Depressione Università

Salve. Ho 19 anni e sono uno "studente" di ingegneria informatica.
Sin da quando ero piccolo non ho mai avuto problemi con la scuola o con lo studio, andavo bene, ho frequentato un liceo, passato tutto sempre senza debiti o difficoltà particolari, con una buona media. Questa situazione ha sempre alimentato la mia autostima e il mio orgoglio anche quando dal punto di vista sentimentale le cose non andavano sempre egregiamente o comunque come avrei voluto. Poi alla fine delle superiori black out totale. Già negli ultimi anni quando gli insegnanti ci invitavano a pensare al nostro futuro, a quello che avremmo voluto fare dopo il diploma, mi sentivo un po' preoccupato perché rispetto ai miei coetanei non avevo per nulla le idee chiare. Mi sentivo un po' eclettico, studiavo tutto perché mi piaceva sapere, ma non avevo una materia preferita in particolare, o meglio, mi interessavano abbastanza più o meno tutte, anche se magari erano molto distanti fra loro. Da qui il black out dopo il diploma. Niente mi motivava particolarmente, mi incuriosivano economia, lingue, informatica architettura allo stesso modo all'incirca allo stesso modo valutandone i pro e i contro. Ho trascorso tutta l'estate dell'anno scorso facendo test e ragionandoci su, ma quando si avvicinavano le prime scadenze entravo nel panico. Non riuscivo a vedermi dopo una laurea ad aver abbandonato ciò che mi piaceva o mi incuriosiva del resto. Ho fatto impazzire mia madre fino all'ultimo e alla fine scelsi ingegneria.
Ho fatto un anno letteralmente da schifo, ho dato 3 esami su 6 (passati a risico, col punteggio minimo). Essendo fuori sede mi spostavo abitualmente in treno ogni weekend per tornare a casa ma ogni volta che ripartivo provavo una sensazione di nausea anche con crisi di pianto per tornare all'università, sensazione che provo anche adesso al solo pensiero di doverci tornare). Sono entrato in un circolo vizioso: gli scarsi risultati mi hanno completamente demotivato, mi sono depresso, non riuscivo a ritrovare un briciolo di autostima e quindi, neanche la voglia di impegnarmi nello studio. Nonostante ciò mi ripetevo che non dovevo arrendermi, che attribuire i miei scarsi risultati. E' stato decisamente l'anno più schifoso e deprimente della mia vita.
Il problema è che ora sto valutando altre opzioni, altri corsi, ma la scelta mi rimette ancora nella stessa identica situazione di un anno fa, con l'aggravante che la consapevolezza di aver perso un anno per niente, rispetto ai miei coetanei che vedo andare avanti soddisfatti, mi innervosisce. Non so che fare, mi sono iscritto ad altri test d'ingresso, ma sono paralizzato, perché ho perso ogni entusiasmo per qualsiasi cosa, mi sto deprimendo. Ho paura di scegliere di nuovo qualcosa che non mi appassionerà e di vivere un altro anno così. Nel frattempo ci sto male, il mio cervello continua a girare intorno alle possibilità e all'indecisione che ho, e questo girarci intorno si è tradotto in isolamento anche dagli amici, apatia e acidità
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
durante la scuola superiore non c'è stato qualche soggetto o più soggetti che abbiano fatto corsi o test di orientamento?
Se la risposta è negativa le consiglio di recarsi presso psicologi specializzati in questo settore che utilizzano test appositi. Gli psicologi salesiani ad es. sono esperti in orientamento, credo che se ne occupino anche le ASL. Questi test sono in grado di valutare le attitudini, vale a dire i settori di attività verso i quali il soggetto è più portato.
Sono sempre necessari poi uno o più colloqui con lo psicologo per una valutazione complessiva che tenga conto anche dei desideri o dei condizionamenti del soggetto.

Il rischio che lei ricada nella stessa situazione in effetti sembra esistere, dal momento che nulla sembra essere cambiato nelle sue motivazioni e interessi.

Quello che manca comunque, almeno per una fase iniziale del processo di scelta, è una valutazione delle sue attitudini. Le consiglio pertanto di consultare uno psicologo esperto nel settore che possa aiutarla.
Se poi non dovesse trovarsi d'accordo con le conclusioni dei test e dello psicologo dell'orientamento e non volesse seguirle, può sempre consultarne un altro di sua fiducia che potrà indagare su fattori personali o familiari che le rendono difficile la scelta.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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