Sono fidanzato con il mio ragazzo ma da qualche tempo penso stranamente a un amico

Ciao Medici,
mi presento: sono Michele.

Problema: sono innamorato del mio ragazzo da 4 anni e mezzo, e tuttora perderlo mi fa stare davvero male; il punto è che ho conosciuto un amico e, parlandoci parlandoci, mi sono affezionato anche a lui, mi sono preso a cuore i suoi problemi e ho cercato di stargli vicino anche in cose molto banali: ha 20 anni, io ne ho 25, anche se, per diverse esperienze vissute, sono sicuramente più maturo della mia età (e certe volte penso sia proprio un grosso difetto).

Veniamo al dunque: ho un'immensa paura che queste mie attenzioni a questo ragazzo possano dipendere dal fatto che mi piace, e questo significherebbe far soffrire il mio fidanzato, che è la persona per la quale io darei la mia stessa vita, e far soffrire pure questo piccoletto, che si è appena scoperto gay e figuriamoci se può impegnarsi in una relazione (ma neanche io, se fossi single, mi ci impegnerei, visto che è piccolino, i nostri mondi sono opposti e le nostre esperienze, diverse).

Insomma, vi sto dando tutti gli indizi per farmi dire "ma no, magari è solo un periodo", "niente di serio" e così via: lo penso anche io, ma, se vi scrivo qui, un motivo ci sarà. Tutto è nato da una discussione con il mio ragazzo, che mi ha fatto piangere per un'ora circa ininterrottamente: lui mi accusava di dare troppe attenzioni a questa persona e io gli rispondevo che non potevo fare diversamente e che il mio istinto mi portava verso questo piccoletto pieno di problemi (preciso: ho la maledetta sindrome da crocerossina che mi porta sempre in un mare di guai). L'ho accusato di essere egoista e malpensante, e un po' lo pensavo: mi reputo una persona buona e leale, quindi se avessi avuto retropensieri di un certo tipo o timore di essermi innamorato di questo ragazzo, glielo avrei detto chiaramente. Il punto è che il mio ragazzo aveva ragione, da una parte: è normale che se mi vede affezionato a un tizio appena conosciuto, due domande se le fa, anche se - ripeto - io sono una persona limpidissima e dico tutto, anche al costo di farmi del male.

Diciamola tutta: io ho sempre avuto una vita un po' strana... mi sono realizzato, laureato, lavoro da quando ho 19 anni, ho una mia piccola attività... ma, ora che ho finito la laurea, sento di dover recuperare qualcosa, un po' di spensieratezza non so, e ho paura di far pesare al mio ragazzo questa nuova ricerca di me stesso... Forse penso che il problema non sia questo ragazzino, ma penso di essere proprio io, che finora davo tutto per scontato: attività, fidanzamento, tutto di tutto... come se fossi stato costretto ad essere grande sin da piccolo, e credetemi questa cosa mi fa stare troppo male. Arriva qualcuno a scombinarmi i piani, che rende tutto meno "regolare" e "borghese" e boom... crollo, ansia e lacrime.

Io non voglio fare del male a nessuno, ma non riesco a capire niente: perché mi preoccupo di questo ragazzino e ho tutte queste paure? Cos'è cambiato in me, se è davvero cambiato? Come devo fare?

Grazie tante!
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Attivo dal 2012 al 2014
Psicologo, Psicoterapeuta
Credo che tu riveda te stesso in questo " ragazzino " che da poco si è scoperto gay ed è pieno di problemi. Anche tu ti sei messo a lavorare con tanti problemi all' età di 19 anni e contemporaneamente studiare fino a Laurearti. Lui ha 20 anni e ti rispecchi in lui tramite i " neuroni a specchio " e ciò ti fa regredire e vorresti recuperare quella spensieratezza che il succedersi degli eventi non ti hanno consentito di vivere. A ciò si aggiunge il tuo eccessivo istinto " femminile e materno da crocerossina " ( altrimenti non saresti gay ). Credo che sia opportuno affidarti a uno Psicoterapeuta al fine di " consumare i tuoi timori e paure ". Ciao, resto a tua disposizione.
[#2]
dopo
Utente
Utente
Non avevo mai pensato a questa chiave di lettura sinceramente. In questi giorni mi sono calmato e l'ansia non mi viene più: forse tutto dipendeva dallo stress del lavoro e da quella lite con il mio ragazzo?

Sa, io cerco di non pensare mai, perché se penso divento paranoico e inizio ad avere paura di perdere tutto: per esempio, a prescindere che fossi fidanzato o meno, quando conoscevo persone come questo ragazzino (non è la prima volta che mi capita di affezionarmi così), e a prescindere dall'orientamento sessuale, mi veniva persino l'ansia se rispondevano in ritardo agli SMS: non può capire che angoscia, visto che so che uno può avere tante di quelle cose da fare che non può rispondere sempre al cell immediatamente. Io però sono qui a confessare i miei timori per capirci qualcosa di più: perché tutta questa ansia, che adesso sembra un po' passata, anche per un semplice messaggio non arrivato in tempo?

Consideri che io non ho paura di perdere il mio ragazzo e quindi quest'ansia non ce l'ho affatto per i suoi SMS, anche perché molto spesso ci troviamo a vivere insieme.

Mi sono fatto una promessa, e cioè quella di non pensare troppo a se perdo o meno la gente: è meglio vivere le cose e poi prendere le decisioni con calma. Il punto è che dirlo è un conto: farlo è un altro.

Spero in un'altra sua interpretazione: mi ha fatto piacere parlare con lei.

MIK
[#3]
Attivo dal 2012 al 2014
Psicologo, Psicoterapeuta
Il riflettere su ciò che ti ho detto ti ha consentito di trovare una spiegazione a ciò che ti stava succedendo e dissipare dei dubbi per ritrovare delle " certezze " sui tuoi sentimenti. Questa è stata una piccola psicoterapia che ti ha consentito di " regredire" emotivamente al periodo in cui avevi 19 - 20 anni con una modalità analoga a una regressione ipnotica e ciò è stato sufficiente per calmarti e ridurre l'ansia. La paranoia dipende dal fatto che se " pensi " senza trovare una soluzione accresci i dubbi e quindi le " incertezze ". Essere incerti significa aver "perso le certezze "e quindi ciò incrementa la " paura di perdere tutto " ( per generalizzazione perdi tutto ciò che di certo hai ). Hai l'ansia a rispondere subito agli SMS per " accertarti " che l'altro possa essere " certo " ce tu hai ricevuto il suo messaggio, e quando non ti è possibile fare ciò ti senti angosciato. Con il tuo ragazzo ciò non ti succede perché su di lui hai delle " certezze " . Il tuo malessere dipende dalla " paura di perdere delle certezze". Questa " paura di perdere delle certezze " è il tuo " Pensiero Dominante " che Domina e gestisce la tua vita e si è conclamato a causa di un evento che si è verificato all'interno del periodo che va dai 12 anni ai 23 anni. Riflettici ! Se sei interessato a questi argomenti di Psicologia Analogica puoi leggere le altre mie risposte che ho fornito a questo sito e leggere il Libro " Le emozioni al Centro, dall'Ipnosi alla Psicologia Analogica " Edizioni CID-CNV Milano, di cui sono coautore. Ciao, è stato un piacere averti conosciuto.
[#4]
dopo
Utente
Utente
In effetti, dai 12 ai 23 anni nella mia vita sono successe un po' di cose: la prima l'ho superata e sinceramente non mi fa male ricordarla, né mi ricordo che mi faceva stare malissimo tempo fa (un po' sì ma niente di che)... praticamente mio cugino che aveva 20 anni e più volle avere dei rapporti sessuali non completi con me.

Il secondo è stato molto più traumatico e penso dipenda proprio da questo tutta la mia insicurezza: forse la fine della mia prima storia d'amore, che è stata molto molto complicata. Pensandoci, però, avevo queste paure già durante il mio primo fidanzamento; quindi credo che ci sia qualcosa di più profondo: che siano quei rapporti che ho avuto inconsapevolmente da minorenne (avevo 12-13 anni)? Non so dirglielo perché non li ricordo con sofferenza, ma lei di inconscio e robe varie ne saprà senz'altro più di me.

Adesso ho fatto conoscere questo ragazzino al mio ragazzo e, pensi, vanno d'amore e d'accordo: secondo lei è normale che questa cosa adesso mi infastidisce? Mi sento pazzo.

La ringrazio di nuovo e leggerò senz'altro il suo libro (per la verità vado a ordinarlo oggi).