Insoddisfazione generale ma immotivata

Gentile Dott./Dott.ssa,
sono un ragazzo di 21 anni, da sempre molto diligente e responsabile (mai problemi con la scuola, mai maleducato da piccolo, mai ripreso in modo significativo per la condotta a scuola...spero capiate cosa intendo). Già dall''età di 10 anni, a causa di alcune situazioni familiari, sono stato portato ad essere responsabile di me stesso, di essere autosufficiente in molti contesti della mia vita. Le faccio un esempio: già dalla prima media tornavo a casa, cucinavo da solo, facevo la spesa e sistemavo la casa (vivevo con mia madre che lavorava fino a sera). Tutte queste responsabilità mi hanno portato a sviluppare un grado di autosufficienza notevole, che mi ha sempre accompagnato durante tutta la mia vita. A scuola non ho mai avuto problemi, non ho mai riportato scarsi risultati e riuscivo con costanza a raggiungere tutti i miei obiettivi, riuscendo nello stesso tempo a portare avanti relazioni sentimentali e di amicizia. Non ho mai trascurato la mia vita sociale e sentimentale, ho tutt''ora tanti amici fidati con cui esco e mi diverto.
Oggi sono uno studente di medicina fuori sede, entrato nella tanta ambita facoltà al primo tentativo. Da sempre (e sottolineo da sempre!) ho voluto studiare medicina anche se ho sempre avuto paura che questo test di ammissione mi avrebbe fatto perdere anni preziosi di vita.
Quindi, ricapitolando, non ho apparentemente problemi familiari, di amicizia, sentimentali e tantomeno accademici (realizzazione del mio desiderio e media molto alta). Sembrerebbe lo stereotipo del ventenne pienamente realizzato! E invece no. Sono costantemente infelice, non apprezzo ormai niente di ciò che ho. Vivo alla giornata aspettando che il giorno passi e che ne venga un altro, per ricominciare tutto da capo. Avrei voglia di lasciare l''università (che ho sempre sognato di fare!), di partire per un luogo X molto lontano e di rimandare tutti i problemi a domani, ad un domani che spero non arrivi mai. Poi mi chiedo "che ne sarà del mio futuro?" "di cosa mi occuperò e che lavoro farò da adulto?" e così continuo a studiare e giorno dopo giorno andare avanti.
Sono arrivato al punto di non farcela più, di non riuscire ad alzarmi dal letto la mattina. Cosa posso fare?
Grazie per l''attenzione, cordiali saluti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazzo,
Dal suo racconto, così ordinato e senza sussulti, sembra che durante la sua crescita, le sia totalmente mancata quel' indispensabile fase di ribellione adolescenziale....e di scoperta di sè ..

Si è mai ribellato?
Arrabbiato?
Ubriacato?
Fatto pazzie per amore?
Litigato?

Quali sono le sue passioni?
Cosa la emoziona?
Ha un amore, un sogno, una fantasia nel cassetto?

Mancano le emozioni nel suo scritto...

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

le domande che Lei pone potrebbero solo tradire un po' d'ansia e Le suggerisco di evitare fughe lontano ("di partire per un luogo X molto lontano e di rimandare tutti i problemi a domani..."), perchè tanto, anche dall'altra parte del mondo, potrebbe ritrovarsi nella stessa condizione.

E' possibile che il riempirsi la giornata di cose da fare (anche molto importanti e piene di soddisfazioni) possano avere la finalità di tenere insieme l'ansia e gestirla. Se così fosse, si tratterebbe comunque di una gestione poco funzionale.

Se tutta la situazione è fonte di disagio, allora potrebbe parlarne con uno psicologo di persona, perchè certamente è un peccato buttare via i Suoi progetti per queste sensazioni che sono momentanee.

Tenga presente che l'ansia non si esprime solo con sintomi fisici, ma anche con sintomi cognitivi ("...Poi mi chiedo "che ne sarà del mio futuro?" "di cosa mi occuperò e che lavoro farò da adulto?" e così continuo a studiare e giorno dopo giorno andare avanti. ...").
Tutte queste domande possono essere sintomi d'ansia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Come prima cosa grazie per la vostra tempestiva ed esaustiva risposta.

Gentile Dott.ssa Randone,
ho avuto quella fase. Mi sono ribellato anch'io, forse non quel tipo di ribellione plateale caratteristica di molti adolescenti, ma già da tenera età ho smesso di seguire i consigli degli altri, compresi i miei genitori, agendo in modo diametralmente opposto, se pur con cognizione di causa. Mi arrabbio spesso, urlo, grido e mi sfogo. Ubriacato? Si, più di una volta (non me ne sto vantando, sia chiaro). Vado a ballare, vado per locali con gli amici e cocktail dopo cocktail... pazzie per amore idem.
Ho vissuto tutto ciò, nonostante io sia stato responsabilizzato sin da piccolo.
Posso dirle le mie emozioni in questo momento. Mi sento smarrito, perso, angosciato da un qualcosa che non so cosa sia. Tormentato da questo desiderio di mandare tutto all'aria e ricominciare tutto da capo, da qualche altra parte, lontano da qui. Poi però torna la razionalità, torna quel piccolo me responsabile, diligente, preciso che non pensa all'oggi ma pensa al domani, al futuro e alla stabilità. Sono convinto che quel camice bianco, oltre a darmi molte soddisfazioni personali, possa assicurarmi un minimo di sicurezza. Ma ora, questa possibilità futura, è più importante della mia felicità e del mio benessere?
La ringrazio, cordiali saluti

Gentile Dott.ssa Pileci,
da sempre sono una persona ansiosa! La mia paura più grande è che se dovessi mai decidere di apportare un cambiamento radicale alla mia vita, come ad esempio partire per un posto X lontano, una volta preso l'aereo possa rimpiangere questa scelta. Poi non si torna più indietro. Mi sento come un bambino che ha un giocattolo, non lo vuole più ma nel momento in cui se ne priva, inizia a desiderarlo come non mai.
Vorrei tanto "fare pace" con i miei pensieri e con le mie emozioni.
La ringrazio, cordiali saluti
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

ma se Lei è da sempre ansioso, perchè non si fa aiutare a vivere diversamente, liberandosi dell'ansia patologica?
Lei, da studente di medicina, sa bene che l'ansia non è dannosa entro certi limiti e in determinate circostanze, ma se è incongrua allora è il caso di intervenire.

Ne parli con uno psicologo di persona per trovare delle soluzioni al problema: il controllo è un tema molto critico per l'ansioso e non è un caso che Lei abbia bisogno di essere controllante...

Cordiali saluti,
[#5]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Gentile Dott.ssa Pileci,
crede davvero che le mie domande, riguardo il presente ma soprattutto il futuro, possano essere sintomo d'ansia? Le spiego meglio. E' vero che sono ansioso, se ho un problema mi viene l'ansia, ma nel momento in cui mi tranquillizzo, riesco sempre a trovare una spiegazione razionale e una soluzione per quel problema. Sono stato sempre perfettamente in grado di gestire la mia ansia. Le faccio un esempio. Se ho un esame, i giorni prima dell'esame sono in ansia, i momenti prima di entrare nell'aula l'ansia sale, ma nel momento in cui entro e mi siedo avanti al professore faccio mente locale, razionalizzo e l'ansia scompare (a prescindere dal mio livello di preparazione). In base a tutto ciò non mi spiego come questa volta io non riesca a trovare una soluzione razionale al mio problema. Forse è l'incertezza di entrambe le decisioni. Non so.
La ringrazio molto
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

fermo restando che on line non possiamo porre alcuna diagnosi per evidenti ragioni, la situazione che Lei descrive relativa all'esame potrebbe essere per Lei più "leggibile" e quindi più gestibile, anche perchè da studenti ci si abitua all'ansia da prestazione prima di un esame.

Sembra ben diversa la situazione in altre circostanze.

""che ne sarà del mio futuro?" "di cosa mi occuperò e che lavoro farò da adulto?"
Appare molto preoccupato. La persona ansiosa è preoccupata e si pone domande di questo tipo. Vale la pena fare un passo per volta.
Ma se ha difficoltà (non a realizzare concretamente) a vivere serenamente, una consulenza psicologica può aiutarLa.

Cordiali saluti,