Problemi di coppia dopo un aborto

La scorsa settimana ho interrotto la mia gravidanza. Sono rimasta incinta per sbaglio, da un uomo che frequento da due anni e che amo profondamente, non ricambiata, non con la stessa intensità.
Non viviamo nemmeno insieme, pur avendone la possibilità.
Lui avrebbe voluto tenere il bambino, il mio primo pensiero è stato invece quello di abortire.
Lui ha manifestato il suo dissenso e la sua contrarietà, senza però forzarmi.
Gli ho ripetuto più volte che vorrei prima che il nostro rapporto fosse più stabile e poi pensare ad un figlio, che anche se sono sicura che sarebbe un ottimo padre vorrei prima che fosse un compagno innamorato.
Gli ho detto prendiamoci un paio d'anni per costruire su basi migliori, vedere se tra noi può funzionare, e a quel punto potremo pensare ad un figlio insieme.
Nelle due settimane passate da quando gli ho dato la notizia al giorno dell'intervento lui è stato molto dolce, premuroso, affettuoso, presente, molto diverso da come è di solito.
Fantasticava su come avrebbe potuto essere il bambino, su come sarebbe stato farlo nascere. Pur sapendo che la data dell'intervento era già fissata, e che io mi stavo muovendo in quella direzione.
Non ha voluto entrare al colloquio con l'assistente sociale, pur avendomi accompagnata al consultorio.
Non ha parlato con nessuno del dramma che stava vivendo.
Lui credeva che per lui sarebbe stato difficile avere figli, in base ad analisi che aveva fatto anni fa.
La notizia di me incinta è stata per lui una sorpresa molto più positiva di quanto io non mi fossi aspettata.
Era a volte triste, mi ha detto di aver pianto, di considerare questa cosa come un suo fallimento.
Ma non ha mai seriamente cercato di farmi cambiare idea. Alternava rassegnazione e sconforto, e ogni tanto cercava anche di sdrammatizzare.
Ora che il bambino non c'è più, le cose tra noi sono precipitate.
Vorrebbe chiudere la nostra relazione.
E' irascibile e scontroso, dice di vivere questa perdita come un suo fallimento personale.
Non vuole sentir parlare di possibilità future di avere bambini in periodi migliori.
Dice di essere depresso, nervoso, stressato, arrabbiato con se stesso.
Io non so come aiutarlo, a volte ho l'impressione che la mia stessa prese3nza lo infastidisca.
Mi ha detto che sentiva un principio d'amore per me mentre ero incinta, ma io ho soffocato tutto, e mi rimprovera che il mio primo pensiero è stato quello di abortire, e sono andata diritta per la mia strada, senza nemmeno concedergli un minimo di tempo per chiarirsi.
Io lo amo, e farei di tutto per aiutarlo e per salvare la nostra relazione, ma non so cosa posso fare.

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazza, mi perdoni la franchezza, ma il suo sembra un ragionamento un tantino contraddittorio
(..)o lo amo, e farei di tutto per aiutarlo e per salvare la nostra relazione(..)
forse il bambino le stava dando questa possibilità.
comprendo che il non sentirsi pronta per una gravidanza e una maternità è anche motivo della scelta che ha fatto ma ha dovuto valutare tra la salvaguardia della coppia e il suo bisogno di NON maternità. Ha optato per quest'ultima a discapito della coppia. Quindi le motivazioni personali hanno prevalso su quelle relazionali.
forse dovrebbe confrontarsi con un terapeuta per fare un po di chiarezza con se stessa.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
dopo
Utente
Utente
La nostra è una relazione instabile, in cui come dice lui c'è uno squilibrio emotivo tra il mio essere innamorata di lui e il suo non esserlo di me.
Come dicevo, lui non ha mai voluto nemmeno convivere.
Senz'altro io non avevo un grande desiderio di maternità, ma quello che mi ha guidata nella decisione che ho preso è stato soprattutto il non volere un uomo che stesse per me SOLO per il vincolo di un figlio.
Va detto anche che, forse ingenuamente, non mi aspettavo che questa mia scelta, che lui non ha osteggiato più di tanto, portasse a conseguenze così disastrose sul nostro rapporto.
Lui non mi aveva dato un aut-aut.
Ma siccome ormai non posso in ogni caso tornare indietro, quello che chiedevo era un consiglio sul come comportarmi ORA per recuperare lui e il nostro rapporto, sempre che sia ancora possibile.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
provate a discuterne insieme davanti ad un terapeuta di coppia, Li capirete se esiste ancora una coppia.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gli ho proposto di tornare a parlarne con la stessa assistente sociale con cui avevo parlato al consultorio (lui non aveva voluto entrare). Lei stessa si era offerta di darmi sostegno per il dopo, anche sostegno di coppia se necessario, ma lui non vuole saperne.
Dice che tanto è inutile.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
l'assistente sociale non mi sembra la figura più indicata nel suo caso.
Al Consultorio Familiare può trovare psicologi/psicoterapeuti, le figure professionali competenti in caso di problemi come quello che ha esposto.
Da sola o con il suo compagno, presso il servizio pubblico o privatamente, provi lei stessa a rivolgersi a uno specialista.

Un terapeuta di coppia potrebbe essere opportuno per comprendere cosa fare del vostro rapporto, anche indicarle come eventualmente coinvolgere il suio partner in un consulto.

Cordialità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie.
Credo effettivamente di avere necessità io stessa di un sostegno.
Quanto a lui, sembra irremovibile e determinato a chiudere.
Non riesco a capire come sia possibile una trasformazione così improvvisa nel suo atteggiamento nel giro di una settimana, dato che già sapeva come sarebbero andate le cose e non ha insistito molto.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Un nostro collega saprà certamente come accompagnarla in questo delicato momento della sua vita e aiutarla a far luce sul suo rapporto.

Molti auguri