Sonno bimbo 12 mesi

Buongiorno,
sono mamma di due bimbi uno di tre anni e mezzo e l'altro di un anno che dormono nella stessa stanza. Il piccolo è molto vivace, gattona da quando ha 9 mesi e ora sta iniziando a muovere i primi passi...il problema è che il piccolo da un po' di tempo a questa parte ha un po' di difficoltà ad addormentarsi da solo. Da circa tre settimane, infatti, quando messo a letto, continua ripetutamente ad alzarsi dal lettino e a chiaccherare. Credo che ciò sia dovuto alle sue nuove esigenze di scoperta... Io mi fermo in cameretta e lo tranquillizzo accarrezzandolo e candando finchè non si addormenta. Premetto che ha avuto una forte varicella e nel corso della scorsa settimana non c'era altro modo di consolarlo se non restare accanto a lui. Vorrei riuscire a fare in modo che torni pian piano ad addormentarsi da solo senza il mio intervento. Premetto che non vorrei utilizzare il cosiddetto medoto dell' "estinzione graduale" in quando dormendo con il grande la cosa genererebbe non pochi problemi. Cosa mi consigliate di fare?
Grazie per l'attenzione
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Signora,

se in precedenza tutto procedeva per il meglio e senza intoppi forse la difficoltà del suo piccolo ad addormentarsi serenamente dipende dall'esperienza della malattia che ha appena superato, come lei suggerisce, ed è necessario dargli un po' di tempo perchè si riassesti del tutto.

Ci sono stati altri cambiamenti in casa o in famiglia che possono in qualche modo aver turbato il bambino?

Vorrei chiederle cosa intende dire di preciso con questa frase:

"non vorrei utilizzare il cosiddetto metodo dell' "estinzione graduale"

Chi gliene ha parlato e in che termini?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa,
la ringrazio molto per la sollecita risposta. In famiglia non è cambiato nulla. La giornata del bimbo trascorre come sempre. Al mattino resta a casa con la nonna e poi, nel pomeriggio, al risveglio dal riposino, rimane con me e il fratellino che rientra dall’asilo. A mio giudizio questo cambiamento di abitudini è dovuto a una sorta di curiosità/desiderio di scoperta che lo “attiva” e gli impedisce di addormentarsi nell’immediato. Prima di questo periodo il bimbo, messo a letto, si rilassava e prendeva sonno in pochi minuti. Non so se questa reazione possa dipendere dall’età…ricordo comunque che, più o meno nello stesso periodo, anche con il fratello mi era accaduta la stessa cosa. Il metodo dell’”estinzione graduale del pianto” prevede che il bambino, messo a letto sveglio, si addormenti senza alcun “aiuto” esterno, se piange, occorre attendere un minuto prima di intervenire (l’intervento deve essere minimo, non bisogna toccare il bambino ma solo parlargli…) in seguito è necessario aumentare il tempo di intervento a tre minuti…e così via. Premettendo che considero questo metodo piuttosto valido (l’ho utilizzato con il primo figlio e devo dire che ha funzionato), anche se mi crea un forte disagio sentire il mio bimbo piangere senza poter intervenire, in questo particolare momento è per me impraticabile…il pianto del secondogenito sveglierebbe anche il primogenito! Per questo motivo ho un po’ modificato le regole: metto il bimbo a letto sveglio e resto con lui per calmarlo (accarezzandolo e parlandogli). Ora cercherò progressivamente di ridurre il tempo in cui resto con lui…Cosa ne dice? Potrebbe funzionare? Mi rendo conto che sembra un problema da poco ma le assicuro che dormire in modo inadeguato incide molto sulla mia vita quotidiana. Mi può dare qualche consiglio?
Grazie mille per l’attenzione
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
il bimbo cresce e, come Lei ha ben osservato, pare quasi che per lui con tutto quello che c'è da fare e da scoprire, il tempo dedicato al sonno sia tempo perso!
Tutto nella norma: infatti ha avuto la medesima esperienza con il primogenito.
Ora che sono due, però, le cose si complicano un po', ma è giusto che riprenda la buona abitudine di gestirsi da solo la fase di rilassamento e addormentamento, anche se adesso forse può essere più lunga.
Io credo che sia corretto come sta procedendo ora e le consiglio di sottolineare bene al suo piccolino (non è mai troppo presto per iniziare ad insegnare il rispetto per il prossimo...) che non deve disturbare il sonno di suo fratello.
Ciò significa che, dal momento che è impossibile obbligarlo a dormire se non vuole, meglio puntare sul rispetto di precise regole comportamentali: nessuno gli impone di dormire, ma è comunque vietato alzarsi dal lettino e fare rumore. Potreste anche stabilire una nuova routine, come ad esempio la lettura di una fiaba, poi il bacio della buona notte che suggella il vostro allontanamento dalla cameretta e infine silenzio per entrambi. Spiegate al più grande la necessità di portar pazienza perché ci sarà ovviamente bisogno di qualche giorno per adattarsi ad una nuova abitudine e le proteste non mancheranno. Se ci sarà fermezza da parte vostra, i risultati non dovrebbero tardare ad arrivare.
Altra cosa che potrebbe rivelarsi utile potrebbe essere il ridurre il tempo del riposino pomeridiano del bimbo, in modo da farlo arrivare un po' più stanco a sera (non troppo, perché altrimenti il nervosismo prevarrebbe sulla stanchezza e sarebbe ancora peggio).

Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sottoscrivo la risposta della dott.ssa Scalco e vorrei chiederle di specificare se il bambino piange o parla, perchè nel primo post ci aveva scritto questo:

"quando messo a letto, continua ripetutamente ad alzarsi dal lettino e a chiaccherare".

Per questo le chiedevo cosa intendeva con "estinzione graduale", dal momento che non ci aveva detto che il piccolo piangeva ma che era per così dire ancora "attivato" invece di avere sonno.

La necessità di dormire adeguatamente non è affatto un "problema da poco": qualcuno le ha detto così?
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno,

Grazie per i vostri consigli...sono reduce di una notte piuttosto difficile. Il bimbo quando messo a letto inizialmente chiacchiera, poi, ovviamente, se percepisce o vede che mi allontano, e ancora non è del tutto tranquillo, piange...Nei giorni scorsi l'ho messo a letto nascondendomi in camera e consolandolo il meno possibile. L'addormentamento sembra creare meno problemi. Ciò che maggiormente mi turba sono, invece, i risvegli notturni che in alcuni casi si risolvono brevemente e, in altri, creano maggior disagio. Io cerco di comportami sempre nello stesso modo: non alzo mai il bimbo dal lettino, se è in piedi lo rimetto steso, al massimo, per consolarlo lo accarezzo un pochino sulla schiena cercando di limitare al minimo questo intervento. Mi rendo conto che si tratta di un bimbo piccolo e spero che la maturazione cerebrale porti, con gli anni, a migliorare la qualità del suo sonno. Ora stanno spuntando nuovi dentini, forse, i risvegli ripetuti sono dovuti anche a questo. La mia preoccupazione, tuttavia, è più che altro, relativa ai miei interventi...da un lato non vorrei renderlo eccessivamente "dipendente" da me e incapace di "autoconsolazione", dall'altro non vorrei neppure "traumatizzarlo" eccessivamente lasciandolo piangere da solo senza consolazione! Sto cercando una via di mezzo...non senza sacrifici da parte mia!
Confrontarmi con voi mi aiuta molto ad affrontare i giorni e soprattutto le notti!
Grazie come sempre
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
dando una rapida scorsa allo storico delle sue richieste, ho notato che in ripetute occasioni è alla ricerca di rassicurazioni in merito all'adeguatezza del suo comportamento, quasi come se (più che le varie situazioni in sé) ciò che la preoccupi di più sia il fatto di cercare di essere una mamma "adeguata".
Ha mai pensato di effettuare qualche colloquio, una consulenza psicologica per poter parlare del suo ruolo di mamma e delle ansie che esso suscita in Lei?

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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Signora,
da quello che racconta non mi pare di intravedere nulla di anomalo, semplicemente un bambino che progressivamente acquisisce delle abilità e manifesta dei cambiamenti nelle sue abitudini che, fisiologicamente, sono legati alla sua evoluzione.
Un bimbo che chiacchiera quando messo a letto esercita semplicemente il suo diritto di allenare le abilità linguistiche in un contesto tranquillo e rilassato, un momento solo suo...probabilmente se lasciato a sé stesso, con lei che ogni tanto si mostra entusiasta per questa attività, si addormenterebbe,
d'altronde Lei stessa afferma:

"A mio giudizio questo cambiamento di abitudini è dovuto a una sorta di curiosità/desiderio di scoperta che lo “attiva” e gli impedisce di addormentarsi nell’immediato"

La mia domanda è: perchè il bambino dovrebbe addormentarsi necessariamente in quel momento, con quale criterio lei stabilisce che lui debba andare a letto?

Inoltre vorrei esprimere il mio parere contrario alla modificazione strumentale del sonnellino pomeridiano, è dimostrato che se si interrompe il sonno del pomeriggio non si ottiene alcun effetto facilitante il sonno serale, l'unica conseguenza potenzialmente possibile è che aumenti l'irritabilità per non aver riposato in modo adeguato.

Cordiali saluti

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Ora stanno spuntando nuovi dentini, forse, i risvegli ripetuti sono dovuti anche a questo"

Direi proprio di sì, come immagino le confermerà anche il pediatra del piccolo.

Mi associo a quanto detto dalla d.ssa Scalco sulla necessità di chiedere una consulenza psicologica di sostegno alla genitorialità per lei stessa.
Mi appare molto preoccupata di sbagliare e sembra da un lato non dare il giusto peso a elementi oggettivi (come la dentizione, che disturba i sonni credo del 99% dei genitori), dall'altro ricercare invece con ansia conferme e altri dati oggettivi (come quelli sulla "maturazione cerebrale" del bambino, che probabilmente si sta svegliando di notte semplicemente perchè ha male alle gengive): penso che lei debba essere aiutata a non temere così tanto di fare qualcosa di sbagliato, a conoscere quei passaggi della crescita che producono difficoltà nel bambino nonostante le buone capacità genitoriali e ad essere un po' più spontanea.

Direi anche che le serve una mano per riconoscere i suoi bisogni e i suoi diritti: si è quasi giustificata per il fatto che se dorme male si rovina le giornate, come se fosse qualcosa di anomalo o una debolezza da scusare, quando questo è del tutto normale, e forse questa sottovalutazione delle sue esigenze e dei suoi limiti riguarda anche altri aspetti che qui non sono emersi.

Rifletta attentamente sull'opportunità di farsi seguire per un periodo da uno psicologo perchè pare che ne valga davvero la pena.

Un caro saluto,