti e cerco di fermarla sul nascere cosa sbagliata perchè mi rendo conto che ho fatto assuefare il mio corpo a quella dose tanto che non la sente più......... premetto che il mio compagno non sà che spesso ne faccio uso sarebbe una delusione dato che per curarmi abbiamo investito tutti i nostri risparmi....... sono molto combattuta potete aiutarmi dandomi un consiglio un rimedio perchè sono consapevole che potrei arrivare ad assumere lo xanax anche quando non ce ne sia bisogno.... aiutatemi vi prego ditemi cosa posso fare visite a pagamento non ne posso fare e andare tramite asl non potrei dare questa delusione al mio compagno dato che per un anno mi ha vista stare benissimo e poi lui è un pò contrario a queste sedute perchè ci ho speso tempo e denaro e stò di nuovo cosi. potete rispondermi? grazie mille a chi mi considererà!
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)visite a pagamento non ne posso fare e andare tramite asl non potrei dare questa delusione al mio compagno (..)
gentile ragazza innanzitutto dovrebbe prendere consapevolezza della pretesa quasi magica della sua richiesta.
no specialista no asl (come può pensare di risolvere il problema senza l'aiuto dello specialista)? anche se ha già fatto delle sedute, purtroppo, le ricadute sono contemplate e non è detto che sia stato, nel suo caso, l'approccio corretto.
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4088-quando-il-paziente-si-allea-con-la-propria-malattia.html
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
se lo scorso inverno fosse stata curata per una bronchite e ora avesse nuovamente necessità di visite e farmaci per il medesimo problema, penserebbe ugualmente di poter deludere il suo compagno?

Condivide la sua idea sull'inutilità del percorso già effettuato o ritiene di averne tratto dei benefici?

Chi la sta seguendo ora dal punto di vista farmacologico per monitorare questa assunzione sporadica di medicinali?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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dopo
Utente
Utente
per la dr.ssa paola scalco io dal percorso che ho fatto con il mio psicoterapeuta ho tratto molti benefici al momento sono seguita dal mio medico di base perchè non ne faccio uso esagerato ma solo quando ne sento il bisogno e come le ben sà chi ha gli attacchi di panico purtroppo considererebbe sempre il momento di assumere tale medicinale stà nell'intelligenza di chi ne fa uso cercare anche di non farsi prendere troppo la mano per questo deluderei il mio compagno è contrario che io assuma xanax perchè lui sà che lo xanax mi fa stare bene ma è solo un farmaco che tampona il problema non lo si risolve e crea dipendenza fisica. cordialmente la ringrazio e la saluto.
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dopo
Utente
Utente
dr.Armando innanzitutto la ringrazio per la risposta ho letto tutto e le volevo dire che comunque ero seguita a pagamento da uno psicoterapeuta e ci sono andata tutti i giorni nei primi 4 mesi poi una volta la settimana per 2 mesi poi una volta al mese per 6 mesi lo psicologo aveva notato netti miglioramenti senza alcun uso di farmaci e mi diceva che stavo bene cosi non ho fatto più sedute io sono stata felicissima infatti i mesi a seguire facevo tutto quello che non avevo mai fatto. si lo so le ricadute sono contemplate ma non è che volevo ricadere negli attacchi io sono arrivata ad accettare.... accettare non vuol dire che io mi rendo passiva durante un'attacco di ansia cerco di controllare il respiro come lo psicologo mi ha insegnato ma ci sono volte che questo non basta....... lavorare su me stessa cambiare alcune cose perchè quella che ero in quei momenti non ero io di cambiamenti ne ho fatti moltissimi dentro di me ma la paura di tornare a stare male c'è sempre e per questo mi sento salire l'ansia e uso un farmaco che in quel momento mi potrebbe dare un senso di tranquillità il mio percorso è stato tutto in salita e sono fiera di ciò che sono diventata grazie alla psicoterapia fatta quindi non credo che sia il percorso ad essere stato sbagliato ne tanto meno penso di essermi alleata con il mio disturbo. sò solo che non voglio assuefare il corpo ai farmaci tampone perchè non è la cura.... si dice che dal panico si può guarire io spero e voglio farlo. la ringrazio moltissimo voi fate un lavoro utilissimo e vi stimo tanto!
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>cerco di controllare il respiro come lo psicologo mi ha insegnato ma ci sono volte che questo non basta..<<
questo significa imparare a gestire, ma non credo possa bastare per curare una psicopatologia.

Concordo con il Collega rispetto alle sue aspettative "magiche" di risolvere il suo disturbo. Portare a temine una cura significa essere motivati a farlo, ci vuole tempo e impegno.

>>non potrei dare questa delusione al mio compagno dato che per un anno mi ha vista stare benissimo e poi lui è un pò contrario a queste sedute perchè ci ho speso tempo e denaro e stò di nuovo cosi.<<
lei simbolizza suo marito come una sorta di "genitore" un po' autoritario e critico. Sarebbe il caso di comprendere questo "disequilibrio" relazionale e superarlo.

Riprendere le sedute è più una "sconfitta" per lei o teme veramente di deludere suo marito?






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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dopo
Utente
Utente
io non ho aspettative magiche ho solo scritto che per il momento non ho la possibilità di riprendere il mio percorso da dove ho lasciato, non mi abbatto e non è una sconfitta riprendere la terapia anzi..... si la mia paura è deludere il mio compagno lui mi capisce ma non totalmente perchè non ne ha mai sofferto e non ha mai vissuto accanto a qualcuno con questi problemi tranne che con me....... se non ci passi non sai cosa vuol dire combattere contro il nulla! perchè la gente ti dice che tu non hai nulla! comunque vi ringrazio molto per i vostri pareri ne farò sicuramente tesoro buona giornata a tutti. io sono molto motivata a portare a termine ciò che ho iniziato volevo solo un consulto da persone qualificate come voi.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)ero seguita a pagamento da uno psicoterapeuta e ci sono andata tutti i giorni nei primi 4 mesi (..)

tutti i giorni? ma che tipo di terapia ha fatto?
che lavoro facevate durante le sedute?
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>se non ci passi non sai cosa vuol dire combattere contro il nulla! perchè la gente ti dice che tu non hai nulla! <<
se le hanno diagnosticato una psicopatologia non credo si possa definire "nulla". Questo è bene cercare di farlo comprendere alle persone che le stanno più vicine.




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dopo
Utente
Utente
il lavoro fatto durante le sedute con lo psicoterapeuta era principalmente parlare di me di come sono caratterialmente di come mi comporto con gli altri e tutti i giorni dovevo raccontare cosa avessi fatto in quella giornata per poi sentirmi dire quello che posso notare è rabbia repressa nei confronti di tale persona oppure sento rabbia sento dolore quando parli di tale cosa.....ma non si aveva mai da parte di questo dottore un modo per risolvere o almeno un consiglio per affrontare tali tematiche.....mi faceva provare tecniche di rilassamento per minimo mezz'ora a seduta e facevo sedute di 50 minuti...... all'inizio c'è stata una conoscenza che lo psicologo ha voluto fare su di me ha voluto sapere tutto anche del mio passato poi mi faceva annotare su un quaderno nel momento in cui avevo gli attacchi di panico le sensazioni che provavo i miei stati d'animo e quant'altro per poi leggerli lui davanti a me e spiegarmi le cose che vivevo in modo psicologico questo facevo per i primi 4 mesi poi man mano che lui allungava le date delle visite c'erano più argomenti di cui parlare..... si potrebbe definire un percorso basato sul raccontare me stessa per capire la causa scatenante che alla fine io non ho capito.... lo psicologo diceva che c'era più di una causa ma non ho mai saputo quali fossero queste cause. finchè piano piano i sintomi si sono attenuati fino quasi a sparire e lui notando il mio stare meglio ha allungato le date delle visite ancora di più. nella mia ignoranza in materia non mi è mai stato diagnosticato nulla. a meno che io non lo sappia nessuno è mai venuto da me e mi ha detto signora lei soffre di........ nessuno. la parola nulla non è che l'ho usata perchè penso di non avere nulla la parola nulla viene usata dalla gente che non soffre di attacchi di panico perchè le malattie che non sono visibili fisicamente che non hanno sfoghi visibili sul corpo sono classificate dagli altri come ipocondria "tu non hai nulla ed è per questo che ti inventi di avere malori che in realtà non hai" e non è mio marito ne le persone a cui tengo a dire ciò sono gli altri gli estranei che lo dicono ai miei cari.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>si potrebbe definire un percorso basato sul raccontare me stessa per capire la causa scatenante che alla fine io non ho capito..<<
come mai non ha chiesto chiarimenti?

Per quanto riguarda la diagnosi dipende dal Collega. Alcuni sono molto chiari nel definirla, per altri non è utile ai fini del trattamento, quello che conta è una valutazione generale della personalità, ossia come lei funziona con gli altri, quali sono i suoi punti di forza, le sue "debolezze" ecc.






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dopo
Utente
Utente
sono d'accordo ma quando io chiedevo chiarimenti lui mi rispondeva che comunque ci sarebbe voluto tempo e che le causa non era una sola e nello specifico credo di averne trattata una alla volta senza necessariamente sapere se avesse funzionato o meno. il fatto è che essendo ignorante in materia non ho capito l'enorme lavoro fatto dallo psicologo per cambiare il mio comportamento che poi io trovo sempre lo stesso e quindi do la colpa a me stessa perchè io non ho voluto fare cambiamenti nel mio essere ovvero ho cambiato parte di quei miei comportamenti e sono leggermente migliorata. c'è da dire che ho capito su per giu come funziono con gli altri tendo a sopprimere le emozioni negative cioè se mi si muove una critica ci rimango male ma me lo tengo per me non lo espongo e lui ha cercato di correggere questo mio lato esortandomi a dire ciò che penso senza troppo preoccuparmi delle reazioni che potrebbero avere gli altri. fin'ora l'ho fatto ultimamente ma ogni tanto l'ansia torna quindi il problema è ancora li............................................................ si era solo nascosto!
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>perchè io non ho voluto fare cambiamenti nel mio essere..<<
questo dipende da lei, non è certo compito del Collega. Ci vuole tempo per cambiare atteggiamenti e comportamenti.

Cerchi però di rimandare tutti i suoi dubbi al professionista che la segue, le risposte che riceverà fanno parte del trattamento stesso.






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Utente
Utente
la ringrazio lo farò!
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