Paura della solitudine

Gentili Dottori
Sono un ragazzo di 25 anni e sto affrontando un periodo un pò particolare. Tutto ha avuto inizio a Dicembre, quando mia madre scopre la mia omossessualità. Ero fidanzato con un ragazzo conosciuto in vacanza l'estate scorsa e tramite un sms mia madre ha appreso ciò che forse già immaginava. La sua reazione fu drammatica e per lungo tempo non mi ha rivolto la parola, contemporaneamente il mio ragazzo mi lascia a causa di un mio presunto (ma non vero) tradimento. Qui comincia il declino, l'ansia di cui già soffrivo sporadicamente anni fa si è risvegliata e ho cominciato a torturarmi con pensieri di ogni tipo cercando di recuperare i rapporti con entrambi. A distanza di mesi la situazione in famiglia è un pò rientrata, mia madre non ha accettato la situazione ma quanto meno non me la fa pesare mentre il mio ex ragazzo non è più tornato da me pur facendosi sentire quotidianamente o a modo suo. Da dicembre ad oggi non sono mai stato capace di dimenticarlo e nonostante gli abbia chiesto più volte di lasciarci in maniera serena lui non è mai andato via dalla mia vita (non ci vediamo perche viviamo in due città diverse). Lo penso ossessivamente e non riesco a darmi pace per la fine di questa relazione torturandomi tutto il giorno pensando a lui e a quanto ero felice accanto a lui. Le persone a me vicine non fanno altro che dirmi di dimenticarlo e non sentirlo più poichè non mi ama e non mi ha amato ma io non sono capace di tagliare i ponti con lui sebbene riconosca che in effetti sarebbe la cosa più giusta. Da qualche giorno però è maturata in me la sensazione che questa ossessione per lui sia più un effetto che la causa, nel senso che già in passato i miei problemi legati all'ansia erano dovuti a una paura molto subdola per la solitudine. Due anni fa ho sperimentato la stessa ansia dopo l'allontanamento di alcuni amici che ritenevo importanti, e comunque anche andando a ritroso riesco a ricordare stati ansiosi nei periodi di rottura con determinate persone. Da poco mi sono trasferito in un'altra città per motivi di studio e riscontro sempre più che la mia ansia è dovuta alla paura della solitudine. Eppure sono un ragazzo socievole, mi trovo carino, e ho tanti amici seppur lontani con cui mi sento quotidianamente. Penso che per superare anche la rottura col mio ex io debba lavorare su questo, ma in che modo? Esiste un disturbo legato a questo tipo di fobia? Per aiutarvi aggiungo che sono figlio unico ma nella mia infanzia non mi sono mai sentito solo o trascurato dai miei genitori. Spero di ricevere un vostro parere in merito.
Grazie anticipatamente.
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile ragazzo,
l'unico modo davvero efficace per spingere a fondo la questione è rivolgersi ad uno psicologo di persona. Le diagnosi on line sono decisamente controproducenti, poiché la psicologia si fonda sulla conoscenza diretta della persona.
In ogni caso un abbandono è un fattore di stress rilevante, non perdiamo soltanto la persona ma tutti i progetti che avevamo pensato accanto a lei per il futuro.
A questo si può aggiungere una difficoltà personale ad affrontare i distacchi è le separazioni, come lei ha evidenziato....

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#2]
Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Gentile Utente,
mi associo al collega nella riflessione e nel consiglio. La separazione è difficile da gestire più o meno per tutti ed è chiaro che, quando si è più sensibili, questa possa creare qualche problema in più. Ciò che fa la differenza è la strategia scelta per affrontarla.
Molto probabilmente una psicoterapia potrà aiutarla a riflettere su quella che lei chiama " stati ansiosi nei periodi di rottura con determinate persone" e sui momenti che descrive come "Lo penso ossessivamente e non riesco a darmi pace per la fine di questa relazione torturandomi tutto il giorno pensando a lui e a quanto ero felice accanto a lui". Forse occorre che recuperi una qualità di vita migliore di quella che descrive
E il modo più efficace per riuscirci, non è tanto il consulto on line,che pure può fungere da spunto riflessivo, quanto il rivolgersi ad un collega dal vivo.
Le faccio tanti auguri affinchè recuperi la sua serenità.
Saluti.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

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