Difficoltà rapporto di coppia sano

Per la seconda volta nella mia vita mi sto coinvolgendo sentimentalmente in una relazione nella quale sono l'amante. Qualche anno fa sono riuscita a uscire da una storia travagliata e al limite dell'assurdo con un ragazzo fidanzato, lui diceva di amarmi ma non ha mai lasciato la sua ragazza e quindi ho deciso di chiudere per non soffrire più di quanto non avessi già sofferto. Avevo giurato di aver chiuso con certe cose e per 4 anni sono stata forte e non ho mai considerato le avances di uomini impegnati. Poi, l'anno scorso ho conosciuto un amico di mio cugino, c'è stata subito una sintonia (lui non era ancora fidanzato) ma quella volta non c'è stato niente di più. Qualche mese dopo abbiamo fatto una vacanza tutti insieme, il nostro rapporto è diventato più intenso ed era difficile stare lontani. Ho cercato di resistere ma qualche sera prima della fine della vacanza abbiamo ceduto, ci siamo baciati, coccolati senza, però, arrivare ad un rapporto completo. Ci siamo rivisti qualche mese dopo, stavolta c'era anche la sua ragazza, quindi ci siamo considerati poco e niente. Non ci siamo sentiti per dei mesi, fino a quando, a inizio estate ha cominciato a scrivermi, dicendomi che avrebbe voluto rifare la vacanza dell'anno prima, rivivere quella vicinanza, vedermi etc. Per motivi di lavoro, a settembre, ho passato alcuni giorni nella sua città. In questo caso ci sono stati avvicinamenti, sensazioni belle, e molto altro. Lui non parla mai della sua ragazza e non credo che voglia lasciarla o che questa cosa abbia inciso sul loro rapporto. Mi ha detto che non aveva mai tradito e che per questo si sente in colpa ma abbiamo continuato a sentirci e vederci. Pochi giorni fa ero di nuovo da lui,e sicuramente lo vedrò di nuovo in occasione di una vacanza invernale con tutti gli amici. Questa persona comincia a piacermi più del dovuto. Ho paura di stare male come per quell'altra storia e non voglio ricascarci. Lui è uno dei migliori amici dei miei cugini, ed è anche 6 anni più piccolo di me (io 35 lui 29), cose che non aiutano. Forse ho sbagliato a giocarmi le carte migliori da subito? Avrei dovuto trattenermi? Non credo che possa lasciare la sua ragazza per me. Come posso risolvere questa cosa? Gli devo dire che comincia a piacermi e che devo chiudere questa cosa?
Non capisco perchè ci sono ricascata: all'inizio vivevo la cosa con spensieratezza, oggi con ansia.Soprattutto perchè sono a casa sua e lui mi sta evitando da ieri con scuse più o meno plausibili (oggi devo partire e praticamente mi ha già salutata lasciandomi da sola a casa). Perchè continuo a farmi così male?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

dal punto di vista psicodinamico il reiterato interesse per partner già impegnati denuncia la presenza di problematiche edipiche non risolte, che spingono a intromettersi fra due persone fidanzate o sposate con lo scopo di dividerle e di vincere la competizione con quella del proprio stesso sesso, portandole/gli via il/la partner, esattamente come avviene nel corso dell'infanzia rispetto alla coppia genitoriale.

Quando questa dinamica si ripete può inoltre essere presente un'inconscia paura di legarsi a qualcuno, motivo per il quale si scelgono partner che, essendo già impegnati, non consentono di costruire una relazione stabile ed esclusiva.

Nella situazione attuale può essere solo lei a decidere se sia meglio allontanarsi da quel ragazzo per evitare di farsi ulteriormente del male o meno, ma, al di là del caso attuale, penso sia importante che lei analizzi e risolva le questione alla base della sua attrazione per ragazzi già impegnati e che lo faccia approfondendo il discorso con uno psicologo di orientamento psicodinamico/psicoanalitico.
Penso che ne valga la pena sia per uscire dallo stallo attuale, sia per prevenire future riproposizioni di queste stesse dinamiche.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
aggiungo qualche nota alle riflessioni della Collega che condivido appieno.


Desiderare -e per di più con modalità reiterate nel tempo- di fare l'amante è una scelta che parte da lontano e proprio da quei luoghi andrebbe analizzata.

Donne che scelgono di fare le amanti, che vivono nell' ombra, nutrendo e manutenzionando i matrimoni e l'immaginario erotico altrui…..sono donne candidate alla sofferenza, allo scollamento dalla realtà….

Il cuore infranto, l' animo trafitto dal dolore dell'attesa, le lunghissime domeniche, il dolore per un agosto/ferie/natale….. interminabile, le telefonate che non arrivano e le email che latitano nell'etere:
questo è lo scenario nel quale lei- e moltissime donne- abitano con queste scelte dolorose.

Le allego delle letture spero l'aiutino a riflettere ed a "scegliere"

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2460-coppie-e-tradimento-chi-tradisce-chi-ma-il-tradimento-e-utile.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2321-tradimento-e-sessualita-quando-si-tradisce-per-salvare-il-matrimonio.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2251-come-superare-un-tradimento.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2231-amo-un-uomo-sposato-ma-lui-non-lascia-la-moglie.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2321-tradimento-e-sessualita-quando-si-tradisce-per-salvare-il-matrimonio.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2287-insieme-per-i-figli-alibi-o-realta.html-

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile signora,

in pieno accordo con le colleghe...

Inoltre, volevo farla riflettere, anche sul punto di vista dei presupposti teorici dalla Psicologia Umanistica di Rogers e Maslow...

"sentirsi un individuo unico, facente parte di un "gruppo", diade, che insieme a lui si evolve, permette di soddisfare i bisogni di sicurezza, di appartenenza e di fiducia, che sono fondamentali per soddisfare il bisogno di conoscenza..."

Questo alla base di un processo di autorealizzazione...

Le persone autorealizzate percepiscono la realtà con maggiore efficacia degli altri e sono più a loro agio all'interno di essa... capaci di individuare correttamente ed efficacemente le esperienze, la gente e le cose.
Hanno la capacità di definire con chiarezza i valori, le mete, i desideri e i sentimenti.
Non temono l'incertezza!.

... riescono ad accettare se stessi, gli altri e la natura....

hanno un' assoluta mancanza del senso di colpa, della vergogna, della tristezza, dell' ansia, degli atteggiamenti di difesa, ma non provano questi sentimenti con una inutile o poco realistica intensità.

Quando si sentono colpevoli o rimpiangono qualcosa, cercano di provvedere.

In generale, si rammaricano di constatare la differenza fra ciò che è e ciò che dovrebbe essere.

....sono relativamente spontanei nel loro comportamento e lo sono molto di più nella loro vita interiore, nei loro pensieri e nei loro impulsi.

Gli individui autorealizzati tendono a risolvere i problemi a favore della vita, invece di orientarsi e di incentrarsi sul proprio io.
Di solito hanno una missione nella vita, un problema esterno a loro, che richiede molte delle loro energie. In generale questa missione è altruistica e coinvolge aspetti filosofici ed etici.

Gli individui autorealizzati hanno capacità di distacco e bisogno di riservatezza. Spesso riescono a rimanere al disopra delle parti, a non farsi turbare da ciò che irrita gli altri.

Il significato della loro vita è l'autodeterminazione, la padronanza di sé, e l'essere una persona attiva, responsabile.

“questo criterio implica la gratificazione, passata o presente, dei bisogni fondamentali di sicurezza, di appartenenza, di amore, di rispetto, di autorispetto e dei bisogni di conoscenza e di comprensione….. “

Questo ed altro... per una riflessione costruttiva, che deve, comunque, avere il diritto di esserci sulla base di un suo reale e concreto bisogno.

Confrontarsi con un professionista le permetterà, immancabilmente, di riuscire a fare chiarezza in questo suo tormentato mondo emozionale...


Di cuore


[#4]
dopo
Utente
Utente
Rispondo alla dottoressa Massaro: la ringrazio per la risposta tempestiva ed esauriente. Tutte e due le storie di cui ho parlato sono nate su insistenza del Lui, ho cercato di evitarle (nell'ultima non ho sentito e visto M.per quasi un anno intero per non imbarcarmi in qualcosa di malsano)ma la loro insistenza e il fatto che mi piacessero mi hanno fatta cedere. Sicuramente non sottovaluto la questione del non volermi legare per paura, ho chiuso la mia ultima storia seria nel 2012 (lui mi ha lasciata dicendo che non ci stava con la testa, ma poi dopo un paio di mesi stava già con una che aveva conosciuto quando eravamo ancora fidanzati. Praticamente mi ha lasciata per un'altra) e ne sento ancora i postumi perchè non mi fido di nessuno ed evito come la peste i "bravi ragazzi" forse perchè lo era anche il mio ex che si è rivelato un probabile traditore. Con questo ragazzo è cominciata per divertimento, ma sento che sto cominciando a sentirmi coinvolta (anche se poco) e vorrei chiudere subito. Forse, rispetto all'altra storia ho più consapevolezza nel capire che è il caso di chiuderla qui. Per quanto riguarda la questione genitori e famiglia, ho vissuto un trauma all'inizio della mia carriera universitaria (mio padre perse il lavoro e ci ritrovammo in una situazione di disarmonia completa, i miei rischiarono di separarsi) trauma che ha completamente cambiato la mia vita da studentessa eccellente ho conseguito una misera triennale dopo sei anni e non ho ancora concluso la laurea specialistica, praticamente un fallimento totale. Sembra che, oltre alla disastrata vita sentimentale, la mia via faccia acqua da tutte le parti. Non mi riconosco più, non ho obiettivi, e ho perso interesse per quasi tutto. L'incontro con questo ragazzo mi ha fatto sentire viva e mi ha portato un po' di spensieratezza ma mi rendo conto che è una cosa effimera e che mi porterà solo altra ansia.

Rispondo alla dottoressa Randone: Ho letto gli articoli che mi ha consigliato trovandoli interessanti e utili. Leggendo la descrizione del ruolo di amante, per fortuna, non sono ancora a quel livello ma vorrei evitare con tutta me stessa di trovarmi in una situazione simile. Almeno inizialmente può aiutarmi chiudere con questo ragazzo (anche aprendomi con lui e dicendogli che cominciava a piacermi? ) e che tipo di terapia dovrei seguire?
vi ringrazio di cuore per avermi ascoltata.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Non mi riconosco più, non ho obiettivi, e ho perso interesse per quasi tutto"

E' possibile che l'effetto di una serie di cose accadute in precedenza, per lei traumatiche, si stia manifestando per qualche motivo in questo momento e che tutto ciò contribuisca comprensibilmente ad alimentare il suo malessere anche relazionale.

Riguardo al ragazzo che le interessa, può provare a dirgli quello che prova per dargli la possibilità di esprimersi a propria volta e di decidere se lasciare la sua ragazza per lei o meno. Questo a mio parere servirebbe ad evitare i rimpianti che forse avrebbe se semplicemente non lo vedesse più, senza aver prima chiarito la situazione.

Per quanto riguarda invece la psicoterapia le consiglio un trattamento di tipo psicodinamico/psicoanalitico, che ritengo possa essere particolarmente utile in un caso come il suo.

Ci faccia sapere!