Sessualità "impazzita"

Buongiorno. Premetto che mi segue uno psicoterapeuta da circa due mesi.
Ho 25 anni e sto da 6 mesi con la mia prima ragazza coetanea, con cui ho perso la verginità. Prima di lei non ero mai andato oltre il bacio e qualche contatto sopra i vestiti. Ciò nonostante, mi ero sempre sentito attratto unicamente dalle donne, pur avendo standard molto elevati (tendevano a piacermi quasi solo ragazze molto belle). Spiegavo il "ritardo" nell'avere una prima volta con l'essere timido e con l'avere principi morali di derivazione cattolica (pur non sentendomi più tale) ricevuti nell'infanzia. In particolare, ho sempre sentito un certo senso di "svuotamento" dell'eccitazione e del desiderio nell'accostarmi al sesso senza amore (inteso come forte appagamento sul piano sentimentale/intellettuale). L'autoerotismo me lo sono invece sempre concesso, senza percepirlo come immorale, benché pensando unicamente all'aspetto fisico/sessuale. Il problema allora era al massimo un abuso di questo, cioè masturbazione ogni giorno e spesso più volte.
La mia ragazza, invece, è molto disinibita ed ha avuto numerose esperienze sessuali (due anche omosessuali). Forse la sua diversità da me è proprio quello che mi ha attratto (il fascino del proibito?), ma confesso di averla scelta ed aver iniziato ad andarci a letto (benché un po' controvoglia), perché ormai mi sentivo "in ritardo".
Il primo rapporto è stato una tragedia: niente erezione, nè eieculazione e addirittura sensibilità corporea quasi assente. Oggi, tra alti e bassi, abbiamo rapporti quasi soddisfacenti.
Tuttavia, dal primo rapporto ad oggi sento la mia sessualità come "impazzita". In primo luogo, mi è scoppiata una fortissima paura di essere omosessuale (costante, ogni giorno e che mi segue anche nei sogni). Dopo un po' poi diventa "concreta": mi sento convinto di essere omosessuale e mi viene addirittura in mente che dovrei provare, però è una sensazione orribile. E' iniziata perché dopo il primo rapporto la mia attenzione di punto in bianco si concentrava solo sugli uomini, evitando invece le donne o vedendole come sessualmente "neutre". Questo accade spessissimo tuttora. Poi sono iniziate piccole allucinazioni: vedo spesso i corpi delle persone "trasformarsi" nel sesso opposto (così talvolta i miei pettorali sembrano trasformarsi in seni, il viso della mia ragazza diventa maschile, le gambe di un corridore diventano femminili, ecc.). Ancora, fatico a "fissare" la mia personalità: all'improvviso i miei atteggiamenti mi sembrano spesso "femminili" (ad esempio, la camminata, la postura, ecc.), idem le sensazioni (ad esempio, di colpo sembra sparita la fantasia di dominare, di essere "maschile", di essere leader, di essere "forte", ecc.). E' poi frequentissimo il sopraggiungere di immagini e fantasie omosessuali indesiderate e orribili, spesso (purtroppo) durante il rapporto. Infine, sento una fortissima insoddisfazione: lei spesso mi sembra brutta (pur essendo normale) e il sesso non mi appaga.
Come uscirne? Grazie!
[#1]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Lei ha iniziato un percorso di psicoterapia e credo sia utile riportare i suoi dubbi all'interno del percorso intrapreso.

Come mai ha deciso di iniziare una psicoterapia?
Ha già fatto queste domande al Collega?






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

quale diagnosi è stata posta dal collega che attualmente La segue in psicoterapia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro ragazzo,

e' sicuramente importante conoscere la diagnosi fatta dal suo terapeuta e il percorso di psicoterapia intrapreso... obbiettivi, etc.

Questa "sessualità impazzita" di cui ci narra, sembra sottendere pensieri di tipo ossessivo ed intrusivo, che spaziano su un versante di tipo "non reale"!

Mi sovviene di soffermarmi sulla "mia Persona"... come mi sento in questo tormentato groviglio di emozioni e in preda a questi pensieri, che tendono a "trasportarmi" lungo un "sentiero" incompreso!

Si percepisce confusione, timore e disorientamento.....

Un vissuto che va "analizzato" nel setting terapeutico, perché sembra interessare non solo il suo storico personale (da conoscere), ma anche la sua struttura di personalità.

Il fatto che abbia già intrapreso una Psicoterapia ci fa riflettere sulla sua consapevolezza (?) e il professionista che la segue, valuterà eventuale richiesta specialistica, oltre alla condivisione, chiarificazione ed elaborazione di questi disagi.

Rimaniamo in ascolto.

Un caro saluto




[#4]
dopo
Utente
Utente
Signori, vi ringrazio per le risposte. Alcune cose non ero riuscito ad aggiungerle per motivi di spazio.

Dunque, ho deciso di andare dallo psicoterapeuta perché pur sapendomi molto ansioso ed avendo in passato "risolto" (a questo punto mi viene però più da dire accantonato) le mie difficoltà da solo, ora la cosa è diventata assolutamente ingestibile.

In pratica ho iniziato da adolescente con il mal di testa, poi nell'età adulta sono comparsi nuovi sintomi che ogni tanto decidono di far capolino quali sensazione di disequilibrio, percezione come di muro invisibile che mi separa dal mondo e dalle persone, senso di enorme stanchezza, leggera confusione e incapacità di mantenere la mente agile e brillante, tremori involontari, gran freddo o gran caldo, sensazione di pressione al petto e respirazione innaturale, ecc. Tutti questi si sono accumulati, nel senso che magari non colpiscono tutti assieme, ma a rotazione hanno continuato sempre a far capolino in continuazione. Il più delle volte senza pregiudicare le mie attività quotidiane, ma solo rendendole più difficoltose, mentre solo talvolta riuscendo proprio a renderle estremamente faticose e quindi oggetto di evitamento.

Insomma, l'ansia è parte integrante della mia esistenza da un bel po'.
Il problema è che prima la "risolvevo" (ripeto: più precisamente devo forse ora dire che la accantonavo) con uno sforzo di volontà, in cui la componente sessuale era probabilmente molto importante. Ossia, pensieri come "esco lo stesso [cioè nonostante i sintomi sopracitati] perché c'è la ragazza che mi piace" o "mi costringo ad andare in quel posto pieno di coetanei [cosa ansiogena] perché posso conoscere ragazze" prima erano presenti e utili: quasi mi servivono per travolgere le ansie con un impeto adrenalinico; ora invece è l'opposto. La sessualità è infatti diventata il peggior nemico e aggrava tutto quanto detto, costringendomi anzi ancora di più ad evitare ogni situazione ansiogena. Ovviamente ne ha risentito pesantemente anche la libido e l'eccitazione.

La terapia in corso non la so definire dal punto di vista terminologico. Diciamo che è del tipo che il paziente parla liberamente e il professionista di tanto in tanto da qualche imput. Quanto al fine, lui mi ha detto esplicitamente e più volte di essere convinto che ci sia qualcosa da trovare e far emergere di cui tutti questi sintomi (secondo lui paura dell'omosessualità compresa) non sono altro che schermi. Perciò non intende lavorare sul sintomo ma aiutarmi a cercare le cause.

La cosa dà frutti, cioè ogni volta dopo il colloquio mi sento meglio, anche se spesso scosso. Scrivo qua più che altro per sentire anche altre campane, visto che in consulti simili sulla paura dell'omosessualità mi sembra venir consigliato quasi sempre un approccio che prova a rimuovere il sintomo, cioè qualcosa di diverso dal percorso che mi sembra di aver intrapreso.

Inoltre, lo confesso, cercavo forse alcune rassicurazioni. Però mi sembrano elementi abbastanza importanti anche solo per poter un po' reiniziare a vivere la mia vita in un'ottica di lungo termine e non solo pensando di arrivare in fondo alla giornata senza crisi di panico. Proviamo a enuclearle:
1) nella vostra esperienza avete mai visto uno che si scopre gay all'atto sessuale concreto mentre nelle proprie fantasie era sempre stato eterosessuale?
2) credete che la sessualità possa essere "fluida" e mutare anche radicalmente nel corso della vita? Insomma, potrei essere diventato o stare per diventare omosessuale/bisessuale non essendolo stato prima?
3) che risultati ci si possono realisticamente attendere dalla psicoterapia? Da un quadro come quello descritto, può riportare a livelli di qualità della vita non solo semplicemente tollerabili ma anche qualcosa in più?

Grazie
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissimo,

va benissimo ... continui la sua Psicoterapia!

Tutti questi dubbi, però, dovrebbe portarli in seduta, dove un confronto con il terapeuta illuminerà il "campo"...
... anche se le anticipo che si tratta solo di una caratteristica del suo pensiero "intrusivo" continuare a cercare risposte, che non la aiutano!


Si dia un po' di pace...!!


Un caro saluto
[#6]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
L'orientamento sessuale tende a rimanere stabile nel tempo e non cambia nel corso dello sviluppo. Le sue domande sembrano di matrice ansiosa e ossessiva, credo sia utile lavorare su questo in psicoterapia piuttosto che continuare a ricercare conferme altrove.

>>che risultati ci si possono realisticamente attendere dalla psicoterapia? Da un quadro come quello descritto, può riportare a livelli di qualità della vita non solo semplicemente tollerabili ma anche qualcosa in più?<<
i risultati dipendono dall'impegno, dalla motivazione e dalle aspettative che lei si è creato sul trattamento. E' importante fissare obiettivi chiari e condivisi con il Collega e lavorare su questi, un passo alla volta.






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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
È impossibile rispondere alla sue domande, che per di più fanno trasparire ansia

L'orientamento sessuale non cambia all'improvviso, è possibile che questo suo accesso tardivo alla vita intima abbia fomentato ansie, così come la disinvoltura della sua ragazza.

Si dia e soprattutto dia tempo a chi ha il piacere di seguirla di lavorare con e per lei

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it