Mia figlia mente

Buongiorno,
Ieri, a cinque giorni dalla presunta laurea, mia figlia ha confessato a me e mio marito, non solo di non aver preparato la tesi, ma di essere indietro con gli studi di 10 esami.
Un evento simile era accaduto 3 anni fa, al secondo anno di una facoltà che poi ha cambiato. Pensavamo di aver superato quel periodo orribile, che nostra figlia avesse ritrovato la voglia di studiare, ma ci sbagliavamo. Ora ci è caduto nuovamente il mondo addosso.
Ha sempre mentito, dalle elementari, nascondendo e falsificando voti, nonostante ciò ha sempre ottenuto buoni risultati e ancor prima, all'asilo, affermando di venir maltrattata in famiglia. Noi abbiamo cercato di perdonarla, ma la nostra fiducia nei suoi confronti si è incrinata molti anni fa.
Non siamo genitori severi, ma la scuola per noi ha sempre avuto la priorità, se non altro per cercare di dare a nostra figlia una vita migliore della nostra.
Lei si giustifica dicendo di mentire per non deluderci, perché ci vuole troppo bene.
Abbiamo inoltre scoperto che, oltre a noi e al resto della famiglia, ha mentito anche ai suoi amici.
È stata per anni in cura da una psichiatra, ci siamo sottoposti insieme a diverse sedute di psicoterapia familiare, ma non è servito a nulla.
Ora non so più come comportarmi con lei. Riesaminando il mio comportamento come madre, non credo di aver fatto errori, non ho sensi di colpa nei suoi confronti.
Suo padre non è più disposto a pagarle gli studi, lei sostiene di voler continuare mantenendosi da sola (ha sempre lavorato), ma mio marito non è d'accordo neanche su questo e non le rivolge la parola (cosa già successa in passato e che si è prolungata per sei mesi).
Come posso risolvere questa brutta situazione?
Vi ringrazio per l'attenzione
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> la scuola per noi ha sempre avuto la priorità, se non altro per cercare di dare a nostra figlia una vita migliore della nostra.
Lei si giustifica dicendo di mentire per non deluderci, perché ci vuole troppo bene
>>>

Mi sembra che questo passaggio spieghi abbastanza bene il punto cruciale: gli studi sono importanti per voi, non così per vostra figlia, che tuttavia ha sempre lavorato.

Se è disposta a continuare pagandosi gli studi da sola, seguendo i suoi tempi e i suoi ritmi - oppure anche lasciando gli studi, se questo non è fra i suoi obiettivi prioritari - sarebbe fin troppo semplice suggerirvi di lasciarglielo fare. Perché è evidente che non ne siete ancora capaci, né lei né suo marito.

Cosa è emerso nelle sedute di terapia familiare?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile signora,

purtroppo, a volte, capita di desiderare il meglio per i propri figli... ma che questo desiderio non coincida con quello del proprio figlio.

Nel momento in cui ci si accorge di aspettare un bambino, allora inizia l'idealizzazione e l'investimento su questo figlio e, spesso, riguarda proprio il desiderio che diventi come il genitore desidera... anche solo in riferimento al fatto di volergli assicurare una vita più serena e tranquilla economicamente!

Le bugie di sua figlia sembrano avere un significato importante: non vengo vista, riconosciuta nei miei bisogni e, di conseguenza, sopravvivo come posso.

Provate un atteggiamento in empatia, affinché sua figlia si senta riconosciuta per ciò che è realmente e per ciò che desidera... solo così potete iniziare un rapporto di trasparenza.


Mi interrogo sulla terapia familiare e il supporto psichiatrico...

Che diagnosi è stata fatta e quanto è durato il percorso... Perché è terminato?

Proviamo a riflettere!


Di cuore
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile signora, sono del tutto d'accordo con il Collega Santonocito, forse questa ragazza che vi ama, non è poi una studentessa molto motivata..lasciatela fare, che lavori e che si paghi , magari una parte degli studi, da sola.. Al di là di tutto però, quello che è importante , a mio parere, è che questa ragazza senta che le volete bene comunque, sarà preoccupata, dispiaciuta, umiliata da tutto questo,
interessante quello che ci dice a proposito della figlia che da bambina raccontava di avere una famiglia che la maltrattava...

questo corso di laurea l'aveva scelto lei ?

Non trova che suo marito è molto rigido ?

Vi invito a non farne una tragedia , fatevi aiutare tutti, suo marito compreso..
Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti per le risposte.
Il comportamento di mio marito è dovuto al fatto che tenda a rivedere in nostra figlia se stesso da giovane, gli stessi errori fatti da lui (ha dovuto lasciare la scuola perché dopo un fallimento non gli è stata data una seconda possibilità).
Mia figlia inizialmente sosteneva che il motivo dei suoi fallimenti scolastici fosse la nostra eccessiva apprensione, così abbiamo deciso di lasciarle più libertà, fissando un termine ultimo per la laurea: il novembre di quest'anno. Neanche questo è servito.
Dalle sedute di psicoterapia familiare non è emerso sinceramente nulla di nuovo, era solo un'occasione per discutere in presenza di terzi. Per quanto riguarda la terapia psichiatrica, non ho mai avuto modo di parlare con il medico e mia figlia non diceva nulla. Il tutto è stato interrotto perché convinti che il problema fosse risolto.
La cosa che mi delude di più è la consapevolezza del fatto che mia figlia sia una ragazza estremamente intelligente, che nel tempo si è creata un bagaglio culturale non indifferente per una ragazza giovane, il tutto però al di fuori della scuola.
La facoltà è stata scelta da lei e io e mio marito l'abbiamo pienamente appoggiata nella scelta.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> così abbiamo deciso di lasciarle più libertà, fissando un termine ultimo per la laurea: il novembre di quest'anno. Neanche questo è servito.
>>>

Non serve fissare scadenze se non si ha un obiettivo. Anzi, quando non si ha un obiettivo chiaro darsi una scadenza equivale a sperimentare il fallimento.

Avreste dovuto parlare con vostra figlia (siete ancora in tempo) facendovi dire, preparandovi a qualsiasi tipo di risposta, se a lei veramente interessa studiare. E poi potrete farle presente l'importanza di un titolo di studio, le occasioni perse di suo marito ecc., ma poi dovrete lasciare libera LEI di scegliere. Senza ricatti morali o ritiri d'affetto. Altrimenti commettete uno degli errori genitoriali più comuni, trasformando il figlio in uno strumento, in un tentativo di riscatto di un passato e di rimpianti che sono soltanto vostri. Cosa quasi sempre destinata a fallire.

Nessuno dei terapeuti che avete visto vi ha saputo dire che non serve a nulla cercare d'insegnare ai figli a non ripetere gli errori dei genitori? S'impara veramente solo dagli errori commessi in prima persona, non dall'esperienza raccontata. Purtroppo, ma è così.

[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile signora,

accolgo la riflessione cui sopra e, visto il disagio che state vivendo, potrebbe essere utile al momento come coppia genitoriale farvi aiutare da un professionista, per riuscire così ad individuare la modalità giusta di "incontro" con la ragazza...

In questo modo potreste elaborare questa esperienza, che tende a reiterare le vostre passate.

Lasciando a sua figlia la decisione e le scelte di vita...


Un caro saluto
[#7]
dopo
Utente
Utente
Abbiamo chiesto più volte a nostra figlia se davvero volesse continuare a studiare e la risposta è sempre stata affermativa. Il primo anno della nuova facoltà è andato benissimo: ha passato tutti gli esami con ottimi voti. Inoltre ha la fortuna di avere un'ottima memoria e di non dover passare troppo tempo sui libri. Dal secondo anno invece è stato un disastro.
Lei dà la colpa tra le altre cose alla vita da pendolare (quasi tre ore al giorno complessive tra andata e ritorno) e sostiene di non essere riuscita a conciliare le lezioni, le ore di viaggio e il lavoro. Nessuno però le ha imposto di lavorare, mio marito era anche contrario, e moltissimi altri ragazzi viaggiano come lei riuscendo negli studi.
[#8]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile signora,

evidente che sua figlia ha difficoltà a gestire questa situazione e bisogna capire, realmente, cosa succede...

Importante sarebbe conoscere, ripeto, la diagnosi fatta.

Da questa postazione riesce difficile aiutarla più che orientarla!


Rimaniamo in ascolto.


Un caro saluto
[#9]
dopo
Utente
Utente
Sia la psichiatra che gli psicoterapeuti hanno sempre sostenuto che sarebbe stato corretto affittare alla ragazza una stanza nella città dove studia, se non altro per assecondare il forte desiderio di indipendenza che ha sempre avuto. Noi ci siamo opposti in parte per questioni economiche, in parte per sfiducia.
Tra le altre cose mia figlia ha sofferto in passato di attacchi di panico e autolesionismo.
Una diagnosi vera e propria sui suoi problemi però non mi è mai stata data
[#10]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Forse è proprio questo il punto...

le forme di autolesionismo rappresentano, esplicitamente, una richiesta di aiuto.. nel senso di essere riconosciute e "viste"!

La possibilità di un minimo di indipendenza, anche affettiva, l'avrebbe aiutata.

Dovreste riflettere su questa Vostra "rigidità" di modalità genitoriale.

Molti figli possono, anche, pensare di conciliare lo studio con qualche lavoretto... senza dipendere economicamente dai genitori.

Ribadisco la necessità, come coppia genitoriale, di un confronto con un professionista, per cercare di modulare questo Vostro comportamento affettivo.


Un caro saluto
[#11]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,

Lei scrive :"Sia la psichiatra che gli psicoterapeuti hanno sempre sostenuto che sarebbe stato corretto affittare alla ragazza una stanza nella città dove studia, se non altro per assecondare il forte desiderio di indipendenza che ha sempre avuto. Noi ci siamo opposti in parte per questioni economiche, in parte per sfiducia.
Tra le altre cose mia figlia ha sofferto in passato di attacchi di panico e autolesionismo."

Mi sembrano due punti cruciali da anlizzare unitamente alle riflessioni dei miei colleghi.

La ragazza andava, forse, responsabilizzata ...lasciata sbagliare, resa autonoma.

Ha già palesato condotte autolesive, attacchi di panico, un disagio psichico importante...quindi la menzogna sulla laurea non è proprio un fulmine al ciel sereno.


Laurea a parte, credo che andrebbe aiutata e non colpevolizzata ...lasciandola vivere la vita che può vivere.

Immagino il,bistrot ne tire da genitori, ma la ragazza, grida " aiuto.." Con l'unico linguaggio che conosce:
bugie e dolore dell'anima

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it