Noi e mia suocera

Buongiorno a Tutti,finalmente dopo due anni mi faccio coraggio ed espongo tutto il mio malessere.Tutto ha inizio due anni fa quando improvvisamente è mancato il papà del mio compagno lasciandoci un vuoto incolmabile. Passato il periodo del "trambusto burocratico", le quali pratiche sono state svolte da me e il mio compagno in prima persona, è iniziato il mio calvario.La mia cara suocera ha intrapreso il percorso psicologico della "povera vedova". All'inizio ho sopportato tutto poichè mi rendevo conto della delicato momento che stava passando, poi però ho preso coscienza del fatto che la cosa stava prendendo troppo piede. In questo lasso di tempo mia suocera non poteva essere lasciata sola, sennò sarebbe scoppiata in un pianto indomabile, ha iniziato a uscire con noi e la nostra compagnia (il sabato sera era costantemente al pub con noi), tant'è che i nostri amici,dopo 6 o 7 volte, giustamente ci hanno un pò isolato. dopo un pò ha iniziato a voler essere presente nella vita dei propri figli (due maschi) fino all'invadenza più totale, pretendeva di dormire tutti insieme nel lettone con mamma, anche quando io mi fermavo a dormire da loro, rimanendo inevitabilmente da sola nel lettino (io e il mio ragazzo non viviamo assieme). A queste sono susseguite uscite programmate con me e il figlio e fragorosi pianti e ricatti se il figlio si fermava a mangiare a casa mia.Quando ho fatto presente questa situazione al mio lui, ha aperto gli occhi e ha cominciato a "vivere un po' di più la sua vita". é qui che inizia l'inferno: gelosie nei miei confronti (perchè a lei hai comprato la maglietta e a me no?) tentativi di emularmi(stesso taglio di capelli) e richieste assurde (come il desiderio di una stanza per lei nella futura casa, o la sua partecipazione nella scelta del nome del bimbo in futuro, o la richiesta di una casa vicino a lei). Successivamente ha cominciato a fare richiesta di sostentamento economico da parte del figlio maggiore (il mio lui) trattandolo da vera Banca d'Italia. Sia chiaro, l'aiuto a casa è sacrosanto (anche io contribuisco alle spese) ma non per i propri piaceri personali, come andare a mangiare fuori o fare le ferie. Dopodichè ha iniziato a farci pesare il fatto che noi potevamo andare in ferie, noi andavamo a mangiare la pizza o cose del genere e, quando il figlio, per accontentarla, l'ha portata a mangiare fuori a sue spese, invece di un grazie ha ricevuto come risposta "hai fatto solo il tuo dovere". Ecco qui il mio sconforto. Il ragazzo ha perso il sorriso e anche io (persona più che solare) sto iniziando a incupirmi sempre più, con sbalzi di umore frequenti e crisi isteriche, per non parlare di attacchi di vomito quando scendo di casa per andare da loro. Inoltre ora ha cominciato a inventarsi strane malattie e malesseri quando dobbiamo fare qualcosa.Ho consigliato a lui di portarla da uno psicologo ma la risposta della mamma è stata "a me non frega se tu stai male sei tu che devi guardare me" Cosa posso fare? Grazie mille.
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Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
G.le utente, la storie che ci racconta ha dell'incredibile. Quanta pazienza avrà profuso.
A mio avviso, senza volerla condizionare nelle sue scelte, è il caso di porre un limite alle ingerenze ed ai capricci di sua suocera che sta vivendo sulle vostre spalle usando sapientemente il senso di colpa indotto sul suo partner e nutrendosi del vantaggio secondario della malattia, ovvero, approfittandosi più o meno consapevolmente della sua condizione di vedova affranta.
In primis ad aprire veramente gli occhi, per il vostro bene, dovrebbe essere tuttavia il suo uomo.
Il fatto che i figli dormino con la madre, sottoricatto, è di una perversione impressionante, per non parlare del resto.
Come mai sta ancora con lui?

Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta

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Utente
Utente
Buongiorno Dottore e grazie per la Sua risposta.Alla sua domanda rispondo come rispondo alle tante persone che vedono da fuori la mia situazione. Quando io e lui siamo lontani da lei io con lui sono felice. Devo essere sincera piano piano sta aprendo gli occhi. Non molto tempo fa gli ho sentito dire "mia mamma crede che io sia miliardario" semplicemente il suo carattere un pò troppo debole fa sì che i suoi sensi di colpa prevalgano. Ho 24 anni e non voglio rovinarmi la vita, ma la famiglia è importante e credo che lui sarà un buon papà. Non posso dire lo stesso per la nonna paterna. La pazienza?ne sto avendo molta, ho un carattere molto forte combattivo e diplomatico allo stesso tempo, ma ora mi rendo conto che sto combattendo con i mulini a vento con una piccola coalizione da parte del mio uomo che si ritrova fra l'incudine e il martello. Capisce non vorrei ritrovarmi poi la suocera in casa che mi cambia le tende. Sta crescendo sempre più in me una situazione di rifiuto totale per quella donna, è il mio incubo. Ho cominciato a dire no, alle sue richieste, a far dire no al mio compagno. A quelle più insensate dico (come auto-inviti a passare le vacanze con noi - oltretutto a casa dei miei nonni-) e a cercare in modo indiretto di evitare che tutto lo stipendio di lui finisca sotto le sue grinfie, facendo scaricare App di controllo budget familiare. Ho cercato di far capire a lui(con ottimi risultati) che la nostra famiglia futura sarà composta da me lui e poi da un bimbo, e che la sua vita la deve vivere. Ma credo che lei abbia bisogno di aiuto, ma soprattutto che lui ne abbia bisogno. Sa non è bello sentirsi dire "a volte dormirei in macchina per non sentire certe cose". A tutto questo aggiungo il senso di vittimismo alquanto fastidioso quando parla con terzi. "Sa dopo quello che mi è successo" "Sa io sono vedova" quasi a rimarcare la sua situazione. Capisco la delicatezza del caso ma non è nè la prima nè l'ultima persona (ho avuto in famiglia esperienze identiche). Portarla per i capelli da uno psicologo non posso, ma secondo Lei dovremmo andare io e lui? Per ristrovare il sorriso e soprattutto per eliminare il mio stato di ansia e nervoso che sta iniziando a somatizzare a livello addominale (modalità con cui accumulo l'ansia)
Grazie
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Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
G.le utente, noto con piacere che è una persona dotata di un buon insight psicologico e quindi ciò le facilitera le cose.
Come le dicevo e come lei stessa ha ribadito, sua suocera sta vivendo alle spalle di un lutto ricattando tutto il sistema familare con l'infallibile strategia dell'instillazione del senso di colpa.
Per uscire da questa "bizzarra" omeostasi familiare, ovvero, dall'insieme di tattiche e strategie che hanno messo tutti i componenti dell'ambiente familiare in scacco rispetto al volere della "mamma che ha bosgno dei figli", è necessario, come lei dice giustamente, che almeno voi due, lei ed il suo partner, vi facciate aiutare da uno psicoterapeuta.
Sicuramente sua suocera non cambierà ma potrete cambiare voi nel vostro approccio a lei e soprattutto il suo compagno potrà capire ed elaborare i motivi reconditi che lo spingono a rispondere in maniera patologica agli appelli patogeni del suo altro materno.
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Utente
Utente
Grazie ancora dottore...mi consiglia una terapia di coppia o singola? Sa se per caso è supportato a livello di Asl il servizio?
Ringrazio anticipatamente
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
di fronte alle dinamiche distorte descritte (una madre invischiante) è quanto mai necessario che riusciate a mettere paletti intorno alla vostra coppia.
Sua suocera non rispetta i confini, probabilmente anche precedentemente alla scomparsa del marito le dinamiche relazionali in quella famiglia funzionavano in un certo modo e la morte del marito le ha amplificate e messe in evidenza (ipotesi)

Lei ha una chiara visione di quanto sta accadendo ed ha sopportato fin troppo, consiglio anch'io di farvi aiutare e di non attendere altro tempo.

Per questo genere di problemi è indicato rivolgersi a un terapeuta di coppia-familiare di approccio sistemico-relazionale, tuttavia anche al Consultorio ASL può ricevere ottima assistenza, provi ad informarsi direttamente per un appuntamento.

I miei più cari auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa.

Grazie per la Sua cortese risposta. Credo come Lei che l'atteggiamento sia stato ampliato dopo la morte del marito, o perlomeno che prima venisse per così dire "tenuto a bada" dal sant'uomo.

Oggi ho parlato con il mio compagno sulla possibilità di andare da un terapeuta e devo dire che ha accettato di buon grado la mia proposta.
Anche perchè io, nonostante il mio carattere forte e determinato, non riesco più a vivere così con una suocera che ha sostituito il figlio al proprio marito.

Ringrazio Tutti per l'ascolto e Vi auguro un buon proseguimento.

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Germile Utente,
Accade frequentemente che le madri vedove, rendano il figlio, nel loro immaginario, un "partner sostitutivo" , danneggiandogli la vita.....e facendo leva sui sensi di colpa.

Un' adeguata elaborazione del lutto da parte di questa donna, la ripresa dei vostri spazi e luoghi e soprattutto evitare che la coppia sia formata dal suo compagno e la madre, mediante una terapia, come suggerito dai colleghi, è l' unica soluzione possibile
Cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it