Depressione della mente e del corpo?

Cari dottori già qualche mese fa chiesi un consulto esponendo la mia situazione di depresso cronico. Ho quasi 28 anni e soffro di depressione da quando ne avevo 18-19. Ho passato quasi 10 anni chiuso in casa,non per traumi ma per mia scelta,o almeno così credo, ora però come è logico la cosa mi ha oltremodo alienato dal mondo, e mi ha segnato nella mente ma anche nel fisico; da 4-5 anni vivo con il pensiero costante di farla finita, e solo la banalità del gesto mi fa desistere.
Non volendo ora elencare tutti i miei disturbi, evitando di rappresentare la mia figura di misantropo, alieno, depresso e tanto altro ancora, vengo alla domanda.
Da circa 3 mesi ho iniziato delle visite (una alla settimana) con uno psicologo della asl, la cosa mi è subito sembrata quasi inutile, nel senso che pur avvertendo piccolissimi segnali positivi nel esporre la mia situazione, analizzandola appunto con l'aiuto di un professionista, sento che non "sia abbastanza", non voglio interrompere le visite ma al tempo stesso le affronto con profonda sfiducia, non nello psicologo in se, ma nel contesto stesso.
Non fidandomi delle mie sensazioni data la condizione mentale alterata, chiedo a voi se continuando queste visite potrò avere una qualche specie di beneficio, ho dovrei intensificare con altri tipi di aiuti.
Un'altra cosa che non mi aspettavo, è stata la scelta di non ricorrere a psicofarmaci, scelta presa da subito dallo psicologo dopo il primo colloquio, capisco sia compito di uno psichiatra prescrivere farmaci, ma mi è stato fatto intendere che non era il caso,che il mio non è un caso da "pasticche", io mi sono fidato aggrappandomi all'idea che mi si offriva un percorso più "filosofico" che "clinico".
Concludo nel salutarvi chiedendo scusa per aver forse banalizzato involontariamente temi e concetti.
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
difficile comprendere da qui se lei è o meno un "caso da pasticche". L'assunzione di farmaci dipende dal professionista ma anche dal suo volere. Se intende prenderli glieli prescriveranno.
Per quanto riguarda il percorso terapeutico, certo la sfiducia con cui l'affronta non aiuta. Tuttavia se lei non trova benefici nel proseguo può pensare di cambiare.
Le invio un link sulla depressione e gli aspetti relazionali che la riguardano:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1815-la-famiglia-del-depresso-origini-familiari-di-una-patologia.html

Spero possa essere utile.

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile utente, non esiste un percorso più filosofico rispetto a quello clinico. La psicoterapia, se fatta con i dovuti criteri, è un percorso clinico in grado di ribaltare le assunzioni psicopatologiche che portano ai sintomi.
Ma questo dipende da cosa, in quel contesto psicoterapico, si sta facendo.
Se ci sono prescrizioni comportamentali, rivisitazione di convinzioni , credenze e così via.
Se si sta semplicemente parlando del quotidiano o ricostruendo il passato dubito che a breve otterrà risultati significativi.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Utente
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Cari dottori vi ringrazio delle risposte e dell'articolo,tengo però a precisare che non preferisco un percorso farmacologico a prescindere, anzi l'idea di prendere farmaci un po' mi spaventa, il punto però è esattamente quello da voi sottolineato, ovvero con quale spirito affrontare un percorso terapeutico? Da depresso, è ovvio (credo almeno) che il mio stato d'animo sia di totale sfiducia in quel che vado ad affrontare, ma di chi fidarsi? Spiego: Io adesso interromperei le visite all'istante, perché credo che non mi aiutino, perché tanto è inutile eccetera eccetera, eppure sono stato io a chiedere aiuto, sono stato io che in un momento di pausa dal dolore e dalla depressione ho trovato il coraggio di guardare un medico negli occhi ed esporgli la mia situazione psicotragica. Ora il paradosso è servito, e devo dire che tale contraddizione sta rosicchiando le poche risorse di pace quotidiana che ancora dispongo.
Vi ringrazio ancora per la vostra disponibilità

Saluti